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Autore: Yelly    19/11/2012    0 recensioni
Kurt Hummel giovane professore che deve tornare al suo passato. Blaine Anderson studente alle prese con un presente non molto bello. Cosa li unirà? Dalla storia: .... si era accorto di non essere solo e si era alzato dal pianoforte e si era diretto verso la porta, spalancandola completamente, ma non era riuscito a vedere Kurt, il quale era corso via spaventato e di lui era rimasto solo il suono dei suoi passi che rimbombava per quei corridoi ormai vuoti....
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Noah Puckerman/Puck, Quinn Fabray | Coppie: Blaine/Kurt, Puck/Quinn
Note: AU, Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Salve! Sono Martina, ho già pubblicato delle storie su EFP, ma ho deciso di fare un nuovo account, quindi eccovi la nuova me; Yelly.

Dunque, spero che la storia vi piaccia, mi ci sono impegnata molto, quindi spero la gradirete.

Yelly.

 

I followed a voice and I found the love.

CAPITOLO 1: The sound of your steps.

Certo, per Kurt quella era proprio una magra consolazione.

Sin dal liceo aveva voti perfetti. Aveva ricevuto una borsa di studio alla NYU e si era laureato a pieni voti in storia europea...... e poi in quel momento si stava preparando per andare ad insegnare a Lima, la città nella quale era nato e cresciuto e che era stata teatro degli anni più terribili della sua vita.

Pensava di essersela lasciata alle spalle cinque anni prima, quando con una valigia piena di sogni e speranze, con la sicurezza che tutto era finito, era salito su quell'aereo diretto a New York.

Si immaginava come un giovane e brillante professore che per il suo lacume e la sua arguzia era riuscito ad ottenere un posto in una famosa facoltà. Peccato che in tutto ciò non aveva fatto i conti con la realtà.

Ed ora eccolo là. Davanti ad un minuscolo specchio, in un minuscolo monolocale, si era rifiutato di tornare a vivere con suo padre, mentre si stava sistemando per la milionesima volta i capelli. Dopo aver attinto per l'ennesima volta alla lacca, aveva appoggiato il pettine sopra il mobiletto del bagno ed era uscito dalla porta di quella piccola stanza.

Prima di uscire dalla porta si era passato i palmi sudaticci delle mani sopra i pantaloni, per lisciare minuscole pieghe e prendendo la giacca dall'attaccapanni era uscito.

L'appartamento era poco lontano da scuola, così aveva preferito andare a piedi, approfittando per respirare un pò d'aria.

Stava camminando lentamente nella speranza di tardare il momento in cui avrebbe dovuto nuovamente mettere piede in quel posto.

Era incredibile come, anche dopo cinque anni si sentiva ancora quello studente di 17 anni impaurito che girava tremando per la paura di essere spintonato a terra oppure di ricevere una granita in faccia.

A quel pensiero aveva tremato. Gli sembrava ancora di sentire quel maledetto liquido gelato insinuarsi sotto la sua camicia e di sentire quei bestioni ridere di lui e dargli del "finocchio pervertito".

"Cullato" da quei terribili ricordi della sua gioventù era arrivato di fronte al suo peggior incubo; il liceo William McKinley.

All'entrata si vedevano i primi studenti che si dirigevano all'interno dell'edificio. Dei professori stavano camminando con fare stanco verso l'istituto, nella speranza che quello fosse tutto un incubo e che si sarebbero svegliati in pieno luglio.

In seguito il suo sguard era vagato verso il parcheggio.

In fondo a destra dei bestioni con la giacca della scuola stavano buttando alcuni ragazzi dentro i cassonetti. Ricordava ancora l'odore dei pastoni avanzati dalla mensa che si impregnava nei vestiti e la senzazione di inutilità che sentivi quando eri dentro quei cassoni di ferro luridi e riuscivi a sentire le risate dei giocatori.

Al centro c'erano alcune macchine dove alcuni ragazzi erano appoggiati di schiena alle proprie automobili. Alcuni erano impegnati a fumarsi una sigaretta, altri parlavano tra di loro.

E poi c'era l'entrata. L'enorme portone di vetro che per alcuni era l'inizio del loro dominio e per altri l'entrata dell'inferno.

Erano passati cinque anni, che non erano molti, infatti non era cambiato quasi nulla.

Facendosi di coraggio era entrato dentro l'edificio e si era avviato verso la sala professori.

Alcuni professori erano cambiati, altri erano i soliti.

Appena aveva varcato la soglia della porta era stato raggiunto da Will ed Emma, che lo avevano salutato calorosamente.

"Hey Kurt! Che bello vederti! Guardati sei giovanissimo e già insegni, sapevo che eri straordinario. Come stai?" Aveva detto Shue abbracciandolo.

"Bene signor Shuster, lei?" Aveva risposto Kurt sorridendo e tentando di non mostrare il suo disagio.

"Kurt, ora siamo colleghi, dammi del tu perfavore, e da oggi per te sono Will" Il ragazzo a quelle parole aveva annuito.

"E per rispondere alla tua domanda, sto splendidamente, sto per diventare padre ci credi?" Aveva continuato l'uomo accarezzando dolcemente il ventre della donna di fianco a lui.

"Wow è fantastico pro-Will, complimeti sig-"

"Emma" Kurt era stato interrotto dalla donna e poi si era sporto per abbracciarla.

"Sono così felice per voi." Aveva aggiunto.

Will stava per parlare quando.....

"Guarda che si vede, la mia dolce porcellana! Vedo che testa gellata e l'ominide doppio ti hanno già incastrato!" A dire quelle parole era stata lei; Sue Sylvester.

"Buongiorno coach Sylvester, come sta?" Aveva detto Kurt intimorito dalla donna, la quale indossava un'immancabile tuta rossa con dei decori bianche e teneva un megafono in mano, non era cambiata di una virgola. E tutto ciò inquietava non poco il povero Kurt.

"Porcellana, mi porti a citare Anna dai capelli rossi ed il suo barboncino e per questo la pagherai, ma puoi darmi del tu, ma ora sono sua maestà Sue." Ad un Kurt molto spaventato non era rimasto altro che annuire.

"Hummel! Come sei cresciuto ragazzo! E ricordati, da oggi sono Shannon per te." Aveva detto la Beiste arrivata in quel momento e lo aveva abbracciato forte, molto forte.

Aveva continuato a chiacchierare con loro per circa un quarto d'ora.

Will e Emma gli avevano parlato del Glee.

Sue delle Cheerios.

E Shannon della squadra di football.

Dopo si era alzato dal tavolino e si era diretto verso la segreteria per ritirare l'orario delle lezioni.

La segreteria era vicino all'aula del Glee.

Quanti ricordi gli riportava in mente quella stanza. Gli unici belli che aveva di quel posto.

In quel club lo avevano sempre accettato e ricordava ancora come era bello esprimersi cantando, quando la musica prendeva il sopravvento su di lui. Così aveva deciso di fare una visita in quella stanza.

Si era avvicinato ed aveva visto la porta lievemente aperta e avvicinandosi sempre più aveva sentito una voce.

Una meravigliosa voce che apparteneva ad un ragazzo. Stava cantando una versione acustica, al pianoforte di "Teenage Dream".

A Kurt quella voce era sembrata come un caldo abbraccio oppure come una calda coperta pelosa nelle fredde serate d'inverno, non riusciva a staccarsene.

Era rimasto ad ascoltarlo per minuti interi, fino a quando il trillio allegro del suo telefono, segno dell'arrivo di un messaggio, la voce misteriosa si era accorto di non essere solo e si era alzato dal pianoforte e si era diretto verso la porta, spalancandola completamente, ma non era riuscito a vedere Kurt, il quale era corso via spaventato e di lui era rimasto solo il suono dei suoi passi che rimbombava per quei corridoi ormai vuoti....

Blaine, rimasto ormai solo dentro quella stanza, aveva abbassato lo sguardo verso il suo orologio e si era accorto di essere in ritardo, perfetto. Così si era diretto in quel corridoio vuoto nella speranza che il suo spettatore non aveva visto il suo volto.....

 

Grazie a tutti i coraggiosi che sono arrivati in fondo.

Al prossimo capitolo (che dovrebbe arrivare venerdì)

Yelly.

P.S. Se volete lasciate una recensione, regalo papillon a chiunque lo farà. (:

  
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