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Autore: StellaB28    23/11/2012    1 recensioni
Questa storia parla di una giovane e sincera ragazza che per un caso, o perchè il destino ha voluto così le succederà una cosa molto strana, sconvolgente che non si sarebbe mai aspettata; una storia significativa e romantica.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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                                                    LA SCIA

 

Ecco il suono della campanella, normalmente sarei stata contenta, ma quel giorno no,

avrei voluto continuare a fare lezione, mi faceva troppa paura quella decisione che stavo per prendere. Seduta, con la testa fra le mani perché ormai non capivo più nulla, il cuore che batteva a mille, le gambe che cedevano, ma mi feci forza e corsi verso la palestra ma dentro di me mi dicevo che non ce l'avrei mai fatta. Aprii la porta, ma era deserta, mi dissi che ero arrivata troppo tardi e forse era meglio così; mi sedetti sui gradini ed erano freddi, freddi come quella sensazione che sentivo lacerarmi il cuore dentro di me, come quella rabbia che provavo per essere arrivata tardi, come quell'ansia che non riusciva neanche a farmi respirare.

Il sole filtrava tra le vetrate, il tramonto mi illuminava il viso quando sentii dei passi, ma non guardai chi era, non ci riuscii, non riuscivo più a capire nulla, ma sentivo che questi passi si avvicinavano sempre più. Passi pesanti ma allo stesso tempo leggeri;

  • Luna cosa fai qua? - Mi disse e scoprii che era il prof.

  • Nulla prof ehm, ce dovrei parlagli - gli dissi.

  • Dimmi pure - mi disse rassicurandomi.

  • Ma no nulla lasci stare – dissi, ma non ero per niente convinta.

Decisi di lasciare la palestra e mi misi a scendere gli scalini quando mi sentii stanca all'improvviso, le gambe mi incominciarono a cedere e mi ricordo soltanto che caddi tra le braccia del prof.

Aprii gli occhi e mi accorsi di essere sdraiata, il tramonto ormai non esisteva quasi più, dalle vetrate passava soltanto qualche spiraglio di luce; incominciai ad alzarmi e mi sentii subito le mani rassicuranti del prof che mi sostenevano.

  • Luna come stai, tutto bene? - mi chiese.

  • Si grazie, sto meglio, ma cosa mi è successo? - chiesi.

  • Sei svenuta all'improvviso, magari un po di stanchezza- mi disse porgendomi una tazza di te.

  • Grazie.- gli dissi.

  • Prof- le feci – mi sa che non sia a causa della stanchezza che sono svenuta, ma a causa dell'agitazione.-

  • E perché mai dovresti essere agitata, se posso chiedertelo? -

  • Prof io le devo confessare una cosa ma non so proprio come dirgliela; è strano, difficile da spiegare e sinceramente..... un po me ne vergogno.-

  • Provaci, tranquilla, immagina che io non sono il tuo professore di ginnastica ma un tuo amico. -

  • Ok, prof io......, io......, insomma lei...... -

  • shhh, ho capito, tranquilla. - mi disse mettendomi un dito sulla bocca come per accarezzarla.

  • Ma prof io.... -

  • Shhhh, tranquilla ho capito tutto. - e mi zittì un'altra volta, prendendomi le mani e abbracciandomi.

Quelle mani dolci, calde, rassicuranti, di chi ti vuole bene; quell'abbraccio, che valse più di qualunque altra parola. Restammo li guardandoci negli occhi, senza dire nulla ma allo stesso tempo dicendoci tutto.

  
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