pensando se mai riuscirò a terminarla...ecco il primo capitolo.
Capitolo primo – Neve e Sangue>
Quartier generale dei servizi segreti giapponesi, ore 09.28
Una
nuova missione, ecco ciò che Nina stava aspettando. Aveva ricevuto la chiamata
in un angolo nascosto della metropolitana di Tokyo, per mezzo di un agente in
incognito che le aveva consegnato il messaggio. In meno di un ora si era
ritrovata al quartier generale, con l‘ aspettativa di ricevere un incarico
importante. Sapeva che dietro c’era la Mishima Zaibatsu, da sempre in combutta
con i servizi segreti, e ciò significava soldi a palate.
Negli ultimi anni aveva svolto più di una missione per conto dei
Mishima, e ciò l’aveva portata a partecipare più volte ai tornei di lotta
organizzati dal principale, Heiachi Mishima. Ogni volta con retribuzioni molto,
molto generose.
–Signorina…il generale Itama la sta aspettando– disse un agente
alle sue spalle.
Nina si girò e lo seguì fino ad entrare in una grande stanza dove
molte persone lavoravano davanti a grandi schermi e attrezzature
tecnologicamente molto avanzate.
L’agente, un giovane ragazzo giapponese in divisa, svoltò
improvvisamente a destra e aprì una porta blindata inserendo un codice. Nina
entrò nell’ufficio del generale Takeshi Itama osservando il giovane militare che
l’aveva accompagnata con uno sguardo altero.
–La migliore agente che ci abbia mai reso servizio– disse il
generale Itama accogliendola con un inchino.
–La ringrazio, generale– rispose lei accennando a sua volta un
inchino –ma preferirei saltare i convenevoli ed arrivare subito al punto. Chi è
il mio obiettivo, stavolta?– disse decisa.
–Sempre diretta. Può essere considerata una qualità– mormorò
sorridendo il generale componendo un codice su una tastiera poggiata sulla
scrivania accanto. Un grande monitor sulla parete alle spalle dell’uomo prese
vita, e passò alla visualizzazione di una scheda personale. Una grande quantità
di fotografie e informazioni era contenuta in quella pagina virtuale. Tutta una
vita.
–Sergei Dragunov, membro dello SPETSNAZ russo, il reparto delle
forze militari sovietiche impegnato anche nell’ investigazione su corpi
sconosciuti. Attualmente incaricato nella ricerca e successivamente negli studi
su Devil Jin, per questo potenzialmente pericoloso. Anche la Mishima Zaibatsu è
interessata a questi studi, e quindi il tuo compito è quello di proteggere i
suoi interessi eliminando Dragunov. Ha ricevuto ordine di recarsi qui in
Giappone, ma siamo abbastanza sicuri che non partirà se non tra una settimana.
In questo momento si trova a Mosca, ma qualsiasi suo spostamento è a nostra
conoscenza. E di conseguenza a tua.– Il generale parlava in tono serio tenendo
le braccia incrociate. Nina invece ascoltava impassibile fissando le fotografie
del suo obiettivo. Quell’uomo –se si poteva definire tale– portava nello sguardo
degli occhi cerulei qualcosa di strano. Questi occhi, uniti alla carnagione
pallida e ai capelli corvini che incorniciavano il viso, contribuivano all’aura
di mistero che circondava quel soggetto. Possedeva qualcosa di differente, quasi
maligno.
Forse questa missione sarebbe stata più interessante di tante
altre.
–Per una come lei, una missione del genere può essere definita il
‘pane quotidiano’– disse tranquillo Itama. –Può cominciare anche subito.–
–Detto così sembra facile– ribatté Nina –Sta facendo tutto come se
io avessi già accettato.– aggiunse poi tagliente.
Il generale rimase per un attimo interdetto, ma si riprese subito.
Nina lo vide dirigersi verso una cassaforte blindata, da cui dopo aver inserito
una combinazione su un tastierino numerico estrasse una valigetta nera e lucida.
Lei aveva già capito cosa stava facendo. Itama poggiò la valigia sul tavolo e la
aprì. Centinaia di banconote di grosso taglio in yen facevano bella mostra di sé
sistemate in mazzetti ordinati. L’uomo restò un istante fermo per osservare la
reazione di Nina, che però rimase impassibile, quindi le fece cenno di
avvicinarsi.
–Pensavo di lasciare le questioni venali per dopo…si avvicini, per
favore.– disse in tono gentile.
Nina stava per aprire bocca, quando il generale la zittì con un
gesto e scrisse qualcosa su un foglio, porgendoglielo.
La ragazza lo lesse e si rese conto di quanti soldi c’erano in
quella valigia. Inarcò un sopracciglio, quindi si rivolse al generale.
–Accetto.– dichiarò lapidaria.
–Molto bene…– il generale era visibilmente soddisfatto. –Ritengo
che ora possa prepararsi. Parte stasera con un volo segreto diretto in Siberia.
Il necessario per completare la sua missione le sarà consegnato al momento
dell’arrivo. Ah, e signorina…si porti qualcosa di pesante, la Russia è fredda in
questo periodo…– disse poi con un sorriso conciliante.
–Bene. A missione terminata voglio tutti i soldi su un conto che vi
invierò. Ci rivedremo presto– Nina era calma e pronta a ciò che l’aspettava.
–Arrivederci, generale– salutò con un inchino che l’uomo ricambiò.
–Arrivederci– rispose lui.
Nina uscì da quell’ ufficio e si diresse verso una finestra lì
vicino. Osservava il traffico scorrere lento sotto di lei e pensava alla
missione, la rapidità con cui l’aveva cominciata, insieme ovviamente a tutti i
soldi che avrebbe intascato. Si scosse da quei pensieri quando un agente la
convocò presso un altro ufficio, dove avrebbe dovuto depositare tutti i dati
personali e fare dei test per creare una cartella clinica servita in caso di
emergenza. Vennero prese anche le sue impronte digitali, l’impronta della
retina, venne registrata la sua voce e misurate le taglie dei vestiti.
Quando si manda un agente in missione bisogna sapere tutto di lui –
o lei, questa era la filosofia dei servizi segreti giapponesi. Nina si sottopose
pazientemente a quelle procedure, e le ore che la separavano dalla partenza
scorsero rapide. Quindi si ritrovò su un aereo diretto verso un luogo segreto in
Russia.
Ben presto la Siberia comparve sotto gli occhi dei pochi passeggeri
di quel volo segreto, e Nina venne per un attimo rapita dalla vista di quella
distesa di neve candida. Candida. Bianca. Quel biancore le riportò alla mente la
pelle nivea della sua preda.
Già, Sergei Dragunov era bianco come quella neve. E presto quel
candore sarebbe stato macchiato di rosso.
Neve e sangue. La purezza del bianco e la corruzione del rosso.
Nina sorrise a quel pensiero. Le erano sempre piaciuti i contrasti
forti, le davano un’idea della forza e del potere che lei amava.
Poco dopo l’aereo toccò la superficie lasciando segni grigi sulla
distesa immacolata della pista, e Nina venne accolta da un agente che la scortò
verso un altro aereo, un charter apparentemente normale che l’ avrebbe portata
fino a Mosca.
Il viaggio verso la capitale fu molto lungo, e all’arrivo la notte
era già calata sulla grande città. Nina era stata informata ulteriormente con
dettagli per lo svolgimento dell’incarico.
All’atterraggio l’attendeva un’automobile. Quando salì venne
accolta da un ufficiale giapponese che le descrisse le armi e gli strumenti che
avrebbe dovuto utilizzare. La dotazione prevedeva quanto di più avanzato la
tecnologia fosse in grado di offrire: oltre ad un fucile ad altissima precisione
che sarebbe servito a sparare il colpo decisivo Nina aveva ricevuto anche un
piccolo revolver, un coltello sottilissimo –e per questo ancora più letale– e
tutto l’ equipaggiamento informatico necessario alle telecomunicazioni. Avrebbe
trovato il tutto pronto nella camera dove avrebbe alloggiato. Intanto il viaggio
era quasi terminato.
L’automobile si fermò di fronte ad un hotel molto lussuoso situato
non lontano dalla piazza del Cremlino. Inaspettatamente l’ufficiale tirò fuori
una grande scatola e la porse alla ragazza.
–Le avranno detto che la Russia è fredda, in questo periodo–
cominciò sorridendo.
Nina lo prese e lo aprì, perplessa. Non si aspettava certo di trovarvi
un’elegante cappotto in pelle con i bordi di pelliccia di visone nero. Guardò
l’ufficiale scettica, come era suo solito fare ogni volta che le veniva offerto
un gesto gentile.
–Un regalo, un anticipo per il suo incarico. Nelle tasche interne
troverà i suoi documenti d’identità da consegnare alla reception.– aggiunse poi
serio.
–La ringrazio.– disse Nina mentre scendeva dall’auto.
–Ah signorina…– la fermò l’ ufficiale –i servizi segreti giapponesi
ripongono la più completa fiducia in lei.–
Nina lo guardò con sufficienza. Non le piacevano troppe
formalità. –Non deluderò le aspettative. Arrivederci.– disse scendendo e
chiudendo la portiera.
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Grazie (in ordine
sparso) per le loro recensioni a: Valy_chan (la tua recensione mi ha commosso,
ammora ç.ç), Shuriken, Ivory, Silver Princess e Annasukasuperfans.
Un bacio e a (spero) presto
Miss Trent