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Autore: renachan    08/06/2007    4 recensioni
Tu hai sempre saputo tutto. "Campane? Io non sento niente" "Davvero? Eppure oggi è un continuo...non mi davo pace. Sarà una chiesa? Un matrimonio? Oppure..." Perchè sapevi per chi erano quelle campane.
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: L, Light/Raito
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Saaaalve ^___^ è una fic senza pretese, perché l’ho scritta di getto mentre riflettevo tristemente sulla puntata 25 (cosa che sto facendo da quando l’ho vista e ancora ogni volta che ci ripenso mi rattristo ç__ç). Penso seriamente che L sia uno dei personaggi meglio riusciti nella storia degli anime e manga. E mi ci ero seriamente legata fino a quando…é__è çOç
Ovviamente SPOILER se non avere visto la puntata 25.
Ripeto, non è un gran che.
Anche se, essendo una yaoiomane, li vedo benissimo come coppia L e Light, penso che sia stata fatta talmente bene la storia (fino a lì ovviamente, da 25 in poi -___-) che non mi sento di storpiarla con invenzioni troppo surreali. Quindi qui si parla solamente del rapporto che, penso, abbia instaurato Light con L. Ho narrato con il punto di vista di Light perché mi sembrava più facile entrare nella sua mente, L è troppo difficile @_@
Dovrebbe essere un tributo a L, anche se non credo mi sia riuscito bene.
Ultima cosa, per chi segue (2 o 3 credo >_>’’’) la fic di Host Club, abbandonate anche ogni speranza perché non credo che scriverò mai l’ultimo capitolo. Invece credo che pubblicherò presto “La storia di una ragazza felice”, idea che porto avanti da un po’ e che adesso sta prendendo forma. Poi avrei una certa ispirazione su una VM18 su Bleach (IchigoxRenji) che però non si sta concretizzando in niente -_- bè…magari andando avanti…
BUONA ESTATE

L IS DIED


“che ti prende, ryuzaki?”

Lo so.

“uh?”

La morte.

“allora?”

È vicina. Watari.

L…L…
Mi sono sempre chiesto chi tu fossi.

“ryuzaki, che ci fai qui?”

All’inizio, all’esordio della nostra battaglia, eri solo un nome senza volto.
Poi un volto senza nome, né identità.
Ora un’esistenza fuori dalla realtà.
Prima eri l’ombra di te stesso; ora solo un vacuo ricordo, parvenza di quello che eri.

“ryuzaki, che ci fai qui?”

Ryuzaki…Ryuga…
Chi eri veramente?
Quel grandioso detective, il genio?
Quella era solo la maschera dietro l’ignoto.
Quel ignoto che avevi dentro e che nessuno, tranne Watari penso, abbia visto.
Io l’ho scorto, ma il tuo tempo è arrivato prima che lo comprendessi meglio.
Questo forse è stato un bene.
A volte penso che se avessi scovato qualcosa dentro di te, qualcosa di ben più profondo dello strano ragazzo che sedeva in modo insolito e mangiava unicamente zuccheri, Kira si sarebbe perso tra quel intrico complesso di rami e rovi spinosi.
Probabilmente avrei perso.

“ryuzaki, che stai facendo?”

Tu hai sempre saputo tutto.
Non danno l’appellativo di genio al primo pazzo che capita.
Perché è proprio per questo che hai sempre saputo la verità.

“ma, non è che sto facendo qualcosa in particolare…il suono delle campane…”

Perché eri pazzo.
Come me.

“campane?”

Tanto pazzo da fare colazione, pranzo, merenda e cena unicamente con dei dolci.
Tanto pazzo da non dormire quasi mai, tanto da avere delle occhiaie evidentissime.

“si, il suono delle campane oggi è davvero assordante”

Tanto pazzo da vivere per anni senza alcun tipo di contatto umano, escluso Watari.
Tanto pazzo da essere convinto, anche andando contro prove schiaccianti, che io sia Kira.

“io non sento niente”

Tanto pazzo da rischiare la vita in nome della giustizia.
Tanto pazzo da rischiare la vita per catturare un criminale.

“davvero? Eppure oggi è un continuo…non mi davo proprio pace.
Sarà una chiesa? Un matrimonio? Oppure…”

Tanto pazzo da sentire delle campane inesistenti sotto la pioggia scrosciante.
Tanto pazzo da aver intuito che quelle campane erano per te. Per la tua morte.
Tanto pazzo da sapere che quel giorno il tuo tempo sarebbe terminato.
La solitaria strada piena di porte chiuse finiva lì.

“ma che stai dicendo ryuzaki?
Basta sciocchezze, andiamo via”

E sopra all’ultimo portone in fondo c’era il nome della tua morte. Il nome del dio della morte che ti avrebbe fatto spegnere il cuore. Che ti avrebbe smorzato quella flebile ma costante luce negli occhi color della notte. Color dell’oblio.

“scusa, eh. Dopotutto dico sempre e solo un mucchio di sciocchezze.
Non credere ad una sola parola.”

Il nome del tuo nemico.
Il nome di Kira.
Il mio nome.

“hai ragione ryuzaki. Dici quasi sempre sciocchezze.
Se ti si prende sempre sul serio, non se ne esce più.
E io lo so meglio di chiunque altro.”

Penso spesso a te, creatura senza identità.
Penso a come devi esserti sentito tutte quelle volte che mentivo, mi preoccupavo, fingevo e fingevo e fingevo.

“si, hai ragione…Raito. Tuttavia…la cosa è reciproca, vero?”

E tu lo sapevi.

“che vuoi dire?”

Forse questa è la cosa che più mi ha colpito.
È la cosa che più mi ha confuso. E anche un po’ spaventato.

“hai mai detto la verità da quando sei nato? Almeno una volta?”

Hai iniziato l’indagine ed hai terminato la tua vita con la ferrea convinzione che Kira fossi io.

“ma che stai dicendo ryuzaki?
Certo, a volte anche io dico le bugie.
Ma pensi davvero che esiste anche solo un essere umano
che non mente mai per tutta la vita?
Nessun essere umano è talmente perfetto.
Tutti dicono le bugie.
Tuttavia mi sono sempre impegnato in modo da non dire bugie
che possano ferire qualcuno.
Questa è la mia risposta.”

Saresti potuto scappare, rinchiuderti in qualche posto e chiudere le indagini.
Avresti perso.
Ti saresti salvato.
Sei rimasto, hai frugato nella mia testa, l’hai messa sotto sopra, fino a che non sei arrivato alla verità.
Già.
Hai vinto tu.
Ma sei morto.

“pensavo che avresti risposto proprio così. Andiamo. Siamo fradici”

Ho vinto io.

“si”

Deve essere stato penoso morire tra le braccia del proprio assassino.
Vero, L?
Avrebbero potuto continuare le indagini secondo le tue idee, ma eri tu il genio, no?
Gli altri solo perdine sacrificabili senza cervello.
Ho vinto io.
E Kira è felice.
Kira ha vinto.
Kira creerà un nuovo mondo e ne sarà il sovrano.
Kira è pazzo, ma per arrivare in alto bisogna esserlo, vero L?

“uh…che storiaccia”

L…è stato doloroso per te morire?
Avrai avuto paura?
Mi torna spesso in mente la tua faccia…le tue strane movenze…
Chi eri, veramente, L?
L’unica volta…l’unica volta che credo di averti visto davvero…

“è colpa tua. A stare sotto quella pioggia…”

È stata la sola volta in cui credo di aver capito anche solo un po’ chi eri veramente.
È stato come se la maschera fosse caduta, disgiungendosi al suolo, mostrando l’ombra che c’era sotto; un’oscurità leggermente illuminata da un lieve bagliore che mi ha mostrato l’oggetto creatore di quel buio.
È stato come vedere di sfuggita un profilo ben nascosto.
È stato come scoprire che sotto quella pioggia torrenziale, solo sul cemento freddo, nasceva un piccolo quadrifoglio. Piccolo, debole, speciale. Smarrito.
Sotto quella pioggia, vidi un L diverso.

“eh già…”

Vidi un L consapevole, maturo, deciso.
Vidi un L afflitto, triste, rassegnato.
Stanco.
Per la prima volta vidi un L che diceva chiaramente la verità.
Quello che pensavi.
Senza inganni, senza falsità.
Dicesti con lo sguardo semplicemente quello che credevi.

“ma che fai, ryuzaki?”

Addio.

Sapevi che saresti morto.
Sapevi che ero Kira.
L ha vinto, Light ha perso.
L ha perso, Kira ha vinto.
L eri così afflitto.

“pensavo di aiutarti in qualche modo…visto che ‘sua signoria’ è impegnata a strofinarsi…”

Non so se il tuo asciugarmi i piedi sia stata solo una presa in giro, ma conoscendoti non credo.
Credo sia stata una prova verso di me, per dimostrarmi che riconoscevi a Kira la sua superiorità.

“non c’è bisogno che fai queste cose”

Anche io ero triste.
Kira gioiva.
In fondo ora può costruire il nuovo mondo.
Si può piangere e gioire contemporaneamente della morte di una persona?

“le faccio pure il massaggio. Mi sembra il minimo per espiare le mie colpe. Guarda che sono piuttosto bravo.”

L, forse sono più pazzo di te.

“fai come ti pare”

L in fondo mi manchi.
In fondo mi piaceva, il mio avversario.
Sei stata l’unica persona capace di tenermi testa.
Uno strano rapporto c’era tra di noi.
Un rapporto ipocrita, viscido, profondo vero.

“ok”

In fondo era il rapporto tra il più grande detective del mondo e il più potente assassino del mondo.
Era come se avessimo rappresentato il mondo intero.
Avevamo una responsabilità enorme.
Forse troppo grande.

“ehi”

Come si fa a non impazzire, pensando che il destino del mondo è nelle proprie mani?
Grande detective…mi manchi.

“ti abituerai subito”

Light si è pentito di averti ucciso, ma Kira non poteva permettersi di tenerti in vita.
Quindi va bene così.
L’importante è che quella persona che vidi illuminata da quella fioca luce, quando la maschera era caduta, non scompaia nei miei ricordi.

“sei ancora bagnato”

Se questo non accadrà, il mio cuore potrebbe sopportare almeno un po’ il ricordo di averti ucciso.
In questo modo mi posso consolate, quando mi torna in mente l’immagine dei tuoi occhi che si chiudono per sempre.
In questo modo la tua ombra mi seguirà per sempre.
Forse così sarò felice anche essendo un assassino.

“…grazie. Che tristezza. Ci dovremo presto separare”

-The end-

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