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Autore: nuccetta    20/11/2012    11 recensioni
A volte il destino ti porta ad incrociare strade che non pensavi di conoscere, ti porta in quei posti che non credevi esistessero, ti crea delle amicizie alle quali non rinunceresti mai, ti fa innamorare di uomini che spesso ti faranno soffrire. Mi chiamo Nina e questa è la mia storia.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev, Paul Wesley, Un po' tutti, Zach Roerig
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pov Nina.

 

Che io non sia una maniaca dell'ordine, si era capito. Ma da qui a non trovare mai le chiavi della macchina, ce ne passa. Ogni giorno, mi riprometto di metterle in un posto sicuro, poi, prontamente, me ne dimentico. Per fortuna c'è Rob che ogni giorno, prima di uscire di casa, me lo ricorda. E' molto più ordinato e preciso di me, non c'è ombra di dubbio.

Faccio nuovamente il giro dei cassetti in cucina, guardo perfino nel porta pane, ma niente. Ecco che però arriva il flash: la camera da letto! Già, ieri sera sono rientrata a casa un po' più tardi del solito e per farmela pagare mio marito mi ha preso alla sprovvista, buttandomi con davvero poca delicatezza sul letto. Devono essermi cadute lì.

Salgo le scale un po' irritata ed entro nel mio nido d'amore.

Mi guardo un po' intorno, credo di non averle appoggiate da nessuna parte. Inizio ad esaminare con attenzione l'intero pavimento. Niente. Alzo la coperta per guardare se sono finite sotto il letto, in certi momenti non ti rendi conto proprio di nulla!

Trovate! Una scatola, però, cattura la mia attenzione. E' la scatola dei ricordi, l'avevo iniziata una decina di anni fa, poi me ne sono completamente dimenticata...

Con le mani un po' tremanti dall'emozione la apro. Foto. Una marea di foto di attimi importanti della mia vita, i più importanti. Rivedo i visi delle persone che ho amato e di quelle che amo ancora, anche se a distanza di anni. Ci sono immagini dei miei migliori amici, il favoloso, scalmanato gruppo di Londra, della mia lunga e travagliata storia d'amore con Julian. Ritrovo i sorrisi di tutte le meravigliose persone che ho incontrato nel mio percorso in “The vampire diaries”, alcuni persi per strada dopo poco tempo, altri ancora vivi e presenti nelle mie giornate. Scorro ancora con i ricordi, fino che la mia mano incontra quella foto che non avevo mai più rivisto.

Io ed Ian, più di sette anni fa, sorridenti ed innamorati, abbracciati e attentissimi a non mancare l'obbiettivo. Sento il cuore sussultare nel petto. Un'emozione intensa mi avvolge delicatamente il volto mentre ripenso al tempo passato, a ciò che ho vissuto con lui, ha ciò che ha sempre significato. Vengo rapita dai suoi occhi, inizio a pensare a quanto siano belli, a quell'azzurro così intenso capace persino di travolgermi. Ripenso a quel periodo, a quel momento di pura magia, alla favola che Ian mi ha fatto vivere. Ricordo la prima volta che l'ho incontrato in quell'aeroporto, così dannatamente bello e sexy, così incredibilmente irraggiungibile. Ripenso al nostro amore così travagliato e perfetto, così invidiato da tutto il mondo. Rievoco quei momenti di intesa fortissima, la nostra passione, il nostro modo di amarci. E poi, con il vuoto nello stomaco, mi torna in mente quel giorno.

 

 

 

 

 

7 anni prima...

 

 

Mi guardo allo specchio e quasi non mi riconosco. Indosso il vestito che ho sempre sognato e sul mio viso risplende finalmente un sorriso, me lo merito dopo tanta sofferenza. Cerco di lisciare lo strascico come meglio posso, è perfetto, chilometrico come l'ho sempre sognato, decisamente l'unica cosa retrò del mio semplice e umile abito da sposa.

Mia sorella e Candice continuano a girarmi intorno, probabilmente alla ricerca di qualcosa che non funziona, di qualcosa che possa ancora essere modificato. Fanno così da un'ora e rischiano quasi di farmi diventare pazza, soprattutto se si mettono a discutere ogni due secondi su quanto scollata debba essere la schiena. Mia madre, gettando occhiatacce ad entrambe, mi aggiusta la rosa che ho tra i capelli, una rosa bianca, pura e semplice come questo amore che sta per nascere, fresca e profumata come la mia giovane età.

Ora sono davvero pronta, o almeno così credo.

Apro la porta con mani tremanti, il cuore inizia a battere così forte che potrebbe uscirmi dal petto. Nel salone, mio padre mi sta aspettando. E' emozionato, ancora una volta. Lo prendo sotto braccio, non so se sono io a dover reggere lui, o viceversa. Gli sorrido incoraggiante, ho optato per la seconda. In fin dei conti sono la sua ultima figlia, a suo dire ancora una bambina, e tutto questo gli fa certamente effetto.

Sei pronta, Nina?”. So che in questo caso, la sua domanda contiene all'interno tutta una serie di richieste implicite a cui solo adesso posso dare risposta.

Questa volta sì, sono davvero pronta”.

Lentamente, attraversiamo il salone per raggiungere il giardino. Torrey ha voluto esagerare, ha fatto sì che i miei genitori mettessero a disposizione l'intero giardino ed ha organizzato una cerimonia all'americana, come se lo sfarzo non fosse già abbastanza presente nella mia vita! Nonostante ciò, non ho voluto ribellarmi, non in questo momento complicato per lei. E' stata una valvola di sfogo e non voglio essere io a riportarla a fondo.

Mi fermo poco prima di avvistare tutto l'allestimento. Rafforzo la presa su mio padre e prendo un enorme respiro. Sì, Nina, ti stai per sposare... questa volta è la cosa giusta da fare.

Riprendo a camminare, facendo attenzione a non inciampare, mio padre ha gli occhi velati dalle lacrime, ma per il resto mi sembra piuttosto tranquillo.

Inizio a passeggiare per il corridoio che separa le due file di banchi, un po' contrariata calpesto i petali rossi e bianchi buttati alla rinfusa sull'intero tappeto.

Incontro gli sguardi delle persone che conosco, che amo, che hanno significato tanto per me. Ci sono proprio tutti. Sorrido dolcemente a tutti gli occhi che incontro. Oggi, è la mia giornata e nessuno può rovinarmela. Ho voluto intorno a me solo le persone che contano davvero, quelle che nel bene e nel male ci sono sempre state. Nessuno di più, nessuna zia Lucy pronta a criticare ogni dettaglio del banchetto, nessuna Deb pronta a flirtare con tutti gli uomini presenti alla cerimonia, nessuna falsa amica pronta solo a voltarmi le spalle.

Michael mi saluta allegro con la mano, la sua genuinità riesce a sorprendermi sempre e scoppio a ridere mentre lo vedo tirare una gomitata alle costole a Steven, il quale non sembra essersi accorto della mia presenza. Nella fila di fronte, c'è Zach con la sua fidanzata, il suo sorriso è un po' più timido rispetto a quello dei suoi amici, ma sono certa che sia ugualmente sincero.

Scorro uno ad uno i visi che mi accompagnano giornalmente nella mia vita ad Atlanta, ci sono Kat, Claire, Joseph, Daniel, persino Jevin e Julie, i quali hanno le lacrime agli occhi, quasi come se a sposarsi fosse Elena e non Nina.

Faccio dei passi in avanti, mando un bacio delicato a mia madre e ai miei fratelli e continuo la mia corsa all'altare.

Ecco che ora i miei occhi incontrano le persone alle quali tengo e ho tenuto di più. Ci sono Paul, Candice, Torrey. Sono tutti sorridenti e commossi. E poi, al fianco di Paul c'è lui. I suoi occhi azzurri mi trafiggono all'istante, mi fanno mancare il respiro. Sento le gambe cedere, vorrei fermarmi lì, ritornare indietro, qualsiasi cosa pur di non provare questo vuoto allo stomaco. Cerco comunque di continuare, distolgo il mio sguardo dal suo e torno a camminare.

Mio padre abbandona il mio braccio per la mia mano e con uno sguardo, quasi di ammonimento, la mette con delicatezza in quella del mio futuro marito.

Il prete inizia a celebrare la messa. Ora che sono al suo fianco sono finalmente tranquilla, non penso più a nulla, esistiamo solo io, lui e questo amore che sta per essere ufficializzato.

Io, Nina, prendo te Ian com....”. MI blocco, anche tutti gli invitati sembrano essersi bloccati, incontro nuovamente quegli occhi azzurri che mi hanno rapito il cuore e continuo come se niente fosse successo. “Io, Nina, prendo te, Ian, come mio legittimo sposo e prometto di amarti ed onorarti sempre, nella gioia e nel dolore. Perchè è in questi che ci siamo incontrati, è con questi che giorno dopo giorno abbiamo combattuto, sono questi che oggi ci rendono più forti di ieri. Ed è nel nome di questi che io oggi decido di concedermi a te, anima e corpo, e prometto che sarò per te un'ancora di salvezza, prendendoti la mano e attraversando insieme a te questo cammino chiamato vita”.

Gli sorrido radiosa, ora so quello che voglio, non ho più ripensamenti, era lui, è lui, e lo sarà per sempre.

Io, Ian, prendo te, Nina, come mia sposa e lo faccio perchè in te vedo le mie convinzioni, le mie debolezze, il mio coraggio, la mia forza, ma soprattutto il mio bisogno di amare e di essere amato. Ti sposo, perchè, oggi più di ieri, vedo in te la donna della mia vita, quella che vorrò vicino sempre, anche quando la felicità mi volta le spalle. Ti amo, Nina. Ti amo da quando i miei occhi hanno incontrato i tuoi, ti amo da quando, quella notte al mare, ho capito che non avrei più potuto fare a meno di te, ti amo da quando le tue paure sono diventate le mie”.

 

 

Ripenso a quel giorno, alla bellezza di quell'attimo e forse vorrei tornare indietro, vorrei poter rivivere quei sentimenti, vorrei poter riavere il cuore gola, vorrei tornare ai mie vent'anni. Ora, però, il mio sguardo si posa su un'altra foto. I miei figli abbracciati, gli occhietti vispi e il sorriso stampato sul visetto tondo, lo stesso sorriso del loro papà. Allora ringrazio Dio di avermi fatto andare avanti, di non avermi fatto perdere, di avermi guidata a ritrovare, ogni giorno, l'amore per l'uomo che ho al mio fianco.

Porto la foto che ho in mano al piano di sotto, c'è giusto uno spazio sul camino che deve essere riempito.

 

 

 

Pov Ian.

 

 

 

“No, Julie, questo non avrebbe senso. Dobbiamo mandare le bozze entro tre settimane, dunque o mi trovi qualcuno e subito o sei licenziata in tronco”.

Di fronte alla faccia spaventata della mia assistente scoppio in una sonora risata. Il ruolo del cattivo, mi riusciva bene solo nella finzione, è meglio appenderlo al chiodo definitivamente.

Con un po' di nostalgia ripenso a quel periodo da poco trascorso, alla mia felicità mentre giocavo sulle scene. Era bello, era bello poter fingere di essere un'altra persona, poter essere tutto senza essere niente, poter sperimentare il male, per poi capire quanto valga davvero il bene. Ma come tutte le cose belle, anche questa doveva finire e ora, da quasi un anno ho smesso di recitare.

Però sostituire il tutto con la mia fondazione è stata la scelta migliore che abbia preso, ci ho messo dentro tutto me stesso e sono riuscito a farla crescere.

Julie esce sculettante dal mio ufficio, riscuoto comunque un discreto successo con le ragazze e, se solo non fosse che amo in maniera smisurata mia moglie e la mia famiglia, potrei averne una ai miei piedi ogni sera. Ma che senso avrebbe, quando hai un'attraente ventinovenne, dai lunghi capelli castani e i grandi occhi nocciola, ad aspettarti ogni sera a casa?

E pensare che più di una volta, ho rischiato di perderla, di ferirla. Ora osservo la foto del nostro matrimonio, i sorrisi freschi e felici di due persone che si amano. Ripenso alla notte scorsa... forse, nella vita non tutto deve cambiare per forza!

 

 

Sette anni prima...

 

 

Scendo velocemente i gradini, la rabbia mi sta facendo uscire fuori di me e l'ultima cosa che voglio è farle male con le mie parole. Penso di aver già parlato abbastanza.

Non riesco a capire più nulla, non riesco a capire cosa ho sbagliato, quando ho perso di vista la situazione. E dentro di me, anche se vorrei colpevolizzare lei, non posso fare a meno di prendermela con me stesso. L'unico responsabile di questa storia travagliata.

Inizio a piangere sommessamente. Perchè? Perchè doveva finire così? Perchè non posso essere felice?

Ian, cosa stai combinando? Che uomo sei diventato? Al piano di sopra, c'è una donna, c'è la tua donna che singhiozza per il dolore, porta in grembo un bambino, il tuo bambino, e tu? Tu cosa fai? Scappi da lei come un codardo, un ladro? No, questo non sono io. Io non lo potrei mai fare e non potrei mai farlo a Nina. Già, perchè forse tu non ti ricordi, ma quella donna è Nina, bella e speciale come sempre, solo un po' più in difficoltà.

Al diavolo l'orgoglio. Inizio a risalire a due a due i gradini, il pianto di Nina mi riempie le orecchie. Ha ancora la porta aperta, è inginocchiata con le mani sulla bocca, come a voler reprimere tutto il suo dolore, tutto quel dolore che io le ho procurato. Mi lascio cadere anche io, provo ad afferrarle le braccia, ma lei non si lascia toccare, mi allontana disperata, arrabbiata ed io capisco le sue ragioni.

Nina, Nina...”.

No, Ian. Lasciami”.

Inizia a singhiozzare convulsamente, non si ferma più, non respira più ed io ho paura. Mi alzo in piedi, la afferro con forza dai gomiti e la sollevo. Cerca di opporsi, ma la sua forza è nulla rispetto alla mia. Facendo attenzione a non prendermi nessun pugno in faccia, la faccio appoggiare con delicatezza sul divano. I suoi singhiozzi aumentano il loro andare, mi inginocchio nuovamente ai suoi piedi e prendo le mani tra le mie.

Nina, ascoltami”.

No, Ian. Che senso ha? Perchè ascoltarti ancora? Perchè continuare a farmi del male?”.

Cerco di mostrarmi tranquillo, ma dentro di me c'è solo rabbia. La rabbia verso di lei che non fa altro che colpevolizzarmi e quella verso di me che in realtà ho sbagliato per davvero.

No, Nina. Io devo parlare e tu mi devi ascoltare”.

Per dirmi cosa? Che ho buttato al vento due anni della mia vita? Che pur amandoti con tutta me stessa, non sono stata in grado di dimostrartelo? Dimmelo , Ian, perchè io così non capisco”.

Sono solo tanto arrabbiato e credo anche di averne ragione. La nostra storia è sempre stata complicata, troppo complicata, abbiamo superato ostacoli che nessuno avrebbe neanche potuto immaginare, abbiamo rivoluzionato le nostre vita, abbiamo interrotto, ricominciato, ma lo abbiamo fatto sempre insieme, mano nella mano, cercando di non perdere noi stessi.

Poi, poco fa, entra in casa Candice, ha gli occhi rossi, mi guarda come fossi un condannato e mi dice che tu hai scelto di non mettere al mondo nostro figlio, il figlio che io ti ho dato. Come avrei dovuto sentirmi, Nina? Cosa avrei dovuto pensare? Mi sono sentito inutile, sbagliato, fuori luogo. Volevo correre da te, impedirti di fare questo sbaglio, arrabbiarmi, urlarti contro, ma l'importante sarebbe stato alleggerirmi il cuore. Io ti amo, Nina. Questo non cambierà mai”.

I suoi occhi lucidi mi scrutano intimoriti.

E perchè allora sei andato via da me?”.

Mi hai deluso e ferito. Mi hai fatto perdere le speranze, mi hai dato modo di credere che non contassi più niente, mi hai fatto pensare ad una vita senza di te. Mi hai dato modo di perdere fiducia in te, mi hai creato una voragine nel cuore. Ti ho odiato, Nina. Ti ho odiato e avrei voluto non vederti più, avrei voluto cancellarti dalla mia vita.

Mi hai rivoluzionato, mi hai cambiato, mi hai fatto faticare, mi hai fatto sperare in un futuro più facile. Eppure, mi hai cambiato la vita. Ed io non posso più tornare indietro, non posso guardare il mondo se non attraverso i tuoi occhi, non posso andare avanti senza averti accanto. Perdona la mia reazione, Nina. Aiutami a prendermi cura di te e del piccolo, aiutaci a portare avanti la nostra famiglia”.

E tutto questo sarà solo un brutto ricordo?”.

No, non un brutto ricordo. Semplicemente, sarà un ricordo in più della bellezza di questa storia. Non voglio dimenticarlo, sarebbe come dimenticare un pezzo di noi e questo non mi starebbe bene”.

Mi avvicino a lei, le prendo le mani.

Nina, vuoi continuare la tua vita insieme a me?”.

Sì, Ian, lo voglio”.

Mi basta solo questo. Non devi più sentirti in dovere di fare nulla. Ci godremo questa vita passo dopo passo, attimo dopo attimo. Solo io e te. Io e te ed i nostri bambini. Non ti costringerò più a far niente. Basta dichiarazioni ufficiali in tv, basta matrimoni, basta progetti a lungo termine”.

No”. Spalanca gli occhi, è quasi spaventata. “No, assolutamente no. Tra qualche giorno io diventerò tua moglie, su questo non si discute”.

Inizio a baciarle teneramente i capelli, dopo le prendo la mano.

Torniamo a casa?”.

Annuisce e mi segue. Mi segue nel percorso della nostra vita insieme.

 

 

Dopo tutto era improbabile che finissimo con l'odiarci. Io e Nina siamo fatti l'uno per l'altra, non c'è nulla che potrebbe farci separare, davvero nulla. Spengo le luci dell'ufficio e mi incammino verso casa, l'unico luogo in cui mi sento davvero vivo.

 

 

 

Pov Nina.

 

 

“Ti ho chiesto di stare fermo, così non riesco a prenderti le misure e poi ti lamenti”.

“Ma mamma, io voglio andare a giocare fuori”.

Guardo con rimprovero mio figlio. In realtà dentro di me sto sorridendo per la sua caparbietà, in certi aspetti mi sembra di rivedere me stessa. Poi mi dedico a ciò che realmente appare e vedo solo la fotocopia in miniatura di Ian.

“Robert, ti ho detto che adesso devi prendere le misure per la divisa, dopo potrai uscire fuori”. A volte mi viene difficile mostrarmi dura e severa, non è decisamente nella mia natura. Ma se io non sono brava, devo dire che Ian è totalmente incapace, per lui sgridare i bambini significa comprarli con caramelle e cioccolatini per farli stare buoni. E va beh, non potevo pretendere che fosse perfetto anche in questo!

Finisco di prendere le misure e poi lo aiuto a svestirsi. Prima che possa fiondarsi in giardino, gli scompiglio i capelli con una mano e lo bacio delicatamente sulla fronte. Come risposta, si accoccola meglio tra le mi braccia. E' sempre stato un mammone, anche in questo è identico a suo padre.

Sorrido ripensando a qualche giorno fa, quando, davanti a scuola, ho fatto lo stesso gesto di oggi. Solo che allora, di fronte alla sua fidanzatina nuova, non ha accettato i baci della mamma e mi ha allontanato con una frase appena sussurrata tra le labbra. “Ma mamma, sono grande ora. Perchè mi baci?”.

Da quel giorno, vuole che ad accompagnarlo a scuola sia sempre suo padre, il pugno che si scambiano come saluto, è decisamente più virile di un bacetto soffiato da lontano! Poi però a casa arriva l'ora delle coccole ed in quel momento diventa super geloso di chiunque mi si avvicini per prendersi per sé ciò che toccherebbe a lui.

Mi lascia un bacio tra i capelli, volendo imitare Ian quando al mattino si alza da tavola per andare a lavorare. “Mamma, sei la più bella del mondo”.

Dopo di che sfreccia per raggiungere suo fratello. Ha un'adorazione nei suoi confronti, lo vede come una sorta di re al quale dare sempre ascolto. Da canto suo, Liam apprezza particolarmente questo effetto che esercita nei confronti del fratello e si atteggia a uomo vissuto. Gli sorrido dolcemente, mentre lui mi lancia con la mano un bacio che io ricambio di buon grado. Per me Liam non è il figlio di mio marito, è mio a tutti gli effetti, lo amo come deve essere amato un figlio. Da quando Megan è partita con Taylor, è sempre rimasto con noi, salvo il mese estivo in cui trascorre le vacanze da sua madre, dunque per me non potrebbe essere altro che un figlio adorato per cui nutro sentimenti che vanno al di sopra di ogni altro rapporto umano.

E' stata un'impresa mettergli in testa che Megan è sua mamma e che io sono semplicemente “Nina”, e anche se Ian si illude di esserci riuscito, ogni sera, quando è nel suo letto ed io vado a dargli la buona notte, a bassa voce e con il viso carico di timidezza, pronuncia le quattro paroline magiche che, anche se non è giusto, mi scaldano il cuore: “Ti voglio bene, mamma”.

 

 

 

Sei anni prima...

 

 

Smettila, mi fai male. Lasciami”.

Io e Ian stiamo giocando sul letto. La nostra luna di miele è già un ricordo lontano, per questo abbiamo deciso di replicare prendendoci una settimana tutta per noi. Siamo finiti a Parigi, meta che ci ha accolto più volte, nel procedere della nostra relazione. Liam è con sua madre e domani lo riavremo con noi.

Guarda che ti ho visto che flirtavi con il custode”.

Rido a causa del solletico. “Ma non è vero. Non è neanche un po' affascinante”.

Perchè lo fosse, ti metteresti a flirtare?”.

Rido, una risata piena di energia, una risata sincera e libera, proprio come il nostro amore. Con un po' di fatica mi alzo dal letto, il pancione sta diventando un problema, ma lo amo così tanto che, se penso a quando non ci sarà più, avverto un piccolo senso di vuoto in fondo allo stomaco.

Dove vai?”.

A prendere delle caramelle?”.

Caramelle, Nina? Ma fanno male al piccolo”. Da quando abbiamo frequentato il corso di preparazione al parto, Ian non perde tempo a rimproverarmi se, per caso, eccedo con gli zuccheri.

Gli faccio una linguaccia, ignorando completamente la sua osservazione e con fatica mi infilo le scarpe lasciate ai piedi del letto.

Scendo nella hall e cerco con lo sguardo il ragazzetto delle caramelle, già pregusto il sapore di fragola e arancia, una delle mie voglie ricorrenti e durature. Mi avvicino sorridente e ne prendo una bella busta piena, tanto so già che Ian ne mangerà più di metà.

Quando ritorno in stanza, mio marito si è già addormentato, rimango ad osservarlo stupita, come ogni volta d'altronde. Inizio a mangiare le mie caramelle, pensando a quanto fortunata sia stata. Poi una sensazione strana, una pioggia calda che mi accarezza le gambe. Un po' spaventata abbasso lo sguardo, non è niente è solo acqua. E' solo acqua?

Ian, Ian. Svegliati”.

Co... cosa succede?”. E' ancora stordito dai pochi minuti di sonno, quasi mi viene da sorridere, dopo tutto sono felice, il dolore è solo secondario.

Mi si sono rotte le acque”.

Ian affonda nuovamente la testa sul cuscino, sembra più rimbambito di quanto non voglia dare a vedere. Poi, scatta all'erta.

Cosa hai detto?”.

Mi si sono rotte le acque”. Questa volta urlo, rimangio tutto ciò che ho detto sul dolore secondario, qui sto per impazzire.

O mio Dio, Nina. Dobbiamo andare. ok... ok, io so cosa devo fare”.

E' spaventato, molto più di me e questo mi urta parecchio. Non è lui a dover fare uscire una testa da un buco grosso come una monetina! Rimane immobile a blaterare parole sconnesse, è bianco. Inizio a muovermi cercando di recuperare le cose indispensabili e mi dirigo verso la porta, dedicandogli uno sguardo d'attesa, abbastanza impazientita.

Ti vuoi muovere o vuoi far nascere nostro figlio in questa stanza d'albergo? Sai tagliare il cordone ombelicale potrebbe davvero impressionarti!”.

 

Non è possibile, mancano venti giorni. Come abbiamo fatto ad essere così incosciente? Come si fa a partire in queste condizioni? Siamo dall'altra parte del mondo”.

Mi concentro sulle sue parole, solo per pensare meno al dolore che mi sta attraversando il grembo. So anch'io che mi sono comportata come una ragazzina, ma in fondo al cuore, l'idea di far nascere mio figlio nella città che ha visto sorgere ufficialmente il nostro amore, mi ha sempre entusiasmato. Le stranezze di una futura mamma sentimentalista!

Il dolore inizia a farsi più interno, è come se mi spaccassero il ventre con una motosega, come se il mio respiro fosse mozzato e mi trovassi in una camera piccola e umida.

Nina, ti senti bene?”.

Benissimo, Ian. Anzi, sai che ti dico? Andiamo prima a farci due salti in discoteca, già che ci siamo”. Sbuffo sonoramente, mia madre mi aveva avvertita, in queste situazioni il partner è la tua unica valvola di sfogo, devo però cercare di contenermi!

Ian, sta scendendo! Cosa faccio? Non voglio far nascere il mio bambino in una stupida macchina a noleggio!”.

Ok, trattieni il respiro. Noi siamo arrivati”.

Nonostante la lacerazione interna, fulmino mio marito con lo sguardo. Trattieni il respiro?! Seriamente?! Direi che in questo momento è meglio non fare affidamento su di lui. Inizio a fare respiri continui come mi hanno insegnato e tiro un sospiro di sollievo quando vedo la luce dell'ospedale.

 

Ancora dolore, sempre più fulminante, sempre più intenso. Voglio mia madre, ho bisogno di lei.

Ian, chiama mia madre, dille di venire qui”.

Signora, respiri, ci siamo quasi”.

Fatelo finire, non voglio più stare così, spegnete tutto. E' come se tutta la ma parte inferiore si stesse lacerando, ho paura! Cosa sta succedendo?

Un ultimo sforzo Nina”. Mi viene quasi da ridere per questo accento così francese. Cosa sto facendo? Mi metto a ridere in un momento del genere? Sta succedendo una tragedia.

L'ultima spinta, forza”.

Ok, sono svenuta, o forse sono morta. So soltanto che non ho più consapevolezza del mondo che mi gira intorno. Mi sembra di galleggiare su un nuvola bianca, l'unica cosa che voglio fare e dormire. Poi un urlo, gracchiante, angosciante, ma stupendo. Il mio bambino. La mia ragione di vita. Sorrido, o forse no, ma dentro di me sicuramente lo sto facendo. Provo ad alzare le mani per prenderlo, ma è come se fossero incollate al letto.

Nina, tesoro”.

La luce pallida del sole mi accarezza il viso. Apro gli occhi, mi sembra di dormire da anni. La prima cosa che scorgo sono gli occhi più belli del mondo, gli occhi senza i quali non potrei fare a meno di esistere. Il suo sorriso mi scioglie il cuore.

Amore...”. Sono ancora troppo debole per parlare.

Sono venuto qui per presentarti una persona”. Mi gira le spalle per un secondo, poi prende qualcosa di azzurro tra le braccia.

Eccoti qua il nostro bambino”. Pronuncia questa frase con venerazione, quasi orgoglio. Io allora realizzo. E' nato! Mi metto subito a sedere e allungo le braccia, Ian me lo porge e poi si siede vicino a me.

Nel momento in cui guardo il mio piccolo, mi dimentico di tutto. Non so dove sono, cosa sto facendo. Non ricordo neanche tutto quel dolore. E' bellissimo, dolcissimo. Il viso paffuto, ancora un po' provato per il parto, sembra splendere di fronte ai miei occhi. I suoi invece sono chiusi, ma, non so per quale motivo, so già che se li aprisse mi troverei di fronte ad una situazione famigliare. Non può che somigliare a suo padre in tutto e per tutto. Sarà sicuramente perfetto come lui.

Prendo una manina, è così delicata e morbida che mi pizzica il cuore. Mi sembra di essermi innamorata di nuovo, di vivere un'altra volta i primi momenti della mia vita con Ian...è come se fossi ancora al mio primo appuntamento.

Alzo lo sguardo verso Ian, non ha distolto lo sguardo da noi neanche per un secondo.

Ti amo”.

Ti amo anch'io piccola”.

Come lo chiamiamo?”. Non ci avevamo ancora pensato, non ce n'era l'urgenza, ma ora lui è qui, ed oltre al nostro amore, che sono sicura non mancherà, ha bisogno anche di un nome.

Robert?”.

Robert Somerhalder... mmm, mi sembra di averlo già sentito”. Sorrido, so quanto sia importante per lui suo fratello e poi Robert è un nome che mi è sempre piaciuto.

Vada per Robert, allora”.

Aspetta... Robert Paul Somerhalder. Così è più completo”.

Bussano alla porta. Come se fosse lì dietro ad ascoltare, fa il suo ingresso in camera.

Qui c'è qualcuno che vorrebbe salutare il suo nuovo fratellino”.

Paul, ci sei anche tu?”.

Non avrei potuto perdermi la nascita di mio nipote”.

Si avvicina trascinandosi dietro Liam, che con un sorriso enorme stampato e passo incerto, si butta sul letto, abbracciandomi.

Mamma, mamma. Ti voi bene, io. E lui?”.

Io vi lascio soli. Entrerò più tardi. Ho una sorpresa”.

Guardo Paul allontanarsi e poi sposto lo sguardo sul mio miracolo personale: mio marito ed i miei bambini. Sorrido mentre guardo Liam che accarezza con dolcezza il suo fratellino, poi mi accorgo di Ian che li osserva rapito. Sembra non accorgersi di ciò che lo circonda, non ha neanche rimproverato Liam per avermi chiamato mamma, si sta godendo lo spettacolo e lo fa senza dire parola, come se qualsiasi rumore potesse distruggere ogni cosa.

Beglio pittovino”.

Parlò l'uomo vissuto”.

Ridiamo entrambi di Liam, mi sento vicino a lui come non sono mai stata, come se il nostro amore oggi fosse cresciuto di anni, come se sapessi che amarlo sia l'unica soluzione possibile.

Adesso possiamo entrare?”. Quasi non mi accorgo di Paul. Sbaglio, o ha detto possiamo?

Neanche il tempo di rispondermi, che vedo una chioma bionda ed una castana fare ingresso in camera.

Tor, Care”. Mi abbandono alle braccia di mia sorella e della mia migliore amica. “Sono così contenta che siate qui”.

Beh, diciamo che non è stato facile prenotare un volo diretto Stati Uniti, Parigi, ma per il nostro piccolino questo ed altro”.

Lo avete già visto?”.

Certo, mentre dormivi lo abbiamo spupazzato per bene”.

Dai topolino, vieni dalla zia”. Mentre passo Robert a mia sorella, mi soffermo a squadrare la mia famiglia e penso che niente al mondo vale questa giornata, vale la loro presenza qui.

Mamma e papà arriveranno presto. Tra qualche ora, Devon sarà qui”.

Annuisco, mi dispiace aver mobilitato tutti, ma Parigi è l'unico luogo in cui mio figlio avrebbe dovuto nascere, la città dell'amore, la città dove tutto nasce, la città che non ti dimentica.

Diteci un po'. Come lo avete chiamato?”.

Robert Paul Somerhalder”. Dice con orgoglio Ian prendendolo in braccio. Ora la mia vita ha ogni significato possibile.

 

 

Preparo la merenda per i bambini, occuparmi di loro è diventato il mio hobby preferito, vivo per la loro felicità perchè alla fine si tratta soprattutto della mia.

Sento la macchina di Ian fare manovra nel vialetto, in realtà sarebbero bastate le urla concitate dei miei piccoli. Qualche secondo dopo, vedo mio marito apparire in cucina, mentre i suoi figli lo trascinano dalle maniche della giacca. Oggi deve essere di umore particolarmente buono, in un'altra situazione avrebbe sbraitato contro di loro, anzi, molto più probabilmente contro di me, che lasciavo fare. Già, lo sporco compito delle mogli!

“Ciao tesoro”. Mi bacia con dolcezza ed io sento una stretta allo stomaco, anzi un po' più. Incredibile come in questi anni la voglia di lui non sia passata, incredibile quanto il tempo lo renda più bello e affascinante, incredibile pensare che sia davvero tutto mio...

 

 

 

 

 

Pov Ian

 

 

E' notte, la strada è buia, mi rilassa. Certe volte la macchina è uno dei posti più sicuri, ti fa sentire importante, potente, ti fa avere la città tra le mani.

Sono uscito da casa qualche minuto fa ed ora la mia auto sta sfrecciando sull'asfalto bagnato. Intorno a me il bianco della neve, uno spettacolo incantevole che normalmente mi soffermo ad ammirare.

Volto con prudenza la testa. Lei dorme seduta al mio fianco ed una leggere fitta mi attraversa lo stomaco, succede ogni qualvolta mi soffermi a guardarla. E' lo spettacolo più bello che abbia mai visto. I lunghi capelli biondi le ricadono sulle spalle formando morbide onde perfette, gli occhi, così azzurri e belli, sono chiusi in una situazione di pace quasi imbarazzante, le labbra rosse e carnose sono leggermente imbronciate.

E' il mio miracolo personale, la parte più bella e pura di me, l'unica donna capace di destabilizzarmi completamente, inevitabilmente. Il mio amore nei suoi confronti aumenta giorno dopo giorno e questo mi confonde, mi sorprende, mi consuma.

 

 

Tre anni prima...

 

 

Ian, ti amo, alla follia”. Ansima con dolcezza ed imbarazzo sul mio collo. Il suo respiro si mozza contro il mio petto, si costringe a non urlare.

Sul mio viso, così tormentato dall'eccitazione, si forma una piega che somiglia vagamente ad un sorriso, non mi preoccupo di essere particolarmente sensibile. Scendo verso il suo ventre, è ancora piatto e candido, lo bacio, lo lecco, lo mordo e lei sospira con gli occhi chiusi.

Raggiungiamo il piacere ed è come se fosse una cosa completamente nuova, come se non avessi mai provato nulla del genere.

Appoggia la testa sul mio petto, io le accarezzo i capelli guardando il vuoto di fronte a me.

Ian... devo parlarti”.

Dimmi, piccola”.

Tra qualche tempo, non potremmo più fare l'amore così”.

Perchè mai?”.

Perchè non so se è questo che vuoi insegnare alla tua bambina”.

Alla mia... è una femmina?”. Gli occhi mi si riempiono di lacrime. Una bambina. La mia bambina. A lungo, io e Nina abbiamo fantasticato su quanto sarebbe stato bello avere una femminuccia, ma era come se non ci sperassi più, come se ci fosse una sorta di destino che mi conducesse a sfornare un maschio dopo l'altro.

Sì, una meravigliosa bambina tutta nostra”.

Per un attimo mi incupisco. Nina si sporge verso di me, seriamente preoccupata.

Che succede, amore? Pensavo volessi una bambina, dopo due maschietti”.

E' così... ma... come devo comportarmi con una femmina?”.

Cioè?”.

Beh, con Liam e Robert so benissimo cosa fare. Li faccio giocare a calcio, mangiare con le mani e li istruisco ad un futuro da latin lover. Con una femmina cosa dovrei fare a parte rinchiuderla in casa fino ai trent'anniùùùùù'”.

Mia moglie ride in modo sguaiato e si becca una mia occhiata di rimprovero.

Cosa credi? I ragazzi che incontrerà avranno avuto padri come me. E' la filosofia dell'acchiappa, porta a letto e dimentica. Noi uomini siamo fatti così”.

Wow. Vanne pure orgoglioso, tesoro”.

Non ne vado orgoglioso. Ecco perchè non voglio che a mia figlia succeda una cosa del genere”.

Con te come padre, non corre questo rischio”.

Questo è sicuro. Anche perchè starai con mamma e papà fino a quando non avrai compiuto almeno i venti cinque anni”. Avvicino la bocca al pancione di Nina per sussurrare l'ultima parte della frase.

Ian! Io a venti cinque anni mi sono occupata di due bambini!”.

Ok, venti tre... non uno in meno”.

 

 

 

Osservo nuovamente la mia bambina, è così bella, così dolce, così incredibilmente mia. La amo da perderci la testa, in lei è concentrato tutto ciò che mi fa impazzire: la bellezza di un angelo, la grazia e la determinazione di sua madre, la sua stessa bellezza, lo stesso modo di tenermi a freno.

Già, la mia bimba così piccola ed indifesa, indifesa si fa per dire. Sorrido pensando a come riesca a tenere a freno i suoi fratelli e a come loro riescano ad obbedirle senza muoverle accuse, persino Liam si lascia dirigere a bacchetta da lei! E' come un pianeta, e noi i suoi satelliti, le giriamo intorno senza neanche rendercene conto.

Ricordo il giorno in cui è nata, la paura che abbiamo avuto quando il medico ci ha detto che la bambina non respirava bene, la gioia quando si è salvata. Ricordo il volto luminoso di Nina la prima volta che l'ha avuta tra le braccia, la volta in cui, con un moto di commozione ha scelto il suo nome. Elena. Come quel personaggio che ha reso possibile il nostro amore e, di conseguenza, anche la sua nascita.

Elena è una bambina bellissima, i biondi capelli sistemati in boccoli e gli occhi azzurro cielo, esattamente come i suoi fratelli, sono la gioia di zia Candice, che trascorre il tempo ad acconciarla come una vera principessa. Tutti la amano alla follia, la sua delicatezza ed il suo sorriso riescono a sciogliere anche gli animi più duri. Però, oltre ad essere bella, la mia bambina è anche molto fragile. Le sue difese immunitarie sono perennemente instabili e i dolori spesso la sovrastano. Esattamente come stasera, i crampi alla pancia non le hanno dato tregua e, per abbattere un po' la preoccupazione di Nina, ho deciso di portarla in giro. Ora il dolore sembra essersi calmato, si è addormentata con un'espressione di pace sul volto. Eppure a me sembra di morire, ogni suo dolore, ogni suo raffreddore sono per me duri colpi allo stomaco. I medici ci hanno detto che con l'età guarirà, ma io non posso fare altro che temere.

Le passo una mano sul viso, la vedo muoversi nel sonno e mi ritraggo subito.

“E' ora di tornare dalla mamma”. Glielo sussurro piano, ma so che anche nel sonno, il pensiero di sua madre è vivo e presente in lei.

Ho la famiglia più bella del mondo, ho dei parenti stupendi, una famiglia acquisita presentissima, degli amici sempre pronti a farsi in quattro per me e tre bambini adorabili. E poi c'è lei. Nina. La donna della mia vita. La ragione della mia esistenza. Colei che ha reso possibile ogni cosa.

 

 

 

 

 

 

Pov Candice.

 

“Ciao tesoro mio. Come stai?”.

“Una meraviglia. Stanotte Liam non ha chiuso occhio. Sono stanchissima”.

Sorrido un po' dispiaciuta per la mia amica, ma d'altra parte è normale quando hai dei figli a cui pensare.

“Quando ci vediamo? Ho voglia di vedere i bimbi”.

“Oh, che carina che sei”.

Rido nuovamente, questa volta divertita. Povera Nina, da attrice di successo, a donna di casa e produttrice televisiva. La sua strada è sempre stata segnata, ancor prima di The vampire diaries, ancora prima che raggiungesse la fama.

Per quanto riguarda me, sono tornata a fare la modella. Certo a trentuno anni è tutto più complicato, ma ho ancora un po' di fascino e la notorietà che riescono a darmi i film saltuari a cui partecipo normalmente.

“No, mi mancate tanto anche tu e Ian. Ho voglia di vedervi, ci mancano le nostre chiacchierate nel cuore della notte”.

In effetti è dura non vedersi tutti i giorni come eravamo abituati a fare. Questo mio temporaneo trasferimento è stato un duro colpo, soprattutto per i piccoli, mi mancano in una maniera assurda, sono come dei veri nipoti per me e non aver ancora potuto mettere al mondo dei figli contribuisce ad accentuare questo mio attaccamento morboso nei loro confronti.

Sospiro ripensando a come tutto è iniziato, a come la mia vita sia completamente cambiata e tutto per colpa di Nina. O forse dovrei dire di Ian, senza di lui non avrei mai conosciuto Nina.

 

 

 

Sette anni prima...

 

 

Mi faccio strada verso l'altare, il cuore che batte in gola, lo strascico che si trascina per tutto il pavimento. Gli occhi di tutti sono rivolti su di me. Non è vero, sono tutti in attesa della sposa, io sono solo un piccolo spettacolo biondo che la precede.

Continuo a camminare, fino a quando mi accorgo, dai sorrisi stampati sui volti degli invitati, che Nina deve aver fatto il suo ingresso trionfale. Sono davvero fiera di lei, dei passi che la sua storia d'amore ha fatto, della maturità che, giorno dopo giorno, ha sempre dimostrato. E poi, sono orgogliosissima del vestito che ha scelto per coronare questa giornata, è semplicemente degno di una principessa.

Incrocio lo sguardo dei suoi famigliari, sono tutti emozionatissimi, tutti felici di ciò che sta stravolgendo la vita di quell'uragano moro. E anche io lo sono.

Vedo Paul voltarsi leggermente verso Ian e sussurrargli delle parole timide. “E' bellissima” mi pare che dica. Ed è così per davvero. E più guardo gli occhi di Ian, così azzurri, così affascinanti, più mi rendo conto di quanto la sua bellezza prenda vita in loro.

E' un matrimonio stupendo, fatto di baci, di parole dolci sussurrate appena, di sentimenti veri e autentici. E' un matrimonio fatto di amici, di famiglia e soprattutto di amore. In tutte le sue forme, in ogni sua sfaccettatura.

Non farla mai soffrire, lei crede in te”.

Sono seria, seria come non sono mai stata. Ian interrompe momentaneamente il ballo e si limita ad annuire.

Posso riavere il mio fidanzato”. Una Nina sorridente si fa spazio tra le braccia di suo marito, appoggia la testa al suo petto e sembra inspirarne il profumo. Con suo estremo disappunto, viene nuovamente rapita, questa volta da suo fratello, allora io colgo l'occasione per un altro giro di danza (Ian è decisamente un ballerino migliore di Michael).

Non ti deluderò. Mi occuperò di Nina con molto più impegno di quanto abbia fatto fino ad ora. E' tutta la mia vita, non farei niente per farla soffrire”.

Sorrido soddisfatta, in parte mi sento madrina di questo amore. Cerco le parole giuste da dire, poi vengo però fermata da Liam che, con passetti incerti, si trascina dietro Paul per raggiungere il suo papà. Ian lo prende in braccio e lo bacia con dolcezza sulle guance paffute. Cerco di immaginarlo con un altro bambino a cui badare e cerco di immaginare soprattutto Nina. Poi la vedo avvicinarsi ai due uomini della sua vita e, mentre si lascia stringere forte da Liam, mi rendo conto di come tutto sarà naturale.

Mi concedi questo ballo?”.

Una voce sconosciuta mi ridesta dai miei pensieri. Alzo lo sguardo ed incrocio quello di un ragazzo alto ed avvenente, ha qualcosa di vagamente famigliare, forse l'ho già visto in altre ricorrenze.

Come, scusa?”.

Ian ti ha abbandonato in mezzo alla pista, non vorrai mica restartene qui tutta sola?!”.

Allunga una mano verso di me, io la accetto e inizio il mio ballo. Non so perchè, ma in lui c'è qualcosa che mi attrae.

Sei triste?”.

No. Perchè?”.

Non so, mi sembravi triste prima. Osservavi la felicità di mia sorella e mio cognato e sembravi desiderarla anche tu”.

Tua...”.

Sono Alex, il fratello di Nina”.

Ecco dove lo avevo già visto. Al matrimonio di Torrey e Paul! Il suo sguardo mi mette in soggezione, è come se mi leggesse dentro, come se avesse le risposte a delle domande che io ho paura a pormi.

Che tipo discreto che sei”. Sfodera un sorriso bianchissimo e pulito ed io quasi mi sciolgo.

Non sono sempre così. Devi piacermi particolarmente. Non si vedono spesso ragazze come te. Riesco a vederti con altri occhi, come se a differenza di tutte le altre tu non fossi profonda come una pozzanghera”.

Sorrido divertita dal suo riferimento allo show. Lui sa già chi sono io.

La musica si interrompe e così la pista si svuota. Rimaniamo solo noi due e Nina che rincorre allegra Liam.

Improvvisamente ritorno alla realtà e, soprattutto, realizzo che da qualche parte Michael sta assistendo alla scena e di certo non ne è particolarmente felice. Sorrido cordialmente ad Alex e torno sorridente dal mio amore.

 

 

“Noi vi aspettiamo comunque per Natale”.

“Non so se in una settimana riusciremo a liberarci di tutti gli impegni”.

“Beh, cercate di farlo. Ci sono riusciti tutti, ci riuscirete anche voi”. Quando ci si mette, Nina è proprio incredibile, in tutti questi anni non è cambiata per niente, rimane sempre la solita ragazzina indisponente e dolcissima che è sempre stata. Ora però ha qualche anno in più.

“Giuro, cercherò di fare il possibile. Te lo prometto e sai che io non vengo mai meno alle mie promesse”.

“I bambini hanno tanta voglia di rivedere gli zii. Se non potete farlo per noi, fatelo almeno per loro”.

“Promesso”.

Sorrido ripensando a quante cose sono cambiate in questi anni, a quanto le nostre unioni siano cambiate. Ricordo quando io e Nina trascorrevamo nottate intere in camera a chiacchierare e a farci le unghie. Oggi non sarebbe possibile, non con quei marmocchi birichini da mettere a letto!

In un flash, ripercorro tutti i momenti salienti della mia vita. Le ragazzate che io e Nina combinavamo, la passione che entrambe nutrivamo per Kevin, le serate a cercare di battere Ian a poker, le notti insonni a sperare che Michael mi guardasse, le scene sbagliate con Nina e Paul, il primo bacio con Steven. Sorrido, mentre ripenso a quella sera a Parigi, Ian e Nina aprono la porta, Ian rosso come un pomodoro, Steven che non alza lo sguardo da terra. Poi, in ultimo, mi viene in mente lui, Michael. Tanti sforzi per far decollare la nostra storia e poi... poi ci siamo persi in un bicchier d'acqua. Lui è stato preso in una famosa serie tv argentina ed io non ho trovato una motivazione per seguirlo. Era finito prima ancora che ce ne rendessimo conto. Eppure, sembravamo fatti l'uno per l'altra, eravamo proprio una bella coppia, divertente e appassionata al momento stesso. E' per questo che siamo rimasti amici, che il nostro amore finito non ci ha sovrastato come un'onda. E' per questo che, in fondo al cuore, molto in fondo, una parte di me lo amerà per sempre.

 

 

Quattro anni prima...

 

 

Ha provato a farmi assaggiare qualche nuova ricetta. Diciamo che ho preferito farmi un giro da Jake”.

Chi è Jake?”.

Il nuovo migliore amico di Nina. E' il rosticcere del paese. Inizialmente, la tua amica spacciava i piatti come suoi, poi le bugie sono venute a galla”.

Scoppio a ridere mentre Ian abbraccia dolcemente sua moglie, decisamente contrariata dalle parole del marito.

Sono una donna in carriera, ho altre cose per la testa”.

Continuano a scherzare tra di loro ed io li ammiro, ma, anche se non è bello ammetterlo, un po' li invidio. Li invidio perchè so quanto sarebbe bello poter vivere un sentimento simile, li invidio perchè so che nessun uomo potrebbe guardare me con gli stessi occhi con cui Ian guarda Nina, li invidio perchè io stessa non darei tutto ciò che Nina offre alla sua relazione perfetta.

Io stasera mi siedo vicino a zia”.

No, io vicino gia...”. Robert e Liam entrano in cucina, incuranti di ciò che sta succedendo. Il primo piagnucolante ed arrabbiato, il secondo deciso e sorridente.

Zia chi vuoi che si sieda vicino a te?”.

Guardo con tenerezza gli occhietti di Robert che si stanno per riempire di lacrime, poi rivolgo gli occhi a Liam che sembra tremare all'idea di ciò che potrei rispondere.

Ho due fianchi, perchè usarne solo uno?”.

Incrocio un'altra volta gli sguardi d'amore che i miei due amici riservano ai loro bambini. In questa casa tutto è armonia. Guardo i piccoli allontanarsi di schiena e mi lascio scappare un sospiro rassegnato, che non scappa alla coppia che ho di fronte.

Beh, almeno qualcuno mi apprezza

Improvvisamente, Ian diventa serio. “E' tornato ad Atlanta”.

Non ho bisogno di fare domande, so benissimo a chi si sta riferendo.

Lo hai visto?”. Cerco di controllare la ma voce, apparendo il più disinteressata possibile.

L'altra sera. Abbiamo preso una birra”. Alzo gli occhi, incrociando l'azzurro ceruleo che ho di fronte, sorrido decisa, ma Ian mi conosce troppo bene per cascarci.

Si è rifatto una vita. Una nuova casa, un nuovo lavoro, una nuova famiglia. Ora, devi pensare solo a te stessa, Care”.

Ma sì. E poi ho tutti questi pretendenti che mi girano intorno, cosa posso volere ancora?”.

Ian ricambia il mio sorriso, non completamente concorde con la mia reazione. Bacia con dolcezza le labbra di Nina e ne lascia uno a me tra i capelli.

Io vado in aeroporto. Mi porto i bambini. Ci vediamo più tardi”.

Dopo mesi, io e Nina ci ritroviamo a parlare come qualche anno fa. Non abbiamo interruzioni, non abbiamo tempi da rispettare. Solo io, lei e la mia voglia inaspettata di parlare.

Dopo un paio d'ore, Ian e i bambini fanno il loro rientro in casa, questa volta seguiti a ruota dalla famiglia De Vitto al completo. Conosco tutti a malapena, ma sono comunque felice di rivederli, sono certa che la famiglia di Nina sia perfetta per trascorrere il Natale. Saluto con rispetto Liberty e Michaela, per poi dedicarmi al resto della famiglia. Ci sono proprio tutti: Maryelle e Frank, Torrey e Paul (che saluto con particolare entusiasmo), Devon, questa volta accompagnata da un ragazzo che ad occhio e croce avrà l'età di Nina, se non più giovane, e infine Alex, senza Michelle a seguito. Arrossisco appena la sua pelle sfiora la mia, il ricordo di quel ballo è ancora intatto dentro me.

Trascorro il Natale più bello della mia vita, circondata solo dai miei amici e da persone che si amano per davvero. Perchè è questo che è mancato nella mia vita: sapere che questo sentimento esiste ed è universale.

 

 

 

“Ciao tesoro, chi era?”.

“Tua sorella. Dice che ci vuole vedere il più presto possibile”.

“I bambini come stanno”.

“Sono delle pesti, come al solito”. Vedo nei suoi occhi, l'affetto immenso per questi piccolini, ha per loro una predilezione, quasi una venerazione. Lo bacio con delicatezza sulle labbra.

“Anche io non vedo l'ora di vederli”.

Già, io ed Alex. E chi l'avrebbe detto? Io non di sicuro e neanche Nina, vista la reazione incredula che ha avuto, non credeva suo fratello alla mia altezza. Ian invece ha da subito tifato per noi, romanticone com'è, non potrebbe fare a meno di elogiare l'amore in tutte le sue forme e le sue sfumature. L'unico, risentito di tutta questa situazione, è stato Paul. Ha un rapporto stupendo con Alex, è per lui prima un amico e dopo un compagno, e la consapevolezza che io pensassi ancora a Michael lo rendeva un po' incredulo nei confronti di questa storia d'amore.

Poi però ha funzionato, dopo quel Natale, Alex mi ha chiesto di uscire e da lì non ci siamo più lasciati. E' stata una sorta di magia, una compatibilità quasi irreale, però ha senso di esistere.

Ora voi mi chiederete: “ma tu sei felice?”. Ed io vi rispondo che non lo so, che non ho niente in mano per decretare o meno la mia felicità, che non sono sicura di amare Alex almeno la metà di quanto abbia amato Michael... ma so che lui è quello giusto, so che non potrebbe fare altro che esistere nella mia vita, che io sono nata per stare con lui. Con Michael sarebbe stata tutta un'altra storia, tutto un altro modo di vedere il futuro. So che con Alex, invece, non ci sono interrogativi, solo realtà assolute e concrete. E se essere felice è sapere che passerai il resto della vita con una persona e che non ti stancherai mai di lui, perchè con lui il mondo è più sicuro... beh, allora sono felice!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L'aria natalizia inizia a sentirsi più intensamente, poche ore e Babbo Natale scenderà dai camini facendo felici i più piccoli.

Nina è intenta ad occuparsi degli ultimi addobbi, per la cena Ian ha optato per la gastronomia vicino a casa, non aveva intenzione di intossicare un'intera famiglia!

I tre bambini sono vicini all'albero, non si sono staccati da lì da quando i loro genitori hanno messo sotto tutti quei regali. Di Natali ne sono passati per tutti, per Liam che ha quasi otto anni, per Robert che ne ha da poco compiuti sei e per la piccola di casa che, per ora, è solo al suo secondo, eppure ogni anno l'emozione è così forte da costringerli a trascorrere ora intere davanti a quel gigante abete che hanno comprato qualche giorno fa con la mamma ed il papà.

Anche Nina e Ian sembrano essere tornati bambini, canticchiano canzoni di Natale e si sbaciucchiano come fidanzatini alla prima cotta. La felicità spesso cambia il modo di vedere le cose e ti porta a fare un tuffo nel passato, in quel momento che ti è sembrato perfetto.

Qualcuno suona alla porta, e proprio come fosse un'improvvisata, gran parte della famiglia fa ingresso nella sfarzosa casa. Ci sono quasi tutti e, per la gioia dei più piccoli, sono tutti stracarichi di pacchetti.

Candice e Alex sono i primi ad entrare, sul volto il sorriso stampato pronto ad accogliere i birichini che si lanciano improvvisamente tra le braccia della zia, suscitando ilarità e disappunto sul viso dello zio Ex.

“Ehi, ehi, ci siamo anche noi”. Questa volta Elena si fionda tra le braccia di Paul, ha un'adorazione nei suoi confronti, probabilmente ne è segretamente innamorata, lo si capisce dalle guance che si tingono di rosa ogni volta che lo zio le sussurra: “sei la più bella del mondo, principessa”.

Intanto Nina ed Ian si dedicano alla più piccola della famiglia, Rose ha solo tre mesi e ha già conquistato tutti. Nina le bacia con dolcezza le guance paffute e lei sorride soddisfatta. Il carattere mansueto è di sicuro proiezione di quello di suo padre. Torrey dedica un ultimo sguardo ammirato alla sua bambina, per poi avventarsi sui nipotini, finalmente disposti a salutare il resto della famiglia.

Nina continua a cullare sua nipote, la gioia di vedere sorridere nuovamente Paul e Torrey è per lei la cosa più importante del mondo. Ricorda l'inferno di quelle giornate trascorse a cercare di risollevarli, di aiutarli a riprendere in mano la loro vita. Ricorda la gioia, quando Torrey, solo un anno fa, ha scoperto di aspettare nuovamente un bambino.

A seguito entrano in casa anche i nonni, i genitori di Nina, ma anche quelli di Ian. E proprio lui, quasi impazzisce, quando scopre che anche Robyn ha deciso di partecipare alla festa, portandosi dietro tutti e due i bambini... bambini poi si fa per dire.

E' una giornata perfetta, come tutte quelle che hanno vissuto in famiglia. Mangiano e ridono come se il tempo non fosse passato e, come ogni Natale che si rispetti, i discorsi più gettonati sono i ricordi.

“Incredibile quanto cambino le cose negli anni, non è vero?”. Candi è già un po' brilla e, come al solito, si lascia andare a sentimentalismi procurando un'ombra di tristezza al viso scuro del suo compagno.

“Già, ne abbiamo passate davvero tante. E pensare che tutto è nato dal mio incontro con Torrey”.

“Giusto, ecco a chi dobbiamo chiedere i danni”. Tutti scoppiano in una risata, mentre Nina tira uno schiaffo in testa a suo marito.

“Intanto sei stato tu a sbavarmi dietro sin dall'inizio”.

“Solo perchè avevi un bel sedere. Con tutto il rispetto, Liberty”. Liberty sorride, scuotendo la testa, i bicchieri di troppo si fanno sentire anche per genero e suocero.

“La cosa più bella, però, è vedere che nonostante tutto siamo sempre stati noi, sempre pronti ad incoraggiarci a vicenda”.

“Insieme abbiamo pianto, abbiamo riso, insieme abbiamo guardato il futuro e abbiamo preso il coraggio di andare avanti”. Prosegue Ian, battendo una mano sulla spalla di Paul.

“Allora, io propongo un brindisi”. Nina si alza con un calice in mano, gli occhi tutti addosso.

“A noi. A chi ha creduto di non farcela, ma poi ha ritrovato la luce in fondo al tunnel...”. Il riferimento a Torrey e Paul è chiaro e trasparente come l'acqua. “A chi si è innamorato contro ogni previsione”. Il suo sguardo passa in rassegna gli sguardi sinceri di Candi e Alex. “A chi, nonostante tutto, ha trovato un po' di spazio per gli amici. A chi ha reagito ad ogni ostacolo, a chi si è preso tante botte in testa, ma che poi ha avuto la forza di rialzarsi. A chi ha creduto di perdere. A chi, semplicemente, non pensava che sarebbe finita così. A voi che siete la migliore famiglia che si possa desiderare. A voi che siete la mia famiglia”.

 

 

Ed è così che vi lascio, con questo quadretto meraviglioso. Questo quadretto fatto di felicità, questa felicità fatta di amore.

Provate ad immaginarvi la scena: due coppie di nonni seduti vicino al camino sorridono compiaciuti ed osservano i nipotini rincorrersi a vicenda intorno al divano, i visetti rossi per il calore e gli occhi lucidi per l'euforia.

Poco più in là, nella stessa stanza, una tavolata di amici. Quattro coppie felici, ridono, mangiano e pensano al futuro. Pensano a quel futuro che affronteranno insieme, come hanno sempre fatto, mano nella mano, spalla contro spalla, e allora anche gli ostacoli più difficili, saranno solo una parte piccola ed inconcludente di una vita costellata d'amore.

Perchè l'amore è questo, ritrovarsi intorno ad un tavolo e sapere che niente potrà cambiare.

 

 

 

 

FINE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Eccomi qui, so che ce n'è voluto di tempo, ma l'università mi ha tolto davvero troppo tempo. Ora però sono qui con voi a presentarvi l'ultimo inevitabile tassello della mia storia. Forse qualcuna di voi sarà rimasta delusa, altre un po' perplesse, ma era così che doveva finire, era così che lo immaginavo.

Quando ho iniziato a scrivere il primo capitolo, già fantasticavo sul passato, su ciò che sarebbe successo e spero che qualcuna di voi condivida la mia scelta.

Non ci sarà nessun proseguimento, questo è ormai evidente, questo perchè non voglio stravolgere più niente, ho già dato nel corso di tutti i capitoli.

Spero vi siate ritrovate con i vari flashback, forse è un po' difficile ritrovarsi in tutti gli anni, ma ho cercato di renderli i più chiari possibile.

Ora però voglio concludere ringraziandovi tutti. Siete stati artefici di una cosa molto importante per me, come ho già detto adoro scrivere e, farlo per un gruppo di lettrici accanite come voi, è stata una delle esperienze più belle. Spero di avervi dato qualcosa, di essere entrata, nel mio piccolo, nei vostri cuori, di essermi fatta conoscere, perchè, tra le righe di questa storia, si parlava anche un po' della mia.

Comunque io non vi abbandono, scriverò ancora e spero di averi ancora dalla mia parte, perchè non sapete quanto sia stato importante per me. Io scrivevo e lo facevo soprattutto per voi, per farvi sognare, per farvi lavorare di fantasia.

Grazie a tutte coloro che non hanno mai abbandonato la mia storia, grazie a quelle che non hanno mai smesso di recensire, grazie davvero di cuore....

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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