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Autore: CrystalRose    22/11/2012    5 recensioni
Sorridere e ancora sorridere. Il cliente ha sempre ragione. Anche se il piatto che gli servi fa schifo e non lo mangeresti nemmeno tu, devi comunque sorridere. Sempre.
E se chi ti ritrovi a servire è colui che ti ha dato inconsapevolmente la tua ragione di vita ma che ti ha scaricata con la scusa patetica di essere un escapista? Riesci ancora a sorridere?
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tuomas Holopainen
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Dion si sedette sul divano accanto a Donna, scioccata.
-Oh mio Dio!- dissero in coro.
-Che dovrei fare?- chiesi.
-Digli la verità!- esclamò Dion.
-Quello stronzo non si merita di sapere un fico secco!- ribadì Donna voltandosi verso la ballerina.
-Lo so – intervenni io – Ma non posso tenere nascosto a Elvi chi è suo padre-
-Le racconterai che è morto...Sai che ci vuole!- esclamò Donna.
-Ma non lo è!- la rimproverò Dion.
-In effetti non sono tenuta a dirglielo- intervenni io.
-Skye ma ti sei fumata il cervello?! DEVI dirglielo! Glielo hai tenuto nascosto per troppo tempo!-
-Ma non so nemmeno se ora sia sposato e se abbia dei figli!- replicai –Che faccio vado da lui e gli dico: “Ah Tuomas sai due mesi dopo che mi hai scaricata ho scoperto che ero incinta? Se vuoi conoscere tua figlia Elvi fammelo sapere?” Ma per favore Dion! Non posso sconvolgergli la vita così!- dissi stizzita.
-Che male c’è? Poi che te frega se è sposato, fidanzato, vedevo o altro! In sintesi lo faresti sentire un verme per averti prima di tutto abbandonata in quel modo, dopo tutto quello che hai fatto per lui. E poi se è davvero fidanzato, la ragazza in questione scoprirà che sarà anche un “Poeta” come lo chiamate voi, ma in fondo è un gran bastardo!- rincarò la dose Dion.
Sospirai.
-Non ho le idee chiare. Per ora farò come dice Donna, cioè come ho sempre fatto-
-Se la vita ti ha offerto questa possibilità non la perdere, mia cara Violet Skye. Soprattutto perché non rimarrà a Parigi per molto- sentenziò Dion alzandosi – Vado a lavoro. Ci vediamo stanotte. Ciao piccola!- dopo poco uscì.
-Tao tia!- la salutò la bambina.
 
Qualche minuto dopo…
-Piantala di fare su e giù, mi stai facendo venire il mal di mare- mi rimproverò Donna.
-Sì scusa. È che…-
Guardai Elvi.
Ero scappata a Parigi perché credevo che non l’avrei mai più rivisto e perché a Londra non potevo più restarci.
Certo lavorare in un albergo quando lui è un musicista che fa tour in giro per il mondo, non è stata questa grande idea.
Forse sarei dovuta scappare in un’isoletta sperduta nel Pacifico…
-Farai la cosa giusta- mi disse Donna ridestandomi dai miei pensieri.
-Tsè, certo. Come ho fatto finora-
-Era la cosa più giusta da fare all’epoca-
-Appunto! Ormai sono passati tre anni!-
Donna stette in silenzio un attimo, pensierosa.
Sospirò prima di riprendere la parola.
-Hai la possibilità di riparare. Elvi è ancora piccola, ha bisogno di un padre. Non sarà difficile per lei considerarlo come tale, visto che lo è. Vuoi aspettare che abbia vent’anni, che lo scopra, che vada via di casa e che non ti parli più apposta?-
-No!- esclamai terrorizzata.
Non volevo di certo che accadesse.
-Allora batti il ferro finché è caldo-
La guardai di traverso.
Stava appoggiando Dion.
-Lo so che non lo sopporti per quello che ti ha fatto. Se lo potessi avere tra le mani, cambierei i connotati a quel bel visino da innocente che si ritrova. Ma non sei ne la prima né l’ultima a cui succedono certe cose, quindi…-
-Quindi cosa?!? Mi ha scaricata una settimana prima di sposarci!- esclamai arrabbiata.
E sorvoliamo sulle motivazioni.
-Lo so, conosco a menadito la vostra storia ma conosco ancora di più le lacrime che hai versato dopo. Quando ti sei ritrovata da sola incinta, quando è nata Elvi, quando ha imparato a camminare e a parlare. Conosco il dolore che hai provato in questi anni e che ancora ti divora, e non a torto, ma ora è arrivato il momento di voltare pagina. Non sto dicendo di perdonarlo, perché conosco il tuo orgoglio. Ti sto dicendo di dirgli che ha una figlia che ha bisogno di lui-
-Non so se sarò in grado- dissi.
-Non devi mica riaccoglierlo in casa. Devi solo farlo entrare nella vita di Elvi-
-Sì così farà soffrire anche lei! Scordatelo!-
Detto questo me andai in camera mia.
A versare ennesime lacrime per lui.
 
Quella sera mancava il nostro barman e quindi spedirono me dopo cena a fare gli extra.
Un modo del direttore per farmi ripagare le bottiglie senza toccare il mio stipendio.
Per chi non avesse capito in questo momento sto lavorando gratis.
Era già mezzanotte passata, il bar chiudeva all’una.
Elvi era con Donna, per fortuna che era il suo giorno libero come parrucchiera e aveva potuto tenere la bambina tutto il giorno.
Dion sarebbe tornata verso le due dal teatro.
Mi abbassai dietro al bancone per sistemare le bottigliette di succo di frutta per l’indomani mattina.
Sentii delle voci che si davano la buonanotte e qualcuno che si stava avvicinando al bancone.
Mi tirai su di scatto, ritrovandomi faccia a faccia proprio con Tuomas.
Ma quando finisce questa giornata?!
Mi schiarii la voce e molto professionalmente chiesi: - Desidera?-
Lui mi guardò per un po’.
-Lo sai che sei sempre bellissima Violet Skye?-
Mi faceva sempre un effetto strano esser chiamata con il mio nome completo da lui.
Era come se mi sciogliessi come neve al sole.
Allargai le braccia e le appoggiai al bancone e mi protesi leggermente verso di lui.
Sorrise malizioso avvicinandosi al mio viso.
Ma che aveva capito?
-Che cosa vuole da bere, signor Escapista?- dissi tagliente.
Il sorriso gli morì sul volto.
-Vodka- rispose allontanandosi.
Mi voltai per prendere la bottiglia.
-Cosa hai preso Tommi?- domandò una voce che catalogai come quella di Jukka.
-Vodka- rispose lui piatto.
Mi rivoltai verso di loro.
Il batterista rimase di sasso.
-Desidera?- dissi.
-Non mi riconosci?-
-Certo Julius ma tendo a dimenticare le persone che difendono i bugiardi- e sbattei due bicchieri sul bancone.
L’uomo abbassò lo sguardo colpevole.
Tuomas, invece, mi guardò con uno sguardo omicida.
-Hey! Che succede qui?- chiese Marco avvicinandosi con Emppu.
Oh perfetto ci sono tutti.
-Violet!- esclamò il chitarrista sorridendo – Ma allora sei proprio tu! I ragazzi non credevano che potessi essere davvero qui-
-E invece…- dissi acida – Cosa desiderate da bere?-
-Be’ c’è della vodka già aperta…- disse Marco.
Presi altri due bicchieri e iniziai a versare il liquore a tutti e quattro.
Richiusi la bottiglia e la rimisi al suo posto.
-Numero della vostre camere?- domandai avvicinandomi alla cassa.
-Non offri tu?- scherzò Marco.
-Non siamo amici- replicai dura.
-Come mai tutto questo astio dopo anni?- chiese il bassista.
-Stai scherzando?! Non dovrei nemmeno rivolgervi la parola…- sbottai.
-Incredibile…-mormorò Tuomas-…sei ancora arrabbiata con me?-
Mi avvicinai a lui rimanendo sempre dietro al bancone.
-Non sai quanto-
-Perché? Sono passati tre anni dall’ultima volta che ci siamo visti…-
-Evita di ricordarmi quel giorno-
Stava per replicare quando la voce di Donna ci interruppe.
-Violet! Grazie al cielo sei ancora qui!-
Mi voltai.
Aveva in braccio Elvi che guardava curiosa i quattro uomini al bancone.
-Che diavolo ci fai qui con la bambina?!- dissi a denti stretti avvicinandomi a passo svelto.
Tirai su il cappuccio della felpa della piccola e la feci voltare.
-Si è allagato l’appartamento accanto e hanno evacuato il piano- si scusò – dobbiamo trovare un posto per la notte. Dion è ancora al Moulin-
-Porca miseria- dissi.
Donna nel frattempo aveva tirato giù il cappuccio alla piccola che si voltò a salutare con la manina i quattro uomini che erano rimasti di sasso, specie uno.
Evidentemente si era visto riflesso nel viso di quella che ancora non sapeva essere sua figlia.
Una graziosa bambina bionda con lo sguardo da lupacchiotta e i tratti tipici nordici.
Bè sì la somiglianza c’era. La si notava solo se erano uno accanto all’altra.
-Violet…- balbettò Marco come se avesse visto un fantasma.
-Non fatevi strane idee. È mia figlia-
Mia e di nessun altro.
-Ma…- disse Jukka.
-Suo padre è morto- dichiarai.
Donna spalancò gli occhi, guardandomi sorpresa.
-Morto?- fece eco Tuomas assente.
-Già. Morto- confermai guardandolo male.
 

 

“You don't wanna pay, well it's me to decide
Follow her, lie in the willow and dead”

 
Willow and Dead - tAKiDa



 

Spazio autrice:
Eccoci qui con il secondo capitolo!!
In parte è spiegata la ragione per cui i due si sono lasciati. Ma cosa ci sia davvero dietro la rottura scoprirete nel prossimo.
Ho finito di scrivere la trama per ciascun capitolo ed è stato T_______T arrivare già alla fine. Saranno 17 capitoli totali, ma forse il nono sarà diviso in due non so devo vedere al momento della stesura se è il caso di dividere.
Aggiornerò ogni giovedì, quindi segnatevelo xD
Ringrazio tutte le commentatrici (Villina92, Geneve, petitecherie, _Uneksia_, Tallulah Hetfield, Nymphna, _Escapist_ ed Hermes) e chi ha letto e messo la storia già tra le preferite o seguite. Davvero grazie infinite, non pensavo che ne sareste rimaste così entusiaste! Spero che continuerete ad esserlo!!!
Un bacio
Lalla.

   
 
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