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Autore: _Two of Spades_    18/11/2012    3 recensioni
[Ib]è un nuovo finale che mi è venuto in mente per questo bellissimo gioco, se Garry o Mary non fossero morti?
Genere: Avventura, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Questa è la prima storia che scrivo da sola e che ho il coraggio di pubblicare...
Spero vi piaccia, E ora se non vi dispiace vado a nascondermi per non beccarmi pomodori marci.
Ah già vi consiglio di ascoltare questa traccia durante la lettura, a me piace assai!
http://www.youtube.com/watch?v=69Dix-v4h-I


“Mi piace il rosso, ma AMO il blu!”
Ancora atterriti da quella risposta  Ib e Garry non sapevano cosa fare, la Mary che si presentava davanti ai loro occhi non era quella Mary piccola e ingenua, era una bambina cresciuta davvero troppo in fretta, Ib giurò di aver visto un lampo maligno nei suoi occhi… o forse era disperazione? Non sapeva che Mary dentro di lei si sentiva padrona di una cosa che non voleva fare, voleva solo degli amici, era chiedere troppo?
Garry con uno sguardo che ormai mostrava solo rassegnazione le porse la sua rosa blu “Prendila, ma non fare del male a Ib…” Incredula per la situazione che le si presentava davanti urlò “DAVVERO??”
Era questa la vera amicizia?
Quella che non ha mai potuto avere?
Quella che non avrebbe mai avuto solo per colpa di un pittore psicopatico che aveva dipinto il suo volto?
In preda alla frustrazione cominciò a strappare i petali delicati di quella rosa, quella piccola rosa… ormai distrutta, con un solo petalo attaccato per miracolo al gambo. Quando riprese coscienza di se stessa posò i suoi occhi su quelli di Ib… cosa usciva da quei grandi  occhi rossi?  erano lacrime?
Guardò la rosa, ancora nelle sue mani, quando si rese conto di ciò che aveva fatto la buttò a terra e scappò, lontano da loro, e dai sentimenti che aveva da sempre desiderato, ma di cui aveva paura.
Ib prese in mano la rosa… non poteva finire così, NON DOVEVA FINIRE COSì!!
Si guardò intorno, nessun vaso.
L’unica cosa che poteva fare era quella di dare sfogo ai suoi sentimenti.
Pianse, pianse per quelle che le parvero ore, pianse su quel gambo, senza che accorgersi che man mano le lacrime cadevano sul fiore,  e che ad ogni lacrima il fiore si rinvigoriva e riacquistava petali.
Smise di piangere quando sentì qualcuno da dietro abbracciarla “Questa è la morte? È l’abbraccio che mi porterà via dal mondo dei vivi?”  “No, è l’abbraccio di una persona che ti aveva fatto una promessa, e che la manterrà, usciremo di qui! Vedrai!”
 
Corse e corse finchè non arrivò a una stanza che sembrava… un mostra d’arte? C’erano quadri e sculture come quelle del suo mondo.
Mary si avvicinò a un quadro gigantesco che si illuminò tutto d’un tratto, era la porta verso il mondo reale!
“Un mondo dove finalmente  potrò vivere.” Pensò tra se “In quel mondo forse avrò una mamma che mi voglia bene, forse anche un papà e perché no? Anche degli amici!”
Una fitta le prese il cuore, non poteva andarsene, almeno non ancora, c’era ancora Ib nel mondo di Guertena. Mary sapeva cosa significava rimanere in quel mondo da sola, aveva una passato una vita senza emozioni, senza nessuno, solo pastelli e colori che ormai lei trovava così familiari.
Tornò indietro, non se ne sarebbe andata via senza Ib. Percorse quei lunghi corridoi che ormai sapeva a memoria, dove lei aveva architettato ogni enigma con molta precisione, il suo unico errore?
Essersi fatta vedere, avrebbe dovuto sbarazzarsi di tutti e due… ma dopo aver conosciuto Ib non aveva più il coraggio di fare una cosa del genere, le voleva troppo bene per farle del male…
Durante quella passeggiata pensò anche a Garry, si sentiva in colpa, in fondo al suo cuore voleva bene anche a lui, la sua era rabbia frustrata, aveva agito senza pensare, sapeva solo che se le si fosse presentata un’ occasione gli avrebbe chiesto scusa.
“Ib aspetta, prima perché non andiamo a vedere quella stanza? “ Garry indicò una porta con delle piante che impedivano il passaggio. Ib osservò la porta e chiese “Come facciamo a entrare?” Garry ci pensò un po’ su… che idea aveva avuto! Tirò fuori dalla tasca del suo vecchio cappotto un accendino e bruciò quella barriera che li separava dalla porta.
Entrarono.
Trovarono una stanza con un pavimento nero e un quadro rotto, si avvicinarono al quadro e lessero la targhetta, il titolo del quadro era “Mary”.
Non si accorsero dell’ entrata della diretta interessata nella stanza.
“Ib, Garry… cosa ci fate qui?” Rimase pietrificata nel vederli, in realtà era più spaventata nel vedere Garry che Ib, insomma… non era morto? Stava forse impazzendo?
Tirò fuori il coltello pronta a usarlo.
Corse contro Garry.
La lama gli ferì la mano… e questo le bastava. Buttò a terra il coltello e corse, con le lacrime agli occhi tra le braccia di Garry.
“Mi dispiace! Mi dispiace! Mi dispiace!...”
Garry ancora confuso per quell’azione rimase fermo finchè non decise di stringere Mary nel suo calore protettivo. Lui voleva bene a tutte e due, quando scoprì che Mary era un quadro non ci poteva credere, ma soprattutto non ci voleva credere! Per lui erano le sue sorelline, sentiva di doverle proteggere dalle cose cattive, ma sapere che Mary era una di quelle cose cattive gli fece raggelare il sangue.


Dovette ricredersi adesso, non era un  quadro… Era una bambina, sola e spaventata, con un grande bisogno di affetto.
Quando si staccarono da quell’abbraccio le lacrime continuavano a cadere dagli occhi di Mary. Ib le corse incontro travolgendola con un abbraccio.
“Perché? Perché hai dovuto fare tutto questo? Io so che non volevi fare niente del genere, ma ora voglio sapere perché hai dovuto!”
Mary rispose “Ib ho passato la vita tra i quadri senza sapere cosa fosse il calore di un raggio di sole, la sensazione del vento sulla pelle e l’amore di qualcuno. Non volevo più stare qui, quando siete entrati avrei dovuto eliminarvi, sapete, siete entrati in due, e solo in due potete uscire.”
“Perché non ci hai eliminato?”
“Perché… vi voglio bene.”
Si guardarono seri, senza più sapere cosa dire. Ib ruppe quel silenzio “Garry ti fa male la mano?” Garry osservò la ferita da cui stava sgorgando il sangue. Prima che potesse dare una risposta Ib gli avvolse il suo fazzoletto sulla ferita. “Grazie Ib.” le rispose con un sorriso.
“Mi dispiace per la ferita, ma avevo paura che fossi un illusione della mia testa, e l’unico modo per saperlo…” gli disse Mary con aria molto imbarazzata.
“Tranquilla lo capisco.”
“Seguitemi, dovete andare a casa.”
 
Arrivarono davanti al grande quadro della mostra, si scambiarono gli ultimi saluti.
Era il saluto più doloroso della loro vita, perché sapevano fin troppo bene che non si sarebbero più rivisti.
Garry era il più triste, stava abbandonando una delle sue sorelline in quel mondo spaventoso.
“Mary, vai te al posto mio! Soffrirei pensando di averti lasciato qua da sola.” Disse di scatto Garry.
Mary lo guardò con uno sguardo di comprensione “No Garry, vai te. Io starei male a sapere che tu sei rimasto qui solo per colpa mia, e poi sarei da sola anche in quel mondo. Preferisco stare qui, dopo un po’ uno ci fa l’abitudine…”
Garry non rispose, aveva ragione, lei non sapeva niente del mondo reale e se ci fosse andata lui non avrebbe potuto proteggerla. Le diede un bacio sulla fronte e le disse “Speravo con tutto il cuore che saremmo riusciti a uscire tutti insieme, speravo che dopo questa avventura ci andassimo a mangiare dei macarones… Mi mancherai Mary, per me sarai sempre la mia sorellina.”
Mary rimase ferma trattenendo a stento le lacrime “Dai andate, o la porta si chiuderà.”
“Finirà tutto, andremo a casa e staremo tutti bene.” pensò Ib “Non è vero… non finirà così finchè uno di noi tre starà male…”
Garry entrò per primo nel quadro “Ib vieni!”
Ib rimase ferma davanti a Mary.
“Ib che stai facendo? Da vieni!”

“Andrà tutto bene vedrai!”

“Ib prendi la mia mano!”
Ib e Mary si guardarono con uno sguardo d’intesa “Non me ne vado senza di te!”
Detto ciò afferrò la mano di Garry e anche quella di Mary che di peso furono trascinate tutte e due dentro il quadro.
Sentirono un qualcosa rompersi, non sapevano cosa, ma doveva essere qualcosa di importante, una maledizione?

 Ib si ritrovò nella mostra d’arte. “Cosa stavo facendo? “ si chiese.
Camminò per un po’ cercando di recuperare l’orientamento, finchè non arrivò la sua sorellina “Ib dove ti eri cacciata? Non ti trovavo! Mi hai spaventato!”
“Scusami Mary, dai vieni, andiamo a guardare le ultime sculture”
“Ok”
Ammirarono i quadri e le sculture, stranamente tutti quegli oggetti le erano familiari, magari era questo che il pittore voleva trasmettere?
Si fermarono ad ammirare la scultura di una rosa, un ragazzo era lì, fermo e molto concentrato , sembrava stesse cercando di ricordarsi qualcosa.
Ib si avvicinò a lui.
“Che c’è piccola bambina?”
“Che cosa stai guardando?”
“Ah, è la scultura di una rosa, credo….
Quando guardo questa scultura mi sento un po’ triste… Mi chiedo perché.
Ah, mi dispiace per quello che ho detto e che vi abbia dato fastidio Ib e Mary…”
Mary e Ib rimasero di stucco, come faceva quel signore a sapere come si chiamavano?
“A-Aspetta! Chi è Ib? E chi è Mary?”
“Sarebbero  i nostri nomi…”
“Cosa?Vi chiamate davvero Ib e Mary?  È una cosa strana… voglio dire… io non vi conosco…
Ma come è venuto fuori? Voglio dire… che strano…
Ma… ci siamo visti da qualche parte prima?”
“…”
“…”
“Oh guardatemi, chiedervi delle cose così strane, lasciate perdere quello che vi ho detto. Bhè ciao.”
Si allontanò di qualche metro sotto gli sguardi perplessi delle bambine.
“Hm?” Si fermò tirando fuori un fazzoletto dalla tasca “Cos’è questo? Un fazzoletto? Quando l’ho preso?!”
“Ma… è mio.” Rispose Ib.
“è tuo? Ah si è vero! C’è scritto il tuo nome sopra, ma perché è nella mia tasca? E c’è del… sangue?”
A Garry gli apparve un’immagine sfocata di un ricordo, c’erano lui e due bambine.
“Ero…” cercò di ricordare basandosi sui quei ricordi che man mano erano sempre più vividi
“Ero… ferito… alla mano, e c’erano due ragazze… una di loro mi ha dato il suo fazzoletto…”
Finalmente realizzò
“Mi è stato dato da una ragazza… era Ib! Mi ricordo adesso! Come posso averlo dimenticato! È stato così importante!” Sul suo viso si stampò un sorriso luminoso, ma poi sopraggiunse il panico
“Ib… Mary… voi vi ricordate vero?”
Ci pensarono su… niente.
“Dai ragazze non potete esservene dimenticate! Mary guarda la mia mano, ti ricordi?”
Mary osservò quella cicatrice, adesso anche lei ne era certa, era la ferita che gli aveva inferto.
Gli saltò addosso stringendolo con un abbraccio!
Ib invece non si ricordava ancora niente…
“Ib, non ti ricordi proprio? Quando eri svenuta e ti avevo dato una caramella.” Disse Garry.
Guardò nella tasca, una caramella…
“Garry!!” si unì anche lei in quell’abbraccio, ormai tutti felici che quell’avventura fosse finita.
“è difficile da credere ancora adesso, ma deve essere successo,” Disse Garry. “Bhè, ce l’abbiamo fatta! Siamo arrivati tutti insieme alla salvezza!! Ahaha! C’è ancora tanto di cui vorrei parlare, ma devo andare…”
Le ragazze rimasero tristi dopo quella frase, non volevano che Garry se ne andasse.
“Ah , uh, Ib… è a posto se mi tengo questo fazzoletto ancora un po’?" chiese Garry un pò impacciato "Non voglio dartelo così com’è…
Devo… pulirlo! E allora te lo ridarò!

Perchè... noi ci rivedremo ancora!"




Spero che la lettura sia stata di vostro gradimento.
Alla prossima.
  
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