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Autore: harrysboobear    20/11/2012    4 recensioni
«cos'è successo?»
«non ne ho idea!»
«l'hai investita, harry!»
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Scolastico
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«Sarah, sveglia! Farai tardi a scuola!»
«Come tuo solito!»

Finsi di dormire ancora, per rimanere un altro po' a letto. In realtà non avevo dormito affatto quella notte. Era un po' di tempo che non facevo altro che brutti sogni, così decisi di rimaner sveglia per tutta la notte. Un po'.. come i vampiri, si.

«Se non ti sbrighi ti tirerò le orecchie!»
«Sono sveglia, mamma!» urlai.
«Di certo non parlarvi nel sonno, idiota.»
«Che fratello gentile!» urlai ancora più forte.

La mia voglia di andare a scuola era pari al coefficiente angolare della retta che passa per i punti “ma manco” e “se mi paghi”.
“Non vedo l'ora di compiere 19 anni, così smetterò di andare a scuola” pensai.
Che senso aveva andare a scuola, se non avevo nessun amico li? Nessuna persona che, se un giorno avessi fatto assenza, si sarebbe chiesta il perché non fossi andata?

«Sono pronta, andiamo!» dissi a mio fratello.
«Belle le scarpe, complimenti.»
«Grazie, grazie! Sono della N.. pantofole.»
«Bella marca, mamma, le voglio anche io!»
«SMETTILA!» urlai.
«Quanto siamo nervosi stamattina!» disse mia madre.
«Sempre quando c'è Justin qui!» sorrisi.
«Pagheresti per un mio abbraccio»
«Pagherei per farti andar via»
«Smettetela e andate a scuola!»
«Okay..»
«Ciao mamma!» urlò Justin.
«Diamine perché urli?! Guarda che ti sente!» urlai.
«E tu perché stai urlando?! Guarda che ti sento!» urlò.
«Uscite subito!» urlò mamma.

Mia madre si chiama Charlie. Ha 42 anni ed è nata a Mullingar, in Irlanda. Mio padre si chiamava James ed aveva 36 anni, anche lui nato a Mullingar. "Aveva 36 anni".. mio padre è morto quando avevo all'incirca 6, 7 anni per una grave malattia, il Cancro. Da quando mio padre è morto, tutto è cambiato. Dall'Irlanda ci siamo trasferiti nel Cheshire, ad Holmes Chapel. Mia madre è diventata la classica "madre severa". La morte di papà le ha distrutto il cuore, più di quanto avesse fatto prima con i suoi tradimenti.
Mio fratello, come avete potuto intuire, si chiama Justin. E' nato il 1 marzo del 1994. Ha 18 anni e frequenta il quinto anno della mia stessa scuola, scuola dell'Arte, con una piccola differenza: lui l'ha scelta perché "li si viene sempre promossi", mentre io, ho una grande passione per l'arte. E' alto, capelli castani, occhi azzurri, solito fisico da "ragazzo vissuto".. siamo chiari, non è più come mamma l'ha fatto. Si è divertito ed adesso è nei guai. Non vorrei essere nei suoi panni!
Io mi chiamo Sarah e ho 16 anni. Sono nata il 1 febbraio del 1996. Come già accennato prima, ho una grande passione per l'arte, ma non solo: amo ballare. Il ballo mi aiuta a scaricare la tensione, anche se mi vergogno a ballare in pubblico, è per questo che non ho mai frequentato una scuola di ballo. Ho i capelli castani, ricci, occhi color caramello. Quando è morto mio padre, quando mia madre me lo comunicò, rimasi un po' perplessa ma non capii molto, niente. Ricordo che vedevo solo Justin piangere. Probabilmente lui capiva, e anche tanto.

«Ti lascio qui?»
«Ah?»
«Ho detto, ti lascio qui?»
«Ah ehm.. no cioè sì.. cioè.. okay, lasciami qui.»
«Se magari quando stiamo insieme smettessi di ascoltare musica, capiresti ciò che ti dico.»
«Se magari tu smettessi di respirare anche solo per un nano secondo..»
«Mi odi così tanto?»
«Fin troppo!»
«Lo so che mi ami, invece.»
«Contaci.»
«Sono tuo fratello!»
«E per me non sei nessuno!»

Gli sorrisi per fargli capire che scherzavo. Credo davvero che, senza Justin, la mia vita sarebbe una vita priva di senso. Oltre ad essere mio fratello, per me è anche un secondo papà.

«Mi raccomando, sta attenta.»
«Sicuro»
«Mi prendi in giro?»
«Sicuro!»
«Idiota!»
«Cretino!»
«Scema!»
«Imbecille!»
«JUSTIN!» un ragazza urlò.

Ci girammo entrambi improvvisamente, pensando fosse successo qualcosa. In realtà.. era solo Charlotte, la sua ragazza.

«Hey, Lottie.»
«Vieni, andiamo!»
«Okay. Ciao Sarah!»
«Sìsì, ciao Justin!»

Non ero pronta ad entrare. Per niente. Pensavo: "Sarah, torna indietro. Oggi non è giornata per andare a scuola" come se ci fosse qualcosa, o per meglio dire, qualcuno, che non voleva che io ci andassi.
Rimasi ferma, dove Justin mi aveva lasciato, ai cancelli fuori scuola. Avevo tutte le carte per poter tornare a casa. Nessuno poteva impedirmi.
Attraversai. Ero decisa a non entrare. Mio padre mi aveva sempre insegnato di seguire il mio istinto.

«SARAH! ENTRA!» urlò Justin.
Diamine, pensai. E' ancora li fuori?
«Sarah, ho detto di entrare!» urlò ancora più forte.

Suonò la campanella, e avevo cinque minuti per entrare. Improvvisamente non vidi più Justin.
"E' entrato" pensai.
Sento il cellulare vibrare. Era Justin.

«Pronto?»
«Sarah, entra!»
«Sì, sì! Sto entrando!»
«Guarda che ti vedo, eh.»
«Vuoi un autografo?»
«Una foto la preferisco.»
«Ah-Ah-Ah»
«Entra, forza.»
«Okay.»

Chiusi la chiamata. Non ero ancora decisa ad entrare ma il fatto che Justin mi stesse fissando, perché sapevo che mi stesse ancora fissando, mi spinse ad entrare.
Attraversai di nuovo, senza guardare nulla. Solo quel cancello blu che aspettava me per chiudersi.

«Cos'è successo?»
«Non ne ho idea!»
«L'hai investita, Harry!»
  
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