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Autore: Artemisia Black    05/06/2007    5 recensioni
L’impercettibile sfiorare del suo tocco freddo e calmo. Il violento calore della sua pelle sotto le dita. Come una musica in crescendo velata di tristezza e vuoto. Come terra sabbiosa sotto le piante dei piedi.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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-1Pianta effimera noi, cos’è il vivente?

Cos’è l’estinto? – un sogno d’ombra è l’uomo.

PINDARO, Pizia VII, v. 135




La stanza era illuminata da una bianca luce pomeridiana.

Una strana figura alta era appoggiata allo stipite dell'immensa vetrata che dava su un solitario giardino, l'erba aveva il colore della sabbia, alcuni alberi ad alto fusto e dalla chioma rigogliosa mostravano una fioritura di un tenue rosa pallido mentre il cielo, di un acceso azzurro rispecchiava un limpida giornata estiva.

Una seconda ombra s'avvicinò al vetro di una trasparenza assoluta. - " 0-N! Che ci fai sveglia a quest'ora?" - la figura immobile si volse. I suoi occhi dorati scintillarono per un istante.- " ah…sei tu 18-Z…non riuscivo a dormire…" - rispose. La sua voce cupa passò come un alito di vento attraverso l'aria. Il ragazzo sorrise leggero. - " vigile come sempre…è stupendo vero?" - domandò accennando al giardino immerso in una luce irreale. Lei storse le labbra in un sorriso triste. - " si…ma non è reale…nulla lo è in questo posto…guarda l'erba per esempio…noi sappiamo perfettamente che non ha quel colore…come sappiamo anche che sono le tre di notte mentre quel cielo è così luminoso…" - " però è bello…" - " si…come può esserlo un cielo senza sole…" - il ragazzo abbassò lo sguardo per poi risollevarlo mestamente. Il soggetto 0-N, quella ragazza era lì da prima di tutti quanti loro…..era la prima…e godeva di particolari favori da parte del gruppo di sorveglianza. Certo, erano tutti liberi di fare quello che volevano, ma lei…lei poteva rifiutarsi di dormire se lo desiderava…poteva non mangiare affatto, se così si sentiva di fare...poteva decidere di chiudersi in isolamento da sola…come aveva già fatto altre volte.

Era strana.

E per queste sue stranezze agitava negli animi di tutti gli altri soggetti un senso di profonda deferenza, di rigore morale che nessuno riusciva a spiegare. La spiò di sottecchi…non ci aveva mai fatto caso, ma aveva la pelle di un colore assurdo…anzi…non aveva colore, era perfettamente bianca, i capelli erano dello stesso identico colore dell'erba che stava fissando con disgusto…e gli occhi….erano assolutamente implacabili come il suo carattere, dorati…forse avevano usato il DNA di quella stessa erba per creare il soggetto 0-N…

-" scusami 0-N, tu hai idea del perché divido lo spazio con te?" -

Lei si volse, il suo sguardo si fece liquido per un istante per poi riassumere la solita durezza. -" non sono domande alle quali posso dare risposta…lo sai perfettamente…se però il condividere gli spazi vitali con me ti reca disagio…dovresti dirlo agli Arcangeli…" - rispose asciutta. Il ragazzo sussultò. - " scusami…non intendevo offenderti…mi domando solo perché. Sei l'unica della serie N…è strano che non ti tengano separata…non trovi?" - " no, non trovo…" - rispose. Poi il suo sguardo si rivolse nuovamente verso l'esterno.

All'improvviso una luce azzurrina invase l'ambiente asettico e perfettamente bianco della stanza. Lei si volse lentamente con palese fastidio mentre il ragazzo al suo fianco sussultò nuovamente. Lei gli rivolse uno sguardo severo. - " sta arrivando uno nuovo" - confermò 0-N con placidità. -" secondo te di che generazione è?" - " non ha importanza…" - " scusami 0-N…ti disturbo sempre…posso cantare per te?" -

Lei annuì silenziosamente. Non appena 18-Z fece sgorgare la sua voce si sentì improvvisamente meglio…il fruscio del vento tra le foglie degli alberi accompagnava le note che scivolavano fluide e increspate attraverso le corde vocali del giovane in un motivo triste che lasciava trasparire il suo malessere e qualcos'altro….qualcosa che le sfiorò la pelle facendola increspare. -" basta così…" - lo interruppe. Il ragazzo la guardò colpito e stupito allo stesso tempo. La ragazza sapeva di averlo in qualche modo ferito…sorrise dolcemente. - " scusami…ma la tua musica è triste…e io non sono dell'umore adatto per apprezzarla come vorrei….perdonami…" - disse abbassando lo sguardo e ritirandosi nell'ombra, lontano dalla luce esterna. -" perdona tu la mia insolenza…avrei dovuto capire che volevi esser lasciata sola…"- rispose lui. La ragazza si fermò un istante per voltarsi a fissarlo intensamente. All'ombra proiettata dal muro i suoi occhi rilucevano come fossero stati quelli di un felino. -" dovresti saperlo…io sono sempre sola…" - sibilò gelida per poi voltarsi nuovamente. La luce azzurrina si spense in una miriade di smeraldi quando colpì i lisci capelli dorati del soggetto 0-N. il ragazzo allungò una mano adagiandola con calore sulla sua spalla. Lei si irrigidì. -" non è vero…puoi contare su di me …0-N…" - lei si volse, la speranza travalicava la durezza metallica dei suoi occhi. 18-Z sorrise dolcemente attirandola a sé e stringendola tra le braccia.

Improvvisamente una fredda voce femminile esplose all'interno della stanza.

Tutti i soggetti sono pregati di tornare immediatamente ai propri giacigli, per ordine del Primo Arcangelo.

18-Z strinse spasmodicamente a sé 0-N come un bambino che non vuole abbandonare il proprio orsetto. - " hai oltrepassato il limite 18-Z…sai che a ciascuno di voi è vietato toccarmi…" - disse la ragazza con un filo di amarezza nella voce. Lui si scostò immediatamente, le sue labbra piene e morbide si piegarono in un'espressione di dura consapevolezza del vero. Lei fece un cenno col capo indicando la parte opposta dello spazio, quella dedicata a lui. Il ragazzo annuì e la lasciò. Non appena varcò la soglia del proprio spazio, la luce azzurra abbandonò ogni ambiente facendolo ricapitolare nel buio più profondo.

0-N sorrise amaramente.

La luminosità esterna non penetrava nemmeno in minima parte quell'oscurità che l'avvolgeva. Un vento innaturale fece ondeggiare le chiome degli alberi dandogli un'assonanza sfocata…0-N represse un brivido acido, si succhiò avidamente il labbro inferiore e con uno sbuffo si volse frustandosi la schiena con la lunga chioma di capelli per dirigersi verso il proprio gelido e asettico giaciglio. Si svegliò quando all'esterno il vento artificiale si era trasformato in una tempesta agitata da raffiche di vento violetto. Si lisciò i capelli risistemandosi l'uniforme nera che aveva addosso e che consisteva nell'unico capo d'abbigliamento concessole. Poco dopo si mosse verso il centro dell'appartamento comunitario che divideva con 18-Z, composto da un ampio straccio di candido pavimento parzialmente coperto da un soffice tappeto nero come la notte. Uno sbadiglio provenne dalle sue spalle. - " buongiorno 18-Z…non ti sembra il caso di coprirsi la bocca quando sbadigli?" - disse senza nemmeno voltarsi. Alle sue spalle il giovane s'accigliò perplesso passandosi una mano tra i lunghi capelli dorati. - " come hai fatto a…" - domandò mentre lei si voltava rapida e gli rivolgeva un sorriso di plastica. - " il riflesso nella superficie della porta…ti ho visto da lì…" - disse per poi voltarsi nuovamente diretta verso la porta di vetro nero che accedeva alla stanza di pulizia. Posando la mano sulla superficie lucida attese che questa le cedesse il passo. Una lieve luminescenza bluastra illuminò per un attimo sotto la mano evidenziando la trasparenza della pelle squamosa tra le dita affusolate. Quando cessò la porta scivolò all'interno del muro silenziosa aprendo l'accesso su un piccolo ambiente bianco senza spigoli. Lanciò un'occhiata alle proprie spalle attendendo che il suo coinquilino la raggiungesse. Quando entrambi furono avvolti dal candore fastidioso della stanza un sibilo sottile si diffuse attorno a loro proveniente da chissà quali recessi. - " 0-N…hai mai visto dell'acqua?" - " solo sotto forma di pioggia…ma non è concesso uscire all'esterno quindi non so come sia al tatto…" - rispose lei considerando il fatto. 18-Z espirò profondamente sfiorandosi il mento con le dita. - " mmm…chissà come sarebbe farsi una doccia…" - " non lo so, accontentati di questa stanza…" -

Non appena lei smise di parlare una seconda porta nera comparve davanti ai due aprendosi di scatto. 0-N precedette 18-Z nel corridoio nero illuminato da una strana luce bianca filtrante dagli spigoli di giuntura tra pareti e soffitto. Tutti quei passaggi come lame di luce netta non facevano altro che aumentare l'irritazione costante della ragazza. Non le dispiaceva il fatto di ritrovarsi perfettamente pulita in così poco tempo, non era quello ad infastidirla….però avrebbe tanto voluto avere quel momento solo per sé stessa…come unico attimo intimo.

Ma in quel posto era praticamente impossibile.

Era nata, così le era stato riferito, quattro mesi e sette giorni prima. Da dove…lo ignorava. Aveva aperto gli occhi su quel mondo in bianco e nero circondata da persone in uniforme bianca, dagli alti colletti rigidi e dalla stoffa leggera che si agitava nervosa ad ogni minimo movimento dell'aria mandando soffusi e morbidi suoni. Erano gli Arcangeli, altri individui che vegliavano su tutti gli aspetti del suo essere, tranne che sulle sue scelte.

Poteva fare ciò che più gradiva, ormai loro avevano capito che avrebbe fatto tutto ciò che le era stato riservato - sarebbe bastato rispettare i suoi tempi - e lei a sua volta aveva compreso che la sua curiosità era affamata di conoscenza e non avrebbe certo disdegnato le nozioni che le venivano offerte così generosamente. Procedette per il corridoio affiancata da 18-Z. I suoi passi erano più lenti e cadenzati rispetto a quelli della ragazza, felpati e rapidi, gli unici rumori percepibili erano quelli prodotti dalla pelle compatta dei piedi a contatto con la superficie morbidamente calda del pavimento. Finalmente, dopo aver percorso il lungo corridoio senza porte né finestre raggiunsero il grande salone comune…pareti nere alternate a bianche erano sovrastate da una vasta sorgente di luce tremula e calda mentre il pavimento era ricoperto di un soffice strato vellutato di un grigio perlaceo cangiante sotto le ombre tremule. Comode poltrone dalle forme lineari e semplicemente modellate erano disposte in circolo attorno a un grande tavolo ovale di liscio vetro fumé mentre sulla parete di fondo era proiettata l'immagine di un autunno rosso come il sangue. Quando varcarono la soglia molti visi si volsero verso di loro e tutti accennarono un gesto di saluto col capo. - " buon giorno" - disse serica la giovane andando a sedersi al capo del tavolo lasciandosi la rossa immagine alle spalle. -" ciao 18-Z! Come sta andando?" - domandò un giovane identico all' interpellato con l'unica differenza del taglio corto dei capelli. - " ciao 7-Z! decisamente bene oserei dire!" - " ah! Sei stato fortunato ad essere scelto ancora per dividere lo spazio con 0-N…" - assentì un altro ragazzo anch'esso identico agli altri due ma con i capelli raccolti in una lunghissima coda alla base della nuca. 0-N storse la bocca per tutte quelle chiacchiere inutili di prima mattina. Le avevano detto che erano gli individui del suo stesso sesso ad essere i più dotati di favella…. A lei sembrava l'esatto opposto. - " 5-Z…." - l'interpellato dalla lunghissima coda bionda si volse di scatto rivelando dapprima un'espressione d'allarme che venne rapidamente celata da una decisamente trasognante.- " mi onori 0-N…hai bisogno di qualcosa? Vuoi che vada a chiedere qualcosa agli Arcangeli per te?" - domandò ossequioso accennando un lieve sorriso imbarazzato. Lei si portò una mano alla tempia massaggiandosela mentre corrugava la fronte infastidita per tutto quell'appiccicoso rispetto. - " no 5-Z, volevo solo sapere se ti sei mai domandato il perché io sono l'unico soggetto di sesso femminile qui dentro…" - disse levando il capo e arricciando una ciocca di capelli attorno al dito. Improvvisamente dal fondo della stanza e attraverso la porta comparve un alto uomo. Aveva capelli brizzolati e una pelle color dell'oro sulla quale spiccavano due inquietanti occhi verdi dalla pupilla orizzontale. Il suo sorriso dolciastro come fiele scivolò su tutti i presenti intimando silenzio. Il suo lungo abito era di un bianco ghiaccio dalle cangianze rosee, avvolgeva la sua alta figura asciutta stringendosi abilmente attorno ai fianchi mentre la leggera stoffa scivolava flebile attorno alle caviglie nude. -" bene 0-N….era da molto che ci stavamo domandando quando avresti posto quella domanda…" - " bè…signore….se mi permette una piccola pecca di modestia….sono tutt'altro che stupida…" - rispose la giovane senza lasciar trasparire emozione alcuna sui lineamenti forti del volto. L'Arcangelo sorrise ancor di più compiaciuto dell'acutezza della propria creatura. - " non ho mai minimamente sospettato il contrario…comunque, sono qui per presentarvi l'esemplare 1-N…." - la ragazza ebbe un fremito perplesso che le fece tremare la palpebra sinistra. Dalla soglia comparve una figura avvolta in un'uniforme completamente nera come la sua.

Era una ragazza. Aveva il suo stesso volto, ma il colore degli occhi era nero come caffè, aveva la pelle leggermente più scura e i suoi lineamenti forti erano, in quella giovane, trasformati in una caricatura fatta di glassa quanto erano dolci e armonici. In compenso, notò 0-N doveva essere molto più bassa rispetto a lei. - " piacere…" - disse 0-N alzandosi e procedendo a passi sinuosi verso la nuova venuta e porgendole la mano. La ragazza sgranò gli occhi non appena le si avvicinò poi le rivolse un ampio sorriso radioso mentre le gettava le braccia al collo scossa da uno scoppio di risa. 0-N sollevò un sopracciglio irritata mentre alle proprie spalle gli altri soggetti rimanevano ammutoliti.

-" bene! Mi raccomando, voglio che l'aiutate ad ambientarsi…prima lo farà prima procederemo con la sua…educazione…ora siete in 21….il numero perfetto!" -

0-N si districò da quell'inopportuna effusione di gioia per rivolgere all'Arcangelo uno sguardo perfidamente sospetto. - "stando a quello che ho imparato sui numeri e sui conti…direi che contando 18 soggetti Z più due soggetti N fa esattamente 20….signore…" - s'attardò ad aggiungere arricciando un angolo della bocca. -" 0-N ha ragione…" - sussurrò un altro giovane identico a tutti gli altri a differenza dei folti boccoli che gli ricadevano sulle spalle. La ragazza sollevò il mento mostrando la gola in segno di aperta sfida. L'Arcangelo inarcò un sopracciglio mentre la ragazza dai capelli corvini faceva saettare lo sguardo dall'uno all'altra con evidente curiosità. - " hai perfettamente ragione 0-N…anche se non tollero questo tuo atteggiamento ostile nei miei riguardi…in effetti si potrebbe dire che hai ragione ma anche torto…" - aggiunse l'uomo dorato giungendo le mani dietro la schiena e misurando lenti passi attorno al tavolo fermandosi dietro 18-Z e posandogli le mani sulle spalle delicatamente. 0-N non poté fare a meno di notare uno sguardo di evidente interesse verso 1-N da parte del giovane. Si stupì di come il suo corpo le rispose con una fitta bruciante appena sotto lo sterno tale da farle montare una rabbia cocente per quella stupida reazione fisiologica. Fece scattare lo sguardo verso la ragazza puntandole gli occhi in un modo talmente violento e invasore da costringerla a voltarsi dall'altra parte con un evidente stato di disagio a tingerle le gote. -" diciamo che mi sono come dire…scordato di un'altra questione…." - continuò l'Arcangelo scostandosi da dove si trovava e recuperando la sua precedente postazione davanti alla porta. Qui pose una mano contro la parete che risplendette della consueta luminescenza bluastra. Sogghignò amabilmente verso tutti i presenti. 0-N aveva già avuto quel sospetto da quando aveva parlato di 21 piuttosto che di 20….se aveva ragione, come sospettava, sarebbe stata la prima volta che accadeva di vederne due nello stesso giorno.

-" vieni con me 0-N….ho un compito da affidarti….buona giornata a tutti….18-Z, entro un'ora devi abbandonare il tuo spazio negli alloggi di 0-N, ti verrà affidato un altro alloggio….nel frattempo intrattieni un po' i tuoi compagni con della buona musica…" - a quelle parole il ragazzo annuì silenziosamente mentre 1-N emetteva un suono di contentezza. - " musica! Era da tanto che volevo sentirne!" - esclamò eccitata. 0-N sollevò un sopracciglio mentre seguiva l'Arcangelo fuori dallo spazio comune.

Non le sembrava fosse stato un caso che l'Arcangelo avesse scelto proprio 18-Z…prima l'allarme quella notte - o forse era giorno? - e poi quell'occhiata che si era lasciata sfuggire diretta al nuovo soggetto. Almeno aveva avuto la conferma che stavano solamente giocando con loro….aveva mosso appena pochi passi alle spalle dell'Arcangelo quando questi rallentò il passo per potersi affiancare a lei sorridendole furbescamente. La ragazza fece finta di niente mentre continuava a guardare in fronte a sé senza mostrare alcun segno di disagio. - " scommetto che ti sei domandata…" - " come mai due soggetti in una volta sola?" - terminò lei lanciando un'occhiata fulminea al suo accompagnatore. Questi chinò il capo per poi rialzarlo immediatamente come per complimentarsi, più con sé stesso che con lei, per l'acutezza appena dimostrata. - " sono gemelli…." - " bene…" - rispose asetticamente la ragazza fermandosi di fronte alla porta che di solito era preclusa ai soggetti. - " devo aspettare qui?" - domandò seria. - " no…ti ho detto che è tuo compito quindi devi seguirmi 0-N…e non voglio vedere espressioni insidiose come quella che hai rivolto prima a 1-N…sei la prima 'nata' è logico che…" - ma s'interruppe di colpo come se si fosse morso la lingua di proposito per non aggiungere altro. Lei sbatté le palpebre ripetutamente per capire meglio quanto appena ascoltato. Sarebbe stata la prima volta che qualcuno degli Arcangeli la rimproverava per uno stato d'animo. L'uomo aprì la porta posandovi la mano e attendendo il solito procedimento per poi avanzare lungo l'ennesimo corridoio scuro…da diverse diramazioni comparvero altri Arcangeli rivolgendole rapidi cenni col capo per poi scomparire con lievi fruscii in altrettante anonime porte. Si fermarono innanzi una vasta vetrata senza giunture che dava su una nera stanza dal rivestimento lucido. Nel centro, seduto su un alto sgabello bianco c'era un giovane intento a sfogliare svogliatamente un libro di foto in bianco e nero. 0-N lo fissò per svariati secondi prima di pronunciare parola. -" signore…può spiegarmi per quale motivo lui e 1-N hanno i capelli scuri?" - domandò con candore. Una risata cristallina provenne dalle sue spalle. - " buongiorno signora…." - s'affrettò la ragazza notando il riflesso della donna che aveva appena emesso quel suono. Era una donna anonima, con lunghi capelli neri e la pelle dorata. I suoi limpidi occhi celesti dalle pupille orizzontali erano incorniciati da un semplice paio di occhiali dalla montatura d'argento. La donna s'avvicinò compiacente alla ragazza fissando anch'essa il giovane seduto sullo sgabello. Levò una mano facendogli cenno d'avvicinarsi. Il ragazzo, senza nemmeno alzare lo sguardo, scese dal sedile e, con passo flessuoso fronteggiò rapidamente le due donne. Rivolse un cenno col capo all'Arcangelo per poi fissarsi sulla ragazza al suo fianco con evidente interesse. Inclinò il capo di lato lasciando che la profondità delle sue iridi nere vagasse negli occhi dorati della giovane. Poi fece una cosa strana. Sollevò una mano posandola sul vetro. 0-N non riusciva a capire…era molto più alto degli altri soggetti Z anche se era identico di viso, i suoi colori erano però completamente differenti e esattamente uguali a quelli di 1-N.

Ma non era il suo aspetto ad inquietarla…era il suo modo di fissarla, impassibile e imperturbabile. - " gli piaci…come avevamo sospettato…" - aggiunse la donna salutandolo con un rapido cenno della mano. Il ragazzo non si mosse, continuava a fissare i suoi occhi in quelli di lei. 0-N non seppe perché, ma la sua mano si mosse d'istinto posandosi esattamente sopra quella di lui, limitata solo dalla lastra gelida di vetro che li separava.

-" benissimo! 0-N vorrei presentarti 19-Z….19-Z…lei è 0-N e sarà incaricata di tenerti d'occhio quando sarai assieme agli altri soggetti" -

-" io…cosa?" - domandò 0-N riscossasi all'improvvisa pronuncia di quelle parole.

-" 0-N…questo è un favore che tutto il consiglio degli Arcangeli ti chiede…19-Z è…bè, sarebbe più giusto dire cosa non è…non è come gli altri…questo mi pare tu l'abbia già compreso…sapevo gli saresti piaciuta….sei stata scelta proprio per questo, lui è la tua nemesi, il tuo doppio…ci siamo basati sul tuo caso per crearlo…abbine cura…" - " perché non potete occuparvene voi?" - domandò la ragazza fronteggiando la donna con evidente fastidio nella voce. - " perché…è…scostante…si fa avvicinare solo da me, ma non mi ha mai permesso nemmeno di sfiorarlo mentre è evidente che con te non farebbe tante storie…visto che ti ha cercata lui…" - 0-N annuì convinta…effettivamente era vero….nessuno era mai stato chiuso in una stanza da solo quando era appena nato…questa era la prima volta che accadeva…a memoria sua almeno. Ma un'altra domanda s'affacciò nella sua mente laboriosa. - " che mi dice di 1-N?" - " 1-N è stato un errore di programmazione…sono autorizzata a dirti poco a riguardo…diciamo che si è verificato un dual…uno sdoppiamento nel programma…abbiamo comunque deciso di procedere ugualmente…il risultato è stato quello di avere due soggetti gemelli assolutamente incompatibili tra loro….ora, torna all'uscita dei laboratori, tra dieci minuti arriverà. A proposito, dovrai dividere il tuo spazio con lui in modo permanente…buona giornata 0-N" - la ragazza non fece in tempo a registrare quelle parole che l'Arcangelo era già svanito dalla sua visuale. Si volse verso 19-Z oltre il vetro che le rivolse un rapido sorriso serpentesco prima di voltarle le spalle e scomparire oltre una porta scura all'interno della stanza.


Il nero del corridoio soffuso di luce azzurrina le dava una sensazione di assoluta pulizia.

Era strano. Strano come semplici tonalità avessero il potere di far provare insolite sensazioni contrastanti nel medesimo istante. La nera lucentezza del pavimento…una chiarezza, una calma quasi fittizia, in contrasto con l'ansietà che lentamente levava come la marea…marea….una parola che le evocava qualcosa di potente, incontrastato e incontrollabile che però non trovava conferma nei suoi ricordi.

Non ricordava di averne mai vista una se non attraverso gli occhi scritti di qualche scrittore. Era però incrollabile il fatto che quella parola le accennasse a sconfinati azzurri che si accendevano di blu nelle ombre della notte.

Si fissò le dita dei piedi scalzi. Una sottile ombra tagliata di netto sul pavimento li avvolgeva come un veleno.

L'immagine di 19-Z si impresse sopra l'immagine del corridoio.

Un lieve movimento d'aria le fece vibrare i sensi. Si volse di scatto mentre una sensazione fastidiosa le saliva allo stomaco. Accanto a lei, con le mani giunte dietro la schiena prese forma l'immagine che poc'anzi le aveva infettato i pensieri. Il giovane la fissò sorridendo sottile. Qualcosa in lei scattò di fastidio riflesso. Allungò la mano in segno di saluto. Lui le fissò la pelle. 0-N era pronta a giurare che non l'avrebbe presa….sbagliandosi quando lui gliela strinse, serrandole le dita in una morsa bruciante, facendole sentire tutto il calore che scorreva nelle sue vene da poco meno di un giorno. Lei si staccò immediatamente, movendo le dita come a voler cancellare quella sensazione febbricitante che ancora strisciava sulla superficie della pelle. 19-Z estese il sorriso sulle labbra lasciando che il suo sguardo ne rimanesse estraneo come la superficie di uno specchio. 0-N si volse e procedette per il corridoio verso la sua stanza cercando di dare una ragione al suono dei passi dietro di sé.

Una volta in stanza fronteggiò il suo nuovo coinquilino. -" questo a sinistra è il mio, e solo mio, spazio, se varcherai quella porta scatterà l'allarme, questa dove siamo ora è la parte comune, lì dietro c'è il bagno e quello sulla destra è il tuo spazio…fanne quel che ti pare, non mi interessa…" - disse sbrigativa voltandosi e ritirandosi nella sua stanza a fissare il paesaggio esterno da dietro il ripiano asettico della scrivania ingombra di nulla.

Tutte le volte che si sedeva su quella sedia si sentiva sia estremamente calma che dannatamente irosa. Quello che vedeva le piaceva, ma allo stesso tempo la faceva irritare il fatto che non fosse reale, quel quanto le veniva così abilmente mostrato…avrebbe preferito una realtà orrenda piuttosto che un sogno bellissimo….

Sentiva però che quel giorno un'altra sensazione le tarlava il cranio…un'irritazione sconvolgente…un pungolo piantato nelle tempie. Si volse seguendo la scia dei suoi sensi, scorgendo, oltre la soglia della sua stanza l'origine di quell'interferenza. Lui la fissava, mantenendo sempre le mani dietro la schiena…quella figura così ridotta all'incompletezza la faceva sentire incompleta di conseguenza. I suoi occhi strappavano lo spazio che li divideva dai suoi in un modo brutale, invadente e meschino. Ma 0-N non era il tipo di persona che abbassa lo sguardo per prima. Ricambiò, cercando di dare forza alle proprie ragioni riflettendole negli occhi di lui, immobilizzandosi lì, su quella sedia bianca e fredda come l'ombra del muro che li divideva. Fu in quel momento che lui si mosse verso di lei…un'espressione compiaciuta sfumò i lineamenti della ragazza…bastava che sfiorasse con la punta dei piedi la linea che divideva la stanza dalla sala comune per far scattare l'allarme…e lei avrebbe vinto. Non sapeva cosa, ma le bastava la presunzione di quel calcolo.

Ma 19-Z si fermò. Lì. Proprio prima di quel traguardo, appoggiandosi alla parete e nascondendo le mani nelle tasche dei pantaloni…. Lei s'appoggiò pesantemente allo schienale della sedia continuando a fissarlo.

E lui le sorrise.

-" non t'interessa?" -

La sua voce. La costrinse a prendere fiato una volta di più. Nella cadenza il silenzio del mare….il colore del vento e il candore della notte dietro le palpebre chiuse. -" no" - rispose la ragazza alzandosi in piedi e cercando il proprio riflesso nel vetro che la separava dall'esterno. -" quella non è la realtà…perché ti ostini a guardarla…" - 0-N si volse pugnalandolo con lo sguardo. Lui sorrise, stavolta il sorriso raggiunse il suo sguardo… - " non cambierà mai…" - aggiunse voltandole le spalle e scomparendo alla sua vista.

Per tutto il tempo che si trovava in quel posto, non le era mai capitato di sentirsi umiliata. La rabbia le serrò i timpani in una gelida morsa. Si mosse talmente veloce che la luce della stanza comune le risultò fastidiosa. Si sforzò di mantenersi calma mentre cercava la sua figura. Ma non fece in tempo a cristallizzare le immagini che 19-Z le spuntò accanto costringendola a voltarsi rapidamente e ad appoggiare le spalle al muro accanto a lei.

I suoi occhi scuri le trapassarono le orbite con una violenza inaudita. Poi le si avvicinò, sfiorandole il volto con il proprio e sussurrandole all'orecchio una frase che ebbe la capacità di incrinare le sue barriere mentali… - " quando ami qualcuno…odi tutti gli altri…" - disse. 0-N non sapeva.

Non sapeva.

Cosa fare, cosa dire, come reagire…aveva solo in testa quelle parole, quella frase, quella voce…e il suo odore. Da quando era lì aveva sempre detestato l'odore degli altri, la loro vicinanza…ora stranamente non le dispiaceva…e di rimando le faceva paura. Prendendo coscienza di questo si scostò rapida scivolando di lato, ma qualcosa di pungente le afferrò il polso costringendola a voltarsi.

I suoi occhi l'aspettavano al varco, sondando nelle sue emozioni. - " non mi toccare mai più…" - sibilò la ragazza stringendo gli occhi senza mai distoglierli da quelli di lui, attendendo che facesse quanto lei s'aspettava dopo la sua affermazione. Contrariamente il ragazzo le ruotò il polso facendo pressione con i polpastrelli là dove correva la vena…

-" avevo creduto che ti piacesse…" - disse calmo. - " credevi male…" - " sicura?" - aggiunse premendo più insistentemente sulla vena. Una fitta di calore le corse lungo il braccio. Qualcosa nel suo sguardo lo fece sorridere di soddisfazione. - " ah…paura…sei brava a nasconderla, ma…devo farti una nota…quando traspare nei tuoi occhi…diventa pericolosa…." - " ora smettila…" - rispose lei riacquistando pieno controllo di sé.

-" perché dovrei…sto solo cercando la cosa che solo tu possiedi tra tutte queste persone…" - " fammi il piacere 19-Z…siamo tutti cloni in questo posto! E poi sono l'unica che hai conosciuto fin d'ora…"- sbottò crudelmente. -" non ho bisogno di guardare altrove quando ciò che cerco ce l'ho sotto gli occhi…" - la ragazza strattonò il proprio polso liberandosi.

-" pfui…vorrei sapere di che programma ti hanno dotato…" - disse sarcastica andando a sedersi sul divano. 19-Z la seguì sedendolesi accanto, continuando a fissarla diritto negli occhi. -" odi il contatto fisico vero?" - disse col tono di chi conosce già la risposta alla propria domanda. Lei lo ignorò totalmente fissando lo sguardo oltre il vetro e verso l'esterno. Fu in quell'attimo di deviazione che la realtà le sfuggì tra le dita…quando lui la prese per le spalle sdraiandola sul divano, stendendosi sopra di lei.

I suoi capelli le sfioravano il viso mentre sentiva il suo respiro premerle contro il petto e il suo calore diffondersi sotto la pelle…. - " sei ancora sicura di odiarlo?" - domandò forzandole lo sguardo col proprio.

Fu in quel momento che 0-N riacquistò le proprie facoltà, con una forza irosa quasi insospettabile se non percepibile solamente dietro le irrequiete iridi dorate, scattò su sé stessa scomparendo nel proprio spazio.

E lì, fu colta dal panico.

Non per quanto era accaduto.

Non per lo stesso panico che stava provando.

La realtà.

Quello che lui diceva era vero. Era furibonda con sé stessa perché l'unica sua reazione non era stata paura, o odio o rabbia…provava un sottile piacere.

Nell'esser stata giudicata non come un essere degno di deferenza, una creatura superiore negli schemi gerarchici di quel luogo, ma come qualcos'altro…qualcosa di unico.

E non le piaceva emergere dalla comoda coltre dell'anonimato….dell'omologazione.

Quello che veramente le faceva male era la consapevolezza di essere una codarda.

E il fatto che la sua ignoranza fino a quel momento era stata così abissale e profonda da radicarsi anche in chi le stava intorno.

L'ipocrisia nel detestare uno scenario fittizio quando lei stessa si nascondeva dietro le regole di quel posto.

E la colpa era di una sola persona. Non sua, quella era stata la sua scelta e di quella ne era ancora sicura…

La colpa era di 19-Z.

Che aveva la diabolica capacità di leggerle dentro.


Cercò di prendere sonno per tutta la notte senza riuscirci per davvero. Il suo cervello continuava a lavorare ad un ritmo sostenuto rifiutandole il concilio del sonno.

Si alzò dalle lenzuola passandosi le mani tra i capelli. Cominciava ad odiarli, le si impigliavano ovunque. Ecco come avrebbe abbandonato la notte. Posò i piedi sul morbido pavimento candido quasi luminoso nel blu della notte. Si infilò il vestito nero che aveva gettato sulla sedia con rabbia la sera prima, silenziosamente estrasse dal cassetto della scrivania un paio di gelide forbici che riflessero la finta luna appesa al cielo nero fuori dalla finestra. Si volse e scivolò come un'ombra verso il bagno. La luce sullo specchio s'accese non appena il suo volto vi si riflesse. Strinse le forbici tra le dita mentre le faceva scattare accanto al suo volto, strinse i capelli in una stretta coda mentre apriva le lame gemelle e le posizionava come una mortale ghigliottina. Respirò profondamente.

Sentì il proprio flusso sanguigno aumentare dentro le orecchie mentre il cuore rallentava per poi accelerare improvvisamente in un disperato tentativo di fermare la mano e impedire la decisione.

Chiuse gli occhi prendendo le redini della propria decisione in un solo attimo.

Ma una mano le bloccò il polso proprio quando questo stava per procedere. 0-N aprì gli occhi di scatto cercando quelli di 19-Z e interrogandoli ostinatamente. -" è una mia decisione…" - disse priva di qualsiasi tono vocale. Il ragazzo le sfilò le dita dalla forbice con fermezza. -" lo so…ci penso io…" - le rispose mentre lei abbassava la mano un tempo armata. Lui le accarezzò i capelli un istante prima di afferrare le forbici con decisione e tagliare rapidamente la lunga coda, lasciando che questa cadesse a terra con un impercettibile movimento d'aria.

Quella parte morta di sé le accarezzò la pelle dei piedi scatenandole un moto di ribrezzo mentre la fissava inerme con distacco crescente. Lui le allungò le forbici silenzioso.

Fu allora che lei ebbe modo di vedergli le mani.

Dita lunghe e sottili, dalle unghie trasparenti.

Nervose e guizzanti, dal polso deciso.

Solcato da una profonda cicatrice verticale che scivolava serpentina lungo tutto l'avambraccio.

Decisa e imprecisa.

Arrossata e brutale sulla pelle liscia.

Autoinflitta.

Non riusciva a distogliere lo sguardo. Non voleva. La incuriosiva come null'altro.

-" ti interessa?" - domandò lui senza muoversi.

-" non particolarmente…" - rispose lei prendendo le forbici dalle sue mani e pulendole dagli ultimi capelli rimastivi impigliati disperatamente. -" sei una bugiarda…" - " anche tu…" -

Quella risposta lo lasciò turbato. Lui, che aveva odiato come prima cosa in quel mondo proprio sé stesso tanto da costringerlo a cercare la propria morte inutilmente.

Perché non aveva capito lo sguardo di chi gli stava attorno.

In un primo momento almeno.

Per questo aveva rinunciato al suicidio. Anche se tutto il processo era trasfuso nelle sue prime due settimane di vita. Ed ora quell'affermazione.

Non sapeva neppure perché il soggetto 0-N era l'unico essere a lui sopportabile. Sentiva che aveva qualcosa in comune con lei. Sapeva che aveva trovato quello che cercava senza sapere in cosa questo consistesse.

Però ne era assolutamente certo. Come era stato certo di quello che lei aveva intenzione di fare nel bel mezzo della notte. Si era destato con l'immagine di lei con in mano le forbici. E non aveva avuto più alcun dubbio. Non ne aveva mai avuti. Nemmeno sulle sue motivazioni. Lo sapeva e lo condivideva passivamente.

E ora quella frase.

E forse l'aveva lasciato perplesso proprio perché era vera.

Si ritrovò a fissare i suoi occhi attraverso lo specchio. E forse poteva sperare nell'illusione di leggervi una spina di gratitudine. O forse non era illusione quella che effettivamente stava scoprendo. Non dopo avervi letto attenzione per le sue cicatrici.

-" e lo sai che ho ragione…le nascondi continuamente…e poi sarei io l'ipocrita vero?" - continuò lei. Non aveva resistito all'impulso di infliggergli il proprio giudizio.

-" smettiamola di darci addosso in questo modo…lo siamo entrambi non credi?" -

0-N non si stupì più di tanto. Aveva avuto la sua stessa idea, ma nona aveva avuto il coraggio di esprimerla. Fissò ancora intensamente il braccio del suo coinquilino, quando questi lo ruotò in un esplicito gesto di pace. Lei lo fissò l'ennesimo istante prima di ricambiare stringendogli la mano e rimanendo perplessa una volta di più per il calore di quel tocco. -" perché eri sveglio?" - domandò placidamente. -" perché lo eri tu…" - lei si soffermò un attimo sul possibile significato di quella risposta infine accettandola per quello che voleva dire. - " non mi abituerò mai…dimmi, perché sei così…caldo?" - continuò fissando la propria mano stretta in quella di lui. - " perché tu sei fredda…" - alzò lo sguardo cercando di sondare i suoi occhi in un gesto che la sua razionalità era abituata a fare, cercare la verità negli occhi degli altri…anche se era consapevole del fatto che in quelli di lui non ci sarebbe stata l'ombra del falso. -" già…ora puoi lasciarmi andare…" - " anche se stranamente, non ti da fastidio…" - " tu sai troppe cose per i miei gusti 19-Z…" - " e tu ne sai altrettante…" - "buonanotte…" - disse lei sciogliendo la propria mano da quella di lui e dirigendosi oltre il buio della propria stanza.

19-Z si ritrovò a sorridere di nulla.

Mentre 0-N posava il capo sul cuscino e serrando infine le palpebre precipitava in un sonno profondo.


1-N parlava, parlava e parlava ininterrottamente. 18-Z non smetteva un attimo si ascoltarla, la sua voce l'incatenava come una malìa. Avrebbe ascoltato quei suoni gorgheggianti per tutto il resto della sua esistenza…e i suoi occhi, non aveva mai visto nulla di così profondo…nemmeno nella sua immaginazione. Cantava per lei ogni qual volta gli era possibile, attendendo un suo sorriso.

0-N entrò nella sala bianca proprio in quel momento in compagnia di 19-Z. Tutti i soggetti presenti si volsero prima verso di lei esprimendo la solita, fastidiosa e ipocrita ammirazione per poi fissarsi sulla figura del ragazzo alle sue spalle.

I due nuovi soggetti si trovavano con loro già da diverse settimane, ma pochi si erano abituati alla loro presenza. Forse quella di 1-N, così solare ed espansiva con tutti, gentile e piena di vita.

19-Z invece…non parlava con nessuno se non con 0-N…lo disturbava il solo avvertire la vicinanza con qualcun altro che non fosse lei, ma più di tutti detestava la sua gemella, quel pezzetto di sé che faceva perdere il controllo a 0-N. Lo fissava da sotto le lunghe ciglia scure con uno sguardo accusatorio e pieno d'odio….

0-N si andò a sedere a capo del lungo tavolo di cristallo nero attendendo che 19-Z le si sedesse accanto come era solito fare. E cominciò a fissare 18-Z e lo scarto di 19-Z con uno sguardo acuminato, affilato come quello di un serpente prima dell'attacco mortale alla preda.

Non sapeva per quale motivo, ma gli accadeva tutte le volte. Stava male nel leggere quella sofferenza nei suoi occhi, e questo non faceva altro che incendiare di rinnovato vigore l'odio che già provava per sua sorella. Le avrebbe volentieri levato il respiro per sempre.

La voce di 18-Z, roca e tenorile rimbombava nella stanza con una tale forza che le fece venire la pelle d'oca al sol ricordo…quella voce era sempre appartenuta a lei, era per lei che cantava, che aveva sempre cantato e che sperava avrebbe fatto anche in futuro. Ma il tempo era cambiato…aveva virato come il vento di maestrale sputandole in faccia la realtà e ferendole gli occhi. Non sopportava più.

Sotto la lucida superficie del tavolo si piantava le unghie nei palmi delle mani cercando di distogliere il dolore di quella vista e concentrandolo su sé stessa….

Serrò i pugni con violenza decisa e febbrile…sentì la pelle dei palmi incrinarsi come il guscio sottile di un uovo e lasciare che il sangue scivolasse all'esterno silenzioso. Il freddo che provava bruciava crudele sotto lo strato sottile della propria pelle.

Lo sapeva, le leggeva in faccia qualsiasi sofferenza provasse senza bisogno di parole. Anche in quel momento. E lasciava che quell'odio lo contaminasse, bevendone la linfa vitale come un assetato nel deserto, con avida ingordigia…di più, sempre di più….

Serrò la mano su quella di lei, stretta nella propria rabbia e umida di freddo sangue scuro. Sentì la sorpresa impadronirsi per un istante della sua volontà per poi svanire come un fantasma lasciando che il suo calore l'invadesse arricchendo di vendetta il proprio odio.

Non aveva ancora compreso il meccanismo di quei gesti. Ma sapeva che le facevano bene…anzi, una realtà che aveva sdegnato fino a pochi attimi prima cominciava a profilarsi nella sua mente come un abbagliante sconforto.

Lui le faceva bene.

La sua sola presenza nella stanza le alleviava l'odio…

Il suo semplice sguardo le affrancava lo spirito….

Ma la cosa più stupefacente era che tutta la sua rabbia sciamava dentro di lui ogni volta che la toccava…e la trasformava in qualcosa che le arricchiva l'anima invece che renderla arida come sabbia al vento.

E in quell'attimo lui comprese la sua riconoscenza. Senza che lei muovesse alcun muscolo….solo avvertendola sotto la pelle a contatto della sua.

Le slegò le dita ghiacciate insinuandovi le proprie, lasciando che il suo calore corporeo si mischiasse al suo.

0-N si rilassò, abbandonando quella vista odiosa e concentrandosi su altro…volse il capo e fissò il ragazzo al suo fianco scrutando nei suo occhi neri…lui le lasciò la mano mentre lei si alzava dal tavolo aspettando che lui l'imitasse scivolando silenziosa fuori da quella stanza pressante.

-" hai intenzione di fare così tutte le volte che vedi quel ragazzo?" -

-" si…" - rispose con decisione guardandolo negli occhi chiedendo assenso.

19-Z socchiuse le palpebre lasciando che le ciglia scure adombrassero le iridi annullando il chiarore della sclera. -" capisco… "- le rispose affiancandolesi e guardandola dall'alto, cercando in lei quella realtà che negava con l'ostinazione di un capriccio. -" smettila di capire allora…e lasciami in pace…" - rispose con la precisione di un punteruolo nel ghiaccio cercando di spezzare in due quella matassa informe di sentimenti che giorno dopo giorno s'ingigantiva sempre più sopra le loro teste…tra loro….rendendoli parte di un vorace gioco malsano.

Ma mentre i passi della ragazza cominciavano a cantare nel silenzio del corridoio rendendole ancora più insopportabile il pensiero di 1-N, per la prima volta si stupì della sua stessa capacità di stupirsi. La voce di 19-Z, così sempre dannatamente sottile e violenta, delicata e precisa come la lama del boia, in quell'attimo trasmutato in pochi passi di distanza acquistò un timbro che le ferì prima il cuore che l'udito…la costrinse a voltarsi verso di lui, a tornare sui propri passi senza nemmeno comprendere da dove quell'energia motrice provenisse….da quale anfratto della propria massa neurale era partito il comando.

-" ti stavo parlando…" - proseguì con il solito tono guarendole il dolore inflitto dietro le orbite. -" non puoi pretendere che ti dia ascolto ogni volta 19-Z…potresti qualche volta lasciarmi per conto mio?" - disse lasciando che una nota pietosa macchiasse le proprie parole. Lui le sfiorò il volto con le dita avvicinando il viso al suo per poterla meglio guardare negli occhi…-" per cosa…far si che quello che io ho tentato di fare al mio corpo tu possa ripeterlo sulla tua anima?" - domandò senza permettere al sarcasmo di avvelenare le proprie parole. -" anche se fosse? sarebbe una mia scelta….e comunque, non voglio più che tu mi fissi a quel modo…" -

Quelle parole…sapeva di avergli reso il dolore nel petto di poco prima. Non era necessario scrutare nel profondo infinito dei suoi occhi per percepirlo…ormai aveva imparato a sentire cosa provava molto prima che le sue risposte si manifestassero alle sue orecchie.

E come negli ultimi tempi succedeva sempre più spesso, il dolore inflitto all'altro ritornava indietro, come in un gioco di macabro masochismo e di infantile sadismo. 19-Z si raddrizzò su sé stesso espirando come se una lama di rasoio tentasse di uscire dalla sua trachea assieme all'aria. -" scusami se non trovo la capacità in me di domandarti perdono…" - aggiunse la ragazza. Il suo viso era calmo come sempre. Ma in quel momento non sentiva altro che paura in lei. - "so perfettamente che non possiedi le parole…ma dimmi perché…" - " per una volta non hai le risposte? "- lui attese pochi istanti prima di rispondere… - " quando si vuole sapere una cattiva verità, bisogna essere disposti ad assorbirla tutta…" -

Come aveva imparato a capire, i suoi pensieri non mentivano mai….e tutto quello che faceva, diceva era permeato da un'incrollabile volontà di avere risposte che non lasciassero pezzi di sé in anfratti scuri del suo subconscio…. E questo lei poteva darglielo sempre, in qualsiasi modo e a qualsiasi costo. Ricambiò lo sguardo deciso mentre corrugava la fronte e la rilassava subito dopo, aspettando che quell'opprimente pensiero si gettasse addosso a lui con furia omicida. - " quando mi parli, mi guardi….ascolti e apprezzi ciò che di più cattivo c'è in me… tu stupri la mia anima…" -


L'odore della propria stanza le invase i sensi. Il silenzio di quell'aria eccitava la sua bile.

Luna e mare. Gravità e fluido. Ecco cos'erano.

Due facce della stessa carta. Due significati dello stesso simbolo. Pezzi di colore dello stesso caleidoscopio….quell'amaro che aveva in bocca continuava a legarle la lingua.

Era tutto così assurdo….ora che lo aveva allontanato da sé avvertiva più urgente il bisogno di sentire il suo sarcasmo gentile vicino. La sua comprensione cattiva sotto la pelle.

Sa e non sa. Pensa e non dice. Dice ma non pensa.

In tutte le combinazioni possibili era sempre lui l'ultima immagine nella sua mente.

Non la prima.

Estesa come una gigantografia infinita dove ogni pixel riproduce alla massima estensione tutta la perversità del suo carattere, legandole gli occhi della mente con crudele metodica.

-" scuse accettate…" -

0-N si volse lentamente. Abbandonando l'idea di decifrare il suo sguardo nell'ombra.

-" la tua comprensione è crudele…e questo lo sai perfettamente…" - disse lei avvelenandosi d'amarezza.

-" e la tua crudeltà è comprensibile…e anche tu lo sai perfettamente…" - le rispose con la solita serietà.

-" già…siamo solo due stupidi…" - " finalmente l'hai capito…" -

Le scappò un sorriso arido. -" dimmi 0-N, dove hai messo il tuo ciondolo d'argento?" -

-" ancora mi accusi…" - " non posso evitarlo…" - " e ancora chiedi conoscendo la risposta…"- " è giusto così…" - " posso evitare di rispondere alla domanda? O meglio, rispondere direttamente con un si?" - " d'accordo ho capito…" -

-" allora dimmi perché più ti odio e più non posso fare a meno di te…" -

-" su un'unica cosa in questo momento ci troviamo perfettamente d'accordo…sul fatto che non conosciamo entrambi la risposta a questa domanda…" - " sapevo che avresti avuto un moto di disgusto per me quando avessi scoperto dove fosse finito il mio ciondolo…." -

19-Z, per la prima volta adombrò inviso.

Restò fermo come la prima volta sul confine oscuro che separava la stanza di lei dal resto di quel posto assurdo e dalla coscienza esterna. Sapeva che non si sarebbe mosso di lì…gli facilitò il compito avvicinandosi lei…scrutando e ubriacandosi di quell'espressione dai lineamenti infiniti sul suo volto. Rossa e calda come il suo sangue….e ugualmente sfuggente, inquisitrice e scaltra. -" non posso disgustarmi di te…se lo facessi, sarei un ipocrita…come lei" -

Capì. Tutto quello che lui le teneva illuminato dietro l'oscurità dei suoi gesti.

-" non farlo…non sei tu a dover toccare me, ma l'esatto contrario…" -

Si volse, procedendo come fumo verso il proprio spazio, abbandonandola sola sul ciglio del nulla. -" qual é la tua paura 19-Z…" - lui si fermò a quelle parole. -" la mia paura sei tu…e la mia dipendenza da te…e il fatto che tu l'abbia scoperta non m'inquieta né mi terrorizza…ma l'esatto opposto…e questa forse è la mia paura più grande" - rispose scomparendo nel buio oltre le finestre chiare.

Quando si svegliò avvertì una strana sensazione sotto la pelle, come se milioni di formiche l’avessero morsa durante il sonno. Un dolore sottile e maledettamente eccitante…si levò dal proprio giaciglio.

Il proprio riflesso nel vetro perfettamente liscio acuì il dolore facendogli bruciare le ferite sui polsi.

Provava ancora più forte il desiderio di estinguersi.

Si fissò le mani.

Sottili e forti, come lei le aveva descritte… ma lui in quelle mani riusciva a vederci solo l’incapacità di stringere qualsiasi cosa…lei, il suo essere sfuggente come sabbia al vento…il collo della propria gemella.

Sorrise amaramente.

Le labbra avevano il sapore di un’amarena ancora acerba, i denti affilati e candidi del suo pensiero si indebolirono al ricordo di quel sapore che mai aveva provato. E ancora quello sgradevolissimo senso di pace che non aveva mai sentito dentro sé. Non gli apparteneva. Non era destinato a lui.

Sciolse la propria rabbia mordendosi l’interno della bocca.

Il rosso ferruginoso del sangue si mischiò al sapore d’amarena.

Chiuse gli occhi.

Se faceva particolare attenzione poteva avvertire il gelo di lei dall’altra parte del muro…sottile come una lama di penombra prima che il buio della notte scandisca la fine del giorno. Né bianca né nera…semplicemente una cosa scontata ma costante… sentì le palpebre bruciare chiamando la sua attenzione. Chinò lo sguardo sui propri polsi. Quella pelle bianca fatta come di cartapesta che incideva la pelle scura disperatamente. Il solo guardarla gli riportava alla mente il momento preciso…il modo in cui s’era sentito.

Svuotato della propria anima.

Liberato da essa e…

Un senso di sollievo nel petto.

Non riusciva più ad immaginarselo.

Quel momento veniva sovrapposto da un’ombra dagli occhi tristi e profondamente amari.

Amarena acerba.

Vide le mani chiudersi disperate serrando le dita attorno all’aria finta che respirava e che lambiva il suo corpo. Vide i propri tendini contrarsi disordinatamente sotto quella pelle segnata di bianco.

Una goccia di acqua salata cadervi sopra al pari di una ghigliottina.

Strinse gli occhi.

Sentendo il sibilo implacabile di migliaia di lame affilate cadere d’inerzia sul proprio essere.

-“ smettila…” –

non sollevò nemmeno il capo.

-“ perché dovrei…” – “ giusto…” –

sorrise invocando qualcosa che lo facesse smettere.

Sentì i suoi passi lievi avvicinarsi fermandoglisi accanto. Le unghie trasparenti dei suoi piedi riflettevano opache la poca luce proveniente dall’esterno.

E un tocco gelido sfiorargli la spalla.

Si ritrasse di scatto senza mai avere il coraggio di rivolgerle lo sguardo.

- “ io ti odio 19-Z, ma non posso fare a meno di te…e per te vale lo stesso…”-

-“ ti ho già spiegato che non puoi toccarmi…” – “…che solo tu puoi toccare me” –

volse di scatto lo sguardo accusandola. Lei lo fissò con tale violenza da fargli bruciare gli occhi.

-“ sono parole tue…è inutile che tu cerchi di accusarmi…non sei divertente, e non riesci a farmi sentire in colpa…né mai ci riuscirai…” –

non c’era astio nella sua voce, solo la calma della realtà…la placidità di un’affermazione esatta e troppo limpida da sopportarne la presa di fatto. Sentì il proprio riso sgorgargli da dentro come un bicchiere troppo pieno d’acqua…sfuggire alla presa dei propri limiti e dei propri argini…invadere tutto quello che riesce a toccare, trascinandolo via corrodendolo alla base…lasciandolo ridotto a ossa scarne d’intenti. –“ se davvero credevi in quello che hai detto allora fallo…” –

per la prima volta 0-N vide l’incertezza nello sguardo di 19-Z. S’inginocchiò davanti a lui. I suoi occhi neri avevano una liquidità insopportabile…non riusciva a capire per quale motivo la facessero sentire così incompleta ed effimera.

Non riusciva a evitare di scrutare nel nero della sua pupilla. Il colore delle sue iridi…era come un invito troppo esplicito. Un suono troppo forte…una musica troppo bella…un profumo troppo intenso da restare sopportabile. Sapeva di lederle l’anima, ma non poteva fare a meno di credere che era ciò che lei desiderava da lui.

Ma come sempre accadeva non riusciva a comprendere ciò che lei nascondeva dietro quello sguardo.

Riusciva solo a percepirlo lungo la spina dorsale.

-“ non vuoi chiedermi una cosa simile e lo sai perfettamente…” –

lei accennò quello che poteva esser inteso come un sorriso di scherno.

-“ a volte dovresti attenerti alle sole parole che senti…” –

riaprì le dita mentre allungava una mano verso lei. Avvertiva il suo freddo eccitare le molecole delle proprie dita e lentamente conquistare il suo essere. Si fermò un istante cercando ancora una volta di capire il motivo di quei sensi…da dove provenisse quel freddo pesante capace di bruciare qualsiasi cosa.

Perfino l’aria.

Perfino lui.

La lama di calore della sua pelle incrinò i suoi pensieri. Non riusciva a staccare gli occhi da quelli di lui, aveva voglia di scappare lontano ma non trovava la forza per farlo…sentiva che non lo voleva veramente…che una parte di lei bramava la sua vicinanza con carnivora ingordigia.

La mano di 19-Z riprese il suo moto lento verso di lei…vedeva la sua immagine farsi più vicina per ogni millimetro di nulla conquistato. E lentamente il colore delle sue iridi invadeva come un tumore il suo campo visivo. Il tocco delle sue dita le sfiorò il volto. 0-N ne sentì il calore talmente intenso da quasi scioglierle la pelle.

Non avrebbe mai immaginato il tocco con la sua pelle fredda.

Come se una sostanza acida gli stesse aggredendo le dita, lottando per la loro corrosione… come una spina sotto la pelle… e di quel sottile dolore ne voleva ancora di più…molto di più.

Ma il credere la propria incapacità che così violentemente aveva provato prima della sua venuta gli fece arretrare la mano. Lo sguardo di lei divenne accusatorio. –“ non posso…” – “ devi continuare…io non ne sono capace…” – lui alzò lo sguardo deglutendo la sabbia che sentiva in gola.

-“ nemmeno io…” – sussurrò.

0-N non avrebbe mai potuto immaginare una voce più priva di vita. Quella stessa voce che le faceva vibrare ogni atomo del suo essere ora così ridotta a ombra di sé…eco rigettato con schifo dalle pareti del buio.

La rabbia le montò dentro come mai era successo.

Una sensazione forte e potente…urlante e veloce…scalava il suo interno aggrappandosi con unghie d’ossidiana alle pareti della propria gola. Spaccando con feroci pugni il muro della sua razionalità.

Ma com’era scritto nella sua natura 0-N non era tipo da lasciarsi andare in balia della propria furia… reprimeva i propri istinti in gesti freddi e meccanici. Allungò una mano a sollevargli il volto obbligandolo a fissarla negli occhi.

Il suo sguardo serio e deciso lo fissava crudelmente. La sottile piega di pelle tra le sopracciglia assumeva le vesti di un indice teso verso di lui con la forza di una spada di Damocle.

-“…fallo…”- sibilò la ragazza lasciando che l’aria nei propri polmoni divenisse gelida.

Sentiva la sua rabbia…la sua ira…l’aveva sempre sentita.

E non poteva fare a meno di adorarla. Gli dava il coraggio di…

Una ragione di vita. L’affrontare un altro che abbia le stesse tendenze autodistruttive ma che le dimostra in un modo totalmente diverso. L’autolesionismo di 0-N era identico al suo.

Per questo entrambi volevano quell’attimo…

Ma non potevano fare a meno di negarselo.

La natura masochista di quel gesto era…

troppo.

Troppo dolce.

Qualcosa che nessuno dei due avrebbe mai immaginato un giorno di dover affrontare.

Allungò nuovamente la mano.

Senza esitazioni.

Lentamente…come se l’aria avesse acquisito la consistenza del cemento…e lo sforzo di muoversi fosse insopportabile…come l’ostinazione di quel gesto.

Le dita di 19-Z lambirono ancora la pelle fredda di 0-N, lasciando che il palmo le seguisse, avvolgendovi la guancia sottile della ragazza.

Con l’intento di trasmetterle il proprio calore…i propri sensi.

Il freddo dentro di lei lottava nella speranza di dominare quel tocco troppo intimo…troppo invadente…troppo deciso.

Ma non aveva ormai più occasione di ritrarsi…quella parte di lei che premeva per andare avanti con quella follia aveva preso il sopravvento.

-“ hai paura…” – “ anche tu…” – gli rispose 0-N. Sentì il proprio respiro divenire debole sotto la voce di 19-Z.

Cangianze dolci di un veleno nei propri timpani.

Il fruscio delle foglie all’esterno incrinò il silenzio come una ragnatela nel vetro. La ragazza si avvicinò scivolando sulle ginocchia. Sollevando una mano a sfiorare il polso di 19-Z. Il tocco gelido di quelle dita a contatto con la pelle cicatrizzata insensibile gli diede una solitaria scossa fredda lungo i nervi. La sua mano si serrò decisa mentre avvertiva il battito lento e ritmato del sangue nelle vene del giovane. I suoi occhi neri s’indurirono un istante…tornando poi ad essere baratri di nero. La mano di 19-Z scivolò lungo il collo soffocando la carotide sotto il calore del proprio tocco bevendo ogni ritmico soffio di vita che sentiva emergere oltre lo strato della propria pelle.

0-N avvertiva il respiro tepido di 19-Z lambirle la pelle del visto, provocandole un formicolio incessante dietro le orbite. Sentiva il calore della sua mano parcellizzarsi nel proprio sangue invadendole l’essere ma ancora incapace di giungere al cuore…ancora troppo debole…

19-Z non sapeva cosa stesse facendo, seguiva un indefinito impulso dentro sé…richiamato dallo sguardo infinito della ragazza che gli stava d’innanzi e che pretendeva da lui qualcosa che…

non esisteva…

se non dentro i sogni più belli…

o gli incubi peggiori.

Seguiva le mosse della propria mano scendere lungo quella pelle sottile come un foglio di vetro…

inerme come grani di silice…

opaca come il mattino…

fredda come nebbia…

ostile….

Disperatamente ostile….

Scivolando lungo la linea della spalla insinuandosi sotto la stoffa della maglia nera…gustando il delirio dei propri gesti a contatto con quella pelle fredda. Non capiva quello che stava facendo.

0-N vide il volto di 19-Z scendere verso di lei. Appoggiare il mento sulla sua spalla….quasi disperatamente circondarla tra le braccia…avvertendo un innaturale senso di rigetto nei suoi confronti ed un altrettanta necessità di stargli vicino…ancora di più…ricambiando quella stretta attorno alle sue spalle curve sopra di lei…come….

Arco e freccia…

Facce di una stessa medaglia…

Uguali.

Fatte di incubi e spine.

Avvertire il battito di un altro cuore rimbombare dentro sé…crudelmente…sfondando con le dita della propria voce i confini dell’ essere.


1-N amava guardare gli altri soggetti attorno a sé….il loro modo infantile di renderle omaggio…nella vana speranza di piacerle.

Aveva cercato di farsi passare quella sensazione che le dava un tormentato, continuo e insostenibile piacere…ma ad un certo punto aveva rinunciato…non ne avrebbe mai fatto a meno.

Le piaceva troppo.

Essere al centro di un universo.

Seppur piccolo come quello.

Essere la prima.

Aver preso il posto di 0-N. Anche se non poteva far a meno di lei. Aveva cercato di piacerle in tutti i modi.

Ma era inutile…il suo gemello l’aveva battuta sul tempo.

E così, come una principessina capricciosa e viziata aveva abbandonato troppo in fretta il suo ultimo gioco per rendersi conto delle proprie azioni.

Si accontentò di 18-Z…un tempo così devoto a 0-N e ora così attento solo nei suoi confronti.

Si accontentava, per ora, del gioco scartato da lei …sospettava però che il suo gemello stesse prendendo il posto che un tempo fu di 18-Z… e la cosa la faceva irritare.

Ma 1-N non era soggetto da mostrare così apertamente il proprio intimo pensiero.

E quando 0-N entrò nella sala seguita da 19-Z non poté far a meno di odiare sé stessa per essere parte di lui. Lo odiava…soprattutto perché lui odiava lei considerandola uno scarto di sé stesso….

Ancora di più lo odiava perché la riteneva tale…uno scarto…bè, lei non poteva far a meno di pensare di essere venuta meglio dell’originale….la copia aveva superato la matrice. Rubando a entrambi la capacità di comunicare.

Persino con sé stessi.

Lei era superiore.

A tutti.

Rivolgendo un sorriso dolce come il sole a 18-Z pensava a quanto le piacesse.

Più di tutti gi altri.

Perché un tempo era attratto da 0-N.

Solo per questo.

E si sentiva felice.

Mentre 19-Z tentava di punteggiare il proprio essere di bagliori di vita inesistenti….

Lui la fissò bevendo quell’odio che gli sgorgava dentro come fonte infinita…le era grato solo perché gli ricordava la sua capacità di provare qualcosa….

Incrociò i suoi occhi. Così troppo identici ai suoi da provocargli un conato di vomito.

Gli sembrava di scrutare il proprio volto attraverso un'immagine annacquata….

Nascosta sotto la superficie liquida di uno specchio troppo perfetto.

Lei e i suoi sorrisi ipocriti. Provava ogni volta di più la voglia di…di…

Uccidere sé stesso.

Poi si ricordava di volgere lo sguardo altrove. Trovando inspiegabilmente il profilo deciso di 0-N.

Il suo sguardo sempre attento, puntare con decisione qualsiasi cosa da sotto le palpebre stanche.

Ogni volta che la guardava sentiva dentro sé una forza assurda spingere verso di lei. Chiamandola.

E lei rispondeva voltandosi verso di lui.

Con una scintilla di stupore nella punta delle dita inquiete.

1-N si spostò attraverso la stanza come una foglia portata dal vento. Dispensando sorrisi a tutti i soggetti presenti. Fermandosi infine d'innanzi alla ragazza al suo fianco.

Fissandola furbescamente negli occhi e aprendo un sorriso bianco sul volto d'ambra.

0-N scrutò nel fondo dei suoi occhi. Un moto di disgusto le fece assaggiare la propria presenza sotto forma di un sapore amaro in fondo alla lingua. Inspirò profondamente mentre la sua essenza ampliava i suoi confini attorno alla sua persona. Voleva sopprimere quella ragazza. E per farlo non si sarebbe certo limitata a sporcarsi le mani.

Le avrebbe mostrato la sua arma migliore.

Il terrore.

Di non conoscere.

E 1-N non conosceva.

Non sapeva cosa pensasse dietro quelle iridi gialle inquiete e perennemente attente.

1-N cercava di scrutarle dentro. Provando un'inspiegabile oppressione al petto.

I suoi occhi risucchiavano la sua volontà come un vortice nell'oceano.

Troppo profondo da mostrare la propria fine. Capace solo di esplodere in una violenza nera e scarlatta…dolorosamente luminosa dietro le orbite.

-" basta così 0-N…" - una voce ruppe quell'attimo. L'interpellata si volse fissandosi sulla figura dell'Arcangelo accanto a lei, profusa in un sottile sorriso fatto di vuoto.

-" non capisco di cosa lei stia parlando…"- rispose calma. L'Arcangelo socchiuse gli oscuri occhi caprini mordendosi l'interno del labbro inferiore ed espirando sensibilmente.

Poi fece scattare il capo verso 1-N accennando a lasciarli soli.

1-N non riusciva a capire cosa fosse successo.

Aveva ancora impresso nel fondo della gola l'urlo di quel vortice che la stava trascinando via.

Sentiva la sua voce acuta e cattiva artigliarle i capelli.

Ogni loro radice estratta brutalmente dalla testa come a voler strappare con esse anche la sua anima.

Inchiodandole ogni volontà su un'asse sporca dietro i suoi pensieri.

Liquefandole ogni pensiero in oro incandescente.

Sentendo gli artigli di quegli occhi stringerle la gola sotto la luce di un sorriso triste.

E per questo crudele.

Si volse spostandosi lontano da quella sensazione acida. 18-Z l'accolse tra le pieghe calde della sua voce roca.

Nel profondo di sé 1-N sentiva l'odio di 0-N.

Ma non voleva accettarlo. Non era lei. Era colpa di quel suo maledetto gemello.


Ma una cosa che non riusciva a sentire dentro di sé era il perché non provasse il desiderio di fargli del male. La sola idea non accennava minimamente ad emergere nei suoi pensieri.

E ciò che non riusciva ancora a comprendere di sé stessa era il fatto che quel ciondolo che portava così fieramente al collo un tempo appartenuto a 0-N, le fosse più caro di qualsiasi altra cosa avesse mai visto…qualsiasi altra cosa avesse toccato con mano…

Forse anche più di 18-Z.

L’essere che gliel’aveva donato.

Sottilmente sfiorò con la mano il proprio petto, lì dove avvertiva il gelido metallo a contatto con la pelle calda. Sentiva quell’oggetto estraneo al suo essere divenire ogni giorno più parte di lei… un innesto, una protesi, un pensiero strano che lentamente acquisiva negli atomi la sua febbre e il suo calore.

Volse il capo altrove cercano il volto di 18-Z. Le sorrise con il solito candore. In lui vedeva la freddezza di 0-N e quell’amore trasformato in odio che provava per suo fratello.

Per l’altra sé stessa.

Non si reputava stupida, anzi. E a causa di questa sua dote aveva capito che lui era stato creato per completare 0-N. Suo fratello era tutto quello che lei non avrebbe mai potuto essere. Perché era l’opposto di 0-N. E come due cariche elettriche identiche erano destinate a non incontrarsi mai.

Si riscosse improvvisamente cercando una menzogna da affibbiare a sé stessa.

Lei non aveva mai amato suo fratello.

Dal primo attimo in cui aveva aperto gli occhi su quel mondo fin troppo perfetto aveva scorto le ombre della propria ipocrisia scivolare all’esterno degli occhi scuri di 19-Z. E accusarla, accusarla e accusarla una volta di più.

E il terrore per ciò che vedeva riflesso in quelle iridi divenne odio. Perché sapeva che lui le avrebbe portato via tutto. Inconsciamente lo sapeva.

L’aggrapparsi agli scarti di 0-N era un modo come un altro per mentire a se stessa e a tutti coloro che avevano scorto dietro i suoi sorridi caldi, l’oscuro presagio di un’anima immonda e torrida.

Arida come la polvere, fatta della stessa sostanza, echi di materia in sfacelo, ultimi baluardi di un’umanità che non aveva mai toccato, nemmeno quando sfiorava sé stessa.

L’ombra chiara di 0-N si mosse dietro la figura dell’Arcangelo.

1-N seguiva le sue espressioni con acuto interesse. Ma non era così facile come poteva pensare. Schermava tutto, rigettando agli occhi degli altri schegge di uno specchio in frantumi. Immagini di un puzzle mai finito. Per un attivo vide le sue iridi dorate fissarla con perfidia sottile mentre tramutava la sua espressione in un sorriso dolcemente velenoso dedicato a lei soltanto. Dietro la sua figura quasi fumosa la forte essenza di suo fratello provvedeva a tagliare qualsiasi pensiero cattivo le sgorgasse dalla mente nei confronti di 0-N.

Non capiva perché, ma ogni volta accadeva sempre lo stesso.

Gli occhi di suo fratello, la sua sola presenza accanto a lei le cancellava ogni singolo volere d’odio.

Non solo nei confronti di 0-N, ma addirittura verso di lui.

E si sentiva svuotata di quell’unico nulla che costantemente viveva dentro di lei.

Del quale si cibava.

E senza il quale non sapeva darsi un perché.

Si mosse come un battito d’ali verso 18-Z affiancandolo e sorridendogli radiosa, appoggiandosi a lui. Se suo fratello la odiava in quella cosa non avrebbe potuto far altro che invidiarla. L’unica cosa che lei aveva e lui no era il contatto con un’altra persona, un altro essere, un’altra anima.


19-Z vide negli occhi di 1-N l’invidia. Era vero. In quel momento, mentre sua sorella si appoggiava ad un altro essere aveva provato invidia per quell’innocuo gesto.

Scacciò subito quel pensiero infantile dalla propria testa.

D’accordo, 0-N difficilmente si sarebbe concessa qualsiasi atto di libertà.

Ma era proprio questo sua agire represso che attirava la sua curiosità e non l’ipocrisia esternata come una splendida maschera come faceva 1-N assieme alla sua ingenua vittima…come si chiamava?

18-Z.

Lui aveva ottenuto da 0-N quel ciondolo. L’aveva capito leggendo negli occhi di lei, nelle sue iridi di tenebra, nella sua anima contorta. Ed ora sua sorella lo custodiva come un ignobile segreto del quale andava fiera. Però non riusciva proprio a capacitarsi di come 18-Z avesse avuto il coraggio di liberarsi di una cosa creata da 0-N per donarla a 1-N. Ma in fondo capiva che quel soggetto maschile non era mai stato veramente attratto da 0-N…nessuno di loro lo era mia stato, a differenza di lui e sua sorella…oh-si! l’aveva capito subito dal primo sguardo che le aveva dato quando erano usciti dal mare dell’oblio…lei era tutto ciò che era riuscito a scartare di sé stesso…ma incondizionatamente continuava ad avere le sue stesse percezioni del mondo…e le distorceva….mandandole ad alimentare il proprio innato disgusto per tutto ciò che era in contrasto con le sue scelte…usando gli altri…..talvolta innamorandosi di ciò che questi mantenevano nei propri ricordi…talvolta innamorandosi e basta.

La sostanza rimaneva comunque invariata.

Lei era merce avariata…e come uno schifosissimo virus intaccava tutto ciò che toccava.

Ma non sarebbe riuscita a farlo con lui…nossignore…il problema era 0-N.

Lei era stata infettata già da prima che lei arrivasse…la cicatrice che aveva nel cuore e della quale non si era ancora resa conto aveva ricominciato a lacerarsi nel momento in cui il suo ciondolo aveva cominciato a passarsi di mano….

E lacerandosi cominciava a far uscire i demoni del proprio essere….

e il veleno pungente che così tanto amava.

Quella poca fiducia assaggiata stava abbandonando i suoi pensieri….e forse era già troppo tardi…

Guardò avanti a sé.

La figura di lei procedeva lentamente e con decisione oltre le spalle dell’Arcangelo. Avvertiva distintamente la propria sorella scivolare via oltre le sue spalle mentre lasciava la stanza assieme a tutti gli altri soggetti. Quando la porta si richiuse avvertì gelido e improvviso il tepore confortante della sua assenza. 0-N volse leggermente il capo verso di lui per poi tornare rapida a fissare la schiena dell’Arcangelo.

Il suo sguardo non gli lasciò dubbi. Aveva capito.

L’uomo vestito di bianco si fermò voltandosi di scatto in mezzo al corridoio fissandoli entrambi.

Le sue pupille caprine ebbero un guizzo ilare. Le sue labbra si piegarono rapide in una smorfia satirica.

-“ 0-N…vorrei sapere cosa stavi cercando di fare…” –

la ragazza non si mosse di un millimetro. Il suo volto non accennò il minimo turbamento.

19-Z avvertì una scossa dietro le iridi scure. Il disgusto che lei provava per quell’uomo. Capiva a cosa lui stesse facendo riferimento…inconsciamente si ritrovò a sorridere.

-“ assolutamente nulla signore, non capisco a cosa lei stia facendo riferimento…” –

-“ col tempo stai cominciando a simulare ottimamente le tue intenzioni….forse dovremmo ricominciare con l’esplorazione dei tuoi pensieri?” – continuò l’Arcangelo sporgendosi lievemente in avanti verso di lei. –“ non ho l’autorità per negarglielo mi sembra…” – rispose la ragazza senza lasciarsi distrarre dalla sottile minaccia. –“ si certo…un’ottima risposta…davvero ottima…ma io vorrei sapere cosa ne pensi tu…non cosa sei portata a rispondere per evitare una spinosa domanda velata di acuta minaccia…” – “ oh bè signore…se la mette su questo piano direi che potete tranquillamente dare un’occhiata a ciò che penso…non ho nulla da nascondere…buonagiornata…” – terminò la ragazza voltandosi e procedendo lungo il corridoio. 19-Z continuò a fissare l’Arcangelo mentre lasciava che l’aria mossa da 0-N gli lambisse il viso trasportando con sé l’eco del suo profumo. L’arcangelo ricambiò lo sguardo del giovane, accennò uno stretto sorriso e scomparve dalla sua vista circondato da un morbido suono di stoffa agitata nell’aria.

19-Z sorrise tra sé.

Adorava vedere lo sgomento in fondo agli occhi degli altri…

Adorava ancora di più vederlo in fondo alle iridi di 0-N….


L’uomo raggiunse la porta di vetro nero in fondo al corridoio. Posò la mano sulla superficie liscia e perfettamente riflettente e attese che la strada gli fosse accessibile.

Quando entrò nella stanza guardò gli altri suoi simili per un istante leggendo sui loro visi l’ansietà e l’attesa di quel momento.

Si schiarì la voce.

-“ ha imparato” – disse con decisione.

Una serie di assensi compiaciuti ruotò attorno alla sua figura.

Ma stranamente tutto quel compiacimento non riusciva a dar freno al tremito che sempre più violentemente percuoteva la sua essenza.

Quella paura mai provata faceva distorcere la sua razionalità come un quadro di Escher.

E la consapevolezza che il soggetto numero 0 fosse stato l’unico ad aver raggiunto l’ “obiettivo” gli faceva sembrare tutta quella situazione ancora più assurda di quanto non fosse…

-”non è strano che proprio il numero 0 abbia imparato?” - domandò con perplessità.

L’Arcangelo femminile che aveva avuto in incarico 19-Z gli sorrise con furbizia e con un sentore di onnipresenza…. - “No. Ora si rende necessario compiere un passo ulteriore…” - disse la donna aggiustandosi gli occhiali sul naso sottile. L’interpellato non se la sentì di sedersi accanto ai suoi colleghi.

-” cosa intende?” - lei ampliò il sorriso guardandosi attorno con superiorità e calma protratte.

-” è il momento giusto….” - rispose asetticamente.

Un moto di rabbia invase il petto dell’Arcangelo.

-” so benissimo che non ritiene necessario un gesto simile, ma il progetto lo prevede e da quando abbiamo inserito l’”Elemento disturbante” sono passate già parecchie settimane…” -

-” e che mi dice dello scarto?” - “sta parlando della sorella giusto? Sappiamo che era contrario alla sua tenuta in vita in quando formatasi a seguito di una anomalia nell’anima del soggetto 19 ciononostante dobbiamo procedere comunque…e poi non crede anche lei sia stato interessante inserirla nel progetto?” -

L’ennesima serie di assensi da parte di altri Arcangeli invase la stanza chiara e silenziosa.

La rabbia che provava sopraffece qualsiasi soffio di razionalità.

Poi il tradizionale vortice assorbì immediatamente ogni sua sentimento anomalo facendolo ricadere nel solito stato illuminato.

In questo si erano evoluti.

In questo non erano più umani.


Il rumore impercettibile dei suoi passi dietro le spalle le dava un senso d‘angoscia e tranquillità.

Non sapeva come spiegarselo ma era ormai diventato quasi naturale quello strano senso di sgomento che le dava l’idea di averlo vicino.

-” sai quello che accadrà…l’hai sempre saputo…” - la sua voce accusatoria alle spalle le diede il solito moto d’odio e amarezza.

-” smettila di accusarmi tutte le volte…e soprattutto smettila di farlo in questo…posto…” - rispose affilata accelerando i propri passi verso i suoi alloggi.

19-Z sorrise una volta di più per la sua ostinazione e una volta di più per ciò che nascondeva.

La seguì, obbedendo ai suoi ordini bugiardi fino a quando non la vide scomparire dietro l’angolo che dava alla sua stanza.

Un pungolo smussato premette alla bocca dello stomaco…un qualcosa di definito e sfocato al contempo che gli chiedeva di seguirla e nello stesso, medesimo istante lo bloccava in quel preciso attimo di spazio.

La stanza candida e scura la avvolse come una folata di vento gelido tra le sue spire contorte. Avvertì dietro la nuca un senso di inquietudine. Un incresparsi della pelle lungo la spina dorsale.

Si volse di scatto. Rompendo qualcosa dentro il suo essere dopo averlo torto per troppo tempo.

Temeva il punto di rottura.

Lo aveva sempre temuto.

Ma più di quello temeva il fatto di non conoscerne il preciso momento, fino a quando questo non si fece sentire come un osso spezzato dentro il suo essere.

In quell’istante…

Quel dannatissimo e libero istante.

L’alone d’ombra oltre la porta.

L’ombra indefinita sotto i suoi piedi.

L’ombra netta oltre il muro.

Oltre il buio, prima della sera alla fine del nulla…

...lui...

La cosa che più odiava al mondo.

La cosa della quale non poteva fare a meno.

Sentiva di averla in qualche modo….rotta

Sentì le fibre di morbido pavimento scivolare sotto i piedi mentre tornava là dove era stata e dove era.

Dall’ombra davanti a sé ne vide nascere un’altra più oscura.

Vide i suoi occhi rilucere di una luce invisibile, rossa come il mattino….

Grumi di sangue freddo…scuro e gelido.

Il solo pensiero gli provocò una fitta di disgusto e un’altra altrettanto intensa e oltremodo dolce e sublime…

-” perché non mi accusi una volta di più?” - domandò fissandolo dal suo specchio d’ombra.

-”non posso accusare la notte di essere nera…” -

-” sono quello che sono…non posso cambiare, se non le mie stesse idee…” -

-” e hai deciso di cambiarle?” - “ non far finta di chiedere quando conosci già le risposte…” -

19-Z sorrise.

E 0-N s’accorse che non gliel’aveva mai visto fare.

E di quanto fosse diverso dal sorriso della sua gemella.

-”cosa pensi che io sia?” - domandò infine la ragazza posando la testa contro lo spigolo del muro. L’espressione del volto esasperata e calma. La pelle cerea sotto la luce fredda proveniente dall’esterno. Il freddo del suo essere scivolava nella stanza come un malevolo soffio invisibile raggiungendolo in sottili volute….

Piccole dita sottili che gli accarezzavano il viso contratto….

-” angolo di tenebra, grumo di sangue…” -

0-N parve sorridere avvicinandosi a lui.

Vide gli occhi scuri di 19-Z farsi man mano sempre più grandi, in linea retta collegati ai suoi, in direzioni infinite collegati all’universo….e con tutto quello che di più meschino aleggiava nei suoi pensieri…i suoi capelli neri si univano lentamente con le ombre della sera, ne diventavano lentamente parte, annerendosi ancora di più…il suo sguardo oscuro inghiottiva il buio voracemente nutrendosi del proprio orgoglio e morendo in quello di lei…

-” e di quel sangue tu ne fai parte…” - disse infine fronteggiandolo.

Lui si raddrizzò continuando a fissarla dall’alto.

Annuì.

-”ti è piaciuto quel che ho fatto a lei?” -

Annuì nuovamente.

-” vorresti lo facessi anche a te?” - il suo tono di voce si fece dolce e crudele.

-” vorrei…ma quello che più desidererei è poterlo fare io a te…” -

Lei parve pensare un attimo a quella risposta, anche se poteva sentire chiaramente che dentro di sé già la conosceva e vi aveva posto il proprio veto.

-” fallo allora…perché non lo fai? Perché non ci provi?” -

-” ci ho già provato…e tu lo sai…” - rispose greve socchiudendo gli occhi.

0-N sorrise una volta di più. Non sapeva da dove quelle domande provenissero.

La rottura dentro la sua anima che aveva sentito non le permetteva di sentire altro se non pezzi di sangue raffermo scivolarle lungo le fibre dell’anima.

Avrebbe voluto che lui li fermasse…che li sciogliesse, che bloccasse quell’emorragia velenosa….che le fermasse il cuore.

-”tu mi odi…” - disse come se stesse sputando un coccio di vetro affilato.

Quello stesso vetro che si piantò nella gola di 19-Z rendendogli chiara quella verità che per troppo tempo aveva celato ad entrambi.

-” e tu sai che siamo stati noi a chiamarlo così…” - rispose quasi immediatamente inspirando dolorosamente. I suoi occhi vedevano la verità riflessa nei propri. L’oro attorno alla pupilla parve dilatarsi una volta di più, le linee blu sotto la sua pelle sembrarono scivolare sinuosamente attorno al suo sguardo rafforzandolo, le sue labbra si mossero soffiando fuori parole morte che si persero nell’aria finta attorno a loro.

Non era mai stata così sorprendentemente luminosa come in quel momento.

Non era mai stato così straordinariamente limpido come in quell’attimo.

-” il silenzio infinito oltre il muro di tenebra…” -

-” so cos’è…” - rispose 19-Z con pezzi di silenzio piantati negli occhi.

0-N sollevò una mano scostandogli una ciocca di capelli scuri dalla fronte di fumo.

L’impercettibile sfiorare del suo tocco freddo e calmo.

Il violento calore della sua pelle sotto le dita.

Come una musica in crescendo velata di tristezza e vuoto.

Come terra sabbiosa sotto le piante dei piedi.

Non voleva esserne risucchiata….

Non voleva che quel vuoto incolmabile le attanagliasse ancora le caviglie trascinandola verso mondi sconfinati a lei ignoti posti dentro il suo stesso essere….

Sentì la sua mano artigliargli la spalla….sapendo come non fosse il suo gesto ad essere violento, ma il suo stesso freddo…la sua stessa essenza….0-N era velata da un’ombra calma oltre la quale si agitava un vento violento e sanguigno, rosso come le sue labbra, nero come il suo sguardo, freddo come la sua pelle.

Lei si avvicinò a lui, accostando le labbra al suo orecchio….le parole morte che prima aveva pronunciato - lo sentiva - stava per ridirle ancora, stavolta facendo in modo che nemmeno l’aria avrebbe potuto rubarle…

-” qualcosa s’è rotto in me poco fa… ma le mie dita sono troppo fredde per poterne raccoglierne i pezzi…” - la sua voce affilata, il suo respiro freddo come quello di un cadavere….

Le afferrò la mano istintivamente, volgendo le proprie parole al suo orecchio… - “ ora ho finalmente compreso…quello che ti rende gelida è tutto ciò che di più bruciante si possa immaginare dentro di te…” - “ e ciò che rende caldo il tuo tocco è tutto quello che di più buio e freddo c’è in fondo al tuo essere….” -

-” siamo la stessa cosa….” - disse 19-Z lasciando che quel pungolo smussato scivolasse fuori dalle sue carni….sapendo che quella parte si sarebbe impiantata, incarnendosi in quelle di lei mentre le sfiorava il volto con il proprio un attimo prima di rubarle il suo sapore dalle labbra gelide.

Lasciando che le loro essenze si sfiorassero un attimo prima che l’ombra della paura la portasse via oltre quel dannato muro, lontana da lui.


********


La stanza nella quale erano stati condotti era lunga e stretta, liscia, nera, calda…buia.

0-N si sentiva a suo agio in quel posto. In fondo alla coda, distante da lei 19-Z osservava dall’alto della sua statura gli altri soggetti camminare meccanicamente dinnanzi a sé.

1-N parlava con 18-Z del suo presunto stupore per quella “prova” inattesa.

Altri soggetti si guardavano attorno con occhi vuoti e sgomenti.

0-N lo fissava con lo sguardo della sua anima…sentiva quelle iridi infuocate piantargli milioni di aghi nel cranio, investendolo con artigli gelidi fatti di nulla.

Lasciava che facesse quel che voleva.

Contrariamente a quanto pensasse lei, anche in sé stesso aveva avvertito lo spezzarsi di qualcosa.

O forse lei lo sapeva meglio di chiunque altro….

E i suoi silenzi ostinati non facevano altro che dar prove a quella sottile congettura infinita.

La lunga stanza altro non era che un corridoio mai visto.

I suoi passi avanzavano decisi sulla superficie di specchio sotto di lei. Oltre il suo sguardo vedeva aprirsi un altro ambiente, luminoso e rossastro….ampio, come non ne aveva mai visti prima.

Posò un piede in quello spazio indefinibile per lei scoprendo che il pavimento era….

-” sabbia rossa…” - disse.

-”semplice terra 0-N….semplicemente terra.” -

La ragazza si volse verso un lungo tavolo nero oltre il quale l’Arcangelo la fissava sorridendo divertito dal suo sbalordimento. Dietro di lui un’alta parete rossastra e informe svettava verso altezze irraggiungibili allo sguardo….oltre il buio del soffitto sopra le loro teste.

-” ti piace mia cara?” - continuò l’uomo dagli occhi caprini facendo un gesto eloquente ad indicare il luogo…0-N annuì.

Alle sue spalle 19-Z fu percorso da un brivido rovente….conosceva quanto sarebbe accaduto…ma la paura riguardava ben altro…

1-N lo fissò a lungo costringendolo poco dopo a voltare lo sguardo verso di lei.

Gli sorrise di un sorriso acidulo e cattivo.

Gli artigli di 0-N si ritirarono dalla sua mente rivolgendosi verso quella della sua gemella.

1-N avvertì il gelo del soggetto 0 insinuarsi tra i capelli con dita di ghiaccio, violare la parete cranica e aggredirle gli occhi con il proprio silenzio.

Scosse il capo volgendosi dall’altra parte, incontrando gli occhi dorati di 0-N che la fissavano con odio cocente.

Cercò di sorriderle con naturalezza.

-” allontanati…” - le disse il soggetto 0 senza che altri all’infuori di lei potesse sentire.

Una volta che se ne fu andata 19-Z le rivolse uno strano sguardo.

Lei si attardò per poco nei suoi occhi, voltandosi nuovamente verso l’Arcangelo subito dopo.

Questi parlò di una prova.

19-Z sapeva in cosa consisteva.

0-N inconsciamente l’aveva sempre saputo.

1-N faceva finta di non sapere, mentre si aggrappava come un angolo di morte al braccio di 18-Z.

-” dovete solamente attraversare quel ponte di pietra” - disse infine l’Arcangelo indicando un lungo arco rossastro e ruvido che separava due lembi di terra uniti da un baratro nero.

Molti soggetti cominciarono ad agitarsi.

L’Arcangelo consigliò loro di ritirarsi e tentare una seconda volta, quando si fossero sentiti pronti.

Rimasero solo in quattro.

0-N cominciò a muovere i propri passi verso l’arco rosso.

Dietro di lei 1-N fissava i suoi occhi nella sua schiena come volesse trasformare i propri pensieri in pugnali avvelenati e desideri infranti.

Quando raggiunsero la metà dell’arco 0-N si fermò.

Quel buio sotto di lei le ricordava quello che era.

Il buio sotto i suoi occhi era uguale a quello dietro gli stessi.

Si volse un istante.

Il buio che vedeva era quello negli occhi di 19-Z.

Si ritrovò a fissare intensamente quello sguardo fino a quando lui non si mosse verso di lei, superando 1-N e 18-Z, tremante…19-Z lo guardò un attimo dicendogli mentalmente che avrebbe fatto meglio a seguire l’esempio degli altri….non sarebbe dovuto restare….

Un vento gelido si levò dalle oscurità più profonde sotto di loro.

I lunghi capelli di 1-N vorticarono come fiamme nere attorno al suo capo incorniciando il suo sguardo d’odio.

La coda chiara di 18-Z si agitò lungo la sua schiena in modo innaturale….

Il volto di 19-Z si incrinò oltre il bordo insicuro dell’arco.

Lo sguardo di 0-N seguì i movimenti portati dal vento con salata sorpresa….

Vide 1-N scivolare alle spalle di 19-Z…

Vide quest’ultimo aggrapparsi istintivamente alla spalla di 18-Z mentre scivolava tra le braccia del buio, allungando la mano libera verso il bordo frammentato dell’arco rosso sollevando un soffio di sabbia rossa che velocemente di perse nel vuoto sotto di loro….

Si volse, per la prima volta avvertì un senso come di allarme appena percepibile dietro lo sterno…davanti a lei gli occhi oscuri di 1-N la guardavano allarmati….

0-N si mosse con il solito passo lieve, là dove poteva scorgere le dita sottili fatte di fumo di 19-Z aggrappate contro la rossa roccia. Sotto le unghie lucide il bianco dello sforzo…

L’ennesima paura cominciò ad attanagliarle le tempie…allungò lo sguardo oltre la linea rossa che divideva i suoi occhi dallo sconfinato buio sotto di lei e lì, fluttuante nel vuoto freddo 19-Z la fissava per l’infinitesima volta.

Il volto stravolto dallo sforzo.

Gli occhi lucidi rendevano ancor più liquide le sue iridi buie….sfiorò con le dita il suo polso teso contro la roccia, la liscia cicatrice verticale sotto la pelle, come un sottile e raffinato ricamo…seguì la sua figura appesa nell’ombra fino ad individuare 18-Z aggrappato violentemente al suo braccio.

-” aiutami…” - le disse guardandola con disperazione.

0-N allungò un braccio verso di lui. 19-Z fece uno sforzo enorme ma riuscì a sollevarlo di poco verso la mano tesa di lei….18-Z si aggrappo alla sua mano fredda e liscia ringraziandola con lo sguardo nel quale ancora si intravedeva la paura del vuoto sotto i suoi piedi.

Improvvisamente 0-N sentì quella strana sensazione dentro sé come sempre quando 19-Z era…

Volse il capo verso di lui.

La stava fissando.

Le labbra increspate in un lieve sorriso ironico….

18-Z implorò nuovamente di aiutarlo.

1-N dietro di lei si agitava senza trovare il coraggio dentro di sé di aiutare qualcun’altro che non fosse sé stessa….

Ma 0-N non ascoltava. Né il ragazzo appeso alla sua mano che la implorava di aiutarlo a salire…né la gemella nera dietro le sue spalle che le gridava di tirarlo su immediatamente…

0-N guardava il volto di 19-Z.

I suoi bei lineamenti di fumo.

I suoi occhi neri come l’oblio.

Le sue labbra dolci come fiele che pronunciavano quelle dannate parole… - “sono stanco…” -

0-N lasciò che quelle due singole parole le trafissero il pensiero.

Poi guardò 18-Z. Ascoltò 1-N.

Fissò sé stessa dentro di sé….

Trovando il freddo intenso che sempre l’invadeva….

La vuota oscurità della quale era ricolma….

L’unghia di sospiro che 19-Z le aveva conficcato nel petto….

Lasciò la presa.

Seguì la coda bionda volteggiare nel vuoto…la voce calda che aveva sempre anelato scomparire nel nulla…il volto ricolmo di stupore di 18-Z inghiottito dall’oscurità….

19-Z seguì la caduta del ragazzo con inconsapevole certezza….

Lo sguardo di 0-N era marmoreo come non lo aveva mai visto.

Gli occhi di sua sorella erano duri come due sassi neri incastrati in una lastra d’odio….

-”perché l’hai fatto!” - urlava scuotendo 0-N con disgusto crescente nella voce…

Lei non si volse nemmeno, si limitò a pronunciare altre parole morte…

-” non ne valeva la pena…” - “ e allora cosa ne vale secondo te! Quel mio disgustoso fratello?” - ringhiò con disprezzo mentre con furia cieca pestava le dita di 19-Z ancora ancorate disperatamente al bordo tagliente dell’arco di pietra rossa.

Nessuno dei tre riuscì a capire cosa fosse successo nell’attimo che seguì…

Forse la furia di 1-N si rivolse contro lei stessa…

O forse semplicemente il destino che 19-Z conosceva così bene dentro sé…

0-N cercava in tutti i modi di fare presa con il suo stesso corpo contro la pietra polverosa sotto i suoi piedi mentre tra le mani reggeva la vita dei due fratelli.

Mai 19-Z aveva visto la sua pelle candida tingersi di rosso….

Mai l’aveva vista mordersi le labbra dallo sforzo fino a farle sanguinare…

Come stavano sanguinando i suoi polsi a causa delle unghie impiantate di 1-N e dalla sua paura di cadere in quell’oblio oscuro sotto di lei che con così gelido soffio richiamava la sua essenza dentro di sé…

19-Z sentiva sempre più le forze scivolargli lungo il corpo abbandonandolo…

Il freddo del suo tocco dava ben poco sollievo al suo braccio stanco….i muscoli lacerati si stavano rassegnando sempre più all’inevitabile….non aveva sempre desiderato abbandonare quel mondo?

Sorrise.

Non riuscì a fare altro.

0-N guardò quel lieve sorriso.

-” aiutami ti prego!” - scongiurava 1-N graffiandole il polso.

-” aiuta me! Te ne sarò sempre grata! Farò tutto ciò che vorrai! Ma non farmi morire!” - gemeva.

0-N era come immersa nelle sabbie mobili del proprio pensiero…immobile, senza sapere realmente cosa fare di quella situazione…poi un bagliore colpì le sue iridi stanche…

Argento chiaro e lucido che scivolava tra le pieghe del colletto aperto di 1-N…

Lo fissò per un attimo…19-Z vide l’odio montare come una tempesta dietro le iridi dorate iniettate di sangue…..

-” no, non credo che lo farò…” - disse 0-N levando la mano da quella disperata di 1-N e afferrando la cateninaattorno al suo collo…

Per un istante, prima che questa si spezzasse, gli occhi delle due si incontrarono e finalmente 1-N capì quello che avrebbe dovuto capire da molto tempo…lei sapeva solo odiare…ma…

Non finì mai quel pensiero…il suo cuore si fermò prima che il buio potesse inghiottirla del tutto.

0-N aiutò 19-Z a risalire dal baratro nero.

-” perché mi hai aiutato?” - domandò il ragazzo una volta che il proprio respiro ebbe ripreso il normale ritmo….

-”tu hai distrutto le mie certezze…non posso permetterti di scegliere quando morire…ma soprattutto non posso permettere che sia qualcuno oltre me a decidere di farlo…” -

19-Z la fissò. 0-N ricambiò lo sguardo.

-” la tua crudeltà mi ha salvato l’anima…” - disse 19-Z sorridendole.

0-N lo fissò notando come il colore dei suoi occhi si facesse ogni attimo più intenso.

Il vento freddo nato dal buio turbinò un’altra volta attorno a loro….

Oltre le spalle di 0-N 19-Z vedeva uno sciame di Arcangeli venirgli incontro soddisfatti….

0-N continuò a fissarlo.

Socchiuse le palpebre. L’oro delle sue iridi s’accese di rosso…

Poi levò la mano, stretta a pugno verso di lui, aprendola…

Sul palmo insanguinato giaceva il suo ciondolo d’argento sporco del suo stesso sangue….

-” e la tua, ha salvato la mia” -

19-Z lo prese tra le dita stringendolo a sua volta.

Il freddo metallo e tutto ciò che di freddo portava con sé.












  
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