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Autore: daisys    22/11/2012    3 recensioni
Una cena per far riconciliare tuo fratello e la sua fidanzata.
Una migliore amica acida e puntigliosa.
Un assassinio di un povero essere vivente.
Un finto inglese da strapazzo.
Mettete insieme tutto questo ed una matta, probabilmente con seri problemi mentali.
Infiliamoli in una Roma con un tempo di merda.
Ecco cosa ne esce fuori.
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Di arance,di panda e di finti inglesi da strapazzo

Dio mio!
Il mondo sta cadendo a pezzi.
Tutto, e dico tutto quello che avevo organizzato con tanta cura si è andato bellatamente a farsi fottere.
Ma dico, si può essere più coglioni?
Quel grandissimo, gigante, enorme coglione deficente di mio fratello è riuscito, non so come, a farsi mollare da quella santa della sua ragazza, che lo sopportava da almeno tre anni.
Tre anni di alti e bassi, lo ammetto, ma pur sempre tre anni, durante i quali io ero un costante sempre presente nella loro vita di coppia.
Lo ametto, magari un pò troppo presente, penso ricordando il giorno un cui li beccai a fare cose poche caste nella loro camera da letto, ma ehi, vi ho fatto incontrare, quindi era naturale che fossi inclusa nel pachetto.                                                                                                             Io vi ho presentati, io vi ho fatto mettere insieme io son il terzo incomode nella vostra vita di coppia.
Erano stati tre anni di idillio puro, durante i quali io mi ero già immagginata il loro matrimonio con la bella Laura vestita di bianco, naturalmente organizzato da me.
Laura, si, così si chiama l'unica persona così malata di mente da accettare di stare con un essere come mio fratello e quell'emerita testa di cazzo era riuscito a farsela scappare.
Ed io, santissimo cupido del cavolo sto cercando di organizzare una cazzo di cena per farli riappacificare.
Visto che faccio letteralmente schifo a cucinare, apparte i dolci, l'unica cosa in cui riesco, ho pensato bene di chiamare il mio ristorante preferito.
Ma visto che quel grandissimo coglione di mio fratello doveva rovinare tutto, mi ha sganciato la bomba ieri sera, verso le otto.
Ho scoperto che la bella Laura ha un fratello maggiore, un fratello del quale io non sapevo neppure l'esistenza, così come mio fratello e la mia famiglia.
A quanto pare, il gentilissimo fratello di Laura, di cui rispecifico il fatto ,del quale non sapevo l'esistenza, ha deciso con tutta tranquillità di tornare da Londra, dove naturalmente si è trasferito per lavorare, proprio il giorno della mia fottutissima cena di riconciliazione, rovinando i miei piani.
E a quanto pare, visto che lui e mio fratello hanno scoperto da poco della loro reciproca esistenza si è deciso di farlo venire a cena con loro, a casa mia.
Quindi sono almeno quaranta minuti che io sono qui, nel mio studio a pensare cosa propinare a quel coso inglese per cena, visto che arrivando da Londra ha sballato il mio menù perfetto e romantico.
Prendo a caso un libro dalla libreria, che ogni buon editore dovrebbe avere nell'ufficio e cerco una dannata, dannatissima idea per quella cazzo di cena.
Niente.
Nada de nada.
Tabula rasa.
In oche parole:un cazzo.
Un lieve bussare alla porta mi fa riscuotere.
Mi alzo buttando senza grazia il libro sul tavolo, e guardo Alessia che nel frattempo ha aperto la porta.
"Sclerotica, è ora di pranzo" dice mentre si guarda distrattamente le unghie.
Io mi alzo, ma poi presa da una depressione enorme mi rigetto sulla sedia girevole, cominciando a girare come un deficente, tirandomi a scatti i capelli.
Ale mi guarda leggermente infastidita, con l'espressione di chi non tollera un minuto di ritardo in più.
Io sbuffo.
"Ho capito, ho capito mi alzo acida del cavolo " dico prendendo il doppiopetto e il cappello di lana dall'attaccapanni.
Appunto, come se non bastasse anche il tempo preannuncia il disastro colossale che è la giornata stessa.
Un enorme ammasso di pecore nere incombe su Roma, preannunciando un temporale in arrivo.
"Ha parlato la regina della dolcezza " dice ironica la bionda al mio fianco.
" Zitta tu! " dico scendendo velocemente le scale dell'ufficio, facendo attenzione a non ammazzarmi cadendo con i miei meravigliosi ed esageratamente alti tacchi, anche se credo sarebbe meglio cadere e morire piuttosto che sopportare la cena di stasera con l'essere, anzi, gli esseri, visto che da oggi diventano due.
Saluto il portinaio con un sorriso.
Mi avvio velocemente verso il solito ristorante dove passo la mia pausa pranzo, e davanti al ristorante dall'insegna rossa ricado preda della disperazione più nera.
Io cosa diamine gli do da mangiare al coso inglese?
Non se ne poteva rimanere in quella cazzo di Inghilterra, a lavorare, a scopare, o a fare quello che cazzo faceva prima di venire qui?
Tanto il tempo che abbiamo qui per questo mese è di merda come quello in Inghilterra, quindi la cosa non cambia tanto.
Grossi e grassi nuvoloni-pecoroni che volano nel cielo pisciando acqua.
Ecco che tempo abbiamo.
Ancora più depressa di prima cammino e senza fare caso a quello che mi accade intorno entro nel ristorante, seguendo Alessia, che fa finta di non conoscermi.                                         Maledetta bastarda, non mi conosci, vedrai ti infilzo con una forchetta tra poco.
Presa dalle mie seghe mentali non mi accorgo del tizio in giacca e cravatta, con un arancia in mano, e una busta nell'altra che veniva nella mia direzione, ed io non facendolo assolutamente apposta , gli vado addosso, finendo inevitabilmente di spiaccicare un povero essere vivente.
Alzo lo sguardo infastidita e mi scontro con due occhi verdi niente male.
Poi inizia a parlare e mi si rizzano i capelli, ed ogni altro singolo pelo sul mio corpo.
"Mi dispiac... " inizia il tizio figo con gli occhi stranamente simili a quelli di Laura.
Un accento inglese si sente nell'italiano pressocchè perfetto dell'uomo.
"Dio mio, questi inglesi sono una persecuzione!" sbotto infastidita, pensando al finto inglese a cui non so cosa propinare per cena, allontanando con un gesto secco della mano l'aiuto che l'uomo si apprestava a darmi.
Poi il mio sguardo viene attirato per sbaglio dalla povera arancia spiaccicata per terra.
Memore di un mio grandissimo discorso delle medie, che sinceramente volevo portare alla tesina di università interrompo nuovamente il tizio spiaccica esseri viventi che si stava scusando di nuovo e cercando di defilarsi il più velocemente possibile.
Casualità, il tizio a un enorme panda di peluche con scritto "I love Londra " nella busta di plastica
" Scusi, ma si rende conto di cosa ha fatto? " dico io alzandomi velocemente da terra, ignorando volutamente Alessia che mi sta facendo segno di non fare cazzate.
Vedo il tizio davanti a me sgranare gli occhi e fare segno di diniego con il capo.
"Lei ha ucciso un essere vivente, e ne porta un'altro chiuso in una stupida busta di plastica, facendolo soffocare " dico convinta, incrociando le braccia.
Il tizio mi guarda come se fossi matta, e allora io mi impunto, cercando di fargli capire la mia visione, il mio punto di vista.
" Ecco, venga qui vicino che le faccio vedere e poi le spiego" lo vedo tentennare ma uno degli uomini che sono con lui lo spingono verso di me ridendo.
Lui si mette di fianco a me, guardando a terra ed io gli illustro la mia teoria.
" Vede, le arance sono esseri viventi,come prova la loro crescita da seme, albero e frutto, e sono palle sferiche, come i panda, quindi teoricamente non dovrebbero venir uccise senza senso, tipo caccia ai panda, mangiarle va bene, ma spiaccicarle ed ucciderle così, come se non le importasse niente di loro non va bene, non va bene per niente." dico tranquilla finendo il mio discorso con gli occhi che luccicano.
Vedo Alessia scuotere la testa depressa, come se ormai avesse capito solo ora che io sono un caso perso.
Inevitabilmente un caso perso.
Il tizio di fianco a me ed i suoi fidi compari trattengono una risata.
Risata trattenuta in modo sbagliato.
Io mi indispettisco.
"Si si, va bene, ha ragione lei" dice il tizio con l'accento inglese.
Lo vedo avvicinarsi ai suoi compari e mentre si allontanano lo sento sussurrare " Secondo voi quella è matta? " e scoppiare subito dopo a ridere.
Io infastidita faccio per prendere un tacco e tirarglielo, ma Alessia mi ferma.
" Su pazza, abbiamo già dato abbastanza spettacolo " e ridendo mi trascina al nostro tavolo.
Io indispettita e incazzata non le parlo.
Mentre Giovanni ci porta il solito del giovedì lei ricomincia a parlare.
" Cioè, ti trovi un figo della madonna davanti e tu cominci a parlare di arance e di panda?                      Ma dico, ti sei fumata il cervello?"
" Quel tizio sarà anche figo, ma è un gran maleducato,oh grazie " rispondo mentre Giovanni mi poggia davanti al viso un piatto fumante di lasagne.
" Si d'accordo, tu stai male, quello aveva pure l'accento inglese " decreta cominciando a mangiare.
"Appunto!" dico come se fosse ovvio "a me gli inglesi portano sfiga" dico " cosa cazzo gli cucino a quello stasera?" sussurro depressa, ricordandomi nuovamente del parassita troglodita e strano essere finto inglese.
Vedo Alessia spalancare gli occhi e venir colpita da un illuminazione divina.
" TU, BRUTTA COGLIONA DI MERDA, ALLE TRE DI MATTINA MI HAI SVEGLIATO PER QUELLA CAZZO DI CENA! " dice urlando.
"Shhhh, zitta, stai dando spettacolo" dico riprendendola e guardando le persone che ci fissano.
Ale mi guarda con una luce assassina negli occhi,i quali non so perchè mi sembrano rossi.
Velocemente prendo un fazzoletto e mi ci nascondo dietro, facendo finta di non esistere.
" Parla quella che cerca di salvare i diritti delle arancie " dice scorbutica.
Io le faccio la linguaccia, cominciando a mangiare.
" Comunque alla fine cosa gli dai da mangiare al finto inglese? " dice sbocconcellando la sua insalata.
" E' questo il problema, non ne ho idea " dico di nuovo depressa.
Ale manda giù l'insalata.Poi sorride.
"Fagli, anzi ordinagli , qualcosa di italiano, che ne so una pizza con qualche fritto " dice tranquilla.
Io spalanco gli occhi, sorrido come un ebete. Alzo lentamente la testa guardando Ale con uno sguardo che fa paura, deduco dalla sua espressione, e mi alzo, prendendo a braccietto Giovanni e improvvisando un passo a due bizzarro.
Il povero e rincoglionito Giovanni barcolla sotto i miei saltelli, e quando lo lascio rischia di ammazzarsi, per fortuna viene recuperato al volo da un cliente. 
Corro alla cassa tirandomi dietro un Alessia imbarazzata e velocemente pago il conto.
" Olly, OLIVIA, dove cazzo stai andando? " urla la tizia da me medesima trascinata.
" Come da chi? Da Luigi, è ovvio! " Luigi, Luigi il santo Luigi con la sua pizza migliore del mondo.
Dopo aver ordinato la pizza e i fritti metto tranquillamente i piedi sulla scrivania del mio ufficio, accavallando le gambe.
Sorrido soddisfatta e mi esibisco in uno dei mie migliori sorrisi.
Mi metto a controllare a uffo le bozze dell'ultimo capitolo del libro dell'autore che sto seguendo ed intanto sorrido come un ebete pensando alla perfezione della cena da me organizzata.
                                                                ***
Ho preparato tutto, la pizza nel forno per essere riscaldata ed il tavolo apparecchiato.
Io anche sono pronta, jeans neri, casacca blu e tacchi rossi, i capelli volutamente sciolti ed il mio inseparabile orecchino serpente.
Sorrido accarezzando il Presidente Bau, il mio adorato beagle, quando il campanello suona.
Rischiando nuovamente di ammazzarci, in maniera molto cruente, ci tengo ad aggiungere, mi trovo davanti quell'animale di mio fratello con una Laura sorridente arpionata al braccio.
Lei appena mi vede mi saluta con allegria, lui con una cosa a metà tra un ringhio e un grugnito.
Come ho già detto è un animale.
Mi sporgo fuori dalla porta, cercando il fantomatico fratello finto inglese di Laura.
Non vedendone traccia faccio per richiudere, ma una scarpa di pelle si infila tra la porta e il muro impedendomi di chiudere.
Io velocemente riapro la porta e mi ritrovo davanti un bell'uomo, sui 27 anni, in forma, i capelli scuri e gli occhi verdi.
Poi li riconosco quegli occhi verdi, e credo che lui riconosca me, perchè all'unisono gridiamo.
" L'ASSASSINO DI ARANCE! "
"LA PAZZA DEL RISTORANTE !"
Vedo Laura guardarci sorpresa, poi velocemente si affretta a fare le presentazioni.
" Olivia, lui è mio fratello Matteo, Matteo lei è la sorella di Daniele, Olivia " ci prende le mani e ce le fa stringere.
Io e lui ci scrutiamo senza fiatare, poi lui mi sorride cordiale, esibendosi in una messa in mostra dei suoi denti bianchi, manco fosse un cane ad una mostra canina, che se fosse entrato in competizione con il Presidente bau, l'avrebbe battuto.
Io lo guardo sospettosa, socchiudendo gli occhi.
Degno appena di uno sguardo la mano che lui mi porge in segno di amicizia, volto la testa e prendo in braccio il Presidente bau, che pretende coccole.
Mi siedo tranquilla sul divano e guardo il tizio che confuso mi guarda a sua volta.
"Che hai contro di me? Non mi conosci nemmeno " alzo lo sguardo, distraendomi dal far ballare il can can al Presidente bau, che grugnisce infastidito.
" Mi hai dato della matta " dico facendo la boccuccia a paperella e una vocetta strana , tornando a giocare con il mio Presidente bau.
Vedo Matteo sgranare gli occhi poi cominciare a ridere.
"Come ti potevo chiamare se non pazza? Ti sei messa a difendere un'arancia!"
"Arancia che tu hai ucciso! "lo accuso balzando in piedi e cominciando a ringhiare.
Laura arriva a stemperare la situazione.
" Io ho fame, voi? " lo guardo manco fosse scema poi ricordo il motivo per cui siamo qui.
Cena di riconciliazione.
Ecco cosa devo fare.
Mi alzo velocemente e vado ad accendere il forno, per far riscaldare la pizza, ed intanto porto in tavola i fritti bollenti.
Tutti si sono seduti ed io per sfortuna delle sfortune mi ritrovo seduta davanti a Matt, così lo chiama la sorella, il finto inglese.
Alzo lo sguardo e lo vedo sorridere felice alla sorella, che intanto parla amorevolmente con mio fratello, ma non erano in crisi?
Poi mi riconcentro su di lui, facendogli un'analisi un pò più accurata di quella fatta al ristorante.
Matteo è un tipo alto, sicuramente più alto del mio scarso metro e settanta, dovrebbe avere appunto sui 27 anni, ha un viso giovane, occhi verdi, di un verde cupo e i capelli castani.           E' in forma, ma non eccessivamente muscoloso e pensandoci bene ha anche un bel culo, che ammetto ho fissato per un pò quando mi ha dato della matta e se ne è andato.
Sentendosi osservato, il soggetto della mia analisi si gira, e trovandosi davanti il mio sguardo a raggi X mi sorride ammaliatore.
Io lo guardo un attimo intontita, poi sorridendo angelica gli do un calcio su uno stinco.
Lo guardo soddisfatta, mentre si contorce leggermente sulla sedia, mi lancia uno sguardo di fuoco.
Io sorrido vittoriosa.
Lui mi guarda un attimo, poi sorride in modo inquietante e bevendo fa "accidentalmente" cadere il bicchiere, che spargendo la birra sul tavolo me ne fa cadere un pò sui jeans.
"Oh, come mi dispiace, aspetta che ti aiuto" fa per alzarsi ma io lo blocco.
"Non ti preoccupare, faccio da sola" dico ringhiando, mentre mi tasto con poca grazia il fazzoletto sui pantaloni, rischiando di bucarli per la forza che ci sto mettendo.
Lui continua a sorridere.
Laura e Daniele nel frattempo ci fissano preoccupati, e li capisco, vista la voglia assurda che ho di saltargli addosso, e per quello che molti potrebbero credere, non è per divertirmi.
" Che lavoro fai?" tento di essere cordiale.
"L'avvocato" dice solo.
Mi alzo per andare a prendere le pizze, e Matt tenta di farmi uno sgambetto che io evito, ma per colpa del Presidente bau rischio comunque di cadere.
Facendo finta di non sentire le risate in sala prendo le quattro margherite.
Mentre faccio per tornare di là, il mio sguardo birichino si posa su la bottiglia di peperoncino super piccante.
Prendo prima due pizze, che porto a Laura e Daniele, poi torno in cucina, e prendendo il peperoncino, versandone mezza bottiglia sulla pizza dello stronzo inglese.
Sorridendo lo porto di là e con un sorriso angelico quanto falso gli do la mia pizza, quella senza niente.
Lui la guarda strano.
" Ehm, se non ti dispiace posso prendere la tua, c'è più mozzarella" dice inventandosi una scusa.
Io lo guardo fingendomi preoccupata, poi facendo un'enorme sforzo per non ridere gli passo la mia.
Lui la prende vittorioso, e il suo sorriso si allarga, vedendomi tentennare nel tagliarla.
Lo stronzo prende una fetta enorme, e con un morso ne porta via metà, io me ne metto un piccolo pezzo in bocca.
Lo vedo masticare, e dopo neanche quattro secondi diventare, prima verde, poi blu ed infine rosso, prende velocemente l'acqua e ne beve due bicchieri.
Lo vedo allontanare la pizza, ed io per fare la bastarda gli chiedo.
" Non la mangi più? "
Mi fulmina ma poi riprende la pizza e rinizia a mangiarla.
Abbiamo passato tutta la cena a punzecchiarci, come due bambini, e lui non so come è riuscito a mangiarsi tutta la pizza incriminata.
Ammetto riluttante che con quel gesto ha riguadagnato i punti dell'arancia spappolata.
Ci mettiamo nel salotto e vedo mio fratello e Laura sbaciucchiarsi.
"Scusate , ma voi due non eravate in crisi? "
Si staccano un attimo.
"La crisi è passata"
Io sospiro e intanto li faccio alzare sbattendoli letteralmente fuori dalla porta, incazzata come non mai, potevano dirmelo prima, almeno io non mi facevo un culo così!
Sento una risata maschile.
Poi mi ricordo di una cosa, ho un essere sconosciuto in casa, che sta ridendo di me.
Mi giro infastidita.
"Cosa c'è da ridere? " sbotto.
"Niente sei buffa " dice calmandosi " comunque tieni, questo è per te, prima per la sorpresa non sono riuscito a dartelo, ma è il mio regalo per la mia futura cognatina " finisce.
Mi ritrovo davanti il panda gigante di peluche che rischiava di soffocare, e sbatto gli occhi stupita.
Lui ricomincia a ridere.
" Dio, sono riuscito a stupire la pazza, ahahahah " io gonfio le guance.
" Si, va bene, allora io riesco a stupire l'assassino di arance" lui si ferma e mi guarda.
" Impossibile " allora io sorridi birichina.
Mi lancio addosso a lui e lo bacio.
Lo bacio con la B maiuscola, infilandogli la lingua in bocca, che lui aveva aperto stupito.
Mentre continuo a baciarlo mi avvicino alla porta e a sorpresa la apro, buttandolo fuori.
Lui mi guarda con gli occhi spalancati.
" Te l'ho fatta!" dico facendogli l'occhiolino e una linguaccia, ghignano divertita.
Gli chiudo la porta in faccia, e quando lui comincia a bussare io accendo al massimo volume lo stereo.
Appoggiata alla porta penso.
Te l'ho fatta, mio bell'avvocato, ho vendicato la povera arancia. 
                                              THE END

Allora, ecco un vaneggiamento dovuto ad un mio discorso fatto durante l'ora di geometria, quindi, se siete stati costretti a leggere questa schifezza la colpa è della mia prof.
E' una storiella fatta così, per divertire, e spero che vi abbia fatto sorridere se non è così mi dispiace.
Spero di ricevere qualche parere, che siano belli o brutti.
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