Sweeney intinse la punta affilata della penna d'oca bianca nell'inchiostro.
Con accuratezza distesa il foglio sulla scrivania e con mano tremante incise solo due parole:
“Lucy Barker”.
Osservò la scritta, intensamente, come volesse aprire un dialogo tra lui e quelle tracce di inchiostro incise con mano insicura.
“Lucy…”, mormorò con un soffio appena percettibile di voce.
Poi posò il foglietto a un lato del tavolo per distenderne un altro davanti ai suoi occhi.
Intinse nuovamente la punta sottile nell’inchiostro, poi la lasciò un attimo a mez’aria sopra il foglio mentre dall’estremità rischiava di cadere una nera goccia che pendeva pericolosamente verso il bianco del foglio così perfetto e immacolato.
La goccia cadde deposidandosi perfetta al centro del foglio e cominciando a espandersi.
Sweeney appoggio la penna sul foglio e scrisse:
“Eleonor Lovett”.
Prese i due fogli in mano e li sovrappose ponendo sopra il nome di Lucy.
Poi guardò il nome di Nellie, lo guardò con uno sguardo strano, cercando di leggerci dentro, di capire tutte le sfumature dell’inchiostro, di come era disposto sul foglio, di come si imprimeva nella carta
Una sola
unica
grande
lacrima
usciì da uno degli occhi di Sweeney andandosi a posare proprio sul nome ‘Eleonor Lovett’ che iniziò a colare sciogliendosi sulla carta bianca.
Sweeney prese un fiammifero da una scatola che teneva accanto alla scrivania.
Lo accese.
Lo avvicinò al foglio.
Osservò la carta arrotolarsi e contorcersi.
Sembrava quasi che quel pezzo di carta stesse urlando.
Urlando tutto il suo dolore.
Si contorceva mentre rimpiccioliva.
Si contorceva implorando perdono.
Si contorceva piangendo nero inchiostro.
Si contorceva mentre il cuore esplodeva nel suo cuore.
Si contorceva mentre veniva cancellato dal mondo.
Amava
Soffriva.
Gridava.
Amava.
Bruciava.
Amava.
Moriva.
Un filo di fumo.
Un intenso profumo.
Petali di rosa bruciati