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Autore: Light and Darkness    06/06/2007    3 recensioni
La storia di un giovane alchimista di stato condannato a morte e successivamente rinato come homunculus,diverso da tutti gli altri. Come in vita sa usare l'alchimia, per trasmutare la sua spada e trasformarla in un ala tagliente e affilata. Mosso dal sentimento di vendetta e di amore, riuscirà a tornare umano ?
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un pò tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Prologo.

Il mio nome è Arcangel Pain, anche se molti mi conoscono come:Winged alchemist. Non ho una madre, non ho un padre. La persona che mi ha cresciuto che potrebbe essere mio padre e il further dell'esercito.

Sono stato un alchimista di stato per l'esercito, per buona parte della mia adolescenza. Non ho ricordi prima degli otto anni ed ora all'età di diciassette appena compiuti,ho fatto una scoperta incredibile, anche se io oserei dire orribile; il further, quello che ho sempre considerato un padre, in realtà è un homunculus.

L'ho scoperto solo ieri, quando ho visto il marchio del serpente Uroboro al posto della pupilla di quell'uomo, mi si è gelato il sangue nelle vene. Pochi minuti dopo sono stato arrestato, con l'accusa di essere una spia di Ishibal.

Ora mi trovo nella mia cella sorvegliato da due guardie che si assicurino che io non usi l'alchimia per fuggire.

Sento il rumore di passi distanti che si avvicinano sempre più alla mia cella, li distinguo sono di una, no due persone.Il ritmo cadenzato, inesorabile di questi passi mi rimbomba nelle orecchie e nella mente.

Attraverso le sbarre vedo due figure contro luce, una molto alta e quasi del tutto priva di capelli se non fosse per un ciuffetto biondo che sporge sul davanti , la seconda più bassa dai capelli neri, tutte e due vestono le uniformi dell'esercito.

“Apri la cella.” dice la più bassa alla guardia, la quale estrae dalla tasca un mazzo di chiavi che tintinna mentre le mandate della serratura scattano.

“Salve capitano Pain.”soggiunge Mustang.

“Salve colonnello. Armstrong.” gli rispondo io senza dargli troppo peso e salutando anche la figura più alta a fianco.

“Abbiamo l'ordine di scortarla sino al cortile dove ..... Beh lo sa.” lentamente mi alzo dalla branda e assieme ai miei due accompagnatori percorriamo i corridoi nel più assoluto silenzio.

In quegli istanti i miei pensieri vanno a Rose: una ragazza di un anno più giovane di me, con la quale ho convissuto dei bei momenti, inutile dire che ci amiamo.

Nel cortile il plotone d'esecuzione è pronto, Mustang mi conduce difronte hai soldati che tengono i fucili con le canne in alto.

Mentre quelli attendono che che io mi presenti difronte a loro, la mia mente è distante, essa vola, pensa a Rose e da lei non si distoglie neanche un secondo mentre compio l'ultimo passo, poi il further da il segnale di puntare le armi, il suo volto si contorce in una smorfia che pare un sorriso.

“Maledetto homunculus. Rose perdonami.” il segnale viene dato e l'ultima cosa che sento sono i proiettili che mi trapassano il corpo che cade a terra esangue e la pioggia che bagna il mio volto.

Poi di colpo tutto buio, poi i nuovo la luce davanti a me un enorme portale aperto, con decine di occhi che scrutano con le pupille violacee, di colpo il portale viene verso di me, io mi volto. Scappo, o almeno ci provo. Mi inghiotte, poi di nuovo buio, poi un lampo enorme una luce......

1.Il risveglio

Una enorme vasca di contenimento conteneva il corpo di Arcangel Pain, immerso in un fluido bluastro azzurro nel quale egli respirava senza problemi.

Era privo di sensi, ma un monitor segnalava che le sue funzioni vitali erano ottimali e stabili. Una figura apri la porta del laboratorio e schiaccio un pulsante, lentamente la vasca si svuotò mentre la figura usciva dal quel luogo in rovina.

Lentamente il ragazzo riprese coscienza, la testa gli doleva molto.

“Dove sono ?” pensò il ragazzo, non ricordava nulla di ciò che gli era accaduto, sotto i suoi piedi era disegnato un grosso disegno inciso nel pavimento.

“Un circolo alchemico, ma come ..?”si ricordava dell'alchimia, ma non da chi o come l'avesse appressa.

Su un tavolo malconcio Arcangel trovò dei vestiti puliti che indossò subito, erano dell'esatta sua taglia.

“Sembra che qualcuno gli abbia messi qui apposta per me.” pensò mentre li indossava scostandoli fece cadere qualcosa che era racchiuso in un fodero lungo di stoffa.

Arcangel lo tolse a rivelare una spada.

“Una katana.” disse lui sorpeso, anche se quello strumento gli era famigliare alquanto.

Lentamente Arcangel mosse qualche passo verso la porta che vedeva chiaramente essere aperta rischiarata dalla luce della luna. L'attraversò.

Una volta fuori un corridoio di macerie lo accoglieva, svoltò a destra, percorse diverse decine di metri guidato dalla tenue luce che filtrava dalle poche finestre rimaste sulle pareti.

Dopo diversi minuti di cammino interrotto Arcangel trovò una porta che conduceva fuori da quel lugubre e fatiscente posto.

“Ma che razza di posto è questo ? Non ricordo nulla, fuorché il mio nome.” questi pensieri trascinarono la mente del ragazzo sino fuori quell'edificio.

L'aria fresca che gli entro nei polmoni gli sembro quasi cosa nuova una volta uscito di li, vento che della sera gli passava leggero sul volto.

“Cosa posso fare ora ? Dove andrò ?” queste domande tormentavano Arcangel sino alla nausea, quasi fossero dei martelli che picchiavano forte dentro la sua testa.

Ad un tratto Arcangel sentii un movimento a pochi passi da lui, fece in tempo a voltarsi per contemplare il volto di una donna sensuale e di bellezza rara . I lunghi capelli neri scendevano sulle spalle di lei che lo fissavano con occhi violacei tranquilli che trascinavano dentro una punta di malizia.

Quella allungo un mano verso di Arcangel e le unghie della donna si allungarono sino a trafiggerlo.

Nella frazione di un istante il ragazzo era a terra, quasi come morto.

“Non avrai esagerato Lust ? Beh se non altro almeno ora ho qualcosa da mangiare.” soggiunse Gluttony,un essere basso e tarchiato con il volto poco umano. Avvicinandosi al corpo di Arcangel.

“Non eri affamato ? E poi quella persona ci ha chiesto di eliminare tutte le persone ancora vive qui.” rispose lei.

“Bene Finalmente si mangia.”Lust si girò sapeva che vedere Gluttony mangiare non era gradevole, poi un sordo rumore di qualcosa di pesante che cade a terra.

Lust si girò, vide Gluttony steso a terra privo di sensi, il ragazzo che aveva trafitto poco prima era in piedi di fronte a lei con la katana sguainata e pronta a colpire.

“Ma come ? Tu non puoi essere vivo io ti ho colpito a morte.” soggiunse Lust con fare riflessivo.

Arcangel fu rapido come un fulmine, Lust non ebbe tempo di puntargli contro le sue unghie che lui le aveva già bloccato le mani.

“Ora capisco ragazzo, tu sei un homunculus come noi, ecco perché non sei morto.”

“Cosa vuoi dire con questo donna ? ” la voce di Arcangel era colma di domande dubbi, ma soprattutto rancore, un rancore immotivato, vicino e distante allo stesso tempo.

“Donna ? He he. Forse un tempo lo sono stata, ma ora.....” Lust non completò la frase.

Gluttony nel frattempo si era rialzato, e stava per colpire Arcangel quando lui si accorse di quello e lasciò Lust.

Il ragazzo saltò di lato e si mise la katana sul braccio, dopo di che batte le mani in un gesto automatico,neache lui sapeva il perché. La trasmutazione avveni in maniera immediata, la spada si fisso sul braccio di Arcangel facendolo diventare di metallo, poi la parte metallica proseguiva sino alla spalla, da li prendeva forma una ala segmentata da sette lame di katana taglienti e affiliate che risplendevano ala luce della luna.

“Sai usare l'alchimia vedo ?”

“Lust credo che dovremmo portarlo da quella persona.”

“Quella persona ? Di chi stai parlando mostriciattolo ?” Arcangel era furioso.

“Noi non possiamo fare il suo nome, ma forse può darti le rispose che cerchi se verrai con noi.” disse Lust la sua voce era sciolta tranquilla, quasi innaturale.

“Uhm questa persona di cui parlano, deve sapere molto su di loro e perché no forse anche su di me.” pensò Arcangel.

“Va bene, verrò con voi, ma non aspettatevi fiducia. Io non vi conosco. Anzi a dire la verità io non so neanche cosa siate. Io avevo colpito il tuo amichetto a morte, come è possibile che viva ancora? E soprattutto come e possibile che io si ancora in vita dopo il colpo che mi hai inflitto ?” le domande del ragazzo erano legittime.

“Perché non siamo umani, siamo homunculus. Umani morti trasmutati con l'alchimia.” Arcangel sentiva che le parole di Lust erano famigliari ma non ricordava ne dove ne quando le aveva sentite la prima volta, anche se sentiva degli spiragli aprirsi nella sua mente.

“Quindi io sono morto, ma come ? Quando ? Perché ? ” altre domande salivano alla mente di Arcangel senza trovare risposte.

“Non puoi ricordarlo, nessun homunculus può. Ma forse se vieni con noi potresti ritornare umano.” disse Lust suadente sorridendogli vagamente.

“Bene allora. Muoviamoci.” disse Arcangel, poi i tre si incamminarono.

“Sentite posso chiedervi almeno il vostro nome ?” chiese Il ragazzo che voleva sapere chi erano i suoi due strani accompagnatori.

“Il mio è Lust e questo è Gluttony. Anche se questi nomi ce l'ha dati quella persona.” disse lei quasi cinica.

“Beh non penso che tu invece ne abbia uno ” riprese Lust.

“Veramente, io un nome ce l'ho è Arcangel.” disse lui in risposta.

“Lust muoviamoci ho tanta fame.” disse Gluttony.

Poco dopo i tre salirono su una carrozza che lentamente sfreccio nella notte sotto il cielo stellato.

  
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