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Autore: _aphrodite    19/11/2012    1 recensioni
...Erano passati otto lunghi anni, otto anni in cui non si era scordata quella promessa che aveva fatto, otto anni dove il suo mondo era cambiato varie volte, dove le difficoltà erano all’ordine del giorno, dove la felicità andava e veniva, ma l’amore, l’amore era rimasto solo quello....
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Joe Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La neve scendeva lenta su New York City, sembrava una leggera cascata di zucchero a velo che ricopriva dolcemente qualunque cosa toccasse e proprio qui, in questa città, nella grande mela, una giovane ragazza si ritrovava a correre per le varie strade, cercando di raggiungere RockeFeller Center.
Erano passati otto lunghi anni, otto anni in cui non si era scordata quella promessa che aveva fatto, otto anni dove il suo mondo era cambiato varie volte, dove le difficoltà erano all’ordine del giorno, dove la felicità andava e veniva, ma l’amore, l’amore era rimasto solo quello.
Ancora due strade, due angoli, due incroci e poi sarebbe stata lì, lì sotto quel grande albero, lì vicino a quella pista di ghiaccio dove si erano conosciuti, lì dove con la sua solita goffaggine l’aveva conosciuto, lì dove il suo cuore aveva spiccato il volo e non era più tornato, lì dove tutto ebbe inizio.
Si ricordava ancora del suo viso, dei suoi capelli che erano strani, del suo sorriso, delle sue mani e di quella luce che rispendeva nei suoi occhi color nocciola; le era bastato vedere quella luce per innamorarsene, le era bastato il suo sorriso per sentirsi protetta, le era bastato stringere la sua mano per sentirsi completa e in quei lunghi otto anni, nessuno non le aveva mai fatto risentire quelle stesse sensazioni.



Ricordava ancora come se fosse ieri quel momento, quell’unico giorno, quell’unico pomeriggio dove si fosse sentita viva; stava urlando alla madre, correndo all’indietro, senza rendersi conto che di lì a poco sarebbe finita addosso ad un ragazzino, che il destino avrebbe scelto la sua strada in quel preciso istante e 1…2…3
Un leggero tonfo, attutito dalla candida neve, si sentì attorno a due giovani ragazzini, lei era finita addosso a qualcuno, così si alzò velocemente scusandosi con quello sguardo da bambina spaesata e lui, stava quasi per prendersela, ma quando incontrò gli occhioni verdi con quelle leggere lentiggini sulle gote, aveva frenato il suo istinto omicida e le aveva sorriso dolcemente.
«Ti va una cioccolata calda?» le chiese, quelle perle smeraldino brillarono ancora più intensamente «Dovresti essere arrabbiato con me» il ragazzino fece spallucce, per poi sorriderle «Allora?» lei si volse verso la madre, la vide concentrata con sua sorella più piccola sulla pista di ghiaccio, allora tornò a guardare quel ragazzino che le porgeva la mano e lei la prese. Durante la cioccolata calda, si sporcarono a vicenda il viso, ridendo e scherzando spensierati, si raccontarono i propri sogni, pattinarono, si rincorsero, fino a quando era il momento di dirsi addio e lì quel ragazzino dall’aria da bambino «Se è destino tra otto anni ci rincontreremo proprio qui» con quell’aria sicura, con quell’espressione seria, per poi correre verso la sua famiglia e lanciarle un ultimo caldo sorriso.




Dall’ora aveva contato i giorni, i mesi, gli anni, aveva sperato che pure lui se ne ricordasse, sapeva che era riuscito ad esaudire il suo sogno, rispetto a lei che invece non c’era riuscita, sapeva quanto il suo nome fosse sulla bocca di tutti, sapeva com’era facile ora riconoscerlo e quanto lui non avesse problemi in ciò.
Finalmente era arrivata, lì sotto il grande albero, vicino alla pista di ghiaccio, ma di lui non c’era traccia, di lui non vedeva ancora niente, sospirò, d’allora i capelli le erano cresciuti, erano rossi, mossi, una piccola criniera ribelle. Il corso di danza che aveva frequentato l’aveva aiutata a slanciare il fisico e i suoi occhi erano l’unica cosa rimasta identica nel corso degli anni.
Mentre riprendeva fiato dalla corsa che aveva fatto, si guardava in giro, cercava con lo sguardo quella figura che aveva visto tante volte alla televisione o su qualche rivista che leggeva nella pausa pranzo e quando sembrava che ormai si fosse rassegnata, che in realtà non l’avrebbe mai incontrato, ecco che i suoi occhi caddero sulla sua figura.
Il piumino blu, la cuffia grigia, quella barbetta incolta che lo rendeva ancora più maturo della sua età e quel passo cadenzante che aveva; si era lui, non c’era nessun altra spiegazione, lo sentiva dal suo cuore e da come martellava, provava ancora quella sensazione, quella stessa sensazione che l’aveva sopraffatta al loro primo ed unico incontro.
Lui se n’era ricordato.
Notò una lieve folla di ragazzine avvicinarsi, lo stesso sorriso che aveva fatto a lei, ora era rivolto a quelle figure, decise allora di incamminarsi, non era troppo distante, rimase per un po’ in disparte, aspettando che finisse con tutte autografi e foto, quattro chiacchiere, qualche battuta e poi tornò ad essere da solo.
Fu in quel momento che si accorse che in lui c’era qualcosa di diverso, sembrava quasi spento, quando poi lui posò lo sguardo su di lei «Vuoi anche tu un autografo?» facendole un sorriso, che da lontano poteva sembrare lo stesso che le aveva rivolto anni prima, ma in realtà era così finto e tirato che quasi ti sembrava che fosse depresso.
Lei si morse il labbro inferiore, scuotendo la testa «Ah, allora potresti per favore smetterla di fissarmi?» lei rimase sorpresa da quelle parole, mosse le palpebre scettica «Come?» la sua voce sembra quasi un singhiozzo strozzato «Non fissarmi mi mette ansia, che so guarda qualcun altro» «Non dovresti esserci abituato?» «Non ci si abitua realmente mai» rimasero in silenzio, lui non l’aveva riconosciuta, normale, lei aveva potuto vederlo, mentre lui no, eppure dopo tutto quel tempo quasi le era passata la voglia di passarci del tempo assieme, solo a notare quelle differenze.
Così si mosse su quella leggera neve, ma la sua goffaggine, la fece scivolare, rischiando di cadere per terra e sbattere la testa, ma qualcuno l’afferrò al volo, occhi smeraldini che incontrano due occhi nocciola e lì, eccolo quel sorriso, il suo sorriso, quello riservato a lei «Cioccolata calda allora? Almeno mi fissi per una ragione» lei boccheggiò appena, per poi stringersi al suo collo, chiudere gli occhi e fare finta che tutto quel tempo ne era valso la pena «Potevi dirmelo» mentre le accarezzava i capelli, stringendola al petto «Poteva essere che eri qui per un giro e basta» lui la spostò lievemente, per farle una carezza sul naso «Non mi sono scordato Natalie» per poi prenderla per mano e avviarsi a quello stesso chiosco dove anni prima avevano preso la loro cioccolata insieme.




***

Well Well, mi è venuta in mente proprio mentre stavo scrivendo per aggiornare le due long fiction e ho pensato di scriverla, tanto è un modo per rilassarmi quando ho del tempo libero.
Spero che vi piaccia, Aphrodite.
  
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