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Autore: jujusvoice    19/11/2012    0 recensioni
Questa è una breve storia sull' incontro del vero amore. Una storia breve e semplice dalla quale si possono estrapolare emozioni e sentimenti che caratterizzano tutte le giovani adolescenti che sognano di trovare il vero amore grazie ad un incontro casuale.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La prima volta che lo vidi stavo andando a scuola, come tutte le mattine ero in ritardo. L’ aria fredda tipica dell’ autunno inoltrato si scontrava con il mio viso e le mie mani. Ad ogni mio respiro corrispondeva una nuvola di fumo. Appena uscita dal vialetto diedi un’ occhiata all’ ora 7.38 solo tre minuti. Iniziai a correre lo zaino pesante, la cartelletta di arte in mano, ancora il gelo. Finii con lo sbattergli addosso, lo faccio cadere e mi ritrovo sopra di lui. Non è stato affatto come nelle scenette dei film direi piuttosto la peggior figuraccia della mia vita. 7.39 immobili. Faccia a faccia, anzi naso a naso e per la prima volta li vidi. Erano lì splendenti come un milione di stelle, intensi come il primo bacio, freschi come quella mattina, blu come le acque limpide degli oceani: i suoi occhi. Riflettevano i miei con le loro mille sfumature di azzurro, con la loro espressione sorpresa, non sanno come reagire e rimanevano fissano il mio sguardo persi in chissà quali pensieri. Non riuscivo a smettere di guardarli, così puri, fragili, belli, impossibile resistergli. Si dice che gli occhi siano lo specchio dell’ anima…
Rimanemmo così per qualche secondo quando iniziai a rialzarmi provando a scusarmi in qualche modo, lui mi disse che non c’ era alcun problema e si presentò come Marco. Marco. Mi presentai anche io e mi riavviai.
7.42 addio pullman, toccva ai miei piedini ora muoversi veloci verso scuola. Mi allontanoi da Marco con aria imbarazzata e scocciata per via del ritardo. A pochi passi di distanza qualcuno chiama il mio nome: è lui. Mi disse che mi era caduto il cellulare , corro verso di lui e lo riafferrai ringraziandolo. Mentre percorrevo il tragitto che mi separa dalla scuola, provai a ricostruire la sua immagine. Prima di tutto i suoi occhi blu, aggiungo il più bel sorriso che abbia mai visto, quello che mi ha fatto quando ho riafferrato il telefono, i capelli con tanto di ciuffo color castano chiaro, un fisico magro, ma muscoloso e 1.80 di statura. Pensai a quanto fosse fottutamente bello in quei suoi jeans attillati, con le sue nike rosse e il suo capellino un’ po truzzo che adoro. Perfetto. Almeno per quello che potei vedere. Triste del fatto che non avrei mai potuto conoscerlo meglio, afferrai il cellulare controllando messaggi, chiamate eccettera. Iniziai a gioire dentro di me quando vidi che Marco aveva salvato il mio numero!
Tornata a casa non sapevo che fare: se avessi chiamato subito sarei sembrata una disperata, magari non si ricordava nemmeno di me; e avessi aspettato se ne sarebbe dimenticato, così gli scrissi un messaggio. Aspettai con trepidazione la risposta che arrivò poco dopo: “Ti chiamo” . Passammo circa un’ ora al telefono parlando del più e del meno: mai avevo preso così in fretta tanta confidenza con qualcuno, eppure lui era diverso, lui mi faceva battere il cuore con una sola parola. Innamorarsi a prima vista? Di una persona che non si conosce? Parlarci al telefono con una voce da troietta stupida per dare una buona impressione mentre il cuore tenta di uscire fuori dal tuo corpo? Sì è possibile,  e solo qualcuno di speciale come lui è riuscito a farmi provare così tante emozioni in così poco tempo. Lo rividi il giorno dopo, alla stessa ora e mi salutò con il suo bellissimo sorriso, peccato che fossi troppo in ritardo per fermarmi a scambiare qualche parola in più dopo tutto quello che ci eravamo raccontati al telefono: le nostre vite, le nostre passioni, le nostre figuracce e il nostro incontro.
Il giorno dopo ero in anticipo, apposta per vederlo, ed eccolo lì sulla strada che mi separa dalla fermata. Mi fermo e mi saluta con un sonoro bacio sulla guancia, mi chiede come sto e se sabato ho da fare… Sfacciato come ragazzo! Sì è vero mi piace, ci messaggiamo in continuazione, mi sembra di conoscerlo da sempre, ma non me l’ aspettavo una richiesta di questo tipo così in fretta. Perché non cogliere la palla al balzo allora? Ci diamo quindi appuntamento al parchetto in fondo alla via. Il giorno tanto atteso arriva troppo presto. Come vestirmi? Truccarmi o no? Come parlargli? E se mi bacia cosa fare? Mille domande, ma non abbastanza tempo per rispondere a tutte. Decido quindi di vestirmi e truccarmi in modo da sembrare bella, ma pur sempre me stessa. 14.57 in ritardo anche oggi no eh! Arrivo alle 15.00 in punto e lui è lì sulla panchina ad aspettarmi stupendo nella sua maglia di superman e nella sua camicia a quadretti sbottonata perfettamente abbinata ai suoi occhi. Iniziamo a camminare per il quartiere, dopo mezz’ ora mi afferra la mano e proseguiamo il nostro tragitto. Passiamo due ore insieme e si rivela spiritoso più che mai dolce, timido e gentile, il ragazzo ideale, almeno per me. Mi riaccompagna sotto casa e restiamo a parlare un altro po’: -Devo andare o…  Sto finendo la frase quando le sue labra calde toccano le mie i miei occhi si chiudono e tento di capire cos’ è successo poco prima. Possibile che non mi sia accorta che mi stava per baciare? Possibile che non mi sia vista i suoi occhi venire verso i miei? Ancora una volta sì e la cosa sinceramente non mi crea così tanti problemi. Il bacio più bello e più vero di sempre il primo in cui ho sentito di amarlo, lo stesso bacio che ancora oggi dopo venti tre anni e quattro mesi riesce a infondermi lo stesso amore di allora.
  
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