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Autore: laCollins    22/11/2012    5 recensioni
Non potevo permettermi di pensare ad uno come Max, era assolutamente impensabile una roba simile, cosi come era assolutamente impensabile che lui amasse me, Fabiola. Che poi, ho sempre odiato il mio nome, la mia vita era un completo disastro, IO..ero un completo disastro.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Camminavo spedita, per il corridoio della scuola, diretta verso la mensa dopo aver chiuso con uno scatto seccato lo sportello dell’armadietto. Avrei tanto voluto fare l’indifferente, come se non mi interessasse ma lui, mi stava evitando, girava i tacchi e cambiava direzione se mi vedeva, rispondeva a monosillabi e se lo sorprendevo a guardarmi distoglieva lo sguardo subito, come se scottato dai miei occhi.
Era frustante, sentire di perdere qualcosa di importante, qualcosa o meglio, qualcuno come lui, come la persona che amavo e che, ahimè, non potevo amare. Lui era il tipico figaccione della scuola, ed io? Non rientravo assolutamente nel gruppo piu in, ne in quello delle cheerleader, ne in quello delle più cool della scuola.
Ero brava in biologia, me ne stavo sempre in laboratorio a fare esperimenti, così da non pensare a nient’altro oltre che ai minerali, ai Sali, e tutte quelle robacce li.
Non potevo permettermi di pensare ad uno come Max, era assolutamente impensabile una roba simile, cosi come era assolutamente impensabile che lui amasse me, Fabiola.
Che poi, ho sempre odiato il mio nome, la mia vita era un completo disastro, IO..ero un completo disastro.
Eppure non sembravo così brutta allo specchio la mattina quando mi specchiavo, partivo da casa con una certa autostima che non so proprio da dove sbucava fuori, e appena arrivavo li dentro, puf! Ogni armadietto sbattuto, ogni libro caduto per terra, ogni minima cosa che produceva rumore era una specie di coltellata al petto per me, avevo paura, e il rumore mi spaventava.
Ma, tralasciando questi particolari, avevo comunque un buon cuore, ma potevo diventare più stronza e più aggressiva di una cheerleader a cui hanno tirato le extencion. Abbassai lo sguardo, e richiusi in fretta l’armadietto dove avevo accuratamente sistemato i miei libri. Il mio pensiero era ancora rivolto al suo modo di evitarmi da giorni, forse, forse..la sua ragazza aveva scoperto qualcosa, forse, si era reso conto della persona con cui messaggiava e parlava al telefono da mesi, forse, si forse, si era reso conto di amare una come me e si vergognava di questa follia. Tutte cazzate, lui era Max George, ed io una povera illusa, che dopo due mesi che chattavo, passavo ore al telefono con lui, ancora stava in queste condizioni.
 
‘’Ehi baby’’ conosco questa voce, Nathan.
 
‘’quante volte te lo devo dire che se proprio devi darmi un nomignolo, allora chiamami BABI, B-A-B-I. Ti rifaccio lo spelling? B-A-B-I’’ risposi acidamente, senza nemmeno rendermene conto. Infondo non mi aveva fatto niente di male, ed era il mio miglior amico.
 
‘’Wo! Cos’hai mangiato a pranzo oggi? Pasta e nervosismo? Che ti succede, BABI?’’ sottolineò quell’ultima parola, ridacchiando tra se e se, e appoggiandosi con la schiena alla sfilza di armadietti alla destra del mio.
 
‘’niente Nath, voglio solo andare a casa’’ obiettai, freddamente, chiudendo il mio armadietto e guardandolo dritto negli occhi, con uno sguardo alquanto serio.
 
‘’Max ha scoperto chi è la persona che si nasconde dietro il fake?’’ insistette, il ragazzo dal ciuffo ben curato.
 
‘’No, non gliel’ho ancora detto’’
 
‘’e cosa aspetti? Il 30 febbraio per dirglielo?’’
 
‘’Nathan James Sykes, fottiti, fottiti e strafottiti okay? In qualità di miglior amico dovresti come minimo consolarmi.’’
 
‘’bla bla bla, tutte stronzate’’ ridacchiò, e con un gesto veloce afferrò il mio cellulare dalla tasca dei miei jeans e iniziò a comporre un messaggio. ‘’caro Max, io ti amo con tutto il cuore e la mente e l’anima..’’ iniziò a ridere animatamente mentre cercavo di riprendere il telefono.
 
‘’STUPIDO! RIDAMMELO! NON FARE CAZZATE! TI PREGO, DAI!’’
 
‘’Okay, tieni’’ rispose lui, cordialmente, ridandomi il mio sidekick rosa. ‘’ti conviene guardare nei msg inviati, baby’’ e ridacchiando, infilandosi le mani in tasca, se ne andò.

Agitai le dita freneticamente sul mio display, sperando di non leggere quello che non volevo leggere, accidenti a lui, lo odiavo proprio quando faceva così. Ed eccolo li, la bustina virtuale era aperta e iniziai a scorrere lo sguardo tra le righe.. GLI AVEVA DATO APPUNTAMENTO SUL TERRAZZO DELLA SCUOLA?! MA SI ERA COMPLETAMENTE BEVUTO IL CERVELLO!? Come se non bastasse, arrivò un msg proprio in quel momento e cercando la forza da qualche parte del corpo, tirai un bel respiro e schiacciai il pulsante.
 
‘’Ehi, scusa se non mi sono fatto sentire prima, ma avevo test di storia, una vera palla. Comunque, certo che accetto, fai conto che sono già li. Voglio vedere la ragazza con cui ho parlato per tutto questo tempo.. a meno che tu sia una ragazza..M’’ non potei fare a meno di ridere, accidenti a Nath e alla sua mania di fare stronzate.

Corsi in bagno passando in mezzo ad una coppietta di innamorati che si tenevano per mano in mezzo al corridoio, e senza nemmeno voltarmi per chiedere scusa mi precipitai in bagno, aprii il rubinetto ed iniziai a sciacquarmi la faccia.
Un filo di matita sugli occhi, una striscia di eyeleiner per perfezionare il disegno, mascara, lucido alle labbra e una spruzzata del profumo che tenevo sempre nella borsa.
Mi diedi una spazzolata veloce ai capelli e guardai attentamente la ragazza che appariva allo specchio..ecco Max, sono io il fake, spero non ti dispiaccia .
Cinque minuti dopo ero già sulle scale di servizio che portavano al terrazzo, e se non si fosse presentato? Una marea di domande mi scombussolarono in cervello, ma ormai ero li, e a come uccidere Nath ci avrei pensato più tardi.
Un respiro profondo e..aprii quella porta.
Fece un rumore di ferro arrugginito, cosi che la persona che si trovava appoggiata al davanzale del terrazzo, non potè non accorgersi che non era sola.
Si voltò, proprio nell’ istante in cui chiusi la porta e i miei occhi incrociarono i suoi.
Con una mano mi portai una ribelle ciocca di capelli dietro l’orecchio e quasi tremante e con il fiato corto dall’emozione, il cuore in gola e la mente sottosopra, iniziai a camminare verso di lui.
Ebbi come l’impressione che tutte le sue aspettative crollassero proprio in quel preciso istante, e che non si trovasse davanti la persona che lui aveva immaginato in due mesi, o poco più. Rimase con i gomiti appoggiati alla piccola ringhiera in ferro, e mi osservava, quasi sorrideva e non mi piaceva affatto. Avanzai ancora un po’ fin quando non mi trovai di fronte a lui..incapace di intendere e volere.
 
‘’Allora sei tu..la ragazza della chat’’ si fece largo nel silenzio assordante che incombeva in quel momento tra noi.

Mi limitai a sorridere, imbarazzata come solo Dio sapeva che fossi, e non risposi. Sperai capisse la mia situazione, il mio imbarazzo, e la mia timidezza. Infondo, mi ero sempre descritta nei messaggi come una persona con questo carattere, cosa si aspettava?
 
‘’Beh, non so come si fa, devo darti la mano e dirti –piacere- ?’’ sorrise lui, evidentemente molto più rilassato di me.
 
Stupida, parla! Parla! Santo Cielo, dì qualcosa, non startene lì impalata.
‘’Beh, ecco.. i-io, non so come si fa. O-ra mi hai vista, p-posso a-an-anche andare ora’’ e mi voltai in una frazione di secondo decisa ad andarmene. Non potevo reggere un altro minuto in più in quelle condizioni, avevo solo bisogno di piangere, e non so neanche io perché.
 
‘’Aspetta, dove vai!’’ disse di colpò, afferrandomi per il polso e tirandomi a lui.

Morta, ero praticamente morta. Ho visto l’inferno e il paradiso in 3 secondi, e Dante Alighieri può farmi solamente un baffo(?).
‘’Voglio stare con te..un altro pò, sai?’’ disse, poi, più lentamente, quasi sussurrando e mi spostò la solita ciocca dei capelli dal mio viso. ‘’Sono venuto fin qua su per conoscerti, per vedere la persona che mi ha sconvolto la vita in così poco tempo..’’

Vi prego, se è un sogno non svegliatemi..pensai, e incrociai di nuovo il suo sguardo, i suoi occhi chiari, profondi e cosi penetranti, arrivavano fin dentro ai miei.
Possedevano una vita propria, si stavano impossessando della mia vita, come dei parassiti..e le sue labbra? Vogliamo parlare delle sue labbra? Ancora adesso mi vengono i brividi.

‘’Non dici nulla?’’ mi domandò, poi, con un tono pacato.

Arrossii, mettendo in evidenza le mie piccole lentiggini e trasformando il mio colorito in un colore abinato all’abito di Babbo Natale.
Non vedendo risposta, da parte mia, Max si avvicinò a me..stringendomi con le braccia al suo corpo e avvicinando sempre più i nostri volti, le labbra erano a poco meno di un mezzo centimetro dalle sue e potevo ora finalmente fondere i nostri sguardi, cosi vicini, e cosi innocenti.
Ebbi come l’impressione che mi attirasse ancor di più a sé, facendo aderire perfettamente i nostri corpi, potevo perfino sentire i suoi addominali scolpiti sulla mia pancia liscia, almeno per questo lato, non ero grassa.
Fu un attimo, un solo attimo o forse anche meno per sentire e provare quella sensazione che da tempo sognavo. Max George mi stava baciando, e mi stringeva tra le sue forti braccia, e potevo sentire l’ odore della sua pelle, e potevo osservare e perdermi nell’ immensità di quei suoi occhi incantevoli, e..e..e…e non so cos altro ancora.
Una forza, quasi come una scarica elettrica mi salii dalle gambe, potente, veloce, spedita, feroce e arrivò fino alla nuca, alle braccia e alle mani.. che si alzarono e andarono ad intrecciarsi dietro il suo collo.
Restammo così non so dirvi bene per quanto tempo, ma in quel momento,
capii che il film della mia vita stava per iniziare,
e non avrei accettato nessuna fottutissima pubblicità.
  
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