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Autore: CHiBI cHU    07/06/2007    8 recensioni
è prima fic che scrivo a capitoli, siate clementi!!!^^ A casa Brief arriva uno strano orologio a cucù, nero con i numeri dorati romani. Ma quale segreto nasconde questa pendola misteriosa? Per scrivere questa storia mi sono chiarmente ispirata a "La pendola del Destino", di R.L. Stine!(L'autore appunto di "Piccoli Brividi"!
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bra, Bulma, Trunks, Vegeta
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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La pendola del tempo

La pendola del tempo

 

Fu questione di attimi: la camera gravitazionale esplose senza che nemmeno l’occupante se ne rendesse conto. Come aveva potuto costatare dai precedenti allenamenti, Vegeta non fu in grado di proteggersi decentemente dall’esplosione, visto che il suo corpo era sempre meno potente. In pochi secondi fu seppellito da decine di macerie, senza avere la possibilità di muoversi. Ad un certo punto sentì il peso sopra di lui alleggerirsi, e vide le piccole e fragili mani di Bulma. Facendo un ultimo sforzo riuscì ad alzarsi, e a mormorare qualcosa senza far comprendere nulla a nessuno. Vide Bulma e il terrestre di fronte a lui. Poi svenne.

Quando aprì gli occhi si trovò dentro una strana stanza, sdraiato su un letto e con il corpo completamente fasciato.

-Ci siamo svegliati, finalmente!- disse Bulma sorridendo.

-Dove sono?-

-In una stanza che d’ora in poi diventerà l’infermeria della casa, se continui così! È già la seconda volta che fai esplodere la camera gravitazionale.- si sedette sulla sedia posta affianco al letto e lo fissò attentamente.

-Perché mi guardi?-

-Perché ho voglia di farlo- rispose lei calma.

-Vattene, mi dai fastidio-

-Non accetto ordini, principe. Dovresti saperlo.-

Vegeta si voltò verso l’altro lato del letto.

-Come ti sei fatto tutte quelle cicatrici?-

-Secondo te? Raccogliendo le farfalle?-

-Potrebbe essere. O magari cascando dalle scale.-

Vegeta si voltò verso di lei.

-Non ho voglia di parlare. Sparisci.-

-Non ho intenzione di farlo- La donna si avvicinò con aria di sfida verso il saiyan, che oramai si era seduto sul letto.

-Vattene- mormorò lui a denti stretti. Sul suo volto uno sguardo carico d’odio. Si avvicinò anche lui verso di lei.

-Non me ne andrò.- ormai per Bulma era diventata una questione di principio. Non si sarebbe lasciata sottomettere.

-Vuoi comandare tutto e tutti, ma con me non funziona. Prima te lo fai entrare in quella capocetta meglio sarà.-

-Vuoi morire, qui, adesso? Ti accontenterò.- Vegeta si allontanò da lei, e allungò un braccio verso il viso di lei. Una piccola sfera d’energia sul palmo della sua mano.

-Uccidimi, se ne hai il coraggio.- Bulma non era affatto spaventata, e se lo era non lo dava a vedere. Aveva un sorriso di sfida dipinto sul volto.

La sfera d’energia divenne più grande. Bulma poteva sentirne il calore.

-Bulma!- Il terrestre aprì la porta e afferrò con violenza Bulma da un braccio, strattonandola lontana dal principe, che teneva ancora il braccio teso.

-Andiamo via- disse solamente Yamcha, prendendo la mano della ragazza e uscendo dalla stanza.

Vegeta abbassò il braccio, e si guardò le mani. Cosa aveva fatto? Aveva minacciato Bulma di morte? Non era la prima volta, ma questa volta… questa volta l’avrebbe davvero uccisa. Se il terrestre non fosse venuto in suo soccorso, lei sarebbe morta. Uccisa dal suo futuro marito.

Cosa gli stava succedendo? Tutte quelle parole erano uscite spontanee, senza che lui stesso se ne accorgesse. Era spaventato. Aveva paura di sé stesso. Si mise le mani sul viso e si stropicciò gli occhi. Possibile che prima di conoscerla lui fosse così, un freddo e cinico assassino? Forse era stanchezza. Non capita tutti i giorni di venire sommerso da macerie.

Si sdraiò sul letto e chiuse gli occhi. Ma non era per niente tranquillo. Anche se probabilmente quei gesti e quelle parole erano state comandate dalla stanchezza, quella non era una ragione valida.

Quando si risvegliò era pomeriggio inoltrato. Si voltò verso l’orologio appeso al muro. Le sei.

Si tolse le bende e si alzò in piedi. Rimase qualche minuto fermo poi, sicuro delle sue forze, aprì la finestra. Saltò sul bordo e spiccò il volo. Diede un’occhiata al suo corpo. Non vedeva sangue sgorgare da nessuna parte: i suoi pantaloncini erano lacerati, ma non abbastanza da mostrare la sua virilità. Cominciò quindi a muoversi verso il suo lato preferito della casa: c’era un ampio balcone ignorato da tutti, che in quel particolare periodo della giornata riservava un magnifico panorama.

Il principe preferiva quel balcone a qualsiasi altro lato della casa non perché avesse quella vista così particolare, ma solamente perché non era mai frequentato da nessuno. Ma quella sera non fu così. Bulma era infatti affacciata sulla ringhiera e fissava il tramonto morire davanti a lei. Sotto di lei la città acquistava quel color arancione tipico di quell’arco della giornata. Istintivamente la donna si voltò a sinistra, e vide il saiyan sospeso nell’aria. Lui, al posto di andarsene, atterrò affianco a lei. Per qualche strano motivo Vegeta non aveva più il controllo del suo corpo e delle sue azioni, lo aveva capito prima.

In quel momento ebbe quasi paura di farle del male. Non sapeva cosa avrebbe poi fatto, come si sarebbe comportato nei suoi confronti. L’avrebbe uccisa? Lui non voleva farlo. Ma il suo corpo voleva farlo. Prima, se non ci fosse stato il terrestre, chissà come sarebbe finita la vicenda. Nonostante la sua mente urlava di smetterla, di ritirare quel braccio, la sfera si era ingrandita.

Si appoggiò alla ringhiera, senza dire nulla. Le sue mani tremavano. Doveva andarsene! Non poteva ucciderla! Perché aveva perso il controllo delle sue azioni? Perché non riusciva a trattenersi? Eppure quella mattina non aveva ucciso il terrestre nonostante avesse avuto una gran voglia di farlo!

Erano uno affianco all’altra, ma nessuno osava interrompere quel silenzio.

-Cosa ti succede?- chiese lei senza guardarlo.

-Non lo so- Aveva forse capito che in lui c’era qualcosa di veramente malvagio?

-Mi avresti davvero ucciso questa mattina?-

-Credo di si-

Lei non si scompose. Continuava a fissare il tramonto davanti a sé.

-Io non credo.- Vegeta si voltò verso di lei. Bulma guardava ancora il tramonto.

-Come fai a esserne così sicura? Io sono il principe dei saiyan. Non ho mai esitato a fare fuori un nemico.-

-Non lo so. Quello che dici è vero, ma… non lo so nemmeno io. Sento, che non l’avresti fatto.-

Soltanto in quel momento lei si voltò verso di lui e gli sorrise.

-So che non sei così cattivo come credi. Ho fiducia in te.-

Vegeta sentì uno strano impulso. Aveva quasi voglia di… di baciarla!

 

 

Oddio oddio oddio! Perdonatemi, perdonatemi! ad essere sincera questo capitolo lo vedo molto ma molto brutto... non mi piace! Lo vedo molto confusionario... credo che sia colpa del fatto che non mi sono fermata un attimo oggi per via di vicende varie... sono parecchio stanca, e questo capitolo ne è la prova più concreta che esista! Mi dispiace, per le prossime volte mi impegnerò a scrivere qualcosa di decente! Un grazie infinito a tutti quelli che mi seguono, ogni volta che leggo un commento mi emoziono tanto! grazie mille!!

CHiBI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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