Anime & Manga > Suzumiya Haruhi no yūutsu
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Autore: DistantJohn    19/11/2012    0 recensioni
Se Kyon, invece di un ragazzo cinico, fosse stato una ragazza simil-tsundere? E se Haruhi, invece di essere una bellissima e atletica ragazza iperattiva con tanta voglia di fare, fosse stata un ragazzo palestrato pieno di sé, obiettivo di ogni ragazza della scuola? Ce lo racconta una fiction sfornata in mille pagine di discussione sull'animesuki, ora completamente in italiano!
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Gender Bender
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Sembra che le mie orribili premonizioni diventarono realtà.
Dopo le lezioni, Haruki non scomparve come suo solito. Questa volta, mi sollevò come se non pesassi per nulla, mi sistemò sopra la sua spalla e mi trasportò oltre i corridoi, sopra alle scale, per tutta la scuola fino a che non arrivammo di fronte alla porta che dà sul tetto. Il tutto mentre urlavo e scalciavo.
Di certo non intendevo questo quando dicevo che volevo che un principe mi portasse via. Non voglio nemmeno pensare a cosa abbia pensato il resto della classe di fronte a quella visione.
La porta è solitamente chiusa, e in questi giorni le scale oltre il quarto piano erano utilizzate come magazzino, probabilmente dal Club di Arte. Tele enormi, cavalletti rotti, statue di dei della guerra con diverse parti spezzate e un'intera infinità di cose inutili accatastate quaggiù, rendendo ciò che dovrebbe essere uno spazio stretto ancora più stretto.
Per qual motivo trascinarmi in un posto come questo? Non sono mica un'aliena! Mettimi giù!
Lo fece.
«Aiutami.»
...Haruki disse serio, appoggiando entrambe le mani sulle mie spalle, guardandomi dritto negli occhi. E sovrastandomi, ovviamente.
Grandioso, ora sto arrossendo.
«Aiutarti con che cosa?»
«Aiutarmi a fondare il mio nuovo club!»
«Perché dovrei aiutarti a farlo?»
«Innanzitutto devo trovare un'aula, e di trovare dei membri. Invece tu occupati della documentazione per la segreteria.»
Non mi stava nemmeno ascoltando!
Mi divincolai dalla presa di Haruki.
«E cosa dovrebbe fare esattamente questo club?»
«E cosa importa? L'importante è fondarlo!»
Non credo che la scuola ti lascerà fondare un club senza nemmeno un obiettivo, Haruki.
«Hai capito? Scopri cosa bisogna fare entro la fine delle lezioni, io troverò l'aula! Intesi?>
Neanche per sogno, lasciami in pace!
...fu quello che pensai, ma se avessi provato a dirlo ad alta voce, mi avrebbe probabilmente fatto qualcosa di terribile. Mentre cercavo di mettere assieme una frase credibile per rifiutare, Haruki stava già correndo giù per le scale, lasciandomi sola in piedi in cima ad una scala polverosa.
«...ma non ho ancora accettato...»
Nulla. Spiegare le mie ragioni a un mezzo busto di gesso non sarebbe servito quindi mi trascinai indietro fino alla mia aula, pensando a come spiegare tutto questo ai miei curiosi compagni.

Ecco le clausole per la creazione di un "circolo amatoriale".
Devono esserci almeno cinque membri. È necessario designare un referente all'interno del corpo docenti, un nome per il club, un responsabile, un programma per le attività, nonché essere riconosciuti dal comitato direttivo dei club dell'associazione studentesca. Le attività devono essere idonee a condurre una vita scolastica creativa ed energica. In base alle attività e ai conseguimenti raggiunti dall'inaugurazione, può essere avanzata al comitato direttivo una proposta di avanzamento a "gruppo di ricerca". Inoltre, finché rimane un circolo amatoriale, il club non potrà beneficiare della ripartizione dei fondi scolastici.
Non servì nemmeno cercarli, perché erano scritti sul retro del libretto scolastico.
La richiesta di membri non era un problema; avremmo potuto prendere chiunque per formare il numero richiesto. E non sarebbe stato troppo difficile trovare un docente disposto a sostenerci. Per il nome sarebbe bastato qualcosa di inoffensivo... E il responsabile? Sicuramente l'avrebbe fatto Haruki.
Ma avrei potuto scommettere che le nostre attività non sarebbero rimaste entro le restrizioni del regolamento.
Non che importasse qualcosa. Haruki non era il tipo da preoccuparsi di cose come "regole".

Come la campanella suonò per segnalare la fine delle lezioni, Haruki mostrò nuovamente la sua orribile forza da orco, sollevandomi e appoggiandomi sulla sua spalla per poi portarmi via di peso. Riuscì a malapena a prendere la mia borsa prima di uscire.
«Dove diavolo stiamo andando?» gli urlai nell'orecchio, perché questo è ciò che avrebbe fatto una persona normale. O perlomeno quello era il primo motivo, la seconda ragione era dovuta al panico di dover subire un secondo rapimento nella stessa giornata.
«Nell'aula del club!» fu la sua breve risposta, per poi spingere via alcuni alunni che camminavano tranquilli e riaffondare nel silenzio.
Attraversammo il corridoio e scendemmo le scale fino al piano terra, per poi rientrare in un altro edificio e salire altre scale. Infine Haruki si fermò nel mezzo di un corridoio male illuminato, e mi lasciò andare.
Davanti a noi c'era una porta. Club di Letteratura, diceva la placca sopra la porta.
«Eccoci qua!»
Senza nemmeno bussare, Haruki aprì la porta ed entrò senza pensarci troppo. Riluttante, lo seguì.
La stanza era sorprendentemente grande, forse perché le uniche cose al suo interno erano un lungo tavolo, qualche sedia pieghevole e una libreria. Piccole crepe sul soffitto annunciavano lo stato di decadimento dell'edificio.
E seduto immobile su una delle sedie di metallo, come se fosse parte dell'arredamento, c'era uno studente che leggeva un voluminoso libro cartonato.
«Da questo giorno, la stanza è nostra!» dichiarò solennemente Haruki con le braccia conserte. Sul suo viso c'era quel fiero, energetico sorriso. Se solo lo avesse mostrato un po' più spesso...
Ovviamente, non lo avrei mai detto ad alta voce.
«Aspetta un momento. Dove ci troviamo?»
«Siamo nell'edificio dei club culturali! Sai che il club delle belle arti e quello musicale hanno una loro aula, no? Bene, i club che non hanno bisogno di aule speciali trovano spazio qui. Viene chiamato il Vecchio Edificio. E quest'aula in particolare appartiene al Club di Letteratura!»
Se l'era imparato tutto a memoria?
«E allora, che mi dici del Club di Letteratura?»
Haruki gesticolò facendo ondeggiare la mano. «Dopo che tutti gli studenti del terzo anno si sono diplomati, il club non ha più membri. Se quest'anno non si unisce nessuno, il club verrà cancellato.»
E quel tizio nell'angolo?
«È l'unico membro iscritto. È del primo anno, come noi.»
«Quindi il club non è stato ancora cancellato!»
«Ma è prossimo alla cancellazione, giusto? Perché con un solo membro è come se non ne avessero, sai?»
Tu... Stupido! Ora invaderemo le aule delle altre persone?
Guardai verso il neo iscritto a letteratura. Aveva i capelli corti e portava gli occhiali, e fino ad ora non aveva alzato lo sguardo da quel libro una sola volta. Oltre all'impercettibile movimento delle dita che voltavano pagina, rimaneva del tutto fermo, e ci ignorava completamente. Ecco, un altro tipo strano...
«Che ne sarà di lui?» chiesi sottovoce ad Haruki.
«Ha detto che gli va bene.»
«Davvero?»
«Gliel'ho chiesto durante la pausa pranzo. Gli ho detto che dovevo prendere in prestito l'aula, e lui ha detto di fare con comodo, finché può leggere i suoi libri in pace. Sembra un po' strano, eh?»
Senti chi parla, Haruki! Diedi un altro sguardo all'aula di letteratura.
Era pallido e inespressivo. Le sue dita avevano movimenti meccanici. Gli occhiali spessi riflettevano la luce del sole, nascondendo i suoi occhi. Mi faceva venire voglia di toglierli per guardarlo meglio. Sembrava davvero una bambola vivente.
Come se avesse notato che lo stavo fissando, sollevò improvvisamente la testa e si aggiustò gli occhiali con un dito. I suoi occhi scuri mi fissarono attraverso le pesanti lenti; il suo viso non mostrava alcuna espressione. Era completamente diverso da Haruki, il quale indossava le proprie emozioni come un cappotto. Questo ragazzo invece aveva una faccia da poker permanente.
Faceva un po' paura, in realtà.
«Yuuki Nagato.»
Con quel tono di voce, chiunque avrebbe potuto dimenticarlo nel giro di tre secondi dopo averlo sentito. Mi guardò per qualche secondo, poi, come se avesse perso l'interesse, tornò al suo libro.
«Dimmi, Nagato-kun.» iniziai, esitando. «Haruki ha intenzione di usare quest'aula per un fantomatico club. Per te va davvero bene?»
«Sì.»
I suoi occhi non mollarono quel libro nemmeno una volta.
«Ma, uhm, potrebbe causarti dei problemi.»
«Non importa.»
«Potresti addirittura venir cacciato, sai?»
«Come preferite.»
Apprezzai la risposta pronta, ma le sue parole erano totalmente monocordi. Credo che in ogni caso non gli importasse veramente, fino a che poteva avere il suo libro.
«Bene, allora è deciso!» Haruki mi interruppe sorridendo. Sembrava iperattivo; ebbi una brutta sensazione. Quanto caffè hai bevuto oggi, Haruki?
«Da questo momento in poi, ci incontreremo qui dopo le lezioni. Vedi di presentarti, altrimenti saranno guai!»
Lo disse con un sorriso abbagliante come la Luna crescente. Riluttante, annuì.
Non volevo sapere quali piani contorti aveva in serbo per me se non mi fossi presentata.

Il giorno successivo, dopo scuola, dovetti rifiutare a malincuore la proposta di Taniguchi e Kunikida di tornare a casa assieme. Se non altro, potei evitare i commenti maligni di Taniguchi sul mio aspetto. Mi avviai con passo pesante verso l'aula del club.
Haruki mi aveva già detto «tu vai per prima!» per poi schizzare fuori dalla stanza con una velocità che mi ricordò perché i club desideravano tanto la sua adesione. È così veloce... Che si fosse messo i razzi ai piedi? Era su di giri perché stava andando a cercare membri per il gruppo? O perché ora era un passo più vicino ad incontrare degli alieni?
Borsa su una spalla, passo lento e sconsolato, sguardo stanco. Mi diressi verso il Club di Letteratura, ringraziando il cielo che questa volta non dovetti affrontare un altro rapimento.

Yuuki Nagato era già nella stanza quando entrai. Era nella stessa posizione del giorno prima, e allo stesso modo, ignorava la mia presenza, con la testa china sul libro. So che questo è il club di letteratura, ma non faceva nulla oltre a leggere?
Silenzio.
«...cosa stai leggendo?» chiesi, non potendo più sopportare quel silenzio. Invece di rispondere, Nagato alzò il libro in modo che potessi leggere la copertina. Dei termini in katakana in stile gotico troneggiavano in maniera soporifera. Sembrava qualche romanzo fantasy, di quelli che legge sempre mio padre.
«È interessante?»
Si sistemo gli occhiali, e con lo stesso tono monotono rispose: «Unico.»
«...quale parte?»
«Tutto quanto.»
«...ti piacciono proprio i libri, eh?»
«Relativamente.»
«Davvero...?»
«...»
Silenzio. Di nuovo.
Ora posso andare a casa?
Nel momento in cui appoggiai la borsa sul tavolo e mi presi una sedia, la porta si spalancò. Mi correggo: era stata aperta a calci.
«Ehilà!» salutò Haruki sorridendo, marciando oltre la porta e salutando vistosamente me e Nagato. «Scusate per il ritardo, ma mi ci è voluto un po' per acciuffarlo!» Con un braccio ci stava salutando, ma con l'altro teneva stretto il polso di qualcuno. Al posto mio, aveva rapito qualcun altro!
Clack! Haruki chiuse a chiave la porta, e sentendo quel suono, la minuta figura tremò di paura.
Era un altro ragazzo.
Ed era anche incredibilmente carino.
Era magro e basso, sembrava più uno studente di scuola media che si traveste da ragazzo delle superiori. I suoi capelli castani erano mossi e gli davano un'aria da bimbo, e i suoi grandi occhi da cucciolo da cane bastonato chiedevano silenziosamente aiuto.
Questo era il candidato scelto da Haruki?
«C-cosa stai facendo?» tremò il ragazzino. «D-dove mi trovo? Perché mi hai portato qui? P-perché hai chiuso la porta? Che-»
«Silenzio.»
Il ragazzo si bloccò di scatto, di fronte alla voce imperante di Haruki. Si lasciò sfuggire qualche flebile lamento quando Haruki gli si avvicinò e gli appoggiò amichevolmente il braccio sulle spalle. Con un raggiante sorriso Haruki esclamò: «Ve lo presento: il suo nome è Mitsuuru Asahina!»
...
...quella era tutta l'introduzione?
La stanza piombò nuovamente nel silenzio. Haruki aveva la faccia soddisfatta di chi aveva fatto il suo dovere; Nagato, come al solito, continuò a leggere come se nulla fosse successo, e il ragazzo misterioso, Mitsuuru Asahina, sembrava stesse per piangere. Siccome sembrava che nessuno avrebbe detto nulla, decisi di rompere il silenzio io stessa.
«Da dove l'hai rapito?»
«Non l'ho rapito! L'ho solo costretto a venire con me!»
È la stessa cosa!
«L'ho visto bighellonare in un'aula del secondo anno. Perlustro l'intera scuola durante gli intervalli, lo avevo già notato prima. È perfetto per i nostri piani!»
Piani? Quali piani? Aspetta, quindi è questo quello che facevi tra una lezione e l'altra. Più importante, però...
«...vuol dire che lui è un anno più grande!»
Anche se decisamente non lo sembra... ma non sono nella posizione per parlare.
«...e allora?»
Gli gettai un'occhiata, e vidi la sua incredulità. Non ditemi che Haruki davvero non ci vedeva nulla di male in ciò che aveva fatto. Deve essersi nascosto dietro la porta il giorno in cui distribuirono i cervelli.
«Ahh, non fa niente... uhm, Asahina-senpai, giusto? Perché avremmo bisogno di lui per il tuo club?»
«Be', guardalo!» Haruki gli diede un colpetto, e lui inciampò verso di me. Feci d'istinto un passo indietro, e Asahina-senpai si aggrappò all'angolo del tavolo per non cadere.
«Vedi quanto è debole?» Haruki dichiarò. «Vedi come potrebbe essere sconfitto facilmente? Ha bisogno di un po' di fegato! Fegato e coraggio! Se possiedi queste caratteristiche, non sarai mai battuto, ma se ti mancano, non combinerai mai nulla! Non saresti degno di essere chiamato un uomo!»
Questo è piuttosto crudele, Haruki.
Haruki afferrò l'aria con un pugno. «Perciò, questa sarà la prima missione del club! Trasformare questo scarso, debole non-uomo in un uomo invidiato da tutti! Un uomo tra gli uomini!»
Il mio pensiero, inizialmente, fu che Haruki era andato a tal punto oltre il fondo che sarebbe riemerso dalla parte opposta. Anche se era vero che probabilmente Asahina era il ragazzo meno mascolino che avessi mai visto, avrebbe comunque potuto avere successo con molte ragazze. E in ogni caso non era completamente fuori di testa come qualcun altro di cui non faccio il nome.
«Ehi, questo è troppo!»
Asahina era riuscito a rimettersi in piedi, a girarsi e a mettersi di fronte ad Haruki. «Anche io sono un uomo!» disse alzando la voce.
«Oh? Davvero?» Haruki appoggiò di nuovo le mani sulle sue spalle. Sembrava davvero un pericoloso rapitore, in quel momento. «Quanto uomo sei, veramente?»
I suoi occhi sembravano spaventosi. Oh no, scappa, Asahina-senpai!
Le sue mani si mossero velocemente in basso su Asahina-senpai, verso...
Oh. Oh mio dio.
Non so chi avesse urlato per primo, mi piace pensare che fu Asahina. Sarebbe stato molto meno imbarazzante per me. Questa volta, Haruki era davvero andato troppo oltre.
«Fermati subito!» urlai, cercando di separarli. «Cosa diavolo pensi di fare? Queste sono molestie sessuali!» Vuoi venire denunciato?
«Bene bene... Chi l'avrebbe detto?» Haruki rise senza alcuna vergogna. «È davvero un uomo, dopotutto! Vuoi controllare?»
Divenni all'istante color rosso cremisi. «Cosa? No!»
Haruki lasciò finalmente andare Asahina, il quale cadde a terra sulle sue ginocchia. E dopo tutto quanto Nagato non si era ancora mosso.
«Capisci cosa intendo dire, vero? Se riusciamo a trasformare qualcuno come lui nell'incarnazione dello spirito mascolino, la forza della nostra causa sarebbe stata provata a tutti! Tutto questo è, ovviamente, parte del mio piano.»
Questo tuo piano sembra pericoloso, una di quelle cose con le quali una persona sana di mente non vorrebbe avere nulla a che fare.
«È per questo che l'hai rapito? Per renderlo più uomo?»
Asahina mi guardò con occhi pieni di lacrime. Spera che io possa salvarlo?
«Be', in realtà pensavo anche di usarlo per farci pubblicità. Qualcosa come… Una mascotte! Qualcosa del genere.»
...è ufficiale. L'idiozia di Haruki ha finalmente sorpassato l'idiozia di tutti i più stupidi idioti di questo mondo. Ora può ufficialmente unirsi allo show de "I Più Pericolosi Idioti di Sempre".
«Mitsuuru-kun! Ti sei già unito ad un club?» chiese Haruki.
«Uh... Sono nel Club di Economia...»
«Abbandonalo! Non è abbastanza da uomini. E poi, interferirebbe con le nostre attività.»
Non sei decisamente troppo egoista a questo punto?
Asahina-senpai sembrava una vera vittima. Aveva lo sguardo di un condannato a morte a cui viene chiesto se, come veleno, preferirebbe bere cianuro o stricnina. Poi posò nuovamente lo sguardo su di me, cercando di mettere a fuoco con quei suoi occhioni da cucciolo, pregandomi di essere salvato. Poi sembrò sorpreso di vedere Nagato, forse lo aveva notato solo adesso.
«Oh... Capisco...» sussurrò a sé stesso, con una voce così leggera da sembrare il canto di una libellula, fissando lo studente seduto nell'angolo. «Ho capito...»
Uh, cosa hai capito?
«Abbandonerò economia, ed entrerò in questo club...» continuò, con lo stesso tono.
Eh?
Esitò. «Ma non so tanto bene di cosa si occupa il Club di Letteratura...
«Oh, non preoccuparti di questo. Non siamo un Club di Letteratura,» spiegò Haruki, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Vedendo Asahina-senpai così confuso, mi intromisi nella conversazione per mettere le cose in chiaro.
«Stiamo solo prendendo in prestito quest'aula per un po'. Il club nel quale sei appena stato costretto ad unirti è in realtà un'organizzazione senza nome, con Haruki come responsabile, che parteciperà ad attività sconosciute.»
«...cosa?»
«In effetti, quel ragazzo laggiù è attualmente l'unico membro del vero Club di Letteratura.»
«Oh...»
«Asahina-senpai sbatté le palpebre con stupore, labbra semiaperte, senza parole. Non potevo biasimarlo.
«Non vi preoccupate!» esordì Haruki, con l'espressione di chi non doveva preoccuparsi di alcuna responsabilità. Diede una pacca sulla spalla di Asahina-senpai. «Ho appena trovato un nome! È la parte più importante nella formazione di un club!»
Credevo che la parte più importante fosse reclutare membri... Oh, ma chi se ne importa.
Fissai Haruki.
«Okay,» dissi con il tono di chi si è arreso, «sentiamolo.»
Non importava cosa avessi detto, perché Haruki ce lo avrebbe rivelato comunque. Prese un respiro profondo, in preparazione all'importante momento della rivelazione del suo Grande Ingegno.

Attenzione tutti quanti! Il nome del nostro novello club è stato deciso. Nessuna modifica è stata effettuata; questo era puramente frutto della mente deragliata di Haruki.
La Brigata SOS!
La Brigata per Sollazzare Oltremisura il mondo di Haruki Suzumiya. Che abbreviato diventava Brigata SOS.
Ora potete liberamente ridere.
Io ero rimasta fin troppo di stucco per fare una cosa come ridere.
Probabilmente vi starete chiedendo perché si chiama "Brigata". Tecnicamente, dovrebbe essere "Circolo Amatoriale per Sollazzare Oltremisura il mondo di Haruki Suzumiya". Il problema è che non avevamo ancora raggiunto gli obiettivi minimi per essere considerati un'associazione, e in ogni caso nessuno sapeva di cosa ci occupavamo. «E allora chiamiamola semplicemente una brigata!» disse enigmaticamente Haruki. E così nacque il magnifico nome del nostro club.
Asahina-senpai non aprì bocca, rassegnato al suo destino. Nagato era praticamente un estraneo. Io invece non riuscivo a dire nulla. Per diretta conseguenza, il nome di Haruki passò il turno con un solo "sì" e tre astenuti.
La Brigata SOS è ufficialmente aperta al pubblico! Che magnifica notizia!
Oh, che gioia.
Senti, Haruki, fa' quello che vuoi.

N D T
Ecco il il secondo capitolo! Però, data la lunghezza, credo che dovrò dividerlo in tre parti. Un capitolo dove Kyon inizia a mostrare qualcosa di simile ad un comportamento tsundere... Però non mi piace l'assenza di suspence! Non potendoci fare nulla, vi saluto fino al prossimo capitolo!
  
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