*Autore: Gwen chan
*Personaggi: Vietnam, Trung Nhi, Trung Nac, Phung Thi Chin, Cina (citato)
*Pair : nessuno
*Numero capitoli: 1
*Generi: guerra, storico, drammatico
*Avvertimenti: double-drabble
*Rating: giallo
*Numero parole: 200
*Note dell'autore: Himaruya dice di aver rappresentato il Vietnam come una ragazza per la grande presenza di importanti e forti figure femminili nella storia del Paese, quindi inizialmente avrei voluto scrivere una raccolta sulle più importanti donne di questa nazione. Problemi di tempo ed ispirazione non me lo hanno purtroppo permesso, ma sono comunque soddisfatta di essere riuscita almeno a scrivere qualcosa sulle sorella Trung.
 
*Note storiche:
Nel I secolo d.C, il Vietnam aveva ancora un’organizzazione sociale in cui le donne godevano di ampli poteri e di numerosi diritti, al pari degli uomini, al contrario di quanto stava succedendo nella vicina Cina.
Le sorelle Trung erano le figlie di un potente stratega agli inizi del I secolo; all’epoca il Vietnam era governato da una dinastia cinese e la popolazione iniziava a lamentare l’oppressione del governo straniero. Trung Nac, violentata da un ufficiale cinese e da lui resa vedova, pertanto, insieme a Trung Nhi organizzò una ribellione con un esercito di circa 800 000 fra uomini e donne. Fra i generali c’era anche la madre delle due sorelle. Riconquistato parte del territorio, fecero di tutto per resistere all’esercito cinese, ma nel 42 d.C furono sconfitte. Tra i luogotenenti delle Trung spicca Phung Thi Chin, la quale partorì sul campo di battaglia e continuò a combattere con il bambino legato sulla schiena.
Sia le sorelle Trung, sia la loro fedele Thi Chin si tolsero la vita annegandosi nel fiume e ancora oggi in Vietnam sono considerate eroine nazionali, al punto che a loro è persino dedicata una festa.
 
 

Feroce come una madre

Il grido di guerra di due sorelle infiammò gli animi, cancellando i dubbi e conducendoli contro le armate nemiche; con i fianchi protetti dal proprio vicino, ciascuno fece sibilare la spada nell’aria densa di polvere.
Di orgoglio aveva palpitato il cuore di Vietnam nell’affondare la lama nel corpo del nemico, nell’udirne il respiro rantolante, sfidando il pregiudizio e l’impassibilità della Cina.
Né aveva versato lacrime quando la bandiera della sconfitta aveva garrito sopra i cadaveri, quando le era giunta la notizia del suicidio di Trung Nhi e Trung Tac, nel fiume dove la corrente impetuosa si affrettava ora a mondarsi dal fetore della morte.
Sulle sue rive si chinò la giovane nazione, mescolando le proprie orme ad altre meno recenti, impresse nel fango ubriaco di sangue, e nella limpida acqua immerse le mani, vi lavò il viso e i capelli scuri, avvertendo sulla pelle lo spirito di chi lì aveva gettato la vita per la propria libertà.
Nel suo riflesso scorse il dolore di Trung Tac, la fierezza di Trung Nhi, il coraggio di Thi Ching, che nulla aveva fermato, nemmeno il peso della gravidanza.
Dai loro fantasmi accompagnata e sostenuta, offrì il collo al giogo del vicino orientale.