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Autore: Needless Emotion    23/11/2012    7 recensioni
Cosa succede quando tutti i vostri sogni e desideri, improvvisamente, si realizzano?
Ispirata da un sogno che ho fatto l'altro giorno.
Sogno che, sfortunatamente, non diventerà mai realtà.
Forse.
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Russia/Ivan Braginski, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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IMPOSSIBLE is just a big word
thrown around by small men,
who find it easier to live in the world
they’ve been given than to explore
the power they have to change it.
Impossible is not a fact.
It’s an opinion.
Impossible is not a declaration.
It’s a dare.
Impossible is potential.
Impossible is temporary.
Impossible is nothing.
Nothing is impossible.*

 
(Chiedo perdono per eventuali errori presenti nel testo sovrastante.
P.S.= vedi alla fine per la traduzione.)

 

Piacere, io sono Diana, blablabla, questa è la mia prima fanfiction su Hetalia, quindi siate clementi con me, blablabla, spero che vi piaccia, blablabla…va bene, adesso basta.
Non è proprio su Hetalia…diciamo che non c’entra nulla, sono solo i personaggi che sono gli stessi, ma in questa storia non rappresentano gli Stati, bensì delle comunissime persone normali.
Si intrecciano più storie, cui uno o più capitoli diversi saranno dedicati, tra le quali c’è anche la mia con…eh, non vi tolgo mica la sopresa!! Lo scoprirete leggendo!
 
P.S.= E’ presente un po’ di OOC riguardo i personaggi. Quindi, non commentate dicendo “ah, ma non c’entra nulla col personaggio originale.” Si, ho preso solo piccoli spunti, ma a parte quello, io li manipolo  come mi pare e piace, eheheh…(certe volte faccio più paura di Russia…*kolkolkolkol*)
Adesso la smetto, seriamente.
Buona lettura! :D
 
 

 
Capitolo 1 – Troppe spaventose coincidenze.
 
-Mi mancherai tanto, Giulia!-
-Si, ok, mamma…ho capito…è la decima volta che me lo ripeti…- risponde lei, chiaramente stufa di tutto quell’affetto.
-Ma Giulia…è così che tratti la tua mammina adorata?-
-Mamma! Ma quanti anni hai?!- sbotta la figlia, indignata.
-Sei così fredda, tesoroooooo!- risponde, abbracciandola di nuovo.
-Mamma, vedi che così perdo il treno, dannazione!!
Dopo altri venti minuti di piagnistei, riesce finalmente ad andarsene.
Osservo la scena da lontano, con poco interesse.
Oh, quanto mi sono estranee queste situazioni…
Anche perché…
-Diana! Eccomi, e scusa per il ritardo!-
Una voce spezzata da respiri affannosi interrompe i miei pensieri.
Mi giro verso la persona appena arrivata.
-Ciao Eugenia.- la saluto, impassibile.
- Mmh, allegra come al solito, vero? Dai, da oggi inizia una nuova vita! Andremo in una nuova scuola, conosceremo nuove persone, vivremo da sole…- il resto della frase gli si strozzò in gola.
Certe volte le persone hanno davvero poco tatto.
Ma non importa, per questa volta lascio correre.
Rivolgo uno sguardo tagliente alla mia amica, e inizio ad incamminarmi verso il treno.
-Muoviti, essere inutile!- le grido, con un tono di voce tagliente.
Sento lei dietro di me sospirare, sconsolata.
Beh, ormai ci è abituata, e lo so perfettamente…
E se il mio comportamento non le va a genio, può benissimo andarsene.
E so benissimo che, anche se penso sempre e costantemente queste cose, in cuor mio…so benissimo che lei mi accetta per quello che sono, e spero soltanto che non mi abbandoni mai.
Salgo sul treno, seguita da Eugenia, e iniziamo insieme a cercare uno scompartimento libero.
Anche perché…ad eccezione di lei, non ho mai avuto degli amici.
O meglio, io non li consideravo tali, mentre gli altri probabilmente mi consideravano loro amica.
Ah, sciocchi ignoranti!
E così, totalmente presa dai miei pensieri, svolto a destra per entrare nel primo scompartimento che avevo davanti, e sbatto contro qualcuno, finendo quasi per terra.
Qualcuno…
Alzo lo sguardo, chiaramente impressionata.
Avevo davanti un pezzo di mobilio o cosa?
Una persona altissima, avvolta in un lungo cappotto beige e un’altrettanto lunga sciarpa bianca mi si stagliava davanti.
Mi ricorda vagamente qualcuno…chi può essere?
Tutti i miei dubbi svanirono nel nulla quando questa sottospecie di “armadio enorme” si gira verso di me, mostrandomi la sua faccia.
Mi accorgo di essere rimasta a bocca aperta solo dopo qualche secondo.
Capelli color cenere, un’ingenua espressione mista a stupore dipinta sul viso, ma soprattutto…meravigliosi occhi viola.
Distolgo subito lo sguardo, ignorandolo completamente e passandogli accanto, come se non fosse mai successo nulla.
-Devi scusarla…è un pochino timida…
-Eugenia!- la chiamo, alzando un po’ il tono della voce.
Vedo lei inchinarsi leggermente e venire verso di me.
Sbuffo, mostrando tutto il mio disappunto, e noto uno scompartimento libero un po’ più avanti.
Entro e mi siedo, sbuffando nuovamente.
Ero consapevole di avere la faccia completamente in fiamme.
-Diana…non ti sembrava incredibilmente somigliante a…
-Ivan.- concludo per lei.
Non incredibilmente.
Pericolosamente.
Il resto del viaggio prosegue nel silenzio più assoluto, interrotto solo dallo sfogliare delle pagine del libro che Eugenia stava leggendo.
Io mi sono limitata a fissare un punto imprecisato, completamente estranea a tutto quanto.
Improvvisamente sento una mano che mi scuote.
-Che diamine vuoi?
Eugenia mi guarda, leggermente preoccupata.
Sa benissimo quanto io sia timida.
Sa benissimo quanto mi abbia scosso quel brevissimo incontro.
Sa benissimo quanto io ami Ivan.
Entrambe, fanatiche del manga chiamato Hetalia, avevamo i nostri personaggi preferiti, che sono…gli Stati personificati.
Adesso non sto a raccontare tutti i particolari della storia e di come ci abbia letteralmente travolto la vita e cambiato il modo di vedere le cose…però è veramente importante per noi due.
Anche perché, per noi, non è un manga come tutti gli altri.
Hetalia è vita. (“oddio, quanto sei melodrammatica…” “Arthur, cosa ci fai qua?! Và via dalla mia storia!” “Giammai!” “Ah, capisco…sei invidioso del fatto di non avere nessun ruolo in questa storia?” “NO, NON E’ VERO!!” *se ne va stizzito* *sospiro*)
Scendiamo dal treno, incamminandoci verso la nostra nuova scuola.
Io mi guardo intorno, ma non c’è più nessuna traccia del sosia di Ivan.
Ma non avevo visto due profondi occhi che mi scrutavano attentamente da lontano, per poi mescolarsi al resto della massa di persone che usciva dalla stazione. (“seriamente, questo finale è degno di un horror….” “Arthur! Ti ho detto di andare via!” “Ma fa paura!” “Sicuramente non lo cambio perché me lo hai detto tu!” “Bah, fai come vuoi…” *si gira e se ne va* *facepalm*)
 
 



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*ecco qui la traduzione, se a qualcuno interessa:

 
Impossibile è solo una grossa parola
disseminata da piccoli uomini che
preferiscono vivere in un mondo che gli è stato dato piuttosto che esplorare
il loro potere di cambiarlo.
Impossibile non è un fatto.
E’ un’opinione.
Impossibile non è una dichiarazione.
E’ una sfida.
Impossibile è potenziale.
Impossibile è temporaneo.
Impossibile è nulla.
Nulla è impossibile.

 
 
Non ho idea di dove le abbia sentite.
Ho fatto qualche ricerca e ho visto che sono le parole di uno spot.
Boh, io le avevo appuntate in un mio vecchio diario, e mi sono piaciute troppo…spero che le abbiate gradite anche voi.
 
P.S.= ho sicuramente fatto una miriade di errori, ma…perdonatemi.
E’ da circa un anno che non scrivo seriamente, e quindi devo ancora prenderci un po’ la mano.
  
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