Anime & Manga > Virgin Crisis: Akuma na Eros
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Autore: Morgana Leone    21/11/2012    1 recensioni
- Come faccio a crederti se tu non mi dici niente? Se non mi dai fiducia, come puoi tu pretenderla da me? Perché non puoi aprirti?-
"Aprirmi? D'accordo ... ho evocato involontariamente il diavolo facendo deliberatamente un rito satanico per fare in modo che tu mi amassi. E quando tu mi dirai "Ti amo", ebbene, a quel punto io dovrei pagare il tuo amore offrendogli la mia verginità... come potrei mai dirti questo?"
Non sapevo cosa scrivere, così ho preso un pezzo della storia.
Spero di non deludere e sopratutto di ritrarre bene questo splendido manga.
Buona lettura :)
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Lemon, Missing Moments, Traduzione | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Menzogne, Incubi e Verità

 

"La verità è tanto più difficile da sentire
quanto più a lungo la si è taciuta."
-Anne Frank-
 
Me ne stavo distesa sul mio letto, fissando le venature del soffitto in legno della mia camera, incapace di formulare un pensiero sensato.
Sulle mie labbra potevo ancora sentire il  sapore agrodolce del bacio di Kai e percepivo ancora il dolce torpore al ventre che mi aveva provocato.
"Il mio primo bacio…  ed è stato con il diavolo".
Come se non bastasse, le parole amare di Amamiya mi rimbombavano nella testa tormentandomi e il peso del giuramento che avevo fatto a Kai cominciò a gravarmi sull'animo.
Eppure non potevo fare a meno di notare che il dolore che avevano provocato in me le parole di Amamiya, fu un poco alleviato dalla dolcezza di quel bacio.
Mi ficcai in bocca un "Mon Cherì", ma neppure il mio cioccolatino preferito mi riuscì a calmare.
La porta della mia camera si aprì producendo il suo tipico suono lamentoso in stile "castello stregato", rivelando la figura dell'ultimo essere che volevo vedere in quel momento.
- Cosa ti preoccupa così tanto, mia dolce verginella? Ti sei forse pentita di quello che mi ha giurato?- disse con finto tono preoccupato.
- Chi ti ha dato il premesso di entrare? Non sei in casa tua!- ringhiai.
- Bhe tecnicamente lo sono e in ogni caso io non chiedo il permesso a nessuno- rispose con un sorriso da stronzo.
- Ti sei approfittato della mia disperazione per farmi giurare cose assurde! Hai manipolato tutto quanto per fare in modo che Amamiya mi odiasse, e mi hai rubato il mio primo bacio, che cos'altro vuoi? Sei venuto per continuare a tormentarmi? Be sono già abbastanza distrutta! Quindi VATTENE!- gli urlai contro con tutta la rabbia che avevo in corpo tanto che mi spaventai da sola.
Improvvisamente però sentii una forte pressione sulla mia giugulare, come se una mano invisibile stesse cercando di strozzarmi.
- Non osare dirmi quello che devo fare- sibilò il ragazzo con ira. 
Gli occhi cerulei presero ad illuminarsi di un'inquietante bagliore ferino.
- Ora voglio divertirmi un po' con te- 
La presa sul mio collo si smorzò, in compenso però qualcosa mi mandò a sbattere contro la parete. La mia maglietta si strappò completamente, lasciandomi solo con il reggiseno indosso.
Tentai di dimenarmi, di resistere a quella forza oscura che paralizzava il mio corpo, ma per quanto la mente fosse lucida, il mio corpo non ne voleva sapere di reagire.
- Cosa vuoi fare?- sussurrai spaventata.
- Non è abbastanza ovvio?- disse con un sorriso bastardo.
Si avvicinò a un soffio dal mio viso, tanto che sentii il suo respiro di brace solleticarmi la pelle.
- Se non vuoi essere trattata come un giocatolo allora fai da brava-
Sentii i suoi occhi scivolare sul mio corpo. Il suo sguardo inquisitore analizzava ogni minima porzione di pelle, soffermandosi sui lividi.
- Non mi guardare così...ti prego, smettila...- sussurrai.
Mi sentivo male. Come se il suo sguardo mi stesse violando. Contro di esso mi sentivo fragile come vetro soffiato.
- Non puoi farlo, stai violando il patto... io ti ho giurato che ti avrei offerto la mia verginità solo dopo che il mio desiderio si fosse esaudito- dissi cercando di mostrare una sicurezza che non avevo.
Lui fermò il suo sguardo. Avvertii il suo respiro sfiorare la mia guancia e il suo sussurro nel mio orecchio sinistro.
- Naturalmente, infatti oggi non andrò oltre questo punto- prese delicatamente una ciocca dei miei capelli, attorcigliandosela tra le dita -La notte in cui Amamiya ti donerà il suo cuore, io ti farò toccare le stelle -
La ciocca bionda scivolò tra le sue dita e la lasciò ricadere nuovamente sulla mia spalla nuda. Si voltò e se ne andò, lasciandomi lì, più sola e più confusa che mai.
 

Era notte. La tenebra avvolgeva quell'essere oscuro che galoppava a mezz'aria per le strade della città.
Il mantello era del colore della notte e gli occhi di brace pozzi in cui affogare il terrore.
Il suo signore e padrone gli aveva precisamente indicato dove andare sussurrandole la via nelle sue orecchie scure.
Con uno sbuffo, la giumenta si fermò davanti alla casa. Si avviò con incidere elegante versò una parete, e come se fosse priva di sostanza, l'attraversò.
Salì al galoppo le scale e seguendo un angusto corridoio, si ritrovò nella camera della ragazza.
Le narici infuocate fiutarono l'aria e l'odore della fanciulla che stava dormendo beatamente nel suo letto. Il suo viso era disteso e sereno. Non aveva idea di cosa l'aspettasse, e così anche le sue amiche, che assieme a lei avevano osato toccare la preda del suo padrone.
La giumenta raspò per terra e l'incubo scese dalla sua groppa, posizionandosi sul petto della ragazza e bloccandogli il respiro. Era un essere informe, che ricordava vagamente una scimmia, un topo e una iena; camminava con passo sgraziato e pesante, dato che i suoi piedi deformati non gli permettevano un'andatura regolare. Avvicinò quello che doveva essere il volto a quello della ragazza. Questa, dopo qualche secondo, anche se ancora addormentata, prese a dimenarsi come in preda alle convulsioni. Iniziò a sudare e il suo viso divenne contratto e teso. Ogni tanto dei gemiti soffocati le uscivano dalla gola.
- Vattene!- urlava - Lo giuro! Non mi avvicinerò mai più a lei! Lo giuro!-
A quelle parole, l'incubo scese dal suo petto e, arrampicandosi sulla gamba della giumenta, le risalì in groppa.
La cavalla passò attraverso la finestra, dirigendosi verso la cameretta della seconda ragazza.
 
 
La mattina dopo mi svegliai decisa a confessare ad Amamiya tutto ciò che era successo a partire del patto che avevo stipulato con il diavolo.
Quando arrivai a scuola, mi diressi risoluta verso la mia classe, più sicura che mai; ma proprio quando stavo per varcarne la soglia, le ragazze che qualche giorno fa mi aggredirono mi venirono  incontro correndo.
Il capo della banda si inginocchiò davanti a me senza fiato.
- Manami! Ti prego, perdonami per quello che ti ho fatto! Ma ti scongiuro, fai in modo che non mi uccida!-
- Cosa?-
- Manami perdonami!- mi urlò piangendo in preda alla disperazione. Quando sollevò gli occhi, ci lessi un terrore puro, così forte che mi spaventai.
- A-aspetta un secondo-
"Che cosa le sarà successo?" un pensiero mi balneo improvvisamente in testa.
"Che sia stato Kai?"

- D'accordo, ora basta, alzati- le dissi - Sapete dirmi dov'è Amamiya ora?-
- Credo nella cappella, insieme a tuo fratello- rispose la ragazza in lacrime.
 
 
- Amamiya, ti stavo aspettando - disse con voce suadente Kai.
Il ragazzo lo guardò con diffidenza, ma comunque gli rispose con fredda gentilezza.
- Kai, è raro vederti qui - disse il ragazzo facendo un cenno, come ad indicare la cappella in cui si trovavano - Stavi pregando?-
Kai sorrise divertito dalla supposizione del ragazzo, come se avesse detto la cosa più assurda dell'ultimo millennio.
- Beh, sì, all'incirca. Comunque non sono qui per pregare-
- A no?-
- Volevo solo dirti che non hai idea di quanto tu abbia ferito Manami- disse con una strana tristezza che gli velava gli occhi.
- N-non era mia intenzione- disse il ragazzo indeciso.
Io sentii le voci dei due ragazzi da fuori della cappella, nonostante stessero parlando con un tono di voce regolare. Aprii il portone e gli vidi.
- Amamiya!-
"Che cavolo ci fa qui Kai?" mi domandai.
Quest'ultimo si avvicinò a me e senza un minimo di delicatezza mi acchiappò per un braccio e mi trascinò vicino ad Amamiya.
- Sei arrivata proprio nel momento giusto, sorellina- disse con calma - ora finalmente Amamiya saprà la verità-
Le sue dita abili, sbottonarono con noncuranza i primi bottoni della mia camicia.
- Che cavolo fai!?- gli ringhiai contro indignata.
Sentii le mie orecchie prendere fuoco per l'imbarazzo.
- Kai, smettila!- ruggì Amamiya.
La mia camicetta si aprì completamente, lasciandomi in reggiseno.
Kai indicò alcuni lividi sul mio corpo - Vedi? Ci sono degli ematomi sul suo corpo, e sai chi glieli hanno fatti? Quelle ragazzine che tu ti sei ostinato a difendere. L'hanno presa in disparte con il preciso intento di pestarla. Se Manami le ha colpite, è stato solo per difendersi-
La sua voce era seria e grave, tuttavia limpida come l'acqua fresca.
Qualunque cosa lui avesse detto con quel tono, io ero certa gli avrei creduto.
- E pensare che ti ritieni un servo di Dio, mentre non sei nemmeno capace di vedere la verità attraverso il fumo delle apparenze- 
Il suo tono fu forte e accusatore. Mi riallacciò la camicetta e mi lasciò andare.
Prima di uscire dalla cappella, però disse -Almeno credi di essere capace di scusarti con lei?-
Guardai il portone chiudersi dietro di Kai e un istante e dopo sentii un paio di forti braccia cingermi e stringermi a se.
- Mi dispiace Manami. Non credevo che le mie parole ti avessero ferita così tanto. Non è che non ti volevo credere, è che io ...- si fermò, indeciso come procedere
- E' solo che volevo che tu mi dicessi la verità-
In quel momento, anche se ero tra le braccia accoglienti di Amamiya la mia mente stava vagando.
"Bene, ora mi voglio divertirmi un po' con te"
Mi rimbombarono in testa le parole di Kai
"Non era per questo."
"Naturalmente. Infatti oggi non andrò oltre questo punto"
"Non era per questo! Voleva togliermi i vestiti solo per guardare i miei lividi e mostrare ad Amamiya che mi sono soltanto difesa. Lui voleva ... proteggermi?"
Quei pensieri mi trapanavano la mente, non dandomi pace.
"Devo ammettere che sono strana: perché ora, che finalmente sono tra le braccia di Amamiya, non riesco a pensare a nient'altro che a Kai?"
- Manami?- mi richiamò preoccupato il ragazzo.
- C-credo che dovrei tornare in classe- dissi incerta.
Il suo abbraccio si sciolse, ma comunque sentii il cuore galopparmi nel petto.
Mi voltai e mi avviai verso il portone, ma la voce di Amamiya mi inchiodò sul posto.
- Manami, sarebbe meglio che tu stia lontano da Kai...-
Mi voltai e rimasi sorpresa.
"Lo sa?"
Scosse la testa - Lascia perdere, non farci caso -

 
 
 
Ciao giovani! Come state?
.Allora, per prima cosa volevo chiarire la parte degli incubi: nel manga non c'è, ma in compenso c'è Kai che nella sua forma di diavolo, va dalle 5 ragazze che hanno aggredito Manami per minacciarle.
Io l'ho modificato: leggendo su wikipedia, mi sono imbattuta in un articolo che diceva che nella mitologia, gli incubi viaggiavano a bordo di cavalle infernali ( in inglese, la parola incubo, ovvero "Nightmare", è composta dalla parola "Night" "notte" e "mare" "cavalla").
In più, nella mitologia romana, si dice che gli Incubi (per le donne) e succubi (per gli uomini) siano dei demoni dall'aspetto maschile o femminile e che durante la notte giacciono sui dormienti per trasmettere sogni cattivi o addirittura avere dei rapporti sessuali con essi.
Ok, ora che abbiamo finito con la spiegazione in stile Super Quark passiamo ad altro :)
 Prima cosa, volevo ringraziare nady94 per aver recensito e a tutte le altre persone che semplicemente leggono questa storia.
A presto!
  
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