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Autore: Igvonain_Z    23/11/2012    2 recensioni
Se nel XXII secolo tutti quanti fossimo quotati in borsa e, in base al nostro comportamento, il nostro valore economico misurato, valutato e svalutato da grandi speculatori?
Se vocaboli quali Rabbia, Rivolta, Rivoluzione e Protesta fossero diventati proibiti e sepolti nel dimenticatoio delle nostre menti?
L'autore (io) immagina il mondo in queste condizioni nei panni di una famiglia un poco "rivoluzionaria" sperimentando un nuovo metodo di scrittura:
L'ultima parola di una frase viene ripetuta come prima parola della frase successiva.
P.S. Ad una anonima lettrice.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era dolce pensare al letto caldo che m’attendeva a casa. Casa dolce casa, dicevano. Dicevano che la mia era la più bella casa del quartiere. Nel quartiere tutte le case erano uguali. Una uguale a tutte le altre. Le altre erano dei prismi quadrati di cemento pitturati di bianco. Bianco immacolato. Immacolato anche tutto il resto. Tutto il resto, come il tutto che non è nel resto, non è immacolato, è inumano. Inumana è l’ umanità di questo XXII secolo. XXII secolo: il secolo di una massa senza l’individuo. L’individuo, il nostro, che è in uno stato che, pavido e impotente, è sempre meno stato e non gliene frega niente. Niente. Il niente è la perfetta descrizione della vita della massa uniforme, omogenea e inquadrata che è la popolazione terrestre: gente vestita di bianco e sbattuta all’asta sul mercato globale, che è il paradiso di ogni multinazionale. Ogni multinazionale compra in borsa i dipendenti che gli servono e, in base al loro valore finanziario, gli da il vitto e l’alloggio. L’alloggio è uguale per tutti, perché siamo tutti, o quasi, valore 1.
1 grazie a speculazioni che da 100 ci hanno fatto perdere il 99% del nostro valore. Il nostro valore in borsa decide la nostra vita. Chi ha valore inferiore ad 1 ,per eccesso di ribasso, esce dalla borsa. Uscire dalla borsa è un espressione che ha sostituito “Morire”. Morire è un verbo che non è contemplato nel nostro vocabolario da almeno cinquant’anni. Cinquant’anni fa, dopo un tentativo di attuare una sorta di boicottaggio (una volta mi sembra che si usasse una parola del tipo robolta o ricoluzione ), il CDA della multinazionale che controlla l’editoria, nonostante le proteste dei governi, ha deciso di apportare modifiche ai dizionari che ad oggi contengono circa cinquecento vocaboli. I primi vocaboli ad essere eliminati furono ricoluzione, ribolta, brotesta, adissenso (potrei sbagliare a scrivere, non ricordo bene) e le multinazionali puniscono con una svalutazione del 100% per chiunque venga colto a pronunciarle. Pronunciarle, non mi passerebbe neanche per la testa. La mia testa finalmente varca l’ingresso della mia casa. La mia casa mi sembra molto strana: questa sera non ha quella cosa che la distingueva. La distingueva mia moglie che appendeva ovunque luci colorate che la multinazionale ci ha consegnato con l’ordine di accendere solo durante le feste da lei riconosciute. Riconosciute da tutti tranne che da mia moglie che durante esse tiene la casa completamente buia. Buia come la notte, come tutte le altre. Le altre sere venivo sempre baciato, da mia moglie. Mia moglie non la vedo. Vado in cucina, guardo il monitor sempre acceso con le quotazioni della borsa e vedo: “n°120029208808hujiuhiuh2870 con allegato n°12022993228iohuhisuigi8976 -100% Per eccesso di ribasso uscite dalla borsa.”
Uscite dalla borsa, l’avevano punita. Avevano punito mia moglie perché metteva le luci colorate per distinguersi da tutte le altre case del quartiere. Il quartiere dovrà ricordare questa notte. Questa notte di dolore. Il dolore che sta salendo dentro di me e diventa un vocabolo proibito: rabbia. Rabbia che cresce, che divampa dentro me. Dentro me è tutto riarso dalle fiamme della ribolta. Ribolta, una parola la cui pronuncia costa una svalutazione del 100% con conseguente fuoriuscita dalla borsa, con conseguente morte. Morte,si. Si, ora tutte quelle parole proibite e soffocate vogliono uscire. Uscire, si devo uscire in strada. In strada, finalmente. Finalmente tiro fuori il petto e a pieni polmoni urlo:
- Faccio una Ribolta una Ricoluzione. Esprimo il mio adissenso con questa mia brotesta. Voglio morire.
Non ho più fiato nei polmoni per il tanto gridare. Gridare mia liberato dal peso che mi opprimeva. Mi opprimeva la voglia, il desiderio di fare qualcosa, finalmente. Finalmente ho una certezza. La certezza che il mio ultimo desiderio si avvererà in pochi secondi.
  
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