Sono mesi che sto lavorando a questa
storia, ormai è quasi
conclusa. Iniziamo col pubblicare il primo capitolo.
P.s.
Solo quando un personaggio si racconta il capitolo è in
prima persona, sennò il
narratore sono io. Dopo questa specificazione non mi sesta che dirvi
Buona
Lettura!
ADUAH! >v<
Capitolo 1: REVENGE
La prima cosa che ricordo è stata quell'odore... l'avevo
già sentito, ma non mi
ricordo dove...
Qualcosa di forte, così nauseante, che sembrava rinchiudere
in se le vite di
tante persone...
L'avevo gia incontrato nella mia vita. Nella mia precedente vita. Era
come se
fossi rinato, sapevo di aver avuto un'altra vita prima di quel
momento... ma di
essa non ricordavo ancora nulla.
Provai ad alzarmi, ero ancora molto debole, e quell'odore che
impregnava l'aria
mi dava il disgusto. Davanti a me c'era un laghetto, o forse un fiume,
neanche
io sapevo cosa fosse esattamente dato che avevo la vista appannata. Non
riuscivo a stare in piedi, perciò mi trascinai fino
là e mi buttai dentro
l'acqua, per rinfrescarmi e pulirmi. Magari per cacciare via
quell'odoraccio.
Era fresca. L'intera radura dove mi trovavo era fresca. Sentivo gli
uccelli
cinguettare, il suono dell'acqua che scorre e mi rilassai.
Ma quella sensazione di benessere sparì presto, quando
dentro la mia testa
vennero catapultate migliaia di immagini incomprensibili per me allora.
Un paese di campagna. Una grande città. Persone che mi
sorridevano. Persone che
mi attaccavano.
Una voce che mi chiamava...
Non capii che cosa stava dicendo, ma so che chiamava me...
Tornai alla realtà e mi ritrovai sempre al bordo
di quel laghetto,
sempre immerso nell'acqua ma con le mani tese verso il cielo, come nel
disperato tentativo di raggiungere quella voce familiare.
Poi notai qualcosa di strano: le mie braccia erano uno diverso
dall'altro. Uno
era caldo e sensibile al tatto, l'altro era freddo, duro e incapace di
sentire
la freschezza dell'aria di quel luogo. Come se fosse... fatto di
metallo.
La stessa cosa la notai alle gambe.
Non capivo... da quanto ero in quella situazione? Perché ero
in quella
situazione?
Mi venne in mente di guardare il mio riflesso nell'acqua. Cosa notai?
Un
ragazzo normale, un viso come tanti, un normale essere umano...
No, non ero un essere umano, perchè guardando sul mio collo
notai quel marchio,
il serpente che si morde la cosa, la stella a sei punte... un
homunculus, ecco
quello che ero io in quel momento,e che sono tuttora.
Quella cosa non sò perchè mi fece paura, non
volevo essere così, io odiavo
l'idea di non essere umano. Cercai di strapparmelo via, arrivando a
lacerarmi
la pelle con le unghie, a scavare nella carne per farlo andare via, ma
fu tutto
inutile. Il sangue scorse per un secondo, poi la ferita si
rimarginò e tutto
tornò come poco prima, con mio grande sconforto.
-Stai calmo- mi ripetevo, visto che la paura stava prendendo il
sopravvento su
tutto.
Respirai profondamente e cercai di ricordare perchè mi
trovavo lì, come c'ero arrivato,
perchè sentivo quell'odore e soprattutto che cos'era
quell'odore, dove l'avevo
già sentito.
Un'altra ondata di ricordi confusi invase la mia testa.
Strani
esseri
nati da l'unione di due animali, militari che correvano, gente che
urlava,
ancora quella voce.
Stavolta sentii nitidamente che era una voce a me amica, e nella
direzione da
dove veniva c'era una persona che correva verso di me, con i tratti non
ben
definiti, come un ombra colorata che cercava di raggiungermi.
Muori!
Tornai subito alla realtà dopo che quell'urlo
rombò nei miei pensieri.
Chi mi voleva morto? Perché, che avevo fatto di male? Forse
riguardava qualcosa
della mia vita precedente?
L'odore si fece opprimente, non potevo più restare in quel
luogo, così riuscii
ad alzarmi e corsi via, ma quell'odore mi seguiva ovunque andassi senza
darmi
tregua.
Arrivai in una città, in una grande città, che
non mi ricordavo di avere mai
visto, ma in cui forse ero già stato visto che mi muovevo
per le strade
indisturbatamente, senza una meta precisa, eppure con la sensazione di
sapere
dove stavo andando.
La gente mi guardava strano forse per il semplice fatto che non avevo
vestiti
addosso, ma non mi curai di loro.
Camminando arrivai davanti ad un edificio immenso, il quale sulla
facciata
aveva appeso un grande stendardo con una specie di leone rampante
disegnato
sopra.
Qualcosa riaffiorò di nuovo.
Camminavo fra i corridoi di quell'edificio, la gente mi salutava e
qualcuno era
al mio fianco una persona alta e robusta...
Vidi un uomo affacciato ad una delle tante finestre di quella fabbrica.
Mi
guardava e sembrava al quanto sorpreso di vedermi. subito
rientrò dentro, ma
poco dopo eccolo riuscire dall'ingresso principale, scendere la
gradinata e
fermarsi all'ultimo scalino, guardandomi più incredulo di
prima.
iniziò ad avvicinarsi piano piano.
Lo conoscevo, lo avevo gia visto.
Mentre camminavo in quel corridoi, qualcuno mi mise la mano sulla
spalla e mi
fece voltare di scatto, sorridendomi e dicendomi:
-Finalmente sei tornato! Come è andato il viaggio, scoperto
qualcosa di nuovo?
Ma tanto lo scriverai nel tuo rapporto, non è vero...
Fullmetal?-
Fullmetal
-Fullmetal?-
Era davanti a me. Cosa significava "Fullmetal", perchè mi
chiamava
così?
La sua espressione da sorpresa si fece impaurita, e prima che avessi il
tempo
di rispondere fece un balzo indietro e iniziò a spararmi, mi
colpì tre volte,
ma rimasi in vita. Lo guardai interrogativo, perchè lo aveva
fatto?
-Tu... tu sei diventato un... un' homunculus!-
-Io... -
MUORI!!!
Scappai via più veloce che potevo. Quell'uomo... non mi
fidavo di lui.
MUORI MALEDETTO!!!
Iniziarono a seguirmi, lui e un gruppo di soldati inferociti, urlando
di
prendermi a tutti i costi.
Mi rifugiai sotto un ponte, trattenei il fiato per non farmi sentire,
sentivo i
loro passi sopra al mio nascondiglio.
-Dov' è andato?-
-Non si vede da nessuna pare!-
-Dannazione!-
-Ordini Colonello Mustang!-
Quel nome... Mustang... dove lo avevo già sentit...
Sempre nei guai Fullmetal! - Figurarsi se posso scontrarmi con un
bambino! -
Sei sicuro di volerlo fare? - Che ne dici di fermarti qui? -
Perchè non avete
richiesto la mia protezione? - Sei diventato un uomo...
Guarda che sono io che ti tengo in pugno... tieni nascosto il passato e
accetta
il titolo come se niente fosse mai accaduto... non farti
venire strane
idee...
Muori.
Ero io a ripetere quella parola, non qualcuno che la urlava a me. Era
rivolta a
lui, per tutto quello che mi aveva fatto passare, per tutto quello che
mi aveva
tenuto nascosto....
Tutto mi ritornò alla mente, il mio passato...
La trasmutazione di mia madre, la carica ad Alchimista di Stato, fuoco,
esplosioni, urla, lacrime... troppe lacrime, versate da vittime
innocenti.
L'odore di quelle lacrime mischiate al sangue, ecco cos'era quel fetore
che mi
accompagnava... l'odore della pietra filosofale. Ero io la pietra
filosofale,
per questo lo sentivo ovunque andassi.
Congiunsi le mani per creare un cerchio alchemico, e d'un tratto il
portale si
aprì davanti a me. Nell'oscurità che conteneva,
rividi quella persona che
correva verso di me e che urlava.
Fratellone! Aspettami, ti prego! Edward!!!
Il ponte sopra di me esplose. La gente vide riaffiorare dalle macerie
una
figura vestita di nero, con i capelli biondi e gli occhi dorati
nascosti dietro
degli occhiali scuri, che si muoveva enigmatica per uscire dalle rovine.
Una volta uscito, mi avviai verso la fine della città senza
farmi vedere e
iniziai questo mio viaggio.
Chi si oppone al mio cammino vene imprigionato dentro le tenebre e
fatto
soffocare fino alla morte, per alimentare il mio corpo. Non mi importa
niente
di loro.
Quello che mi preme è riavere tutto ciò che ho
perso, e vendicarmi di una vita
che non mi è mai piaciuta.
E anche se questo non fosse possibile, mi potrò
perlomeno vendicare di
quell'uomo, Roy Mustang, che ha contribuito in larga parte a rendere la
mia
vita un inferno, anche se non ci sono apparentemente motivi rilevanti.
L'unica mia certezza per fare tutto ciò, è che
ormai Edward Elric appartiene al
passato.
Io ora sono Revenge, la vendetta.
È questo il mio solo obbiettivo.
Piaciuta? Spero di si! il seguito ci sarà presto! Chi
avrà creato Revenge? E
perchè?
Mah..................