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Autore: cioco_93    19/11/2012    0 recensioni
Tratto dal primo capitolo:
- Devo dire che vai un po’ veloce rispetto al codice stradale italiano – azzardai nervosa. Quel ragazzo aveva un un qualcosa che sapeva mettermi tremendamente in soggezione.
- Sei hai paura, la prossima volta niente passaggio, mi spiace – rispose con straffottenza. “Antipatico” pensai.
- Non ho detto quello – dissi, non mi piaceva l’idea che pensasse che avessi paura.
- Sembrava, la prossima volta sii piu’ precisa – mi contraddi’
- E tu meno acido – risposi a mia volta
- Ti piace avere l’ultima parola e’.?? – continuo’ lui.
- Senti chi parla – ribattei, anche se aveva pienamente ragione, adoravo avere l’ultima parola, ma a quanto pare lui non era da meno. Giusto in quel momento Anne sali’ in macchina e pose quindi fine alla nostra veloce e sciocca discussione. Vicky 1 Logan 0.
Spero di avervi interessata ;)
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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1.Primo giorno, ultimo anno

L’ultimo Anno.
Finalmente dopo lunghi anni di studio, era arrivato. Da Giugno ne parlavamo, lo desideravamo e temevamo, e quella sera mancavano solo 12 ore al suo inizio.
Non mi sono pero’ presentata: mi chiamo Victoria, per gli amici Vicky, e vivo a Milano. Sono meta’ polacca e meta’ italiana, anche se mi definisco sempre 51 % del primo e 49% del secondo, ma credo che molti psicologici confermerebbero che questa mia divisione e’ definita dal pessimo rapporto con mio padre.
Quell’ultima sera di libertà prima del grande anno, mi trovavo in Corso Sempione, al Bangrabar, con quelle che tutt’ora considero le mie migliori amiche: Alice, Felicia e Viola. Tutte e quattro eravamo del 1993, ma chi per un motivo, chi per un altro avevamo perso a turno un anno di studio.
- Niente da fare. Questo e’ tra i migliori Buffet che abbia mai mangiato – commento’ Alice prendendo un boccone di pasta fredda
- E io che una volta pensavo che quello dell’Akkademia non l’avrebbe potuto battere nessuno – dissi io continuando il discorso.
- Cari vecchi tempi Vicky – mi rispose Viola ridendo. Si riferiva al primo anno di liceo, quando andare a bere qualcosa in Marghera ci faceva sentire grandi.
Di tutte, la mia bionda amica era quella che conoscevo da piu’ tempo. Frequentavamo le stesse elementari, ma solo in quinta ci presentammo davvero. Ricordo ancora come mi si era piazzata davanti, vicino ai bagni, chiedendomi se anche lei, come una sua compagna di classe che conoscevo, poteva salutarmi quando mi vedeva. A 10 anni era una cosa abbastanza seria e importante.
Destino volle comunque che ci rincontrammo esattamente un anno dopo alle medie, sta volta nella stessa classe, e dopo di che mi trasferì pure vicino a casa sua. Non diventare grandi amiche era impossibile.
- Ecco i vostri drink bellezze – ci avviso’ il cameriere, destandomi cosi’ dai miei ricordi
- Aspetti, qui fare spazio e’ un po’ un casino – disse imbarazzata Felicia. In effetti il piccolo tavolino era ricoperto di piattini di plastica stra colmi di cibo.
- Una pignacolada, un vodka redbul e due ruhm e cola giusto.?- chiese il ragazzo porgendoli sul tavolo, non appena ci fu un po’ di posto.
- Si si, ecco qui i soldi. Sono già contati e senza resto – Disse Alice porgendo le monete sul vassoio
- Grazie, e buona serata – rispose il cameriere cordiale e se ne andò.
- Oh mio Dio quant’era bono.?!? – Constatò incredula Felicia
- Cici.! – la rimproverammo in coro
- Smettetela, lo pensavate anche voi, Ali tu compresa.! Sarò fidanzata, ma ogni tanto guardare fa bene agli occhi – si difese astutamente Felicia. Era incorreggibile, ma aveva ragione. Anche io mi ero sempre permessa di guardare e commentare con le mie amiche i bei ragazzi, anche quando ero ancora fidanzata.
- Ahahha Cici ha ragione. E poi dobbiamo guardarci intorno in modo da trovare qualcuno alla nostra Vicky – aggiunse Viola. Il mio sguardo non fu ovviamente amichevole. La mia ultima relazione, e anche la più importante che fino ad allora avevo mai avuto, era finita solo qualche settimana prima, tra l’altro in malo modo, e non ero ancora dell’umore giusto per pensare nuovamente ai ragazzi.
- Senti chi parla. Non mi sembra che tu sia fidanzata mia cara – risposi
- La mia situazione e’ differente – disse lei con non chalance
- Su smettetela voi due. Pensiamo piuttosto a brindare – ci rimprovero’ seria Alice. Era impossibile contraddirla. Felicia si alzo’ e inizio’ a parlare
- A questo nostro finalmente ultima anno, ma per davvero non come me l’anno scorso – commento’ ridendo e poi continuo’ – che sia non troppo stancante come in verità già ci aspettiamo, che ci faccia capire cosa diamine vogliamo combinare l’anno prossimo, e che bhe’, prima di tutto, lo possiamo passare insieme, felici – Alzo’ il bicchiere in aria e tutte insieme brindammo

- Amore... Dai Tati svegliati – cercava di svegliarmi qualcuno - Su dai, tirati su – continuava
- Ma chi sei.?? Ancora 5 minuti...- fui in grado di rispondere
- Per non riconoscere la propria madre, o hai un dopo sbronza micidiale o semplicemente sei tornata un po’ troppo tardi ieri sera – continuo’ colei che si dichiarava mia madre con tono accusatorio
- Nessuno dei due mami... – la contraddì assonnata – no, aspetta: MAMMA.? – urlai di colpo’ tirandomi su dal mio amato cuscino - Che ci fai qua.?? Dovresti esser al lavoro – iniziai a domandarle stupita
- Ahahah mamma come ti sei ripresa in fretta, comunque: sorpresa.!! Tesoro e’ il tuo ultimo primo giorno di scuola, non potevo perdermelo – spiego’ eccitata
- Tu non ce la fai piu’. Non mi hai fatto le foto mentre dormivo spero – domandai curiosa
- Naaa, solo una – ammise colpevole. Sospirai profondamente e in coma mi ritirai in bagno. Mia madre era sempre stata cosi’. Un po’ fuori, un po’ bambina, ma soprattutto una mia grande amica. Vivevamo da sole da quando avevo 7 anni, e inoltre non c’era una grande differenza di eta’. Rispetto ad alcuni miei amici con i propri genitori, 23 anni di distanza non erano veramente niente. Con lei riuscivo sempre a parlare di tutto, non avevo mai nulla da nasconderle, e i problemi si risolvevano sempre in due. Il rapporto con lei e’ decisamente una di quelle cose che mai, ancora oggi, vorrei cambiare nella mia vita.
- Che ore sono.? – gridai prima di iniziare a spazzolarmi i denti
- Le 8 meno 10.!! Prima usciamo meglio e’, ci sarà un traffico assurdo. E poi facciamo colazione insieme che dici.?? – rispose. Urlai un si storpiato.
Una decina di minuti dopo eravamo già in macchina. Si sono sempre stupiti tutti, me compresa, di quanto sapevo esser veloce nel prepararmi la mattina.
Solitamente, le rare volte che mia mamma mi accompagnava a scuola mi concedevo quei 40 minuti aggiuntivi di pisolino, dato che la scuola che frequentavo, si trovava esattamente dalla parte opposta di dove abitavo, pero’ ovviamente quella mattina, chiudere occhio era impossibile.
- Hai notato tesoro.? Oggi c’è il sole – disse d’un tratto mia madre. Mi girai verso di lei, non capendo il perché di quella frase, quando il lampo di genio arrivo’ poco dopo. Era vero, quel giorno c’era il sole. Non che per Milano fosse una cosa strana, anzi, l’anno prima c’era stato il caldo e il bel tempo fino a meta’ ottobre, ma quella era la prima volta, dopo tanti anni tanti quanti diluvi, che il primo giorno di scuola, c’era il sole.
- Bhe’ speriamo che sia un buon segno, no.?? – le risposi sorridendo. Presi il cellulare e inizia a scrivere il buon giorno alle mie amiche.
“Buon giorno bellezze.! Allora pronte per questo nuovo anno.?? Secondo me, andrà benissimo, perché oggi c’é il sole :D baci ” Conoscendole non avrebbero mai capito il mio messaggio, ma glie l’avrei spiegato nel pomeriggio. Poco dopo in fatti arrivo’ il messaggio della Mariamarta.
“Non te l’hanno mai detto che drogarsi fa male.?? Ahahha io comunque sono stra in ansia, sono già davanti alla nuova scuola perché sono uscita troppo presto :S se sopravvivo ci vediamo dopo. Baci” Nel leggerlo scoppiai a ridere sotto sguardo curioso di mia madre.
- Ahahha scusa era la Mary. E’ arrivata tipo mezz’ora prima a scuola e adesso e li’ davanti da sola che si sta stressando – le spiegai.
- Povera Mary – commento’ lei e torno’ a guidare.

Dopo colazione, mamma mi accompagno’ subito a scuola dove già mi aspettavano le mie compagne di classe. Con alcune di loro avevo davvero un rapporto fantastico, creatosi per caso l’anno prima, che andava anche oltre l’esser sole compagne di scuola. Si usciva insieme, come per lo shopping anche per andare a ballare o a cena. Ne combinavamo sempre una, e anche l’ultimo giorno di scuola, l’anno prima l'avevamo concluso con ben due note. Ci eravamo da sole soprannominate le pecore nere oppure le Jersy Girls. Eravamo in sei: io, Ilenia, Melissa, Magda, Caterina ed Ester.
- Buon giorno bamboline – dissi arrivando allegra. Il nomignolino non era casuale, era quello con il quale ci chiamava sempre la nostra professoressa di italiano.
- Oh mio Dio Vicky, ti stiamo per dire un bomba – m’informo’ immediatamente la Ile abbracciandomi.
- Una Bomba, e’ dire poco.!! No veramente, non credevo che una cosa del genere poteva esser possibile – continuo’ Ester
- Wow, per esser cosi’ tutte su di giri deve esser qualcosa di grosso. Avete un accendino in tanto.? -
chiesi divertita dal loro comportamento.
- Vicky ha le sigarette.?? – domando’ nel frattempo stupita Caterina porgendomi l’accendino
- Ahahah ti pare.?? Me l’ha offerta mia madre – la rassicurai.
- Eccola che non si smentisce mai – commento’ sogghignando Magda
- Si si vero, ma ascolta bene Vicky: avremo due nuovi compagni classe.!!! – disse tutta saltellante Melissa
- Bhe’, che dire, fantastico, ma e’ solamente per questo che siete cosi’ allegre.? Cos’e’ sono due fighi per caso.? – risposi curiosa, data la carenze di presenza maschile nella classe.
- Meglio.!! Cioe’, sono una ragazza e un ragazzo. Sono fratelli e arrivano diretti dall’America.! Ma la cosa sconvolgente e che sono famosi.!! Cioe’, non star di Holliwood, ma diciamo che in America non passano per niente inosservati, sono ricchi da far schifo e tutti e due, si, pure la ragazza, sono belli da morire – mi spiego’ frettolosamente Ester. Mi spiazzo’. "Cosa ci potevano mai fare due tipi cosi’ in una pubblica scuola di Milano.? Gente del genere finiva alla Oxford, alla Setticarraro o altre private" pensai tra me e me.
- E che diamine ci fanno qui.? Beneficenza.?? – risposi un po’ acida. Non volevo esser cattiva, ma ti solito figli di papa’ del genere non erano proprio il massimo della simpatia e umilta’.
- Dai magari sono simpatici - provo’ a contraddirmi Melissa.
- O magari no – commento’ Ilegna.
- Inutile discuterne adesso, aspettiamo di arrivare in classe e vederli dai. Stanno aprendo la scuola meglio sbrigarci cosi’ ci prendiamo i banchi migliori – Proposi alle ragazze spegnendo la sigaretta, e avviammo dentro l’edificio.

- Non ci credo, dopo ben due lettere e una chiacchierata tét a tét con il preside, ci hanno di nuovo messo al sesto piano.!! - Esclamo’ al quanto rassegnata Ilegna
- Io mi rifaccio il permesso dell’ascensore.! Non ci penso nemmeno a farmi tutte quelle scale ogni santa volta.! – proclamai io scegliendomi il banco.
- Mi sa che cerchero’ di procurarmi qualche certificato medico anch’io, cosi’ sta volta non mi fregano come l’anno scorso – Disse Ester gettando anche lei la borsa sul banco per marchiare il suo territorio. Stranamente non avevano spostato i banchi, quindi io e le ragazze ci eravamo riprese i nostri vecchi posti, che tutto erano tranne regolari: i banchi da 4 le ultime due file di destra.
- Dite che Loredana ed Emma si rimetteranno qui.? – chiese un po’ scorbutica Melissa. Non le andavano troppo a genio le vecchie compagne di banco.
- Non so chi siano, ma se permettete a me e mio fratello di metterci li’, bhe’ sicuramente non lo faranno loro – disse d’un tratto una ragazza entrando in classe. Era bellissima. Alta, slanciata, capelli neri, mossi e lunghi fino alla vita. Avevo un volto un po’ teso e intimidito ma decisamente amichevole. I suoi occhi erano di una dolcezza incredibile, grandi e di un colore verde smeraldo. Le labbra piccole ma di rosa intenso, accennato maggiormente dal lucidalabbra. Si notava ancora l’abbronzatura sulla sua pelle, ma si poteva chiaramente capire, che naturalmente la sua carnagione era chiara come quelle delle bambole di porcellana.
- Direi che io non ho nulla in contrario. Piacere Melissa – disse la mia amica porgendole la mano una volta avvicinatasi al banco.
- Piacere mio, Anne – rispose sorridente – e voi siete.? – domando’ poi curiosa
- Io sono Ilegna – disse porgendo la mano la ragazza – e loro sono Victoria, Caterina, Ester e Magda – continuo’ indicandoci.
- Dovrete darmi mi salqualche giorno per ricordarmeli bene tutti – disse timidamente divertita Anne
- Io quando arrivai qui, ci misi piu’ o meno un mese, fai te.! – la rassicurai sincera.
- Si ma tu Vicky sei un caso disperato – constato’ Caterina. Le feci una linguaccia e scoppiammo tutte in una risata.
Con il passare dei minuti arrivarono anche le altre compagne di classe e a mano a mano si presentavano con la nuova arrivata. Poco prima che suonasse l’ora eravamo arrivati tutti, tranne il fratello di Anne, che a quanto pare era stato trattenuto in vicepresidenza, e ovviamente Lorenzo, unico nostro compagno di classe fino al quel momento, che come sempre, nonostante abitasse a pochi passi da scuola, non riusciva ad arrivare in tempo a lezione.
- Buon giorno Ragazze – disse entrando alla campanella la Professoressa Nasoni, insegnante di tedesco. In classe avevamo il vizio di chiamarla Nazzi, data la sua materia e la concordanza di tale soprannome con il suo cognome, ma era del tutto affettuoso, dato che comunque era assolutamente una brava proff e rispetto ad altri, decisamente umana, anche se a volte un po’ troppo bacchettona.
- Buon giorno prof. – rispondemmo in coro, tutti rigorosamente in piedi aspettando che lei si sedesse.
- Accomodatevi pure ragazze. Fatemi indovinare, Coppolini e’ in ritardo – ci fece subito notare. Tutte scoppiammo a ridere, data la faccia disperata della proff - Prendo la vostra risata come un si,...bhe’ data la mancanza del registro, come al solito li va bene. Ma i nuovi compagni di classe.?? – chiese per concludere. Anne si alzo’ in piedi e inizio a parlare.
- Salve professoressa, sono Anne Calligan, perdoni il ritardo di mio fratello ma e’ stato trattenuto in vicepresidenza per via di alcuni documenti – si presento’ e spiego’ Anne.
- Tranquilla Anne, immagino che si tratti dello Stage. Per quelli che vanno a Berlino avviso gia’ che Anne e suo fratello si aggregheranno al nostro gruppo – spiego’ la Nasoni. Mi voltai in automatico verso Anne e le sorrisi per farle capire che saremmo state insieme. Pensai che Ester avesse capito male, non erano i figli di papa’ che credevamo, anche se in effetti dai vestiti che portava Anne non si poteva che esserne certi.
- Salve prof.!! – grido’ d’un tratto Lorenzo aprendo la porta – perdoni il mio ritardo, posso entrare.? – chiese affannato
- Coppolini vedo che i vecchi vizi sono duri a morire.!! Entra, ma che sia la prima ed ultima volta.! – lo minaccio’ la proff, anche se era ovviamente la prima a saper bene che la sua richiesta era al quanto impossibile.
- Va bene proff, pero’ guardi, le ho portato un nuovo alunno per chiederle scusa.! – disse entrando e facendo cenno a qualcuno di seguirlo. Quando il misterioso ragazzo fece la sua entrata due cose furono subito chiare a tutte: 1) era il ragazzo piu’ bello che la scuola avesse mai potuto vedere e 2) era sicuramente il fratello di Anne. Anch’egli alto, slanciato e palestrato, ma senza esagerare. Capelli neri come quelli della sorella e gli stessi identici occhio grandi, verdi e profondi. Labbra carnose, e un sorriso che uccide.
- Immagino che tu sia il fratello di Anne, il signor Calligan – tento’ di indovinare la proff, anch’ella sorpresa di tale bellezza
- Si professorresa, Sono Logan Calligan, perdoni il mio ritardo ma...- tento di giustificarsi il ragazzo
- Non ti preoccupare, tua sorella ha gia’ chiarito per te, siediti pure accanto a lei, che vedo che ti ha tenuto il posto – lo rassicuro’ l’insegnante. Fece un cenno con il capo e si ando’ a sedere vicino ad Anne.
All’intervallo la nuova arrivata scese con noi ragazze e ci mettemmo a chiacchierare davanti a una sigaretta. Scoprimmo per assurdo che abitavano in un villa a Cesano Boscone, che era di proprieta’ dei suoi zii, e che quindi come me, attraversavano mezza citta’ per arrivare a scuola. La scelta del nostro liceo era data da due motivi: in primis perche’ nonostante i soldi e a quanto pare la noterieta’ che avevano in America, lei e suo fratello erano sempre stati abituati a vivere, quanto possibile, nella normalita’, e questo voleva dire niente scuola private, e in secondo luogo perche’ a quanto pare la vicepreside, era vecchia conoscente dei loro zii e quindi per sicurezza gli avevano mandati qui.
Ci spiego’ anche il perche’ della conoscenza cosi’ perfetta dell’italiano, raccontandoci che la sua famiglia aveva radici nel nostro paese, e che i suoi avevano insistito tanto fin da quando erano bambini, che lei e suo fratello la imparassero.
- Oh mio dio, quindi la Boselli ha una vita sociale fuori da questa scuola.?? – chiese divertita Ester
- Perche’ non e’ simpatica.? Sembrava cosi’ gentile quando le abbiamo parlato al colloquio – disse stupita della frase della mia amica
- Ahahah e’ quello che mi ero chiesta anch’io quando mi sono trasferita qui. Hai detto bene, sembra gentile, ma no, e’ tutto tranne quello – le spiegai io
- Io non capisco ancora una cosa: perche’ trasferirvi adesso in Italia.? L’ultimo anno poi.! – chiese curiosa Caterina d’un tratto, cambiando discorso
- E’ una storia lunga, ma si tratta sopratutto per motivi aziendali – rispose velocemente Anne, con un velo di tristezza negli occhi. Dietro a quella frase c’erano molte altri tristi verita’ nascoste, ma le avremmo scoperte solo con il tempo.
Dopo solo due ore, eravamo giunte a conclusione, che Anne, era veramete una brava ragazza, che non rispecchiava la figura dell’arrogante ricca snob, ma che comunque aveva quel non so che fuori dalla portata delle comuni ragazze della scuola.

- Hej Vicky aspetta – Grido’ raggiungendomi l’americana all’uscita della scuola – Tu devi andare a San siro giusto.? – mi chiese curiosa.
- Si bhe’ quella zona li’ – le risposi, mentre facevo cenno ad Ilegna ed Ester, mie fedeli compagne di autobus, di aspettarmi.
- Io e Logan siamo in macchina, comunque vada dobbiamo passare da li’, ti diamo volentieri un passaggio. Siete state cosi’ gentili con me tu e le altre, con qualcuno di voi mi dovro’ pur sdebitare- mi spiego’ dolcemente. Le sorrisi grata, andare a casa in macchina, era sicuramente una di quelle comodita’ che quando avevo l’occasione non riuscivo proprio a rifiutare. Avvisai le mie amiche del mio cambiamento di piani, e mi diressi con Anne alla macchina.
- Wow, ma questa e’ una BMW serie uno.!! E’ stupenda.! – Nera, vetri oscurati, ovviamente cerchi in legha, targata 2012. Insomma, una di quelle macchine, che non mi ero mai potuta permettere nemmeno usate.
- Si e’ il gioiello di mio fratello, se l’e’ presa quest’estate dato che l’altra ha fatto una brutta fine – disse scocciata, come se stesse parlando di una qualche maglietta da 5 Euro che se si rovina si puo’ cambiare con un’altra al mercato – Vai pure davanti io mi stendo dietro almeno – disse aprendomi la portiera. Logan era gia’ ovviamente dentro.
- Ciao – dissi timidamente entrando in macchina. Avevo passato tutta la mattina a parlare con Anne, ma era la prima volta che mi rivolgevo a lui.
- Ciao – mi rispose con tono piatto. Simpatia portami via insomma. Non feci in tempo ad allacciarmi la cintura’ che parti’ come un pazzo. Prese la tangenziale, e inizio’ a viaggiare con una velocita’ sui 160 km: aveva decisamente sorpassato il limite di velocita’, ma feci finta di niente.
- Logan per favore ti puoi fermare un attimo al benzinaio.? Devo assolutamente andare in bagno – domando’ d’un tratto la ragazza. Il fratello non disse parola ma appena intravise l’autogrill si fermo’. Anne scese velocemente e rimannemo solo noi due.
- Devo dire che vai un po’ veloce rispetto al codice stradale italiano – azzardai nervosa. Quel ragazzo aveva un un qualcosa che sapeva mettermi tremendamente in soggezione.
- Sei hai paura, la prossima volta niente passaggio, mi spiace – rispose con straffottenza. “Antipatico” pensai.
- Non ho detto quello – dissi, non mi piaceva l’idea che pensasse che avessi paura.
- Sembrava, la prossima volta sii piu’ precisa – mi contraddi’
- E tu meno acido – risposi a mia volta
- Ti piace avere l’ultima parola e’.?? – continuo’ lui.
- Senti chi parla – ribattei, anche se aveva pienamente ragione, adoravo avere l’ultima parola, ma a quanto pare lui non era da meno. Giusto in quel momento Anne sali’ in macchina e pose quindi fine alla nostra veloce e sciocca discussione. Vicky 1 Logan 0.
- Scusate, ma non mi sono sentita bene, sara’ stato tutto il nervosismo del primo giorno di scuola – si giustifico’ Anne
- Tranquilla, nessun problema – la rassicurai io
- Hej, tutto a posto voi due.? Sembrate strani – commento’ lei. Aveva occhio la ragazza.
- Assolutamente sorellina, la tua amica pero’ a un po’ di paura a causa della mia guida – disse Logan. “Avevo detto antipatico.? Mi correggo: stronzo” mi dissi mentalmente
- Non e’ vero – lo contradissi
- Ah no.? Allora perche’ ti tieni cosi’ stretta alla maniglia.? – mi chiese divertito lui. Guardai la mia stessa mano destra, e mi maledissi: non potei controbattere.
Vicky 1 Logan 1

  
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