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Autore: cullen92bella    22/11/2012    1 recensioni
Per tutti coloro i quali un po' di Delena sarebbe ben accetto, ecco la mia personalissima interpretazione di quel che succederà nella prossima attesissima puntata della quarta stagione.(4x07) Le vostre recensioni mi farebbero piacere :D
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Prefazione
 
La vita non è che un'incessante successione di eventi, attimi, scanditi da un'inesorabile tichettio. Il tempo. Ad ogni suo battere,  rammentiamo quanto stiamo perdendo, chi stiamo perdendo. Esso funge da promemoria. Ciò che è perduto, non ci sarà restituito. E' la regola. Giungiamo così ad un compromesso, veniamo a patti con il tempo, sperando di sopravvivere al suo inarrestabile scorrere. Ci domandiamo perché il mutamento sia una condizione necessaria. Interroghiamo noi stessi sulla ragione, sul perché ad ogni suo mutamento ne segue uno nostro. Star fermi a contemplarne l'origine, non ci garantirebbe una qualche forma di immunità. Optiamo così per l'alternativa che ci calza stretta. Facciamo i conti con le conseguenze. Chiudiamo con il passato. Peccato che gli addii abbiano la cattiva abitudine di lasciarci l'amaro in bocca. Solamente dopo, ci accorgiamo che non tutto è perduto. La fine non è che un nuovo inizio.
 
 
Aria di cambiamenti
 
 
"Stefan, perché hai mandato Damon a cercarmi invece di venire tu stesso?"
"Ho mandato lui perché ultimamente sembra possa capirti in una maniera in cui io non posso."
Lo sguardo di Stefan era tanto penetrante da catturare il mio. Ogni singola parola da lui pronunciata mi si incideva ben in mente. I miei nuovi sensi erano tutti in allerta all'unisono. In silenzio, i miei occhi lo incitavano a proseguire.
"Lo ascolti. Ti fidi di lui."
Le parole scorrevano a fiumi, ma potevo percepirne lo stento. Si interruppe in una breve pausa, prima di continuare.
"...Anche quando non puoi fidarti di me." Ammise.
Il suo volto divenne una maschera di dolore. Intravidi una nota di rassegnazione. Le sue parole dovevano essere frutto di lughe riflessioni ben ponderate. Il mio volto, di rimando al suo, era espressione di rammarico. La mia lingua si era intorpidita ma la costrinsi a muoversi e parlare.
" Quello che sono, quello che voglio..." Le mie parole si ruppero sul finale. Il fiato divenne corto. Le parole mi vennero a mancare. 
"Quello che vuoi? Oppure..." Disse con fare interrogativo.
Una tempesta minacciava di travolgermi. Era questione di attimi.
"Chi vuoi." Più che una domanda, suonava tanto come un'affermazione.
La risposta che diedi di rimando mi sfuggiva, poiché ora immersa in una fitta nebbia. La conversazione divenne intermittente nella mia memoria e me ne tornarono alla mente solo alcuni frammenti.
"Non ce la faccio, Elena. Non più."
Non avvertivo fitte al cuore dovute all'imminente separazione. Ero perfettamente cosciente. Cosciente d'aver appena assistito alla perdita di quel che era stato e che non era più.
" Lo so." La mia risposta mi sorprese. Anche nella mia voce c'era ora della rassegnazione. Ci guardammo per un istante interminabile. Sapevamo che era la scelta migliore.
 
Mi svegliai di soprassalto in preda al panico, il respiro affannoso contro il guanciale. I miei occhi caddero sulla causa del mio brusco risveglio.
"Elena." Disse con fare apprensivo, chiaramente sollevato.
 Il suo tono era appena udibile, quasi flebile. Gli occhi, segnati da ombre violacee. Doveva aver trascorso la notte insonne, rimurginando sulla mia figura inerme, immersa nel sonno. La sua mano stringeva la mia. Io la fissai circospetta. Alzai lo sguardo e lo vidi intento a scrutarmi attentamente da sotto le sue lunghe ciglia.
" Damon." Cos'era successo alla mia voce? Non mi ero mai rivolta a lui utilizzandi quel tono così... adorante?
" Hey."  Interruppe i miei pensieri.
Portò la sua mano alla mia guancia, mentre con l'altra non lasciava la mia. Le sue dita scorrevano sulle mie gote improvvisamente surriscaldate. Ma una consapevolezza mi riportò coi piedi per terra.
"Mi hai salvata."
Il suo sguardo si fece dolce e dall'angolo delle sue labbra si faceva strada l'ombra di un sorriso sommesso. Non si addiceva affatto al suo temperamento pungente. Eppure quella visione mi... rendeva felice, in qualche modo.
" Grazie." La mia voce tradiva profonda gratitudine e... qualcos'altro.
Mi strinse le dita della mano con maggior intensità. Un'ondata di lacrime improvvisa mi ricoprì le guance, mentre lui si apprestava a ricacciarle indietro. La tensione, il dolore di quel giorno... mi avevano sopraffatta ed ora reclamavano sfogo.
" Se non fosse stato per te..." Singhiozzai.
"Shh." Sussurrò, interponendo l'indice tra le mie labbra dischiuse.
Lo guardai a lungo. Lo guardai come mai prima d'ora. La verità delle confessioni rivolte a Stefan mi investiva ora più che mai. Tra me e Damon c'era qualcosa. Un filo sottile, che ora appariva ben spesso, ci teneva uniti l'una all'altro. La mia trasformazione aveva amplificato il tutto, facendo riemergere dalle tenebre una verità tanto oscura quanto nota. Una verità che non riuscivo a riconoscere come tale. Sino ad ora, avevo amato Stefan, senza condizioni. Mi aveva trovata nel periodo decisamente più difficile di tutta la mia vita. Ero fragile, vulnerabile, non avevo bisogno d'altro che di qualcuno che colmasse l'enorme vuoto che avvertivo dentro. Lui aveva saputo occuparsi di me, ricomponendo i pezzi nei quali mi ero frammentata. Aveva saputo tendermi una mano affinché io non precipitassi nel baratro che si apriva sotto i miei piedi e che minacciava di inghiottirmi. Mi aveva ridato la forza per combattere, per andare avanti. Sapevo che se le energie mi fossero venute meno, lui non mi avrebbe permesso di mollare. Mi aveva restituito la speranza nella vita, ancora meritevole d'esser vissuta. Aveva saputo assopire i miei pianti, reprimere le mie lacrime e tramutarli in sorriso. Ciò che ci univa era sopravvissuto persino al peggio. Quando ogni speranza sembrava perduta, io non smettevo di credere in lui, spinta dall'amore. Tutto questo aveva contribuito a rendere indissolubile la nostra relazione e di conseguenza, mi rendeva immune dall'essere soggetto di sentimenti altrui. Ma l'amore è sconvolgente. Ti devasta, ti assorbe totalmente, ti rapisce. Quando ti lascia andare, la persona che eri è scomparsa. 
Armata di coraggio e con indosso la migliore delle tue armature, sfidi il destino, la tua buona sorte e ti innamori del fratello vampiro del tuo ex fidanzato vampiro. Quel che più ti sorprende è la reazione. Ti ritrovi incredibilmente ed inaspettatamente...felice. Si,  decisamente felice. Era necessario che io perdessi la mia umanità affinché mi concedessi d'esserlo. Battei le palpebre, come a tornare alla realtà.
Damon attese pazientemente che riprendessi il controllo di me stessa. Piansi a dirotto, con contegno. Ad ogni mio singhiozzo, sussurrava il mio nome, reggendomi il capo con una mano, e avvolgendomi la vita con l'altra. Quando le lacrime versate furono abbastanza da consumare la mia riserva, mi accorsi di aver reso zuppa la sua camicia. Notai anche le mie mani serrate a pugno, strette attorno a lembi del suo indumento. Lo guardai, mortificata. Lui mi rivolse un sorriso comprensivo, e sciolse lentamente la presa delle mie mani chiuse a tenaglie, un dito per volta.
" Mi dispiace." Aggiunsi. La mia vista era ancora compromessa dai postumi del pianto. La sua immagine non mi appariva ben definita, i suoi tratti erano come sbiaditi. Battei ancora una volta gli occhi, e la visione migliorò. Vidi i suoi occhi brillare di una luce nuova. Il mio sguardo cadde sul bottone slacciato della sua camicia, che ne lasciava intravedere il petto. Il suo collo scoperto fece partire in me scariche d'adrenalina. Nulla a che vedere con la mia natura di predatrice. Damon mi colse con le mani nel sacco, ed io distolsi immediatamente lo sguardo. Feci appello al mio coraggio e finalmente parlai.
" Damon, dobbiamo parlare."
Il suo sguardo perplesso mi colse alla sprovvista. Dedussi che tra lui e Stefan non era ancora avvenuta nessuna conversazione.
"A che proposito?". Disse abbassando lo sguardo, come perso in qualche fugace riflessione.
"Noi."
 Fu sufficiente quella parola per catturare tutta la sua attenzione. I suoi occhi guizzarono nei miei, fulminei. Era palesemente confuso dalla mia affermazione, ma una scintilla percorse il suo sguardo.
Sospirai. " Io e Stefan ci siamo lasciati."
I suoi occhi trasudavano stupore. Si sbarrarono, quasi fuori dalle orbite. Poi li ridusse a fessura, interdetto. Probabilmente, stava soppesando la possibilità di dar credito o meno alla mia affermazione.
" Tu e Stefan, cosa?" Disse infine, quasi stridulo. Eccomi alla resa dei conti. Ero pronta ad affrontare un impatto di simile portata? Si, lo ero.
" La mia trasformazione, ha fatto luce su alcuni aspetti. Stefan... non riconosce la persona che ama in quella che sono diventata. Ma in realtà, sto divagando. Non è questa la ragione principale." Tenevo lo sguardo basso di chi sta confessando d'essere l'artefice di un terribile misfatto. Mi fissai le dita, continuando ad intrecciarle.
" Elena, parla." I suoi occhi ardevano. Mi parve d'aver preso fuoco anch'io. Sciolsi le dita e lo fissai.
" Ho detto a Stefan che... le cose tra noi sono differenti, più del solito."
" Cosa stai cercando di dirmi, Elena?"
Afferrai la sua mano. " Damon, io..." Mise una mano sulla mia.
" Ti amo."
Damon prese la mia mano nelle sue, portandosela al viso ed inspirando forte. Gli occhi chiusi in preda all'estasi, dalla gola un suono gutturale.
" Ti amo... da quando decidesti di divenire il custode del mio cuore."
"Elena..." Ansimò.
" Prendi ciò che ti appartiene." Dissi. Gli presi la mano e la posai sul mio cuore muto. " Eccoti l'accesso al cuore di un vampiro." Ridacchiai.
Replicai ciò che lui stesso una volta mi disse. Le cose erano differenti, allora. Per me, quantomeno. A giudicare dall'espressione dipinta sul suo volto, il suo pensiero era eco del mio. Quelle parole racchiudevano della familiarietà seguita da qualcosa simile alla...nostalgia. Il suo respiro si fece irregolare ed il mio in risposta al suo. Mi afferrò quella stessa mano e mi tirò a sé portandosi alle mie spalle.
" Bang, sei morta." Mi sussurrò in un orecchio. Il suo respiro caldo mi fece raddrizzare. Strofinò il naso sulla mia nuca, prima che vi depositasse un casto bacio. Lo schiocco mi fece sobbalzare. Sentivo il sangue pulsarmi nelle tempie. Il desiderio si faceva strada nel mio corpo. Presto mi ritrovai ad ansimare. In una sola rapida mossa, mi voltò affinché il suo corpo aderisse al mio. Con un dito esitante tracciai il profilo del suo petto, lui rispose con un sussulto. Indugiai sui bottoni della camicia. Damon mi trattenne dal proseguire. Perché era così ritroso? L'istante dopo capii d'essermi sbagliata. Liberò la mia mano dalla sua stretta e la mise sul suo cuore.
" E' tuo." Disse in un soffio. Recitò quelle parole come da copione. Sembrava che attendesse con ansia il giorno in cui le avesse pronunciate. Spinsi le mie dita oltre, sino all'addome piatto.
Percepivo il suo corpo tendersi sotto il mio tocco. Proseguii la mia corsa sino al ventre, che in tutta risposta si contrasse come in preda ad uno spasmo. Mantenne gli occhi chiusi, come ad assaporare in pieno quel moto di piacere. Risalii sino all'addome, insinuandomi tra la camicia e la sua pelle nuda. Damon aprì gli occhi di scatto. I suoi occhi furono attraversati da una scintilla. Divennero incandescenti, e presero di mira i miei. Le sue mani mi furono addosso. Le sue dita mi percorsero affamate. Scostò una della mie bretelle, lasciandomi scoperta parte della spalla. La solleticò con le dita, muovendosi ritmicamente su e giù. Si interruppe un istante, e le labbra presero il posto delle dita, ripetendo la medesima sequenza motoria. Sentivo il calore sprigionato dal suo respiro e la consistenza delicata della sua bocca su di me. Prese a ricoprirmi di baci sulla spalla, sulla nuca, sull'incavo del mio collo, sull'orecchio. Scoprì i denti, pizzicandomi il lobo e chiudendolo in una morsa delicata. Ogni muscolo del mio corpo ora si contorceva. Il desiderio reclamava d'esser soddisfatto. Gli afferrai il viso, stringendolo tra le mie mani senza concedergli via d'uscita. Lo baciai. Fu un bacio intenso. C'era passione, desiderio, tenerezza, amore. Lui rispose al bacio con altrettanta enfasi. La sua mano reggeva ben salda la mia nuca, le sue dita si intrecciarono ai miei capelli. Mi strattonò appena, così che i suoi occhi inchiodassero i miei. Quel faccia a faccia improvviso sollecitava ancor più il mio desiderio.
" Ti amo." Disse con fermezza, quasi a scanso d'equivoci. 
Fu con quelle parole che si congedò. 
Non mi accorsi che ora eravamo in piedi, al centro della stanza. Mi avvolse la vita, avanzando verso di me a piccoli passi. La sua calma volontaria non faceva che accrescere la voglia che avevo di lui. Avrei potuto esplodere. Man mano che avanzava, io indietreggiavo di un passo. Non trascorse molto prima che ci ritrovassimo ai piedi del letto. Mi spinse giù e mi seguì. Damon mi era addosso. Il suo corpo schiacciava il mio contro il materasso. Catturò una ciocca ribelle che mi nascondeva il viso, e la ripiegò dietro l'orecchio. Con l'indice sollevò il mio mento, piegandolo all'insù. Prese a baciarmi con trasporto. Le mie braccia si strinsero alle sue spalle, affondando nella pelle. Le sue mani mi scesero sui fianchi, sulle gambe. Le sue dita si fermarono sui bottoni dei miei jeans. Le mie mani si insinuarono al di sotto della sua camicia. Sciolsi i bottoni, uno per volta e gliela sfilai, lasciandola cadere sul pavimento. Lui fece lo stesso con la mia maglia, che ora teneva compagnia alla sua. Tirò giù la lampo dei miei pantaloni, che vennero via in un'unica mossa. Slacciai la cintura del suoi pantaloni e li tirai giù. Sfilato via anche il resto, i nostri corpi erano ora sovrapposti l'uno sull'altro. Percepivo la sue pelle nuda sulla mia. Baciava ogni lembo scoperto di pelle, finchè non trovò le mie labbra. Prese a muoversi lentamente su di me, ed io mi sentii piena di lui. Mi adattai presto al suo ritmo e lo seguii anch'io. Ad ogni movimento, io ansimavo ed il suo respiro diveniva sempre più irregolare. Il suo ritmo divenne sempre più incalzante, ed il mio corpo vibrava come scosso da scariche elettriche. Un ultimo movimento ben assestato bastò a portarmi al limite. Urlai in preda all'estasi e lui mi seguì. Mi cadde addosso, come privo di energia. Mi sentivo appagata, nel corpo e nell'anima. Lo strinsi forte, più di quanto fosse consentito. Damon sussultò, ma io non ne volli sapere di mollare la presa. Lui fece lo stesso ed io chiusi gli occhi, schiava di quell'attimo. Precipitai nel sonno, con una consapevolezza in più. Noi ci appartenevamo.
  
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