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Autore: immapanda_    18/11/2012    1 recensioni
tu ed io. ricordi?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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trent'anni dopo..
 
«ricordi quando eravamo amici?
 
quando i nostri genitori per la prima volta si incontravano. No, probabilmente non ricordi. E no, nemmeno io ricordo. Non eravamo ancora nati. 
I tuoi, amici degli amici dei miei. Una sera, i nostri amici in comune ci facevano conoscere. Una grande amicizia era iniziata.
 
quando nascevamo. Nemmeno questo ricordiamo, lo so. 
Una festa si svolgeva nelle nostre case. Primi figli, eravamo entrambi. Ottobre, entrambi. 
Champagne, me lo immagino. Poi tornavamo nella nostra casa tra le braccia delle nostre madri, entrambi dopo una lunga incubazione. Due piccini, eravamo. Nati troppo presto. Troppa fretta di vedere il mondo.
 
quando era il mio compleanno. Una torta azzurra in mezzo alla tavola. E tu, in braccio alla mamma, sorridevi. Aprivo i regali. Tutine e giochi. Ero contento. Giocavamo sul prato, davanti a casa mia. Due grandi amici.
Una settimana dopo, il tuo compleanno. Una torta rosa, questa volta. Tu, la principessa della festa. Stavolta, io sorridevo tra le braccia della mamma. Tutine e giochi, anche a te. 
 
quando ti è caduto il primo dentino. Correvi, contenta alla materna. Da lontano, ti guardavo. Sei caduta e il dentino che da tempo dondolava, ecco, è caduto tra l'erba. Lacrimoni uscivano dai tuoi teneri occhi celesti. La maestra ti coccolava un po'. Io mi sono avvicinato, ho fatto lo scemotto. Ridevi. Mi abbracciavi.
 
quando era il primo giorno di scuola. Eravamo insieme, di banco. Disegnavamo le cose che ci piacevano di più. Macchinine e razzi, io. Fatine e cuoricini, tu. La maestra applaudiva, contenta. Eravamo stati i più bravi della classe. Ci sorridevamo a vicenda. Eravamo orgogliosi di noi.
 
quando ho preso la prima nota. Alle medie. Tu, sempre con buoni voti, mi abbracciavi e mi scaldavi dal freddo della mia tristezza. Come dirlo ai miei? Non erano stati clementi, i miei genitori. Ma non ero un bravo ragazzo. Stavo in fondo alla classe ad ascoltare la musica con le cuffiette. Solo tu mi aiutavi prima delle verifiche. Venivi a casa mia, me lo ricordo. Ripassavamo tutto il pomeriggio. E prendevo bei voti.
 
quando andavamo al mare. Durante le vacanze. Correvi sotto gli occhi di quei ragazzi sulla spiaggia. Volevano averti, anche loro. Ma a te non importava. Il tuo sorriso brillava al tramonto. Con un dito ti spostavi il ciuffo ribelle da davanti gli occhi. Eri perfetta.
 
«ricordi quando eravamo innamorati?
 
quando ci baciavamo per la prima volta. Sotto la quercia, in fondo al parco, sulla nostra panchina. Ci avevo inciso le nostre iniziali, quando per la prima volta esprimevo ogni mio pensiero. Balbettavo. Tu arrossivi. Le tue labbra, appena schiuse pian piano si aprivano in un sorriso. E gli occhi, quegli occhi tuoi stupendi, si bagnavano di una piccola lacrima calda. Poi io mi avvicinavo e ti tiravo su il mento con l'indice. Ci guardavamo negli occhi e le nostre labbra si avvicinavano. Lo ricordo benissimo quel momento. La prima volta, per me; la prima, anche per te. Il cielo trapuntato di stelle faceva da sfondo al nostro amore. Da tempo andava avanti ciò. Un giorno, quando camminavamo per mano, me lo dicevi. Da un po', dicevi, mi osservavi e sentivi quelle famose farfalle nello stomaco. Ma avevi timore. Di rovinare tutto, lo sapevo. Anche per me, valeva ciò. Ma ne era valsa la pena.
 
quando litigavamo. Anzi, quando avevamo litigato. Una volta. Solo una. È bastata. Colpa di uno stronzo che mi aveva detto stronzate sul tuo conto. E io, che iodiota, ci credevo. Si vantava, quello là. Diceva di aver fatto l'amore con te. Strano, pensavo. Lei ama me, dicevo, se doveva far l'amore lo faceva con me. Ma sembrava così convinto. La rabbia mi ha travolto. Cosa mi era preso? Non ci vedevo più. Gelosia, rancore, malinconia. Tutto mescolato. Ero venuto a casa tua, arrabbiato. Mi guardavi, terrorizzata, non capivi. Mi sfogavo, contro di te, innocente. Perchè l'ho fatto?
 
quando andavi in macchina, quella notte. Piangevi. Veloce, fin troppo. Io non ti avevo fermato. Ero scappato fuori e camminavo dalla parte opposta. Ma sentivo che stavi uscendo con la macchina. Il cuore mi diceva di tornare, di salvarti. Ma la ragione, quella corrotta ragione, mi mandava in bestia. Correvi fuori. Perchè facevi così? Non avevo intenzione di arrivare a tutto ciò. Ero in lotta con me stesso. Venire da te o ignorarti? 
 
quando eri sulla strada, sporca. Di sangue. Non ci credevo. La macchina era distrutta, nel fosso. Tu eri saltata fuori. Non riuscivo a vederti. I tuoi occhi, chiusi, non si sarebbero più riaperti. Le tue mani, ancora calde, tra le mie. Prendendoti in braccio, cercavo di svegliarti. Di svegliarmi, anzi. Da questo brutto incubo. La tua felpa larga, la tua preferita, era intrisa di sangue, mi sporcava le mani. Le lacrime uscivano senza riuscirle a fermare. Correvano veloci anche loro, mentre tutto il nostro passato insieme mi tornava davanti agli occhi, veloce. Come un film in rewind. Ti osservavo per l'ultima volta, prima di sprofondare nel mio cupo futuro senza te.

 
ricordi?»
  
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