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Autore: Nemesi_    22/11/2012    3 recensioni
"Mi guardo allo specchio e non vedo nulla.
Quello che vedo non mi piace e distolgo lo sguardo.
Non sono mai stata quella che avrei voluto essere: non sono alta, non sono magra, non ho dei bei capelli, non ho niente.
Non sono bella.
Mi giro e guardo lei.
Ecco chi sono io, sono la sua migliore amica.
Sono la migliore amica della persona più fantastica di tutte, tutto qui.
Lei è perfetta in ogni cosa, nel fisico, nell’aspetto, nella scuola, nello sport.
Lei è dannatamente perfetta anche come amica e io no."
Leggete e lasciate un commento, una critica, una nota, qualcosa che riporta il vostro pensiero perchè io scrivo per voi!
Buona lettura!
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Mi guardo allo specchio e non vedo nulla.
Quello che vedo non mi piace e distolgo lo sguardo.
Non sono mai stata quella che avrei voluto essere: non sono alta, non sono magra, non ho dei bei capelli, non ho niente.
Non sono bella.

Mi giro e guardo lei.
Ecco chi sono io, sono la sua migliore amica.
Sono la migliore amica della persona più fantastica di tutte, tutto qui.
Lei è perfetta in ogni cosa, nel fisico, nell’aspetto, nella scuola, nello sport.
Lei è dannatamente perfetta anche come amica e io no.


«Sai ieri siamo usciti, però non eravamo da soli.»

Mi strizza l’occhio e per un momento quei suoi fantastici occhi azzurri mi sembrano tristi e sconsolati, ma l’attimo dopo tornano vispi come sempre.

Era da tanto che lei ci provava con un ragazzo, non era un ragazzo speciale, non era popolare, non era estremamente bello, per lei era semplicemente un’altra vittima da aggiungere alla sua lista eternamente lunga, ma non per me.
Lui per me era qualcosa di più, era un ragazzo dolce, premuroso, gentile e simpatico, ma lei non poteva capire perché queste cose non gliele avevo mai dette.
Era il mio piccolo segreto, quella cotta che ti lasci dentro e che hai paura di mostrare al mondo.
Tanto io non sarei mai piaciuta a nessuno.

[…]

«Entriamo in quel negozio!»
Mi disse Giorgia mentre stava già varcando la porta.
Io alzai le spalle e mi passai una mano tra i capelli, sperando che nessuno mi avesse notata.
Odiavo stare al centro dell’attenzione, al contrario di Giorgia che invece si trovava a suo agio nell’essere il centro del mondo.

«Ehm, io ti aspetto qui fuori!»
Le dissi sperando che mi avesse sentita andando a sedermi su una panchina che si trovava giusto di fronte all’entrata del negozio.
Abbassai lo sguardo e mi immersi nei miei pensieri.
Non so quanto tempo dopo sentii qualche passo, così alzai lo sguardo e vidi Giorgia con un pacchetto in mano e il suo sorriso a trentadue denti brillanti che si avvicinavano a me.

«Ti ho comprato questo, visto che l’altro giorno ho perso la tua sciarpa. E’ per farmi scusare.»
Sorrisi e presi il pacchetto con entrambe le mani.
Era questo quello che intendevo quando la consideravo un’amica perfetta.


«Ragazze, che ci fate anche voi qui?»
Una voce maschile proveniente dalle mie spalle ci fece sussultare entrambe, una voce familiare e che riconobbi subito: Simone.
Mi voltai e gli sorrisi, cercando di non apparire imbarazzata o sorpresa, un po’ come facevo sempre.
Non sono sicura che lui mi abbia guardato, perché i suoi occhi era puntati su quelli di Giorgia ed entrambi sorridevano.

«Io ho comprato le ultime cose per la festa, veniamo lì direttamente!»
Sbuffò lei.
Non le era piaciuto il nostro programma che prevedeva dal centro andare direttamente al parco dove si trovava la festa, perché avremmo dovuto trovare un posto dove cambiarci e non c’erano molte alternative se non cambiarsi in un bagno pubblico.

«Come venite direttamente? Dai, passate a casa mia!»

Mi guardò e io gli sorrisi, di nuovo.
Sentivo la gola un po’ secca e il cuore accelerare.
Perché faceva così ogni volta che mi guardava?

«Che ne dici tu Cami?»
Mi stava parlando e io non sapevo cosa dire, non ne avevo idea.
Continuavo a sorridere, come una scema.

«Saresti così gentile? Sei il mio salvatore!»
Giorgia lo abbracciò, lasciandogli un piccolo bacio sulla guancia, per poi staccarsi subito.

«Possiamo andare anche subito se volete!»
Rise alla reazione di Giorgia e mi seguì con lo sguardo mentre mi alzavo, afferrando tutte le borse che mi portavo dietro.

«Grazie, davvero.»
Questa fu l’unica cosa che io riuscii a dire e gli sorrisi di nuovo.

[…]



Arrivammo alla festa in ritardo, come sempre.
Io e Giorgia ci dirigemmo verso l’entrata della sala, mentre Simone stava parcheggiando la sua macchina gialla vicino a quelle dei suoi amici, che erano già dentro.
La musica era alta e molta gente ballava quando entrammo insieme.
Subito alcuni nostri amici vennero a salutarci e vidi sparire Giorgia in mezzo alla folla, diretta probabilmente in pista da ballo, per sfoggiare a tutti la sua abilità di ballerina.

La guardai e sorrisi.
Era incredibile quella ragazza, fantastica in ogni cosa, mi sarebbe piaciuto assomigliarle un po’ di più.
Mi voltai e vidi Simone avvicinarsi a me mentre continuava a guardare Giorgia.
Il mio cuore batteva a ritmo di musica e quando lui si voltò verso di me gli sorrisi spontaneamente.

“Vuole lei, è naturale, tutti vogliono lei.”
La vocina dentro la mia testa era un po’ affranta, ma sapeva di dire la verità.

«Ti va una birra?»
Io annuii e lo seguii al bancone dove alcuni ragazzi preparavano i drink.
Lo aspettai a qualche passo dalla calca di gente e qualche minuto dopo mi raggiunse passandomi la birra.

La musica era troppo alta e faceva anche molto caldo, così lo guardai mentre lui finiva la sua bottiglia di birra e gli dissi che sarei uscita in cortile.
Mi diressi verso la porta da sola, finendo a mia volta la birra prima di uscire.
Fuori c’erano alcune persone che stavano entrando, altre che se ne stavano andando per non so quale ragione e poi c’ero io, seduta sul marciapiede a rimuginare sulla mia vita.

Ero innamorata di un ragazzo a cui piaceva la mia migliore amica e che lei in un certo qual modo ricambiava.
Mi sentivo un mostro e l’unica cosa di cui avevo voglia era piangere, ma non lo feci.
Sentivo gli occhi lucidi ma cercavo con tutta me stessa di trattenere quelle stupide lacrime che volevano uscire per farmi sembrare ancora più debole di quello che già ero.

Un tocco leggero sulla spalla mi fece sussultare.
Mi voltai e lo vedi che mi guardava preoccupato.
Non era da me stare seduta da sola invece che divertirmi ad una festa.
Gli feci un sorriso, lui era l’unica persona a cui potevo sorridere veramente in quella situazione, ma una dannata lacrima mi tradì e scese lungo la mia guancia al rallentatore.

Lui si sedette vicino a me e allungò il suo pollice al mio viso, asciugandomela con dolcezza.
Gli sorrisi, di nuovo e lui fece lo stesso.

«Il tuo sorriso è la cosa più bella che io abbia mai visto in questo mondo.
Non permettere a nessuno che ti venga tolto, perché se non sorridi tu non sorrido neanche io.»


Sentii il mio cuore battere all’impazzata, come non aveva mai battuto in vita sua e sembrava che ogni secondo il suo ritmo si moltiplicasse.
La sua mano si fece largo sul mio volto, spostandomi dietro le orecchie una ciocca di capelli, mentre le sue labbra trovavano le mie.
Il nostro primo bacio fu dolce e perfetto.

 “Lui vuole te esattamente per come sei, amati anche tu.”

Mi staccai per un attimo e gli sorrisi guardandolo negli occhi, prima di tornare di nuovo sulle sue labbra.
  
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