Buongiorno!
Non
so se sono riuscita a rimanere fedele al progetto di un aggiornamento
a settimana, ma comunque...
Secondo capitolo della raccolta.
Spero
che vi piaccia. La frase del titolo non è mia, ma l'ho
trovata su
Aforismario, ma non ricordo l'autore e stupidamente non me lo sono
segnata.
L'ho leggermente modificata, questo sì, ma resta il
fatto che non sia mia e lungi da me prendermene il merito.
Detto ciò, vi auguro una buona lettura.
La
sua persona illuminò la
giornata fredda e grigia, al punto che un uccello pensò che
fosse
arrivata la primavera
{2.Autunno}
La
prima volta che l'aveva vista era una fredda giornata d'autunno.
Charles
faceva parte del piccolo seguito che re Enrico aveva scelto per
accogliere la principessa di Francia.
Nelle
lettere si era parlato di “ospite”, ma Charles
sapeva che la
fanciulla sarebbe stata più che altro un ostaggio, una
garanzia che
avrebbe assicurato lo stato di non-belligeranza da parte della
Francia.
Attendevano
pazientemente in un piccolo spiazzo.
Il
sole filtrava tra le chiome oramai rosse, segno che sarebbe presto
cadute sulla terra umida.
Si
era sentito il rumore di ruote e di cavalli al galoppo e poi una
carrozza era comparsa all'orizzonte. Sullo sportello c'era lo stemma
di Francia e l'intera corte fu attraversata da un mormorio.
Ricordava
di aver aver visto lo sportello aprirsi, ma poi non avrebbe saputo
dire cosa fosse successo.
Di
fronte a lui c'era la creatura più bella che avesse mai
visto.
Anche
a distanza di tempo, Charles ricordava perfettamente l'abito rosso e
la pelliccia bianca, il cappellino e i gioielli d'oro a contornare
quel viso d'alabastro finissimo.
Era
un giorno d'autunno quando Sua Altezza reale la principessa Anne era
entrata nella sua vita, ma a Charles era sembrato che fosse appena
arrivata la Primavera.