Una luce bianca lo avvolgeva, anche ad occhi chiusi riusciva a percepirla, gli trasmetteva un lieve tepore molto piacevole. Aprì gli occhi lentamente per adattarsi a quel bagliore lattiginoso. Non ricordava nulla: come fosse arrivato o perché fosse lì. Si sollevò a sedere trovandosi di fronte un paesaggio del tutto surreale. Tutto intorno a lui era di un innaturale celeste: il cielo e la terra su cui era atterrato perdendo, per un breve lasso di tempo, i sensi.

Sfiorò delicatamente con le dita i piccoli fiorellini azzurri che ricoprivano interamente la radura che lo circondava.

Continuò a scrutare il paesaggio circostante in cerca di qualcosa che nemmeno lui sapeva cosa fosse quando, ad un tratto, scorse una macchia blu scura in mezzo a tutto quell’azzurro.

Con qualche difficoltà dovuta al disorientamento momentaneo, si alzò continuando a fissare quell’unico punto. Si incamminò in quella direzione, lanciandosi di tanto in tanto delle occhiate alle spalle, come se avesse la sensazione che qualcosa lo stesse osservando.

Raggiunse quella forma blu cangiante che pareva riflettere la luce lattea che irradiava entrambi, ma si fermò a qualche metro di distanza per osservare attentamente quello che ora poteva riconoscere come un essere umano dalle forme lievi, quasi femminili.

Ammantata da un lungo abito color della notte, i capelli di un biondo pallido spuntavano appena dal morbido cappello, dello stesso colore del vestito, poggiato delicatamente sul suo capo. Gli dava ancora le spalle. Sembrava davvero una ragazza…

La creatura dalle linee fini si volse verso di lui sentendosi forse osservata.

Dan parve riconoscere i tratti di quel viso, delicati, eppure con un qualcosa che ne ingrigiva la dolcezza. La pelle candida pareva risplendere di una tonalità avorio alla luce di quel sole soltanto percepibile.

Per togliersi il dubbio che fosse realmente una ragazza si avvicinò ulteriormente, con cautela, per non rischiare di intimorirla. Lo osservava con occhi vacui, color ametista. A guardare con maggiore attenzione si rese conto che non era una fanciulla, bensì un ragazzo dai lineamenti femminei.

Aveva l’impressione di aver già visto quella persona, ma dove?!

Ora l’altro lo stava fissando con espressione sorpresa, quasi preoccupata…

«Chi sei?»

Gli chiese il ragazzo alto dai capelli scompigliati e gli occhi celesti.

Per tutto il tempo il ragazzo dall'ampia veste era rimasto seduto fra i fiori, in risposta alla domanda del suo interlocutore accennò ad alzarsi con un elegante gesto per scostare la gonna del vestito. Una volta in piedi allungò una delle mani esili e sottili verso l'altro sfiorandone appena il viso.
Gli occhi del danese annegarono nelle iridi violacee del più basso.

«Chi.. sei?»

Ripeté la domanda e, per la seconda volta, non ottenne risposta ma gli specchi ametista si fecero vitrei, non mosse le labbra ma, nella mente di Mathias, risuonò una voce sottile e malinconica mentre si adagiava al suo petto come in cerca di conforto.

«Non mi riconosci? Dopo tutto quello che abbiamo passato?»

Il ragazzo più alto sgranò gli occhi confuso da quelle parole mentre l'altro si allontanava da lui.
Man mano che la lontananza fra di loro aumentava il ragazzo vestito di blu pareva perdere inspiegabilmente consistenza, diventare trasparente mentre si avviava verso un boschetto che, Dan ne era assolutamente convinto, prima non c'era.

Mathias allungò una mano come a voler riprendere il ragazzo misterioso fra le proprie braccia, aveva una sensazione di vuoto crescente man mano che il giovane sbiadiva. Era già lontano quando lui prese a correre per raggiungerlo. Corse, corse fino ad addentrarsi nel bosco, dove la luce filtrava attraverso il tetto di foglie in raggi di tonalità tra il blu e il verde, uno spettacolo stupendo.