Per essere inverno faceva davvero molto caldo.
La voglia di uscire fuori casa per recarsi in quel bar, aspettando qualcuno che non sarebbe mai arrivato era pari a zero.
A fatica si alzò dalle sedia, guardò l’orologio e sbuffando si recò nella sua camera per indossare qualcosa di diverso dalla tuta.
Come al solito indossò un semplice jeans e una felpa e uscì. Non era una ragazza che amava passare ore davanti allo specchio, preferiva essere semplicemente se stessa.
Arrivò a quel bar più tardi del solito, era sicura di non trovarla neanche quel giorno quella persona.
Non appena entrata, fu abbracciata dall’odore di brioche calde, sfornate da poco dalla ragazza che sorrideva sempre ai complimenti dei clienti.
Come sempre, si avvicinò al bancone ordinando il solito.
-Anche oggi rimani sola?
-Oramai lo sai, che rispondo a fare?
-Ma oggi hai fatto tardi!
-Almeno sono venuta, non sono stata precisa, ma ci sono.
-Ahahah! Hai ragione, ma adesso dovrai aspettare, hai fatto tardi e sei rimasta senza cornetto.
-Tanto lo sai che ho sempre tempo.
E la ragazza del bar si allontanò ridendo. Passarono le ore come tutte le volte e Corinne , la ragazza con felpa e jeans, si allontanava dal bar.
-Te ne vai prima? – Chiese Giusy, la barista
-G-Dragon è un personaggio famoso, secondo te verrà davvero a trovare una sua fan, in un locale di una città poco conosciuta?
-Non perdere le speranze,  ricordati che sei riuscita a recapitargli la tua lettera e hai anche ricevuto una risposta.
-Già,  è vero… Vorrà dire che continuerò ad aspettare.
-Dai un giorno di questi il tuo sogno si avvererà!
-Se lo dici tu.
Scoppiarono a ridere e guardarono entrambe l’orologio. Segnava le 17:00, il sole di lì a poco sarebbe tramontato e nel bar già non c’era nessuno, solo la ragazza che gestiva il locale e Corinne.
-Sai che ora devo chiudere è mercoledì!
-Si, lo so-sbuffò-Tanto lo sapevo, come sempre…-
-Scusi, è ancora aperto questo bar? – una voce di uno sconosciuto interruppe i pensieri delle due giovani.
Corinne si girò, guardò lo sconosciuto appena entrato; aveva un aspetto familiare come la sua voce; lo guardò per tutto il tempo che impiegò per avvicinarsi a un tavolo e sedersi; il numero del tavolo era il numero tre, quello più vicino al bancone e l’unico che aveva un centrotavola con tutti fiori gialli.
Era di fronte alla ragazza che non aveva smesso di fissarlo e le sorrise nel modo più dolce possibile.
Fu allora che Corinne capì di aver finalmente il suo idolo seduto a mezzo metro da lei che le stava sorridendo.