[Bang
Bang, he shot me down
Bang Bang, i hit the ground
Bang Banf, that awful sound…]
Perché?
Avrei potuto mettere fine a tutto Avresti potuto mettere fine a tutto
Avrei potuto essere l’unico migliore Avresti
potuto essere l’unico migliore
Avrei potuto ucciderti lì Avresti potuto uccidermi lì
E poi rimanere solo io. E
poi rimanere solo tu.
Allora perché? Allora perché?
Perché Perché
non sono riuscito non
sei riuscito
a premere a premere
quel grilletto? quel grilletto?
Perché?
Sono stato un idiota.
Uno stupido idiota
sentimentale.
Cazzo! Avevo la possibilità
di ammazzarti e porre fine a questa farsa.
Non me ne fotteva un cazzo di
Kira, se avessi potuto dimostrare anche solo per un
secondo che ero rimasto io.
Che solo io ero in piedi,
mente tu eri riverso nel tuo stesso sangue in mezzo alle tue fottute bamboline
di carta.
E invece no!
Doveva per forza arrivare
lui, con quegli occhi amati e inquietanti, ad ammonirmi! A ricordarmi che
nonostante tutto siamo fratelli!
Ma lo so L.
Non c’era bisogno che venissi
tu a ricordarmelo…
E così, alla fine, non ce l’hai fatta.
Non credo sia stato perché dopo saresti morto anche tu.
Non sei il genere di persona che si fa fermare da questi piccoli
dettagli.
Tuttavia non ci sei riuscito.
Vorrei tanto che questo sia dovuto ad un mistico, quanto improbabile,
tuo ben volere nei miei confronti. Ma non sono così stupido da illudermi: se
non mi hai sparato, non è stato certo per pura pietà verso di me.
E la cosa mi lascia sconcertato.
Pensavo che prima o poi lo avresti fatto davvero.
Vista la tensione che avevamo raggiunto negli ultimi tempi, credevo
veramente che stessi aspettando solo l’occasione buona per farmi fuori.
E invece, quando questa si è presentata, tu non l’hai colta.
Ci hai provato, è vero.
Ma non ci sei riuscito.
E di questo ti ringrazio: ho ancora qualcosa da fare prima di morire.
E questo lo sai bene anche tu.
Stupido stupido
stupido!
Dio, potrei ripetermelo
all’infinito!
E questa foto…
Vorrei strozzarti per questa
foto!
Lo sai che sei stronzo, vero?
Molto più stronzo del
sottoscritto!
Dear Mello
Che cazzo significa Dear Mello?!
Non mi hai mai detto una cosa
simile, Near!
Nonostante tutto quello che
abbiamo passato insieme, non mi hai mai associato a parole simili! E nemmeno
penso che ti sia mai passata per l’anticamera del cervello di dimostrare così
tanto affetto nei miei confronti!
Ma va a cagare te e i tuoi
stupidi giochetti di parole!
Finita questa storia del
Dio-Killer giuro che vengo a prenderti e ti gonfio talmente di botte che dopo
sarai irriconoscibile!
E pure io cretino che ti
vengo a dire quello che ho scoperto!
Ma che cazzo m’è preso?
Dio, se ti sto detestando…
La verità, Mello, è che nemmeno tu sai
distinguere tra realtà e menzogna, dentro di te.
So cosa stai facendo in questo momento: probabilmente sei seduto in una
di quelle tue pose indecenti e ti stai tirando i capelli dalla rabbia. Stai
bestemmiando contro di me, per dimenticare che devi urlare solo contro te
stesso.
Brutta cosa l’orgoglio.
Soprattutto per una testa calda come te.
E no: il tavolo che hai davanti non ti ha fatto niente, quindi smettila
di prenderlo a calci.
Sai, mi ricordo quando all’orfanotrofio io ero quello che andava
difeso. Perché ero troppo diverso dagli altri, mentre tu mi accettavi per
quello che ero. E accettavi i miei enigmi, i miei occhi ambigui, quel mio
carattere introverso che poco si addice a un bambino..
Eravamo rivali ancora prima che ce lo dicesse L, ma eravamo così uniti
che sembrava di vedere la stessa persona divisa a metà, dividendoci equamente
pregi e difetti: a me una mente più riflessiva, ma anche più fredda, come la terra;
a te l’impulsività del fuoco, ma un cuore così grande che nemmeno tu hai capito
quale siano i suoi limiti.
Ok, basta. Adesso sono calmo.
Non è vero ma facciamo finta
di niente: tra un po’ arriverà Matt e non posso demolirgli la casa.
Hai visto? Alla fine anche io
ho imparato a controllarmi.
Non certo grazie a te,
comunque!
Te, con quei tuoi voti che
superavano sempre i miei di un punticino piccolo
così!
Per te se l’inventavano i
voti: dimmi che diavolo di valutazione è 10 ½?!
Illuminami! Ah, ma mi è
rimasta qui, quella volta!
Ecco, segna: picchiare Near per voto assurdo…
Ma ti sei mai chiesto come
stavo io?
Sai cosa vuol dire avere come
compagno uno che, non solo sa fare tutto quello che fai tu, ma lo fa anche
meglio?!
Ed eccomi qua!
L’eterno secondo…
Sai come si dice, no: gli
ultimi saranno i primi…
Che culo: non sono il primo e
non sono neanche l’ultimo!
Con L che mi faceva pat pat sulla
testa e mi diceva: stai tranquillo, non sceglierò solo in base ai voti!
Eccola qui la fregatura:
l’unico che sapeva quanto valevo, ora non c’è più…
Tu, lassù: hai un senso
dell’umorismo davvero indecente, lo sai?
Suvvia non te la prendere: se continui a roderti il fegato ti verranno
le rughe.
Divora una delle tue barrette di cioccolato e calmati.
Tutto sommato hai una mente brillante e non si può certo dire che tu
sia stupido.
Hai un tuo modo di agire che proprio non riesco a condividere, ma se ti
impegni puoi fare molto.
Sono rimasto sorpreso quando ho scoperto che, per arrivare dove eri
prima di ritrovarti col culo per terra, avevi scavalcato importanti boss della yakuza. La tua cocciutaggine ti è servita a qualcosa,
allora.
Ma in fondo dovevo aspettarmelo da uno come te: che altra strada potevi
trovare?
Sei sempre stato convinto di avere solo muri che ti circondavano,
quando in realtà così non era.
Quella foto… quella scritta…
Non è una presa per il culo…
Forse lo hai capito…
Questa situazione ha un che
di senza senso…
Ogni volta che mi incazzavo
con te, tu eri lì di fianco, rannicchiato con i tuoi pupazzi, che ti sorbivi le
mie uscite volgari di parolacce e altri coloriti nomi riferiti alla tua
persona. Era il mio modo di sfogarmi. Tu lo sapevi e me lo concedevi senza
paura. Sapevi perfettamente che non avrei mai alzato un dito su di te e non
certo per paura di finire in punizione!
Ma ora che sono incazzato
nero e tu non sei qui…
Spero che Matt torni a casa
molto tardi. Lo dico per il suo bene fisico.
Perché mi hai esortato a
spararti, quando ti ho puntato la pistola addosso?
Forse sapevi che non ce
l’avrei fatta ad ammazzarti…
Se è così, sei veramente un
bastardo!
Mi piace farti infuriare.
Quando ti arrabbi riversi sul mondo tutta la tua essenza. Che è forte.
E potente.
Ma tu sei troppo testardo per rendertene conto.
Ti ho stuzzicato. Ho giocato sporco ad un gioco molto pericoloso.
In cuor mio sapevo che non saresti riuscito a sparare, ma un dubbio
l’avevo.
Piccolo piccolo, certo. Ma c’era.
E se ben ricordi, L ci ha insegnato che un dubbio, per quanto piccolo e
insignificante, può minare anche la più tenace teoria. Per questo ho voluto
metterti alla prova.
Ma non credo che il mio dubbio fosse sul tuo riuscire o meno
nell’uccidermi.
Sono convinto che la mia domanda fosse molto più complessa.
Mi vuoi ancora bene, Mello?
La vuoi sentire la mia
verità?
Beh, io te la dico lo stesso:
la verità è che io ho bisogno di te, Near…
E anche tu hai bisogno di me…
Non sono il pezzo di un tuo
puzzle, ma noi due siamo parte della stessa realtà…
È una cosa che non può
cambiare.
È l’unico modo per essere
completi.
Ed è anche il solo modo che
abbiamo per superare lui.
È questo il motivo.
Siamo uniti, nel bene e nel male.
Detta così sembra quasi che siamo vincolati da un matrimonio.
Ma è vero.
E anche se continuerai a picchiare la testa contro il muro, pur di non ammetterlo
apertamente, sai perfettamente che è così. Non potrebbe essere altrimenti.
È per questo che siamo ancora su questa terra, io e te.
È per questo che L ha sempre procrastinato il verdetto della sua
decisione su noi due, nonostante sapesse il rischio di morte che quest’ultima
indagine comportava.
Lo capisci?
Certo che lo capisco!
Come poteva essere sennò?
Tu sei sempre stato la mia
palla la piede…
No…
Io direi che sei stato tu un ottimo elevatore per me.
Però ora, vedi di raggiungermi: mi sto annoiando a stare quassù da
solo…
Come vuoi…
Farò ciò che devo…
Onorerò
questo legame assurdo e agognato…
In fondo è per questo che non
l’ho fatto.
Anche se non avessi rivisto
il nostro passato in meno di cinque secondi.
Anche se non fossi stato minacciato di morte.
Anche se questo avesse voluto
dire un’altra vittoria per te
Ma non una sconfitta per te…
Quel grilletto Quel grilletto
non l’avrei premuto comunque… non
l’avresti premuto comunque…
[...Bang
Bang, my baby shot me down]
Parole dall’Autrice
La mia prima One-Shot su Near e Mello, i miei due fratellini ^0^!!
Quanto sono orgogliosa
^_____^
È una fic
senza pretese. Volevo far vedere una certa contrapposizione ad incastro tra
questi due adorabili cosini *___*, sfruttando quel piccolo fatto avvenuto nella
puntata 30, quando i due si incontrano nuovamente, dopo la separazione
all’orfanotrofio: Mello punta la pistola addosso a Near, ma esita. Anche se poi viene fermato dagli altri
membri dell’SPK, si vede che non ha realmente intenzione di sparare.
Ho trovato questo gesto
carico di significato e ho voluto scriverci qualcosina
^__^
Commentate, please ^0^
Baaaciiiii