Storie originali > Comico
Segui la storia  |       
Autore: Riccardo    18/11/2012    7 recensioni
Benvenuti al liceo Enrico Pazzi di Ropa, un liceo il cui nome è tutto un programma. In questo liceo di pazzi, Roberto, ragazzo sfigato e un po' pervertito, incontra in classe una ragazza che gli dà corda. Sarebbe splendido, se non fosse per il padre un po'(?) troppo protettivo... Dall'autore del mangaprocesso una fanfic comica originale che spero non finirà mai di stupirvi.
Genere: Commedia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CRAZY SCHOOL

Di Riccardo

Episodio 153: Il primo amico
Cover
Isolde e Reinhart: più di una semplice amicizia?
Cover alternativa
Non c'entra con il capitolo ma Mary sirena è sempre da proporre!


Un ringraziamento enorme a Tiger Eyes per il suo lavoro di beta per questo capitolo, era davvero più ostico del solito.


Un’estate di diversi anni fa in Germania, in un piccolo paese di campagna vicino Colonia…

Isolde (9 anni) stava piacevolmente giocando ad un gioco da tavolo tedesco (Auf Achse) insieme a sua madre e suo padre, adorava prendere in mano quei piccoli camioncini di plastica e, grazie a regole ben precise, pensava di consegnare delle merci in giro per tutta Europa, ma ciò che amava di più era poter stare con i suoi genitori, spesso impegnati al lavoro (soprattutto il padre).

La nonna si avvicinò alla piccola, accarezzò la sua testolina e chiese a suo figlio: “Wolfgang, non ho mai visto uscire Isolde per giocare con altri”.
Wolfgang scosse la testa: “Isolde non lega molto con gli altri bambini”.
Anna, la madre, confermò: “Già, solo una volta al parco ha giocato con un altro bambino che stava lì con suo nonno”.
“Dovevi vedere come lo frustava, mamma, una vera Rottmeier”, affermò con orgoglio paterno Wolfgang.
“Però poi quel bimbo non si è più fatto vedere”, si ricordò la madre, “Davvero strano”.
“Quindi non ha amici”, la nonna guardò di nuovo la bimba muovere felicemente i camioncini, “non va per niente bene”.

La donna si alzò, prese il cappotto e vestì la piccola.

“ È l’ora della passeggiata”.
“Veniamo anche noi”
“No, no”, imperiosa. “Fatemi fare per una volta come una nonna che ha sempre la nipotina con sé”

Kohlgrube era un borgo tedesco, circondato dal verde dei prati e degli alberi, rinomato per i suoi maneggi ed era l’ideale per far scorazzare una bambina di quell’età.

“Dimmi, Isolde, hai amichetti della tua età in Italia?”.

La bimba sorrise: “Sì, nonna, c’è Tolomeo, un mio compagno di scuola, è molto simpatico”, ci pensò sopra, “è quello che fa sempre meno storie quando lo catturo all’intervallo con la frusta per giocare con lui”.
“Isolde, sono felice per come usi la tua frusta, ma forse… dovresti sapere che non è il metodo migliore per farsi nuovi amici”.
“Non è così, nonna? Come mai?”.
“È una lunga storia”.

Vide una panchina, si sedette.

“Vai pure a giocare”.

Isolde si accorse di un gruppetto di bambini, titubante guardò la nonna che le mandava cenni di assenso, si fece fiducia e andò a fare conoscenza.
Il suo tedesco non era malvagio, anche se ancora non perfetto, in fondo parlava con suo padre sempre in quella lingua e la madre stessa, benché italiana, non aveva nulla da obiettare: una lingua in più può far sempre molto comodo.
Tanto bastava per fare nuove amicizie.

“Ciao”, disse Isolde per farsi notare.

I bambini la accolsero rapidamente, però Isolde trovava i loro giochi decisamente noiosi.
Estrasse la frusta e cominciò a schioccarla abilmente, i ragazzi spaventati fuggirono immediatamente.
Una risata echeggiò nel parco.

“Cosa?”, inviperita. “Come ti permetti?”.
“Sei divertente”.
“Io?!”. Non aveva mai sentito un complimento simile.
“Sì, proprio tu”, le toccò il naso. ” Diventiamo amici? Io sono Reinhart, piacere”.

Amici?! Non aveva mai sentito questa richiesta da nessuno, nemmeno dallo stesso Tolomeo.
Ne era persino intimorita.

“Quindi? Guarda che non posso aspettare sempre la tua risposta”.
“Ma certo, io sono Isolde”, disse lei, felice. Un amico, aveva un amico “Ma cosa si fa con gli amici?”.
“In teoria si gioca, magari a giochi anche da tavolo”
“Da tavolo?!”.
“Non ti piace?” chiese Reinhart dubbioso.
“Ma sì, ma sì… andiamo”, felice. “Nonna, possiamo andare?”.
“Divertiti, cara”.

Lo legò, senza volere, con la sua frusta e corse felicemente nel parco in direzione della casa di Reinhart.

“Un momento”, disse “ Ma dove abiti?”.

Reinhart per tutta risposta rise…

“Certo, che sei strana tu”.
“Umpfh”, rimbrottò Isolde.

Isolde passò la sua prima estate spensierata, si appassionò sempre di più ai giochi da tavolo, tornando sempre con piacere in Germania dai nonni.
Reinhart era sempre lì, attendeva con ansia l’arrivo della sua amica italiana.

Anche nell’ultima estate ormai sedicenni…
Seduti nel parco di Kohlgrube, stavano parlando del più e del meno.

“Sei cambiata, Isolde”.
“Davvero?”.
“Ma sì, dove sono finiti i tuoi soliti discorsi di quanto è marcio questo mondo? Non dovevamo conquistarlo insieme e renderlo perfetto?”.
“Sciocchezze”.
“Tsk”, dispiaciuto. “ E io che miravo al ministero dei giochi da tavolo”.
“Scemo”.
“Mi sa che sei innamorata”.
Arrossì. “Cosa te lo fa pensare?”.
“Aha, vedi?”.
“Umpfh… non sono affari tuoi e poi… ”abbassò il capo e con tono triste: “non sono ricambiata”
“Meglio”.
“Meglio?!”.
“Sì, meglio…”, la sorprese baciandola” … perché anch’io ti amo”.

Isolde lo allontanò.

“Non posso!”.
“Non ti piaccio?”.
“Non si tratta di questo e che…”, stette in silenzio imbarazzata per un attimo “ io non amo le storie a distanza”.
“Allora farò in modo che non sia tale! Farò di tutto per renderti felice!”.

In quel momento Reinhart mostrò tutta la tua decisione.
Era deciso come non l’aveva mai visto.
Deciso come non aveva mai visto lo stesso Roberto…
Era l’uomo perfetto, Isolde lo sapeva, aveva modellato il suo ideale di ragazzo sul suo carattere, si poteva anche affermare che fosse stato il suo primo amore.
Ma allora perché in quel momento stava desiderando che Roberto dicesse quelle parole.

“Ecco Roberto, questo è tutto. Reinhart significa molto per me”.
“ Lo ami?”.
“Non lo so, non credo… non l’ho mai considerato stando così lontani, ma…”.
“Ma?”.
“Ma ora che è venuto da me… potrei anche cambiare idea”.
“Ma Isolde…”.

Isolde lo baciò sulla guancia.

“Non ho alcun obbligo nei tuoi confronti… non stiamo più insieme”..

Si allontanò dal ragazzo, aprì la porta della terrazza e si voltò a guardarlo.

“Un’ultima cosa”
“Sì?”.
“Sta finendo l’intervallo”, scoccando fredda la frusta. “Torna subito in classe”.
“Subito!”.
“Troppo lento”.

Lo catturò con la frusta e lo portò in classe legato.
Rise, in effetti ciò era davvero molto divertente.

FINE EPISODIO

L’arrivo di Reinhart ha davvero rotto i fragili equilibri tra Roberto e Isolde.
Il tedesco è talmente deciso da essersi trasferito sino in Italia pur di conquistarla, rendendosi così un serio pericolo per la relazione in crisi tra i due ragazzi.
Roberto come si comporterà? Vorrà intervenire per proteggere la propria relazione o la sua indecisione lo bloccherà nuovamente?
Non perdetevi il prossimo capitolo di Crazy School!
Buon divertimento!
   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Comico / Vai alla pagina dell'autore: Riccardo