Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: L Change the World    23/11/2012    0 recensioni
La storia parla del primo vero amore di Tyrion Lannister, che salvò la ragazza da due stupratori quando aveva tredici anni. Andando in una locanda per rifocillarla e tranquillizzarla per lo shock subito, i due, anche per effetto del vino, finiscono a letto insieme, e scatta una passione travolgente. Tyrion, così, la sposa seduta stante con l'aiuto di un septon, ma appena la notizia giunge alle orecchie del padre Tywin, la vicenda assume una piega decisamente inaspettata... Recensite in tanti!! Anche le critiche sono bene accette!
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ehi, Tyrion, guarda un po’ laggiù!” la voce di Jaime Lannister risuonò tra le varie urla e risa della gente di Lannisport. La sera stava facendo la sua comparsa, ma il cielo era ancora velato di quel rosa caratteristico di un tramonto privo di nuvole. A quell’ora, la città sembrava prendere vita, le persone rincasavano da un’altro duro giorno di lavoro, le donne sedevano davanti all’uscio delle loro case, chiacchierando fra loro, le luci delle locande si accendevano, ospitando un gran numero di ubriaconi, nullafacenti e di altrettante puttane. Tyrion e Jaime erano stati in città per quasi tutto il giorno, e la voglia di restare era tanta. Nonostante ciò, però, i loro passi si dirigevano alle porte, verso la strada per Castel Granito.
“Laggiù dove?” chiese Tyrion non appena furono usciti dal rumore e dal caos.
“Proprio davanti a te, fratello. Rifatti gli occhi!” esclamò Jaime, indicando verso nord e guardando Tyrion con sguardo complice. Quest’ultimo, però, era intento ad osservare uno spettacolo di gran lunga più piacevole rispetto al fratello ridente:  tre ragazze di circa quindici anni stavano sedute su una panca, spettegolando fra loro e chiacchierando con alcuni uomini come solo le femmine sanno fare. I loro corpi erano belli che fatti,  e le ragazze non esitavano a metterli in mostra. Tra i vestiti di seta di ogni colore, pizzi e farsetti, le loro curve erano dolci ed aggraziate, i fianchi larghi al punto giusto, seni dalle dimensioni prominenti enfatizzati da scollature esagerate. Non era la prima volta che Tyrion vedeva cose di questo genere, anzi. Eppure ogni volta era come se fosse la prima: mangiava con gli occhi qualunque donna o puttana che si aggirava per le strade, immaginava di affondare quel suo viso sformato nelle loro tette, amava spiare le donne nude ed osservarle a lungo fino a che non si rivestivano. Ma mai, mai nel corso dei suoi tredici anni aveva avuto una ragazza. Né se ne stupiva. “Parliamoci chiaro, chi vorrebbe anche solo baciare un nano deformato con le gambe arcuate e gli occhi orrendamente asimmetrici?” si chiedeva spesso il Folletto con un velo di tristezza. Si vergognava, a volte, perché Jaime ed i suoi amici già avevano avuto più di una ragazza, pur essendo più grandi. Ma ogni volta che questi amari pensieri gli pervadevano la mente, lui li scacciava con una bevuta e con un buon libro.
Appena passarono loro davanti, le ragazze si misero a ridacchiare più forte, lanciando gridolini e rivolgendo a Jaime occhiate sognanti e timidi saluti. Lui, d‘altra parte, dava loro spago, sorridendo e agitando la sua chioma bionda, pieno di sé.
“Vai con loro.” propose Tyrion al fratello, nascondendo l’invidia e cercando di sembrare noncurante della situazione.
“Nah! Preferisco la tua compagnia alla loro.”
L’ultima cosa che il Folletto vide prima di tornare sui suoi passi fu una delle ragazze che prendeva la mano dell’uomo con il quale stava parlando e infilarla sotto la sua gonna con un sorriso suadente stampato sul volto. Girandosi, i due fratelli raggiunsero in fretta le porte di Lannisport.
“Chi siete?” gridò la guardia cittadina con tono intimidatorio, mettendo la mano destra sull’elsa della sua spada.
“Bhe, lo dovreste sapere!” rispose Jaime, facendosi vedere.
“Oh… Ehm, mio signore, mi perdoni.” la guardia si rimise al suo posto, facendo un inchino e tenendo lo sguardo basso.
Castel Granito si ergeva alto in tutta la sua bellezza, il mare calmo evidenziava l’orizzonte, facendo da sfondo alla fortezza dei Lannister. La pace regnava attorno alla strada, solo il canto delle cicale e il rumore dei passi rompevano il silenzio serale, l’aria umida sapeva di erba appena tagliata e di fiori.
“Hai mai baciato una ragazza?” chiese tutt’ad un tratto Jaime. Gelo. Tyrion non si sarebbe mai aspettato una domanda del genere, e ne rimase spiazzato.
“No.” disse d’impulso il Folletto, anche se avrebbe voluto rispondere diversamente.
“Mai?”
“Mai.”
“Allora è ora che ti dai da fare.” fece Jaime, sorridendo.
“A te può sembrare semplice!” sbottò Tyrion. “Ma sappi che per me non lo è! Non lo è ora, e penso che mai lo sarà! Ora puoi anche continuare a prendermi in giro…”
“No, e non intendo farlo! Anzi, vorrei aiutarti, se sapessi come fare..”
Per un attimo, in Tyrion si accese la speranza. Ma più si sforzava di trovare un modo con il quale Jaime lo avesse potuto aiutare,  e più gli sembrava impossibile: le donne impazzivano per lui, avrebbero dato qualsiasi cosa pur di conquistare il suo cuore, mentre quando passava lui , tutti si giravano dall’altra parte, ripudiandolo.
“Bhe, a quanto pare non lo sai.” disse, innervosito. “e guai a te se ritiri fuori quest’argomento!”
“Come vuoi tu.” rispose il fratello con fare rassegnato.
All’improvviso, però, qualcosa turbò la quiete. Un grido acuto e prolungato giunse da est, soffocato a tratti dal rumore di passi veloci e pesanti sul suolo erboso. Tyrion e Jaime fecero appena in tempo a voltare la testa prima di essere travolti nientemeno che da una giovane: i suoi occhi erano sgranati e la bocca aveva assunto una piega orrenda, disegnandole in faccia un’espressione di puro terrore, le vesti erano in parte stracciate, in parte sporche di terriccio, come anche le braccia e le gambe nude. Cadde a terra, sbucciandosi un ginocchio, e, mentre era pronta ad arrendersi, in un sol balzo Jaime attaccò quelli che sembravano i suoi aggressori, due tipi corpulenti e dalle facce scolpite e brutali. Tyrion si mise al riparo vicino alla ragazza, mentre il rumore del ferro e dei fendenti riempiva le sue orecchie. Un tessuto che si strappava, un urlo, un gemito e un altro urlo ancora. Il Folletto si coprì la faccia con le mani, si stese sull’erba in attesa che quel supplizio finisse. Accanto a sé sentiva la giovane che tremava e che urlava, prendeva due o tre boccate d’aria e subito continuava a gemere e ad agitarsi, respirando a fatica. Qualche minuto dopo, Tyrion si fece coraggio e si sforzò ad alzare lo sguardo. Prima vide buio, solo un pericoloso buio. Poi, immagini che vagavano, ora sfocate, ora nitide, ora di nuovo un po’ astratte. Jaime, la sua spada alla luce della luna brandiva colpi forti e ben centrati, le lame che guizzavano da una parte all’altra, come una bellissima, fatale danza. I due uomini attaccavano quasi a turno, sincronizzati alla perfezione, cercando di disarmare  quello che ai loro occhi era solo un ragazzino con indosso una grande quantità d’oro. Tyrion si alzò e, senza neanche pensarci, brandì la sua piccola spada e urlò un grido di battagli nel tentativo di persuadere i briganti e di dare al fratello una possibilità in più. Ma non fece in tempo ad arrivare, che, in pochi colpi, Jaime riuscì a ferire alla gamba un dei due uomini, mandandolo a terra sanguinante. Altri colpi, sempre più azzardati e famelici. L’uomo si girò di scatto alla vista della spada di Jaime, e, quando si voltò, la sua spada volava via dietro di lui, cadendo con un tonfo sordo sull’erba umida. Disarmato, alzò le braccia e fissò turbato la punta dell’arma di Jaime, puntata sul suo naso.
“Tyrion, aiutala ad alzarsi. Laggiù c’è una locanda.” ansimò, distrutto. “A quanto pare, passeremo lì la notte…”
 
  
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