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Autore: Kumiho    23/11/2012    2 recensioni
- Ti sei fatto male alle mani?- Una vocetta tanto flebile, che per un momento Kanda credette di averla solo immaginata, gli fece rizzare il capo.
Una bambina, in piedi davanti a lui, lo fissava con aria contrita; le piccole mani strette al petto ed il vestito rosa pallido di una taglia più grande la facevano sembrare ancora più piccina ed intimorita. Lo fissava; fissava le sbucciature che aveva sulle mani ed era come se alla vista di ogni nuovo taglio, la sua espressione si impietosisse sempre di più.
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lenalee Lee, Yu Kanda
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Are you hurt?

 

 

 

- Ti sei fatto male alle mani?- Una vocetta tanto flebile, che per un momento Kanda credette di averla solo immaginata, gli fece rizzare il capo.

 Una bambina, in piedi davanti a lui, lo fissava con aria contrita; le piccole mani strette al petto ed il vestito rosa pallido di una taglia più grande la facevano sembrare ancora più piccina ed intimorita. Lo fissava; fissava le sbucciature che aveva sulle mani ed era come se alla vista di ogni nuovo taglio, la sua espressione si impietosisse sempre di più.

Kanda non rispose, si limitò a squadrarla con aria scocciata per poi sbuffare e, dopo un’ultima occhiata malevola, scivolare lungo la panca di legno, dove era seduto,  il più lontano possibile da lei.

 Incrociò le braccia sul tavolo e vi nascose la faccia, per evitare si sentire il peso gravoso dello sguardo di lei ed i commenti poco gentili sul suo conto, come gli capitava sempre quando sgattaiolava via dall’infermeria o dalla mensa, non appena finito di mangiare, per tornare a stagnare in camera sua o ad allenarsi in un punto nascosto dell’immenso giardino dell’Ordine. C’era sempre qualche infermiera, qualche Finder, perfino qualcuno dei suoi compagni a cui i commenti sul comportamento, l’aspetto, le parole di Kanda Yuu non mancavano mai: “maleducato”, “arrogante”, “odioso”… “terrificante”.

 

Kanda si strinse ancora di più tra le proprie braccia, avvertendo tutto il freddo della sala concentrarglisi nelle gambe e nella spina dorsale. Se c’era una cosa di cui poteva andare orgoglioso era il suo “non aver mai avuto bisogno di chiedere niente”, eppure, ogni tanto, si ritrovava a pensare che il non essere seguito con lo sguardo, il non sentire i bisbigli di scherno quando passava, il non vedere la paura negli occhi di chi avvicinava, sarebbe bastato. Anche solo per qualche giorno di pace.

 

- Ehi!-

 

Kanda sollevò il viso di scatto, per ritrovarsi davanti alla ragazzina di prima. Non riuscì a dire nulla: lei fu più veloce. Gli agguantò le mani e, tirati fuori dalle tasche dei cerotti logori, cominciò ad appiccicarglieli sulle dita.

 

- Che stai facendo!? Lasciami subito!- Le sbraitò contro agitando le braccia, tentando di allontanarla da sé.

 

Ma lei gli si aggrappò ad un braccio con tutto il suo peso, impedendogli di muoversi, per poi alzare il piccolo viso rotondo e fissarlo con espressione decisa. Kanda rimase talmente sbigottito che, per un attimo, dimenticò di volerla allontanare, e lei ne approfittò per agguantargli di nuovo le mani tra le sue e ricominciare a tempestarle di cerotti.

 

- Senti, davvero… non ce n’è bisogno, io… guarisco subito…- Balbettò Kanda tentando un approccio diverso, ma la voce gli uscì comunque scocciata ed infastidita; nulla che si sarebbe potuto definire “gentile”. Ma lei non gli rispose, col volto contratto in una smorfia di concentrazione, mentre anche l’ultimo cerotto andava a ricoprire l’ultimo lembo di pelle libero.

 

- Ecco fatto.- Disse semplicemente sorridendo appena – Tra un po’ non dovrebbe più farti male.- Concluse carezzandogli un palmo.

 

Kanda, come sempre, non disse nulla. Continuò a fissarla in attesa che lei dicesse qualcosa che potesse far sembrare meno strana quella situazione: qualche borbottio nervoso, qualche sibilo incattivito… ma niente. La bambina continuava a sorridergli, orgogliosa del suo lavoro tanto misericordioso quanto mal riuscito.

 

Il bambino non riuscì a fare altro che spostare lo sguardo da lei alle proprie mani, immobilizzate dai cerotti, dalle proprie mani a lei.

Improvvisamente arrivò il caldo, un caldo torrido proprio lì, sulle guance. Kanda le sentì pizzicare da quanto le sentiva bollenti; sembrava che tutto il sangue che non riusciva a raggiungergli le dita, per via dei cerotti troppo stretti, confluisse nel suo viso, proprio sugli zigomi.

 

Kanda scattò in piedi, facendo spostare l’intera panca di legno e la bambina lo fissò meravigliata.

 

-… Sei… sei proprio una scema!- Le urlò prima di sgusciare via dal tavolo e cominciare a correre verso uno dei tanti corridoi che sfociavano nella grande mensa.

 

 

 

La sera, quando Kanda si decise, infine, a togliersi la montagna di cerotti che gli avevano stretto le dita fino a renderle blu, per la prima volta, si stupì di trovarle guarite.

 

E, per la prima volta, gli sembrò davvero che il dolore se ne fosse andato via con le cicatrici.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

- Linalee! Linalee! Ecco dov’eri finita! Ti ho cercato dappertutto!... Linalee…? Che cos’hai?-

 

- Fratellone… forse mi sono sbagliata… magari anche qui all’Ordine posso trovare… delle persone gentili.-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Piccola, piccola fanc fiction su D. Gray, giusto perché le giornate di Novembre sono sempre più corte e difficilmente sopportabili, e io dovevo trovare qualcosa con cui distrarmi.

Piccola nota: Non ho scritto questa fan fiction pensando a Linalee e Kanda come a due innamorati o  futuri tali; non vado pazza per la coppia, ma vado pazza per il rapporto sorellina premurosa/fratellone burbero che li lega. Mi piacciono da morire assieme, ma, probabilmente, solo in quest’ambito  ^^

  
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