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Autore: Iris_Blu    18/11/2012    0 recensioni
"C'era una sola persona che conoscesse Francis davvero bene. E non era Arthur. Inghilterra era semplicemente una persona con cui litigava 24 ore su 24, si rispettavano, é vero, ma nulla di più. E non era nemmeno Matthew. Il piccolo canadese, per quanto fosse sempre stato il suo fratellino, quello con cui parlava di tutto, e quello con cui aveva vissuto un sacco, non conosceva tutto di lui. Feliciano poi.. lasciamo perdere. Nemmeno Gilbert e Antonio, i suoi migliori amici, lo conoscevano profondamente come lo conosceva lei."
Fanfic sul rapporto d'amicizia fra due fratelli (Francis e Provenza)
Si, Provenza é un mio oc ;)
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Francis guardò fuori dal finestrino. Le verdi montagne del Massiccio Centrale Francese circondavano il treno da ogni parte, segno che erano vicini a Lione. Mancava circa un'ora e un quarto alla stazione di Aix-en-Provence, per cui poteva prendersela comoda, mettersi tranquillo e magari fare anche un pisolino, cosa che non aveva fatto nel lungo tratto di strada che partiva dalla Gare de Bercy.

Ma ovviamente, come ogni volta quando andava al sud, non riusciva a stare calmo. Perché andava da una persona speciale. Una persona che lo conosceva meglio di chiunque altro.

C'era una sola persona che conoscesse Francis davvero bene. E non era Arthur. Inghilterra era semplicemente una persona con cui litigava 24 ore su 24, si rispettavano, é vero, ma nulla di più. E non era nemmeno Matthew. Il piccolo canadese, per quanto fosse sempre stato il suo fratellino, quello con cui parlava di tutto, e quello con cui aveva vissuto un sacco, non conosceva tutto di lui. Feliciano poi.. lasciamo perdere. Nemmeno Gilbert e Antonio, i suoi migliori amici, lo conoscevano profondamente.

Solo lei. Solo lei era a conoscenza in ogni momento di ciò che passasse nella mente del francese, che lo capiva, lo ascoltava a non lo giudicava mai (bé, quasi mai, di lavate di capo da parte sua Francis ne aveva ricevute molte).

Era con lei che si era confidato la notte dopo che Jeanne era stata messa al rogo, era stato solo con lei che aveva parlato, chiusi nei bui sotterranei della Bastiglia in attesa, insieme ad altri nobili, della ghigliottina. Sorrise, pensando a quel gioco stupido che si erano inventati, ossia cercare di indovinare in che ordine le persone più eminenti di Francia sarebbero state giustiziate. Aveva vinto lei, predicendo che sarebbe stato Francis l'ultimo la cui testa avrebbe rotolato sul patibolo, subito dopo di lei. Erano vivi tutti e due, me la cosa aveva un'importanza relativa.

E ancora, lei era quella che durante la Seconda Guerra Mondiale lo aveva più di tutti aiutato a rialzarsi, che non aveva ceduto nemmeno un attimo, stringendo le labbra coralline sul viso ovale quando non ce la faceva più, ma non si era mai fermata.

Era un mito, lei. Era sempre stata in prima fila durante la battaglie, si era tenuta occupata a lungo come spia, sin dai tempi dell'Unità d'Italia (Francis soffocò una risatina, pensando l'espressione dipinta sul volto di Gilbert quando aveva scoperto chi fosse la spia francese che era riuscita a infiltrarsi nei tremendi servizi segreti prussiani, l'orgoglio della sua nazione), e in più era un ottimo tiratore. Com'era che la chiamavano i di fratelli Beilschmidt?

Ah, già, der Zieher. Il Tiratore. Poveretti, pensò, chissà che faccia avrebbero fatto, se avessero scoperto che il soldato più temuto dall'esercito tedesco altri non era che una ragazza, più bassa di loro di quasi una ventina di centimetri, che reputavano così dolce.

Ma di fatto era dolce: lei era la persona più dolce del mondo, così sincera e cristallina da far quasi venire la nausea. Come un'indigestione di zucchero.

Certo, se si trattava di essere stronza era un'inferno per chiunque, ma una volta che si aveva conquistato la sua fiducia, si era certi che lei non l'avrebbe mai tradita.

Francis guardò, poggiati sul sedile accanto al suo gli Iris blu che aveva comprato quella mattina da una fioraia in Rue des Italiens, giusto di fronte alla Banque de Lyon.

Sia era dannato per trovare degli Iris blu come Dio comanda in quella stagione. Aveva fatto venire una crisi di nervi al titolare del negozio di fiori in Boulevard Garnier, ma non importava.

Frattanto, la voce metallica degli altoparlanti informò i passeggeri che il treno aveva raggiunto la stazione di Aix-en-Provence.

Si alzò di scatto, prendendo la valigia firmata (quella che gli aveva regalato Louis Vuitton all'inizio della carriera. Ah, il caro vecchio Lou, che genio era..) e non dimenticando i fiori, ovviamente. Si sapeva che Francis fosse un romanticone, ed anni di esperienza gli avevano fatto scattare un meccanismo automatico (specialmente dopo che aveva dimenticato di portare dei fiori a Maria Teresa. Ma dopotutto, chiunque si ricorderebbe dei fiori, quando a causa di essi ha ricevuto un vaso in testa, no?), quindi si sistemò il colletto della camicia, allentandola a causa del caldo, e finalmente scese dal treno. Aaah, l'aria fresca, il poter stare in piedi, quel profumo di Provenza.. Non prendeva volentieri il treno, anche se con il TGV il tempo impiegato per giungere da Parigi ad Aix-en-Provence era relativamente breve. Nell'Ottocento ci avrebbe messo settimane, quindi era meglio ringraziare la provvidenza divina, che aveva messo il treno più veloce d'Europa sulla sua strada, e starsene zitti.

Ormai era sulla pensilina della stazione; cercò la porta che dava sull'interno e vi entrò a passi decisi, guardandosi incontro in cerca di lei.

-François!- lo chiamò una voce argentina.

Francia si girò verso la direzione della persona che aveva parlato, e finalmente la vide.

Adrienne Ducatel, ovverosia Provenza, lo aspettava sorridente, agitando un braccio per essere vista in mezzo alla folla. Non era cambiata per nulla. Gli stessi occhi nocciola pieni di vita, così belli da sembrare divini, gli stessi capelli castani leggermente mossi e lunghi fin sotto il petto, che, attraversati dalla luce del sole provenzale, davano un'aurea angelica al suo splendido viso chiaro.

Francis si precipitò verso di lei e la abbracciò, sollevando di qualche centimetro da terra le sue forme magre ma mediterranee.

-Alizèe..- mormorò poi, chiamandola per il suo secondo nome, quello che le aveva dato lui tempo addietro, riferendosi ai dolci venti che caratterizzavano le sponde mediterranee della Francia.

-François.. Tu m'as manqué, batard!- esclamò quella, ridendo.

-Vous aussi, ma cher soeur...- rise Francis a sua volta.

Già. Adrienne Alizèe Ducatel. Provenza. Sua sorella. La persona che meglio lo conosceva al mondo.

 

 

Angolo Autrice:

ciaoooo! Ho deciso di pubblicare questa fanfiction senza troppe pretese (era un po' che ci pensavo, ma l'ho scritta di getto) perché mi piace Francia in versione fratello maggiore e basta; no, niente sesso. Sono solo due fratelli che si vogliono bene come fratelli. E basta. Comunque, spero che vi sia piaciuta ;)

avvertimenti tecnici: come si é capito, la Gare de Bercy é una stazione di Parigi, non volevo usare la Gare de Lyon perché mi sembrava troppo scontato.

Aix-en-Provence é una stupenda cittadina medievale a pochi chilometri da Marsiglia, dove vive il mio personaggio.

Maria Teresa é Maria Teresa d'Austria, consorte di Luigi XIV e regina di Francia.

Le due frasi in francese significano: “Mi sei mancato, brutto bastardo” e “Anche tu, sorellina”

E Louis Vuitton.. bé, é Louis Vuitton ;)

Grazie mille a chi recensirà, leggerà, amerà questa fanfiction. 

  
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