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Autore: Avah    18/11/2012    0 recensioni
Traffico di droga, dolore per il passato e rimpianto per un vecchio amore finito male; coraggio, voglia di giustizia e un nuovo amore avvolgono nelle loro spire una donna dalle mille sfaccettature.
Genere: Azione, Introspettivo, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Don Flack, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo I - Coraggio e Sangue Freddo

E' incredibile quali ricordi ti possono tornare in mente mentre lotti per continuare a vivere, con il rischio di non riuscire ad andare avanti. Ti ritornano in mente i momenti belli di quando eri bambino, quando giocavi in giardino con i tuoi fratelli e facevi a botte con loro perché ti venivano a disturbare quando te ne stavi in pace.
Così è successo a me, mentre cercavo di sopravvivere ancora, andando avanti attraverso tutto quel casino in cui ero immersa fino a qualche ora prima. Fino a quando uno sporco criminale mi credeva ancora dalla sua parte.
                                    
11 giorni prima...
-Non puoi farlo, mettitelo bene in testa!-.
-Chris dannazione devo essere io! Non c'è nessun altro che conosca quel bastardo meglio di me!-.
-Non ti permetterò di fare come vuoi, è troppo rischioso-.
-Sarai anche il mio capo, ma ti giuro che se non mi lasci procedere me ne andrò di qui-.
-Se non ti faccio entrare in questa missione è perché ci tengo a te. Sei una tra i migliori agenti, non posso permettermi di perderti-.
-Proprio perché sono tra i migliori della centrale devo essere io! Se fai infiltrare qualcun altro tutto il mio lavoro sarà andato a puttane!-.
Già, tutte quelle indagini che avevo portato avanti contro tutto e contro tutti, rischiando più di una volta di farmi sbattere fuori per la mia testardaggine che mi aveva sempre caratterizzato.
"Quando ti ho assunto mi avevano detto che probabilmente avrei avuto dei guai con te, ma ero sicuro di quello che facevo e finora non me ne sono mai pentito". Così mi aveva detto Chris, quando avevo davvero minacciato di mollare tutto e andarmene, non so nemmeno io per dove. Quella volta era riuscito a convincermi a non lasciar impolverare il distintivo in un cassetto, ma ero certa che ormai il mio tempo era scaduto e non dovevo più stare lì.
-Ascoltami, andrà tutto bene anche senza di te-.
-No, non può essere così. Tu e Tiggers mi avete sempre dato contro, cercando di farmi lasciar perdere tutto. Adesso che sono a un passo dal successo non lascerò che qualcun altro si prenda il merito-.
-Ti capisco, ma...-.
-Nessun ma. Lasciami la missione, o io lascio te-.
Lui sospirò, davanti alla mia testardaggine. Non era per me che lo facevo, ma avevo fatto una promessa ed ero intenzionata a mantenerla, a qualsiasi costo. Anche a costo della mia stessa vita.
-Sei davvero...-.
-Sì- dissi, senza lasciargli finire la frase -Non togliermi questa occasione-.
-Non vedo altra scelta- mormorò, sconfortato -Ti preparo una falsa identità-.
 
La mia falsa identità, quella con cui avrei dovuto mentire a un criminale incallito pieno di armi fino al collo. Dovevo riuscire a entrare nelle sue grazie senza farmi notare, facendomi passare per un'assassina ostinata, in continua ricerca di una vendetta eterna; l'unica vendetta che volevo, però, era la sua stessa morte. Quel dannato bastardo aveva passato il segno, ammazzando la persona sbagliata nel momento sbagliato. Aveva fatto uccidere a sangue freddo quel bravo ragazzo che si era dato una ripulita, uscendo da quel tunnel in cui era entrato a 20 anni, dopo che aveva incontrato quella ragazza che lo aveva riportato alla luce del sole, tenendolo per mano; e per essere certo di colpirlo, aveva scelto il giorno che doveva essere il più felice della sua vita, ma che si era trasformato nella sua condanna a morte: il giorno delle sue nozze.
Era quello che pensavo sull'aereo, mentre tornavo nella mia città natale, in quel luogo che volevo dimenticare. Avevo fatto di tutto per non andarmene, e ora che ci stavo tornando non volevo. Mi ero abituata alla mia nuova vita, a una città nuova, non avevo voglia di tornare indietro e ricordare quei fottutissimi momenti che mi accompagnavano. Eppure dovevo farlo e fermare quel bastardo, ammazzarlo con le mie mani se necessario, e poi lasciare tutto, andarmene di nuovo in cerca di una vita migliore.
Quando posai di nuovo i piedi per terra, uno strano senso di appartenenza mi pervase, facendomi sentire piccola e vulnerabile. Solo qualche anno prima avevo pianto lì, in quello stesso luogo, mentre mi voltavo indietro per cercare di mantenere vivi i ricordi; in quel momento invece sentivo solo un vuoto, un enorme buco scavato dentro di me che quella città si era creato, per essere sicura di non essere dimenticata. No, non avrei mai potuto dimenticare, non con tutto quello che era successo.
Sentii le lacrime salirmi agli occhi e un groppo formarmisi in gola, ma ricacciai tutto indietro: adesso non potevo farmi prendere dai sentimentalismi, dovevo fare la parte della dura e mantenere il sangue freddo, più che in qualsiasi altra situazione in cui mi ero trovata. Dovevo riuscire a conquistarmi la sua fiducia, catturare il suo completo interesse, e allora sarei riuscita facilmente a lavorarmelo come mi serviva, pronto a essere servito su un piatto d’argento da consegnare ai gran capi.
Non mi ci volle molto ad arrivare da lui; conoscevo ogni angolo di quella città, ogni vicolo, non mi sarei mai persa in quel labirinto di strade. Arrivata davanti alla porta del suo grande appartamento mi feci coraggio e bussai; un momento dopo la porta si aprì e mi ritrovai una pistola puntata alla fronte.
-Ehi calmo- dissi, alzando le mani per mostrargli che ero disarmata.
-Chi sei?- fece l’uomo, senza smettere di puntarmi addosso l’arma.
-Voglio solo parlare con il tuo capo- dissi con tono molto diplomatico -Penso che gli farebbe piacere avere una mia visita-.
-Tony, falla passare- fece una voce dall’interno che capii subito appartenere a quello che stavo cercando.
Il tizio sulla porta mi tolse la pistola davanti e mi fece passare, non senza mandarmi un’occhiataccia piuttosto sospettosa.
Quando misi piede dentro all’appartamento mi ritrovai in una grande stanza circolare, dominata da un’imponente divano su cui stava sprofondato tra i cuscini un uomo di mezza età, con una folta barba nera e gli occhi scuri, che fumava un sigaro, sicuramente cubano.
-Guarda guarda cosa mi ha portato la mia tranquilla giornata- disse, emettendo uno sbuffo di fumo e con uno sguardo che mi stava già spogliando.
-Finalmente ho il piacere di incontrare il famoso Montano- feci io, avvicinandomi.
-E io, con chi ho l’onore di parlare?-.
-Ashley Harrison- mi presentai, facendo ricorso mentalmente alla mia identità da assassina professionista.
-Ashley Harrison- ripeté lui, lisciandosi la barba -Non ti ho mai sentita nominare. Che cosa vuoi da me?-.
-Sono venuta per farle una proposta che potrebbe interessarle- dissi, sedendomi davanti a lui a un suo cenno.
-Cosa ti fa pensare che potrei essere interessato a te?-.
-Beh, so che lei è uno degli uomini con il maggior controllo sul mercato della droga e che si ritrova parecchi nemici. Io sono qui per far piazza pulita, diciamo-.
-Un sicario?-.
-Esattamente- annuii.
-E come mai hai deciso di venire qui, per rendermi i tuoi “servigi”?-.
-Ho voglia di cambiare. Sono stanca di quei facili assassinii su commissione, poco divertimento. Ho voglia di qualcosa di più grosso, di più elettrizzante. In più, credo che questo mio lavoro porterebbe grandi vantaggi sia a me che a lei: più divertimento per me e meno concorrenza per lei-.
Lui non rispose subito; continuò per un momento a lisciarsi la barba, guardandomi negli occhi; sostenni il suo sguardo, pensando che probabilmente tra breve sarei salita in quell’avventura a dir poco rischiosa.
-In effetti mi servirebbe qualcuno che metta fuori gioco la concorrenza- disse poi.
Rimasi con il fiato sospeso; non era ancora un conferma, ma era già un bel passo avanti.
-Inoltre, in questo periodo sta diventando tutto più difficile. Ormai devo sbarazzarmi anche dei miei dipendenti, per paura che gli sbirri li prendano e vuotino il sacco-.
-Allora ingaggiami- dissi, con tono più che convincente -Posso toglierti dai piedi tutti quegli idioti-.
-Credi di avere abbastanza sangue freddo?-.
Feci una risatina -Sono nata con il sangue negli occhi. Adoro vedere la vita spegnersi negli occhi della gente-.
Lui sorrise -Bene. Sei dei nostri-.
 
  
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