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Autore: DolceMella    09/06/2007    11 recensioni
Est modus in rebus...
-C’è un limite nelle cose-
A volte bastano solo cinque minuti per cambiare il corso di un’intera esistenza. mpoj

Attenzione modificato il terzo capitolo!

Genere: Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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goha






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“Dov’è la mamma?”

Kenichi girava irrequieto gli occhi dall'una e dall'altra parte della stanza, cercando qualcuno che potesse dargli un po' di conforto.

"Non è qui...(..) "



++++++++++++++EST MODUS IN REBUS++++++++++++++

Sunti certi denique fines
quos ultra citraque
nequit
consistere rectum







Akane sapeva di che colore erano gli occhi di Ranma, molto più di quanto lo sapesse lui, in effetti;
non era affatto il blu tanto osannato dallo stuolo delle sue urlanti ammiratrici, e neanche il grigio da lui così amorevolvente descritto.

Erano cobalto -a prima vista- ma se si guardava l’iride che sfumava verso destra, allora si poteva notare una sfumatura argento e delle venature addirittura verde paolo veronese che si intendificavano attorno alla pupilla, fino a farla scomparire.

Ci giocava, con quegli occhi, sapeva farli commuovere, arrabbiare, preoccupare e ogni volta lei poteva giurare di vedere anche il colore cambiare, alcune sfumature che prendevano il sopravvento le une sulle altre: grigio, blu, verde... Sotto forma di ragazza, quell’acqua fredda prendeva il sopravvento, annacquando quelle iridi furiose e trasportandole nella dimensione di un azzurro cielo, celeste e violaceo intorno al nero intenso della pupilla.

Anche adesso li stava guardando, ma da lontano...

Non aveva neanche osato avvicinarsi per non rovinare quei kata così dannatamente perfetti, quei movimenti che solo lui sapeva fare, lo sguardo fiero e orgoglioso anche in un momento di pura tranquillità.

Sorrise dolcemente dopo aver pensato un attimo a quante volte l’aveva chiamato così. Non che non se lo meritasse -è ovvio- ma oramai quell’appellativo era pronunciato con molta più dolcezza, più tranquillità.

“Hey, ma sei ancora qui?” Ranma con un salto si fece improvvisamente vicino e, poggiatosi sulle punte dei piedi e abbasandosi fino alla sua altezza, la scrutava serio.

“Perché non ti alleni un po’?” Dopo l’attacco a Jusenkyo, era diventato più che mai consapevole dei pericoli che Akane potesse aspettarsi, e non voleva essere impreparato; Una volta ritornati in Cina, Aveva svolto un lungo e duro allenamento che non dava segni di una fine imminente, tutt’altro. E si incapponiva affinché Akane si allenasse con lui.

“Cosa? Ma ho appena finito! E poi, vorresti allenarti con me per quale motivo? Per farmi sfottere un’altra volta? no, grazie.”
Akane girò sbuffando il viso dall’altra parte, movimento che le risultò abbastanza difficoltoso dal momento che si trovava inginocchiata e con le spalle al muro. Tuttavia riuscì a dare un colpo di testa alla parete così violentemente, che Ranma lo definì ‘un vero spettacolo’ (cosa che gli meritò un pugno ben assestato) e il botto sordo risuonò sulla palestra vuota.

“ma che fai, scema!” Sbuffò Ranma, controllando -nel frattempo- che Akane non avesse subito grosse ammaccature “E poi ho detto di allenarci, ho altri modi e tempi per ricordarti quanto sei baka. Su, forza!”
Nonostante le parole non proprio carine (un’altro sbuffo da parte di Akane) furono dette così dolcemente e con una tale grinta che non fu in grado di ribattere null’altro.

Piuttosto si alzò a lo seguì lungo la palestra.




**..**..**
**..**
**









Akane sospirò, cercando di ingoiare grosse sorsate d’aria fredda per riprendere respiro, i fousox neri, che utilizzava come pantaloni da combattimento, sembravano stringerle le gambe in una morsa feroce, tant’era sudata.

“Fermiamoci un attimo -propose Ranma, non appena vide la ragazza accanto a sé che respirava con difficoltà- credo che per oggi può bastare”
Le tirò un ascigamano caldo e pulito, le sorrise prima d’uscire dalla palestra.

Zuppo com’era, si diresse senza la minima incertezza verso il bagno, pregustando un’immersione fino al collo di calda, bollente acqua profumata.

Lanciò i vestiti alla rinfusa lungo il corridoio che già era invaso dal vapore, opera di Kasumi che conosceva assai bene i gusti del codinato in fatto di acqua.

Prese la rincorsa e, a pochi metri dalla porta scorrevole, spiccò un balzo come Conan il barbaro che non vede una tinozza d’acqua pulita da anni e anni, la stessa espressione di incredula gioia in volto, di un bambino che vede un lecca lecca a pochi palmi dal naso e vuole raggiungerlo al più presto prima che lo faccia qualcun’altro.

Rilassò i muscoli al contatto, aprendo la mente a tutti quei pensieri che -durante la giornata- avevano dato la precedenza agli allenamenti. E al pranzo, ovviamente.

Akane aveva fatto progressi strabilianti nell’arco di pochi mesi, senza rendersene conto.
Non che lui l’aiutasse, anzi. Si divertiva molto a stuzzicarla sul fatto che non riuscisse a colpirlo, cosa che lei cercava costantemente di fare.

Ma l’abilità, la velocità, i riflessi, erano molto migliorati e...
Anche come carattere era molto cambiata.

Sembrava molto più tranquilla.
no, non sbilanciamoci adesso! Serena, dolce, ma nella sua dolcezza trapelava in maniera evidente l’immancabile comportamento da maschiaccio, che comprendeva orgoglio, testardaggine, e lanci del tavolino se qualcosa non andava come diceva lei.

Ma nonostante questo, era cambiata.
Kami, se lo era!

Ranma si rigirò irrequieto nella vasca, cercando di crogiolarsi il più possibile e tenere lontani quei pensieri.

ma più ci provava, più prendeva consapevolezza che quel maschiaccio violento era entrato a far perte della sua vita sgangherata e né lui, né lei, né nessun altro poteva impedirlo.
Se questo fosse stato un bene o un male, non sarebbe stato in grado di spiegarlo.












+++++++++++++++++++++++++++++++FINE CAPITOLO+++++++++++







Est modus in rebus... :C’e un limite nelle cose...
Chi di voi non ha mai sentito dire la storica frase da un genitore, professore, parente?
Vi siete mai chiesti che cos’è?

è una linea di demarcazione, quel filo invisibile che non va superato, il “troppo” che stroppia, il limite imposto dall’educazione o dal pudore o dal carattere.

Avete mai visto una ragazza che urla e strepita per la strada come un branco di babbuini? Può darsi che aveva appena scoperto l’America e se n’era appena accorta, ma nessun’altro lo saprà mai, perché la sua coscienza (quella vocina invisibile che ci dice cosa fare... avete presente?) le suggeriva di stare dritta e disinvolta e camminare a testa alta, ma fredda.

E i ragazzi? Nessun ragazzo dirà mai alla propria fidanzata/moglie/compagna di non poter uscire per l’anniversario perché c’è l’anticipo della C2 in cui gioca il Casal Pusterlengo, e non si sognerà nemmeno di dire che, mentre lei mangia felice come una Pasqua i suoi ravioli, lui sta con la finestra aperta (“Amore, non senti che caldo..?”) per sentire la partita dalla radio dei vicini.



Quindi, è un bene o è un male? è ipocrisia, e sta a noi giudicare quanto è pericolosa.


Sunti certi denique fines
quos ultra citraque
nequit
consistere rectum

Sapete che vuol dire? che oltre quel limite, non ci può essere né il giusto né il buono.
Quindi, tornando al punto di prima, si può decifrare come “c’è la decenza, quindi non dire che tifi per l’Ascoli Piceno perché è immorale, le mie amiche non vorranno che esca con uno che tifa per una squandra del genere! Scegli me o / la tua squadra” Eccolo, lo vedete??? è lì il filo, quello rosso che sta tra l’amore per la tua ragazza o quello per la tua squadra.

In teoria, la tua coscianza a questo punto (è pagata per questo) dovrebbe cominciare a urlarti nelle orecchie che devi mettere l’amore al primo posto e rinunciare all’acoli Piceno.

Ma allora, è giusto? No, è un ragionamento ipocrita. Se si ama, bisogna comprendere, e se si vuol comprendere, bisogna essere tolleranti. E rispettare la squadra del cuore dela vostro uomo, Ascoli o Casal Pusterlengo che sia.

Perché metterlo in questa fanfiction?
Perché parla della gioia di vivere e di, come direbbe Giulio Cesare Giacobbe, smettere di farsi le seghe mentali e godersi la vita.
Per questo Ranma è il mio idolo. Non si fa troppi problemi e si gode la vita.
Ma qui arrivo io e gli scombino le carte in tavola.

Seguite la mia fanfiction in numerosi, mi raccomando!! =>




DolceMella







  
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