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Autore: Ziggie    21/11/2012    1 recensioni
It's never too late to mend, perchè non è mai troppo tardi per redimersi. Un'avventura per i fratelli Blues lunga una vita, ma al loro fianco non vi era solo la Banda, ma anche Ziggie. Recensite se vi va :) Buona lettura.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Otherverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Hidehey fratelli e sorelle in blues!!!!
Scusate l'attesa, ma sto preparando due esamoni e il tempo per scrivere si restringe sempre di più... Coooooooooooooomunque, la ff sta giungengo al termine, ma manca ancora un pò non temete.      
A voi la lettura e, se volete, le recensioni :)
                          


                                                23. Jailhouse Rock


- Attraversamento di un incrocio con il rosso; patente scaduta da sei mesi e non rinnovata; mancato stop all'invito degli agenti; superamento di diversi limiti di velocità e varie infrazione al codice stradale; distruzione di un centro commerciale; crash di diverse volanti della polizia; esplosione di una stazione di servizio e di un palazzo; mancato pagamento ad un bar... E non sto contando i vostri furti negli anni passati! - Il comandante della polizia fu ben chiaro e, dall'alto del suo naso a patata, guardava fermo e serio i due fratelli. - E tu, Jake, eri uscito per buona condotta due anni prima! Ti macava così tanto Joliet? -

- Bhè... Ci sono state delle complicazioni... - fece un sorriso tirato e bonario il fratellone.

- Eravamo in missione per conto di Dio - si intromise, El.

- Non tiriamo in ballo santi, madonne e padreterno, per favore - sospirò il poliziotto.

- Ma, sono le stesse parole che hanno ripetuto i componenti della Banda, signore - si azzardò, a far notare, un secondino.

- Dio che manda in missione degli avanzi di galera, non diciamo stronzate! - i fratellini si guardarono e si scambiarono un sorriso furbo e ben compiaciuto - e tu signorinella? Vedo che anche la tua fedina penale è parecchio sporca! Ovviamente meno di quella di questi due, ma sei sulla loro buona strada -.

- Mi sta facendo un complimento, comandante - mi azzardai a dire, reggendo il suo sguardo.

- Ziggie Miller...-

- Blues - lo corressi io, mentre i due si girarono verso di me, per nulla stupiti, con un ampio sorriso, Elwood in particolare.

- Avrei dovuto immaginarlo. Stessi vestiti, fedina penale molto simile, soprattutto in fatto di infrazioni stradali... Cos'è, Jake, hai aperto una scuola per  insegnare a diventare canaglia? - la buttò sull'ironico l'uomo, mantenendo il tono autoritario.

- Mi creda, con Zig non c'era bisogno di insegnamenti - ridacchiò lui facendo spallucce.

- Bhè ragazzi, diciotto anni qua dentro non ve li toglie nessuno! - sentenziò, sbattendo sul tavolo i nostri fascicoli - A te, signorina, quindici. I tuoi reati minori ti aiutano! -

Feci un sorriso tirato, come a dirgli grazie di quella brillante notizia, sperando che almeno i soldi all'orfanotrofio fossero arrivati senza impedimenti, perchè quello era l'importante - Spero che non abbiate fermato i soldi, che abbiamo versato come pagamento delle tasse per il Sant'Elena -.

- La transizione è andata a buon fine - mi confermò con un cenno del capo.

- Un'ultima cosa Mercy, facci suonare! - gli chiese Jake, quasi supplicante, storpiando appena il nome del comandante, come se lo conoscesse da una vita. Il comandante cicciottello ci pensò su, osservando Jake un pò dubbioso e prendendo a camminare per la sala - ci hai visto e ci hai sentito e abbiamo anche un contratto per incidere un disco. Ci devi far suonare!!! -

- Vi ho sentito, si e, ad averlo saputo on ti avrei salutato. E' incredibile come ti aggrappi a tutto pur di ottenere qualcosa! -

- Lo prenderò come un "si, potete suonare" - ridacchiò Jake.

- Ziggie non sarà dei vostri, però. Non voglio disguidi tra la componente maschile e quella femminile - ribadì con tono che non ammetteva repliche.

- Chissà perchè lo sospettavo - commentai, con un sospiro, a bassa voce.

- E, poi, la canaglia sarei io! - brontolò Jake  - almeno un cuore ce l'ho, a differenza tua - gli rinfacciò - non puoi impedire di vedersi a due innamorati! -

- Jake! Accontentati della possibilità di suonare - concesse il comandante - è tutto gente, potete andare -.

Uscimmo dalla stanza interrogatori del carcere con la sentenza e la consapevolezza di quei troppi anni sul groppone da passare lì dentro. Troppo, troppo tempo senza vederci! Dovevo inventarmi qualcosa, dovevamo inventarci qualcosa! Anche se ero grata per la prova di Jake.

Una volta fuori Elwood mi tirò a sè e mi regalò un bacio, che mi mozzò il fiato, ricco di dolcezza e di passione, mentre mi stringeva forte.

- Troverò il modo di vederti - gli sussurrai sulle labbra, accarezzandogli il volto e cercando di  non piangere. Non dovevo farlo, dovevo essere forte!

- Non metterti nei guai, bimba - mi sorrise appena, accarezzandomi la schiena in tono triste.

Un brivido, un altro bacio. Non gli alzai gli occhiali per guardarlo negli occhi, non volevo vedere uno sguardo abbattuto così, gli sorrisi a mia volta - vedremo cosa proporranno le occasioni - e, accarezzandogli il volto, mi staccai da lui, abbracciando anche il fratellone - un abile negoziatore, come sempre - mi complimentai.

- Grazie, anche se speravo di vincere anche in merito a voi -.

- Non preoccuparti, Jake! In qualche modo ci arrangeremo - lo rassicurai dandogli un bacio sulla guancia - riguardati e non fumare troppo! -

- Ho i polmoni d'acciaio, sorella -

- E il naso? -

- Oh! Lascia stare! - brontolò appena, ridacchiando, mentre gli diedi una pacca sulla spalla, prima di avviarmi con il secondino verso la mia nuova dimora.

                                                                                                             *********

Tendevo ad ambientarmi in fretta, a fare subito conoscenza e ci misi poco a farmi conoscere nell'ala femminile di Joliet. Erano giorni che pensavo a come rivedere i fratellini, a come rivedere El e, alla fine, era già passata la prima settimana ed io non avevo ancora trovato la mia soluzione.

Le due aree erano ben separate, l'unica zona accessibile ad entrambi era la mensa, ma vi si entrava a turni: prima noi e poi i maschietti.

Era un giorno freddo, ma soleggiato: domenica, il settimo giorno in quel di Joliet. Avevo appena mangiato la sbobba e, mentre passeggiavo in cortile, per l'ora d'aria dopo pranzo, pensavo al discorso tra i fratellini e Matt Guitar Murphy sulle cucine federali in ribasso, e sorrisi nell'aver riscontrato quanto poteva essere vero.

Ero vicino allo stabile della mensa, sapendo bene che, in quel momento, c'erano Jake ed Elwood lì dentro. Misi, quindi, la mano in tasca e presi l'armonica: chissà se mi avrebbero sentito, se mi fossi messa a suonare? Ma la mia domanda trovò risposta rigirandosi. Batteria, chitarra, basso, qualche battuta, qualche accordo. Armonica, quell'armonica, due note. Sorrisi. Stavano suonando!

Mi allacciai il giubbino bluastro, per nascondere le mie forme femminili, misi il cappello di lana che avevo in tasca e mi avviai alla porta della mensa, sperando che Dio me la mandasse buona.

- Zig, ma sei impazzita? Non puoi andare lì dentro! - mi fermò Gemma, la mia compagna di cella, a bassa voce.

- Vado e torno, Gem! Tu pensa a collegare gli altoparlanti con la mensa: Joliet deve ballare il rock in blues -

- Stai attenta - mi disse, mentre agitai una mano per rassicurarla ed entravo con nonchalance, appostandomi poco distante dal ragazzo che distribuiva il rancio, l'armonica stretta in mano.

"The warden threw a party in the county jail. The prisonband was there and they began to wail. The joint was jumping and the place began to swing. You should have heard those knocked out jailbirds sing. Let's rock! Everybody let's rock! Everybody on the whole cell block, they was dancig to the Jailhouse Rock"

Eccolo il momento, dimeniamoci! Salii sul tavolo con il pentolone del pranzo e mi misi a suonare con tutta la passione che avevo in corpo. Non era la prima volta che apparivo così ad un loro show, ma questa volta era completamente diverso, eravamo separati si, ma più uniti che mai! Jake mi vide e sorrise continuando a cantare. Elwood rimase fermo qualche istante ad ammirarmi, poi lo vidi sorridere e gli feci un cenno con il capo, come a salutarlo. Avrei voluto salire sul palco, salutarli, abbracciarlo e baciarlo, ma non era possibile, il tempo era poco e doveva bastarmi per quel saluto tanto azzardato, quanto sentito.

"Spider Murphy played the tenor Saxophone. Little Joe was blowin' on the slide trombone. The drummerboy from Illinois went crash boom bang, the whole rhytm section was the Purple gang, let's rock! Everybody let's rock! everybody on the whole cell block, they was dancing to the Jailhouse Rock!"

- Ehy tu! Scendi già da lì! Solo la band ha il permesso di suonare nella canteen - mi intimò una guardia, avvicinandomisi e additandomi con sguardo serio. Dal canto mio non mi feci tanti problemi, rispondendogli con un assolo di armonica, ma il tizio era più tosto del previsto e, vedendomi nei guai, i fratellini aumentarono il ritmo, così, al "Dimeniamoci" del ritornello, tutta la gente della prigione ballava il rock come se fosse una religione!

Sorrisi ritrovandomi a ballare a mia volta il rock della prigione, un vero peccato che il mio cavaliere fosse così lontano!!! Alzai lo sguardo verso di lui e un nodo alla gola mi strinse la gola, mentre il cuore batteva triste: era tempo di andare.

Feci un piccolo inchino nella loro direzione e alzai un braccio, agitando la mano in segno di saluto. Un arrivederci silenzioso, d'altro canto le parole faticavano ad uscire. Balzai svelta giù dal tavolo per sfuggire al poliziotto che era stato sommerso dalla calca di galeotti, lo aggirai e, svicolai fuori, mentre gli agenti erano troppo impegnati a redistribuire l'ordine.

Uscii a testa bassa e con le mani in tasca, una volta tolto il berretto, avviandomi verso l'ala femminile, dove Gem mi corse incontro: - Ziggie! Guarda! - mi invitò ad osservare, indicando con una mano tutte le galeotte, che stavano danzando nel cortile durante la loro ora d'aria.

- Allora ce l'hai fatta, Gem! - commentai nascondendo la tristezza con un sorriso momentaneo.

- Merito tuo. Io ho solo eseguito - mi diede una lieve pacca sulla spalla - anzi, a proposito dentro la cabina megafoni, c'è anche un microfono collegato con tutte le aree del carcere - fece la gnorry, fischiettando.

- E che dovrei fare? I secondini saranno già là dentro per spegnere gli altoparlanti! - ribattei.

- Veramente son tutti fuori a ballare - me li indicò al centro del cortile, che si stavano dimenando. Era incredibile quanto la musica dei fratellini fosse così carica e magnetica!

Lasciai che Gem andasse a sgranchirsi le gambe e sorrisi nel ripensare a quanto mi aveva suggerito. Il mio saluto ai due non poteva finire in un'uscita di scena silenziosa, dopo un'ultima suonata: no! Mi guardai attorno e mi avviai  a passo svelto verso quella cabina, occhi aperti prima che potesse arrivare qualcuno da un momento all'altro. Presi il microfono e lo guardai, pensando bene a cosa poter dire per non apparire banale.

- Musica: la dama senza la quale la mia vita sarebbe vuota. Musica: colei che mi ha fatto conoscere l'amore. Musica: colei che ha allargato la mia famiglia. Così vicini, ma così lontani, l'ironia della vita, eh! Non so se potremo ancora suonare insieme, se riusciremo a vederci date le sbarre, ma quando suonerete uno strumento, che sia l'armonica, che sia qualcos'altro; quando canterete, pensate ai momenti passati, alle  marachelle, alla missione, a poco fa. Guardate oltre a quelle lenti scure, guardate ai ricordi, guardate ai sorrisi. E' triste salutarsi così, ma ancora più triste era il silenzio stampa di un braccio alzato su un tavolo. Volevo un arrivederci un pò più movimentato e quindi eccomi qui a dirvi di sorridere nel ricordo e nell'attesa di rivederci tra qualche anno. Vi voglio bene canaglie!!! - una lacrima mi rigò il volto, ma la voce al microfono era bella che ferma. Spensi tutto ed uscì dalla cabina, mentre il cortile si era calmato e le mie compagne di cella tornavano nelle rispettive stanze dietro le sbarre. Mi accodai al loro rientro, capo chino, occhi lucidi. Mi accodai al loro rientro, canticchiando lieve e bassa il rock della prigione.

It's never too late to mend, non è mai troppo tardi per redimersi; forse quegli anni ci avrebbero dato una mano a dosare le marachelle. Forse ci avrebbero cambiati. Forse un sacco di altre cose. Forse era tutto da vedere.
 
  
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