Prologo
Gli
uccellini cinguettavano allegramente fuori dalla grande finestra dello
studio e saltellavano sul davanzale, incuranti della piccola
spettatrice che, annoiata, li osservava.
-Anne, mi stai ascoltando?
La piccola scosse il capo facendo agitare i perfetti boccoli biondi senza staccare gli occhi da quelli del giovane precettore, guardandolo con aria scocciata.
-No, Mr. Salvatore…mi sto annoiando!
Un sorriso fu trattenuto a stento da Damon Salvatore che, osservando il broncio della bambina, ricordò quanto poco, lui stesso, amasse lo studio all’età di 5 anni.
-Oh suvvia, non essere capricciosa, signorina. A…B…
-G!
La piccola Anne aveva incrociato le braccia e lo guardava arrabbiata.
Avrebbe potuto scommettere che la bambina, in realtà, sapeva benissimo quale lettera venisse dopo la B.
-Sei impossibile! Cose se ne faranno i tuoi genitori di una figlioletta ignorante e svogliata, eh? Stai diventando grande! Anne, sai dirmi quanto fa 4 per 6?
-12!
-Oh santi numi!
Anne balzò giù dalla sedia di legno e trotterellò dall’altra parte del tavolo, fronteggiando con un sorriso il precettore che si fingeva disperato.
-Possiamo andare a fare una passeggita?
-Si dice PASSEGGIATA, Anne..
-Quella cosa lì! Vi prego! Vi prego, Mr Salvatore!!
La bambina era terribilmente legata a Damon Salvatore.
Era quasi un anno, ormai, che lavorava come insegnante presso i signori Williams, che intendevano dare una educazione completa e moderna alla loro adorata figlia Anne: il padre era spesso impegnato a casa del governatore, per occuparsi di faccende diplomatiche, e la moglie lo seguiva.
Si amavano come forse nessuna coppia conosciuta all’epoca.
-E va bene, Anne.. ma prometti che dopo studierai senza farmi ammattire?- le chiese chino sulle ginocchia per guardarla dritto negli occhi.
Il broncio di qualche istante prima si trasformò in un dolcissimo sorriso e persino gli occhi, su quel volto candido, brillavano di gioia.
“Con quegli occhi, prima o poi, non sarò il solo uomo a non saperle dire di no..” pensò sorridendo e prendendola per mano.
-Anne, mi stai ascoltando?
La piccola scosse il capo facendo agitare i perfetti boccoli biondi senza staccare gli occhi da quelli del giovane precettore, guardandolo con aria scocciata.
-No, Mr. Salvatore…mi sto annoiando!
Un sorriso fu trattenuto a stento da Damon Salvatore che, osservando il broncio della bambina, ricordò quanto poco, lui stesso, amasse lo studio all’età di 5 anni.
-Oh suvvia, non essere capricciosa, signorina. A…B…
-G!
La piccola Anne aveva incrociato le braccia e lo guardava arrabbiata.
Avrebbe potuto scommettere che la bambina, in realtà, sapeva benissimo quale lettera venisse dopo la B.
-Sei impossibile! Cose se ne faranno i tuoi genitori di una figlioletta ignorante e svogliata, eh? Stai diventando grande! Anne, sai dirmi quanto fa 4 per 6?
-12!
-Oh santi numi!
Anne balzò giù dalla sedia di legno e trotterellò dall’altra parte del tavolo, fronteggiando con un sorriso il precettore che si fingeva disperato.
-Possiamo andare a fare una passeggita?
-Si dice PASSEGGIATA, Anne..
-Quella cosa lì! Vi prego! Vi prego, Mr Salvatore!!
La bambina era terribilmente legata a Damon Salvatore.
Era quasi un anno, ormai, che lavorava come insegnante presso i signori Williams, che intendevano dare una educazione completa e moderna alla loro adorata figlia Anne: il padre era spesso impegnato a casa del governatore, per occuparsi di faccende diplomatiche, e la moglie lo seguiva.
Si amavano come forse nessuna coppia conosciuta all’epoca.
-E va bene, Anne.. ma prometti che dopo studierai senza farmi ammattire?- le chiese chino sulle ginocchia per guardarla dritto negli occhi.
Il broncio di qualche istante prima si trasformò in un dolcissimo sorriso e persino gli occhi, su quel volto candido, brillavano di gioia.
“Con quegli occhi, prima o poi, non sarò il solo uomo a non saperle dire di no..” pensò sorridendo e prendendola per mano.