White Christmas.
Ho incontrato il tuo sorriso dolce,
con questa neve bianca adesso mi sconvolge,
la neve cade e cade pure il mondo
anche se
non è freddo adesso quello che sento
(L’ultima notte al mondo – T. Ferro)
«Ci sentiamo».
«Certo. Allora… ciao».
«Ciao».
Un
abbraccio. Semplice, veloce e poi Blaine era salito con Burt nel taxi che
avevano chiamato qualche minuto prima perché li portasse all’aeroporto.
Il ragazzo
appoggiò la schiena contro il sediolino, tirando la testa indietro e chiudendo
gli occhi. Se solo pensava alla serata che aveva appena passato con Kurt
sarebbe scoppiato in lacrime lì, senza alcun pudore: aveva così tanti
sentimenti nel petto che probabilmente le lacrime sarebbero state la sola
soluzione. Ma al momento si lasciava andare solo ad un lieve tremore,
impossibile da fermare.
Loro due, la
pista di pattinaggio e la neve. Non credeva potesse esserci qualcosa di più
bello della visione di Kurt filtrata tra i piccoli fiocchi bianchi di quella
serata e più volte aveva dovuto fare attenzione a non cadere o investire
qualcuno, perché non riusciva a staccare gli occhi e la mente dalla figura
meravigliosa del suo ragazzo… ex-ragazzo… amico. Kurt.
E avrebbe
voluto baciarlo. Avrebbero voluto baciarlo lì, come se non fosse successo nulla
tra loro, come se il tempo non fosse mai passato. Ma si era trattenuto perché
non sarebbe stato giusto, perché in fondo il tempo era passato e lui aveva
sbagliato.
E Kurt aveva
sorriso. Si era leggermente allontanato, ma aveva sorriso e lo aveva
abbracciato. Quel calore. Quanto gli era mancato quel calore? Improvvisamente
non aveva sentito più freddo: aveva continuato a tremare, non per i pochi gradi
della serata, ma per quel contatto. Solo in quel momento aveva realizzato quasi
con violenza quanto gli fosse mancato.
«Com’è
andata?».
La voce di
Burt lo fece sussultare: aveva dimenticato che fosse lì con lui. Riaprì gli
occhi e lo guardò: doveva tutto a lui. Se non si fosse presentato a casa sua
praticamente costringendolo ad andare a New York da Kurt, probabilmente avrebbe
passato il Natale a pensare nostalgicamente al suo ragazzo, senza però avere la
forza di fare altro. Invece Burt gli aveva regalato – aveva regalato ad
entrambi una serata indimenticabile.
«Mi ha
perdonato. Siamo amici».
L’espressione
dell’uomo divenne confusa e in breve rasentò la delusione.
«Non siete
tornati insieme…», disse, più a se stesso che a Blaine.
«No… ma
siamo amici. Ci sentiremo…»
«Ho sperato…
ho creduto che…»
«Sa cosa mi
è mancato di più di suo figlio? Il suo sorriso. Leggero, di quando è sincero e
mentre le labbra si distendono abbassa leggermente la testa, come a volerlo
nascondere, quasi ne fosse imbarazzato. Non sa di essere bellissimo in quel
momento».
Burt lo
guardò senza capire cosa c’entrassero ora quelle parole.
«Mi è
mancato. Mi è mancato come manca l’aria e sapere che non mi odia, che siamo
amici, che potrò sentirlo, vederlo, parlare con lui… io non ci speravo davvero
fino a che non è stato lui a dirmelo».
«Quindi per
te va bene così?».
«No. No, non
va bene. Ma Kurt è stato il mio migliore amico prima di essere il mio ragazzo e
quando è andato via ho perso entrambi. Sapere di poter ancora contare almeno
sull’amicizia è importante per me...».
L’uomo si
sistemò meglio sul sedile e sospirò.
«Posso farti
una domanda?». All’annuire di Blaine, Burt continuò «Sei stato il primo ragazzo
di mio figlio e lui il tuo. Credo nel vostro amore, ci credo davvero, ma… cosa…
che cos’è che vi fa insistere tanto?».
Il ragazzo
ci pensò per un attimo, cercando le parole adatte a fargli capire perché sapeva
che Kurt sarebbe stato l’unico.
«Lo so. So
che è lui… come se lo sentissi. Insomma
quando incontri la tua metà sei… sei assolutamente convinto di essere un uomo
felice, di essere intero. Però poi capisci che non sei niente senza di lui e
non puoi tornare indietro a quando eri a metà perché adesso sai cosa significa
essere intero... e so che sentirò questo solo con Kurt… che se anche
provassi a stare con qualcuno, alla fine sarebbe sempre Kurt il mio ultimo
pensiero».
Burt annuì.
Capiva, capiva davvero che cosa intendeva.
«È per
questo che sto bene. Nonostante tutto sto bene. E aspetterò. Lo aspetterò anche
se dovesse metterci una vita intera prima di tornare. Perché so che dovrà
andare così, perché siamo noi due, lo saremo sempre».
«La tua
convinzione è di un coraggio sorprendente, ragazzo. Soprattutto perché entrambi
sappiamo quanto sia fragile la vita».
Blaine
annuì: lo sapeva, eppure sentiva di
aver ragione. Ci sarebbe anche voluta davvero una vita, era certo che avrebbe aspettato.
Ci aveva messo tanto a capire che era lui l’unico, ora era il suo momento di
aspettare.
Per Kurt.
Sorrise,
guardando la neve cadere. Si sentiva male e bene nello stesso momento, ma aveva
una serenità di fondo che lo faceva sorridere. Ce l’avrebbe fatta.
Ce l’avrebbero fatta.
Se mi innamorassi davvero saresti solo tu,
l'ultima notte al mondo io la passerei con te
(L’ultima notte al mondo – T. Ferro)
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Tralasciando il fatto che la puntata di
oggi mi ha riempito di feelings di ogni tipo e che non mi sono ancora ripresa,
ieri sera ho scritto questa cosa – ringrazio la Bel per averla letta in
anteprima, perché per me non aveva alcun senso, e mi scuso ancora (lei sa
perché) – mentre ero ancora invasa dalle news Klaine di Natale.
Non so bene che cosa dire, attendo
quella puntata con trepidazione e credo di sentirmi proprio come Blaine: bene e
male allo stesso tempo, ma pronta ad aspettare. Anche dopo la visione della
puntata di oggi, i Klaine non mi sono mai parsi più perfetti di adesso. True
Love! (cit.)
Un paio di precisazioni: la canzone
dell’incipit iniziale e finale, come ho scritto, è “L’ultima notte al mondo” di
Tiziano Ferro (cavolo, ascoltarla mentre si guardano le still
di Natale ha il suo effetto), mentre la frase in corsivo, nelle parole di
Blaine, è tratta dal film “Indovina chi” – ringraziamento speciale a mia madre
che me ne ha parlato, citandomela **
Smetto di vaneggiare e vado – non scrivevo una shot
su di loro da un po’ xD
A presto!
Alch ♥