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Autore: nameless colour    19/11/2012    20 recensioni
Dal testo:
Kurt ebbe la sensazione di avere una fragola poggiata sulla bocca. Una succosa, morbida, saporita fragola. Sapeva di estate. Sapeva di succo di mandorla e menta. Sapeva di brina mattutina e dell’odore del suo negozio di dischi preferito. Sapeva di vita, sapeva di una canzone.
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Blaine non ebbe neanche il tempo di elaborare e di dare ordini al suo corpo perché sentiva il mondo stretto in una mano. La felicità e la disperazione. Kurt aveva il sapore di America. Il sapore di una scoperta. Era un conflitto di emozioni, ma era intenso.
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Ispirato dal video "One more night Trailer | K&B" che ha impazzato sul web.
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E l’odore della polvere dopo la pioggia era meraviglioso.
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Kurt, Blaine, ed il loro destino.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Rachel Berry, Santana Lopez | Coppie: Blaine/Kurt, Blaine/Rachel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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One More Night

He Got Everything

Liberamente ispirata da questo fanvid.
 


 

Qualche raggio di sole illuminava tiepidamente il ciliegio del letto di Blaine Anderson. Quasi come se stesse danzando, un velo di luce si poggiò sui suoi occhi, già svegli e vispi da qualche tempo, creando giochi di colore degni del più bel dipinto di Van Gogh. Il trillo assordante della sveglia si contrapponeva decisamente a quell’atmosfera sospesa, quasi eterea, che si creava ogni mattino in camera sua; una mano gentile si liberò dalle lenzuola e si posò sul display del cellulare che – gli venne in mente – aveva iniziato a vibrare compulsivamente dalle tre del mattino. Se lo portò un po’ più vicino per riuscire a leggere cosa vi fosse scritto nel testo del messaggio, le sue pupille si dilatarono di un po’ al contatto diretto con quell’illuminazione poco naturale.

Rachel. Era sempre Rachel.

Il modo in cui la sua vita era… programmata, a volte, riusciva quasi a spaventarlo. C’erano dei momenti in cui avrebbe preferito farla finita con tutto e scappare laddove nessuno avrebbe potuto trovarlo. Aveva bisogno di stare con se stesso, da solo, piuttosto che essere circondato da quel caos calmo che gli stava raffinatamente succhiando via l’anima poco a poco. Quella sicurezza riusciva a destabilizzarlo, come quando era in sella alla sua moto per troppo tempo e, scendendo, non riusciva a reggersi in piedi. Ma quella era la sua vita. Ed in fondo, non sarebbe mai riuscito ad immaginarsi diversamente.

O forse sì. Ma non importava.

Si disse di farla finita con quelle inutili paranoie e si vestì, stampandosi il migliore dei sorrisi.

***

Il freddo metallo degli armadietti non contribuiva in alcun modo ad anestetizzare il dolore dei colpi. Ancora una volta, Kurt dovette scontrarsi faccia a faccia con la realtà. Quella stessa realtà che lo aiutava a scivolare nei peggiori incubi la notte e che gli allungava una mano al mattino per tirarlo fuori.

Nonostante tutto, però, non si poteva dire insoddisfatto di se stesso: forse della sua vita sì, ma di se stesso… no. Aveva cercato di costruire, in diciott’anni, pilastri e pilastri di coraggio, forza e sì, ancora coraggio. Perché non era mai abbastanza. Era difficile doversi alzare dal letto con la consapevolezza di doverci tornare ricoperto di lividi; era difficile alzare lo sguardo anche solo per orientarsi e ricevere un pugno in pieno volto. Ma c’era qualcuno che, giorno dopo giorno, contribuiva a creare quei famosi pilastri, lo stesso qualcuno che si stava aggirando per i corridoi quella mattina: Blaine Anderson.

Pensava a lui quando doveva rinchiudersi in bagno per disinfettarsi i tagli; pensava a lui quando la sua vita riceveva un ulteriore colpo nello sterno; pensava a lui quando, nei suoi incubi, non vedeva altra via d’uscita che un tunnel, con una luce. Blaine era la luce.

Kurt avrebbe probabilmente venduto il suo intero guardaroba – ok, forse non proprio tutto, ma una parte sì – per un suo sguardo. O uno sfioramento fortuito. O un sorriso… qualsiasi cosa.

E l’avrebbe seriamente fatto, se non fosse stato sicuro al cento per cento di una cosa.

Blaine era… tanto meraviglioso quanto etero. E ciò la diceva lunga. Lui e Rachel avrebbero avuto due bambini, una villetta ed un labrador.

Cosa si prova ad essere normali?

***

Una stella.

Rachel Berry era una stella. In quei suoi occhi, che non erano altro che due oceani di caramello, non vi si poteva leggere altro che determinazione e voglia di volare.

Puntava al massimo, e il massimo non era più tale una volta raggiunto. La sua vita in passato era stata tutt’altro che facile. I primi anni erano stati a dir poco un inferno ma, con tempo e perseveranza, ce l’aveva fatta. Era riuscita ad ottenere ciò che voleva. Era popolare. Era ammirata da mezzo liceo e l’altra metà si concentrava su quanto fosse bello ammirarla. Ma soprattutto… aveva lui.

Aveva Blaine. Ed avere qualcuno con cui condividere i propri sogni, con cui parlare per ore ed ore del proprio futuro e sapere che quel qualcuno un giorno sarà con te a brillare e guardarti brillare è senza dubbio una cosa straordinaria. Aggiungerci poi che quel qualcuno è il tuo ragazzo e che insieme siete la punta di diamante di un’intera scuola, non ha prezzo.

Si era imposta di non cambiare.

In quei giorni, togliendosi qualche albume d’uovo tra i capelli e piangendo sui versi di Get it right, si era promessa di non farlo. Di restare sempre la solita ragazza esuberante ed un po’ su di giri. Ed era questo il motivo per cui tutti la amavano. Ma era anche lo stesso che portava al sentimento opposto.

Odio.

Sarebbe stato facile odiarla se si fosse montata la testa ed avesse venduto la propria personalità. Ma no, lei non l’aveva fatto. E quel suo essere gentile, dolce e quasi materna in coppia all’incredibile talento che aveva era troppo. Troppo brava. Troppo carina. Troppo tutto. Il motivo per il quale la reputassero tanto boriosa derivava dal semplice fatto che non esistesse un reale motivo per prenderla in antipatia.

Blaine era riuscito ad andare oltre tutto questo. Oltre le apparenze. Le loro voci erano come il cinguettio di un usignolo a primavera misto al gorgoglio di un ruscello dopo le ultime nevi.

Rachel era spaventata.

Non avrebbe mai abbandonato Blaine, mai.

Ma aveva come la sensazione che un giorno, Blaine avrebbe abbandonato lei.

***

L'ex Warbler odiava i cambi dell’ora. Odiava la confusione che si creava in quei cinque minuti di spacco e, se possibile, odiava ancora di più la velocità con la quale Rachel riusciva a concentrare centinaia di argomenti in quegli stessi cinque minuti.

Se ne stava lì, con la schiena poggiata agli armadietti rossi, ascoltando la sua ragazza parlare.

“Quindi, in sostanza, se smettessi di prendere quello sciroppo a base di testosterone di facocero e peli pubici di un esemplare di Ryan Murphy, il mio tono di voce si abbasserebbe di un’ottava. Dico, un’ottava. Sarebbe come cantare Defying gravity con la polmonite.”

Sottolineò le ultime parole con una scrupolosità tale che, probabilmente, se Blaine non fosse stato a qualche centimetro da lei non ci avrebbe creduto. Ma dopo tutto, era questo che amava di Rachel: la passione che metteva in ogni singola sillaba. Ogni qualvolta una parola volava da quelle labbra dai tratti un po’ ebrei, la passione e l’emozione che sprigionavano avrebbero potuto far rifiorire un’intera foresta. I loro occhi si specchiavano gli uni negli altri, e a lui faceva piacere pensare che l’oro dei suoi occhi fosse il sole grazie al quale quei germogli sbocciassero.

Si voltò all’improvviso. E vide il cielo.

Si scontrò con due arcobaleni azzurri. Possono essere azzurri, gli arcobaleni?

A Blaine, di nuovo, non importava.

A Kurt, se avesse potuto, sarebbe esploso il cuore dal petto.

***

Quella notte, l'Ohio cadde tra le braccia di Morfeo, sognando la felicità. E Blaine avrebbe fatto lo stesso.

Non sapeva, però, che nei suoi miraggi non ci sarebbero stati occhi color caramello. Ma due arcobaleni azzurri.
 


A/N: eccomi qui, con la mia prima long! Che dire? È stato amore a prima vista. Una volta visto il trailer non potevo non scriverci qualcosa, pur essendo, in effetti, la prima volta. Credo di seguirlo su per giù lungo tutta la linea, ma vorrei dare un po' di spazio all'introspezione che chiaramente in un video non può essere affrontata chissà quanto nel particolare. Questo primo capitolo è stato d'introduzione, spero di essere stata chiara per quella che è la psicologia dei personaggi, ergo, dal prossimo inizia la vera e propria "storia". Mi auguro possiate farmi compagnia lungo tutto questo percorso, ed apprezzerei in una maniera spropositata un vostro parere.
Ps.: la Blainchel è stata un parto gemellare. Non ho voluto dare una connotazione negativa a Rachel, in quanto nel mio immaginario non ne ha. Mi auguro comunque che possiate apprezzarla. E... credo arriverà una sorpresina, nel momento in cui conosceremo Santana.

A presto, klisses.

  
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