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Autore: The Black Dahlia    24/11/2012    1 recensioni
Dedicata alla mia cara amica TheGhostOfYou, nel giorno del suo compleanno...
Jade non aveva mai confessato alla sua amica l'interessa che provava nei confronti di Gerard, un po' per paura di venire considerata strana quanto lui e un po' perchè se ne vergognava, ma non ci volle molto affinché lei lo capisse da sola. Nel giro di pochi mesi i fatti si evolverono in maniera precipitosa: dai primi, timidi e appena accennati saluti Jade e Gerard iniziarono a passare sempre più tempo insieme senza neanche accorgersene. Capitava che lui la passasse a prendere a casa quando avevano qualche serata in quale locale di Belleville, o che si fermassero a parlare nel garage di casa Way fino a notte fonda, conversando di tutto e niente. E poi c'era stato quel bacio, a Capodanno. Mentre tutti festeggiavano, si scambiavano gli auguri e brindavano, lui la prese tra le braccia e la baciò. Molto spesso Jade aveva immaginato come potesse essere ricevere un bacio di Gerard, ma viverlo fu al di là di ogni sua previsione.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gerard Way, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A TheGhostOfYou...
perchè per il suo compleanno questo è il massimo che posso fare,
ma prima o poi sappi che ti stringerò forte forte e potrò recuperare
tutti questi “auguri” in arretrato!




Shadow Of The Day



Belleville, New Jersey
23 novembre 2002


Bip! Bip! Bip!
La ragazza sollevò la testa dal cuscino controvoglia e lanciò un'occhiata distratta alla sveglia: erano le sette del mattino e i primi secondi di quel nuovo giorno erano stati sufficiente drammatici da invogliarla a rimanere nel suo letto fino all'indomani. Il sogno dal quale era stata brutalmente strappata era come sempre bellissimo e straziante allo stesso momento... Oltretutto, per quale strano motivo, i suoi datori di lavoro aveva deciso di darle una giornata libera proprio in occasione del suo compleanno e lei aveva stupidamente scordato di togliere la sveglia per dormire un po' più a lungo.
Gia', il suo compleanno: non aveva alcuna voglia di alzarsi dal letto e dover fingere dei sorrisi che non le appartenevano. L'idea di sedersi a tavola con i suoi genitori e mostrarsi eccitata per i regali che come consuetudine avrebbe trovato sul tavolo della cucina insieme alla sua colazione preferita non la rincuorava affatto.
Provò a girarsi dall'altro lato, ignorando l'istinto di prendere il cellulare e controllare se ci fossero messaggi o chiamate senza risposta. Sapeva che non avrebbe trovato niente e decise di non toccarlo per tutta la giornata, di riprenderlo in mano solo l'indomani mattina quando quello stupido giorno sarebbe stato solo un lontano ricordo.
La luce di quel giorno filtrava dalle persiane della sua finestra, troppo forte e splendente anche per l'autunno del New Jersey. Anche il tempo sembrava essere felice e riderle dietro.
Con uno scatto nervoso scostò il piumone e decise di alzarsi e di comportarsi come se fosse un giorno qualsiasi. Indossò qualcosa di comodo e dopo aver dedicato qualche minuto a se stessa in bagno decise di scendere al piano inferiore e affrontare di petto quella giornata.
Come previsto, non appena mise piede in cucina sentì profumo di pancakes e sulla tavola facevano bella mostra di sé due pacchi avvolti in carta colorata dalle dimensioni considerevoli.
- “Jade, tesoro mio! Buon compleanno!” - cinguettò la madre - “Ti sei svegliata presto!” - e abbandonando per un momento i fornelli corse da lei per stamparle un bacio sulla tempia.
Nonostante Jade avesse ventidue anni, la madre ad ogni compleanno si commuoveva al pensiero di vedere cresciuta la sua unica bambina e non riusciva a nascondere una lacrima.
- “Mamma ti prego dovresti esserti abituata oramai, no?” -
- “Non ci si abitua mai a vedere crescere la propria bambina!” - la rimproverò benevolmente.
In quel momento anche il padre di Jade entrò in cucina. Ecco il terzo rito di ogni compleanno: l'uomo faceva il suo ingresso nella stanza fingendo indifferenza, con gli occhiali calati sul naso e il quotidiano sotto braccio, e alla vista dei regali puntualmente diceva burbero “Ma è il compleanno di qualcuno?”. Solitamente Jade stava allo scherzo fingendo di arrabbiarsi, ma non quel giorno
- “Insomma papà, tutti gli anni la stessa storia. Come se non sapessi che stai scherzando...” -
L'uomo ci rimase male, ma non lo diede a vedere. Scambiò un'occhiata fugace con la moglie, come se entrambi sapessero che quello di quest'anno non sarebbe stato un compleanno felice per la loro figlia, e sedendosi alla tavola porse un'abbondante piatto di pancakes a Jade, ricoperti di burro d'arachide e sciroppo d'acero in quantità.
- “Non apri i i tuoi regali?” - chiese la mamma in trepidazione.
Jade non disse nulla e allungò la mano verso il pacco più piccolo.
- “No, non quello” - la corresse il padre - “Prima devi aprire quello grande” -.
La ragazza rimise al suo posto il dono che aveva in mano per prendere quello di dimensioni maggiori: aprì la carta strappandola con veemenza, sentendo per la prima volta quel brivido di eccitazione che solitamente sentiva ad ogni compleanno.
Quando vide cosa le avevano regalato i suoi genitori quasi si commosse: era una macchina fotografica professionale, e doveva esser costata loro una piccola fortuna. Jade era sempre stata appassionata di fotografia fin da bambina, quando si divertiva a fotografare ogni cosa con le macchinette usa e getta che comprava al supermercato non appena riusciva a mettere da parte dieci dollari. Rimase senza parole.
- “Mamma, papà, voi... non dovevate!” -  disse mestamente.
- “Su smettila... hai lavorato tanto per pagarti il corso di fotografia e pensavamo fosse ora che tu avessi una macchina fotografica tutta tua!” -
Era vero. Durante l'estate aveva rinunciato alle vacanze e aveva fatto il doppio turno nel negozio nel quale lavorava pur di potersi permettere quel corso professionale con uno dei migliori fotografi degli Stati Uniti e si era dovuta accontentare della attrezzatura in prestito da suo cugino. Ovviamente aveva dovuto restituire il tutto alla fine del corso e aveva ripreso ad utilizzare la sua vecchia macchina fotografica.
- “Adesso apri l'altro tesoro” - la incoraggiò il padre.
Come si aspettava, nel secondo pacchetto trovò una custodia in pelle per il regalo precedente. Poteva sentirsi una vera fotografa con quei nuovi regali.
- “Perchè non vai a scattare qualche foto e ti godi la bella giornata di sole? Chiama i tuoi amici e organizza qualcosa... Non puoi rimanere a casa il giorno del tuo compleanno” -
Alla parola amici Jade si rabbuiò una seconda volta. Gia', amici. Non le andava di vedere nessuno, perchè non avrebbero fatto altro che ricordarle il compleanno dello scorso anno, il miglior compleanno della sua vita.
Senza aggiungere nient'altro mangiò controvoglia i suoi pancakes per poi cambiarsi e uscire di corsa per provare la sua nuova attrezzatura da fotografa professionista. Il cellulare era rimasto sul suo comodino. “Così non mi troverà nessuno!” pensò trionfante, per poi chiedersi tristemente “Ma tanto chi mi cerca?”.
Più pensava alla situazione in cui si trovava più non riusciva a capire cosa fosse successo per meritare tanto silenzio dal suo ragazzo, sempre se così poteva ancora definirlo.
Quando quasi due anni prima lui la baciò per la prima volta allo scoccare della mezzanotte la notte di Capodanno le era sembrato di toccare il cielo con un dito. Aveva sempre amato Gerard Way, quel ragazzo particolare che chissà per quale motivo sembrava non godere di ottima fama in tutta Belleville. Per lei, lui non era come lo dipingevano: aveva sempre sospettato che dietro i suoi lunghi capelli neri e ai suoi profondi occhi verdi si nascondesse qualcosa in più del solito ragazzo un po' solitario, con la passione per i fumetti e la musica. Lo aveva sempre guardato da lontano, all'ombra degli alberi del grande parco cittadino, e ammirava come sembrava avere sempre uno sguardo vigile sul suo fratello minore. Poi improvvisamente lei conobbe una ragazza che solo in seguito scoprì essere la sorella del migliore amico di Gerard e da quel giorno la sua vita cambiò: Caroline, così si chiamava, era la sorella minore di Frank Iero e molto spesso passava i suoi pomeriggi nel garage di casa Way ad ascoltare suo fratello suonare con i suoi amici. Non ci volle molto affinchè Caroline iniziasse a portare Jade con sé, più per farle compagnia e sopravvivere alle mille chiacchiere tra ragazzi che lei trovava insopportabili che per spingerla tra le braccia di Gerard. Infatti Jade non aveva mai confessato alla sua amica l'interessa che provava nei confronti di Gerard, un po' per paura di venire considerata strana quanto lui e un po' perchè se ne vergognava, ma non ci volle molto affinché lei lo capisse da sola. Nel giro di pochi mesi i fatti si evolverono in maniera precipitosa: dai primi, timidi e appena accennati saluti Jade e Gerard iniziarono a passare sempre più tempo insieme senza neanche accorgersene. Capitava che lui la passasse a prendere a casa quando avevano qualche serata in quale locale di Belleville, o che si fermassero a parlare nel garage di casa Way fino a notte fonda, conversando di tutto e niente. E poi c'era stato quel bacio, a Capodanno. Mentre tutti festeggiavano, si scambiavano gli auguri e brindavano, lui la prese tra le braccia e la baciò. Molto spesso Jade aveva immaginato come potesse essere ricevere un bacio di Gerard, ma viverlo fu al di là di ogni sua previsione. Fu intenso, come dettato da un bisogno disperato di avere un contatto con lei, e allo stesso tempo rude, come se Gerard avesse cercato di baciarla contro la sua volontà, timoroso di un eventuale rifiuto.
Era stato un periodo meraviglioso, il migliore della sua vita. Stare insieme era semplice, come se fosse il logico scopo delle loro esistenze, e anche i momenti bui insieme sembravano risplendere di una luce particolare. Poi, esattamente un anno prima, il giorno prima del ventunesimo compleanno di Jade, Gerard le comunicò che la sua band aveva ottenuto un contratto discografico con un'etichetta indipendente e che poco dopo Natale sarebbe volato a Los Angeles per registrare il loro primo album. Jade era felice per il suo ragazzo, sapeva che quello era il sogno della sua vita, ma chissà per quale motivo aveva intravisto un'ombra pesante stendersi sul loro rapporto. Sembrava che anche lui avesse la stessa sensazione: nei mesi precedenti alla sua partenza si era stretto ancora di più a lei, sfruttando ogni momento libero per tenerla stretta a sé, respirando piano il profumo dei suoi capelli e baciandola in un modo nuovo, come se cercasse di imprimere dentro di sé le sensazioni che provava quando posava le sue labbra di quelle di Jade. Esattamente un anno prima Gerard aveva organizzato una piccola festa a sorpresa per lei, al termine della quale le aveva regalato una piccola fede d'argento.
- “Non sono bravo con le parole” - sussurrò Gerard mentre mettava quel piccolo anello all'anulare sinistro di Jade - “ma vedi, ecco... questa è una promessa. Qualsiasi cosa accadrà nel giro di un anno non deve mai farti dubitare. Io ti amo” -
Jade poteva sentire ancora il suono di quelle parole nella testa e gli occhi le si riempirono di lacrime. Era tutto finito? Erano bastati pochi mesi di lontananza affinchè lui si allontanasse e si dimenticasse di lei? Non poteva crederci, ma erano passati ben cinque giorni dall'ultima, distratta telefonata del suo ragazzo: cinque giorni durante i quali lei non aveva fatto altro che cercare sue notizie su internet, combattendo contro la voglia di prendere il telefono e chiamarlo. Non lo aveva mai fatto, ma non voleva che lei fosse una distrazione in un momento così delicato della sua carriera. Il dubbio che avesse sbagliato tutto prese prepotentemente forma tra i suoi pensieri e non riuscì a sentirsi meno afflitta. In tutto questo tempo però Jade non era riuscita a versare una lacrima nonostante sentisse l'esigenza di scoppiare in un pianto liberatorio
Guardò l'orologio al suo polso e con sorpresa si rese conto che fosse tardi, ma non se ne curò. I suoi genitori avrebbero lavorato tutto il giorno e sarebbero rientrati a casa solo verso l'ora di cena, e decise di continuare la sua passeggiata senza meta con la macchina fotografica in mano, scattando qua è la nuovi scorci e paesaggi; solo quando il cielo si incupì e la notte iniziò a scendere su Belleville decise di tornare indietro. Avrebbe dovuto mettersi un giubbotto più pesante, considerò a voce alta.
La via nella quale abitava era sempre più scura e isolata, e non si accorse dell'ombra seduta sui gradini del portico al buio.
- “Jade” - udì appena.
Jade strabuzzò gli occhi, per cercare di capire chi mai fosse. La voce gli sembrava quella di... No, non era possibile.
- “Gerard?” - chiesè flebilmente.
- “Oddio Jade, dove eri finita... Hai idea di come mi sia sentito? Ti ho cercata ovunque!” -
Gerard, il suo Gerard era davanti a lei. Non poteva crederci. Il ragazzo le andò incontro e lei riuscì a vedere il suo volto solo quando fu sotto la luce del lampione. Era cambiato da quando lo aveva visto l'ultima volta lo scorso giugno, una settimana prima dell'uscita del loro album sul mercato: i capelli erano sempre gli stessi capelli corvini di sempre, così come gli occhi: due perle verdi, brillanti e tormentate, ma era dimagrito notevolmente e portava abiti nuovi. Non riuscì a dire nulla, tramortita dall'emozione.
- “E' a causa mia, vero?” -  le chiese lui - “E' colpa mia?” -
- “Oddio Gerard... che ci fai qui? Che stai dicendo?” -
- “Ne hai abbastanza di tutto questo? Perchè non eri a casa?” - sembrava sconvolto.
- “Io ero solo...” - iniziò a giustificarsi la giovane, ma poi la rabbia repressa per giorni esplose come una furia e lo travolse come uragano. - “Perchè non ero a casa? Come puoi chiedermi una cosa del genere dopo che tu sei sparito per cinque giorni? Come pensi che mi sia sentita? E adesso ti presenti a casa mia, spuntando dal nulla, e mi chiedi se sia colpa colpa o se io mi sia stancata di chissà cosa...” - Le lacrime finalmente iniziarono a rigarle il volto.
Gerard la guardava con una strana espressione, e poi il suo volto si distese e spuntò un timido sorriso. - “Mi dispiace, eravamo in Europa e volevo farti una sorpresa ma ho avuto problemi con il passaporto e sono rimasto bloccato per due giorni in aeroporto a Francoforte con la batteria del telefonino a terra. Non volevo sparire per giorni, ma non pensavo tu avresti reagito in questo modo. Ti chiedo scusa... Smettila di piangere adesso!” - disse dolcemente asciugando le lacrime sul volto di Jade con il polpastrello del pollice.
- “Come avrei dovuto reagire? Ho pensato ogni cosa...” -
- “Cosa pensavi?” - le domandò il ragazzo cingendole la vita con le mani e ponendosi davanti al suo volto.
Jade scosse la testa: non riusciva a dare voce alle mille paure che in pochi giorni avevano fatto capolino dal suo armadio, ma ponendo le mani sul petto di Gerard non poteva fare altro che guardare la piccola fede d'argento al suo dito. Lui seguì il suo sguardo e capì.
- “Hai pensato che non mi facessi sentire di proposito?” -. Jade annuì. - “Hai pensato che mi fossi stancato di questa difficile storia a distanza e avessi preferito rompere con te semplicemente sparendo nel nulla, senza darti nemmeno una spiegazione?” -
- “Cosa avrei dovuto pensare?” - rispose tra i singhiozzi.
- “Jade, amore mio... Amore mio guardami!” - Gerard prese il volto di Jade tra le mani e la costrinse a guardarlo negli occhi - “Come ti dissi un anno fa, qualsiasi cosa succeda nulla dovrà farti mai dubitare di me. Io ti amo. Hai capito? Io ti amo!” -. E silenziosamente poggiò le sue labbra su quelle della ragazza. . - “Dovrei regalarti un altro anello, e non perchè oggi è il tuo compleanno!” - aggiunse.
Jade lo guardò confusa. Non capiva dove Gerard volesse arrivare. - “Cioè?” -
- “Cioè... da oggi non ci lasceremo mai. Vieni via con me. Nulla ti trattiene qui. Seguimi per un po' di tempo e poi vieni con me a Los Angeles. Io non riesco ad accontentarmi di sentire la tua voce solo per telefono e di vederti una volta ogni quattro o sei mesi. Io ti voglio ogni giorno, al punto che realmente ti stancherai di me e mi manderai a quel paese!” - disse ridendo.
La sua risata. Jade adorava quel suono dolcissimo, e finalmente anche lei riuscì a rilassarsi. Lasciare Belleville e trasferirsi lontano dal New Jersey per stare con lui. Avrebbe dovuto provare paura, ma per qualche motivo non avvertì nemmeno un briciolo di timore. Tutt'altro, le ombre che aveva visto incombere sulla loro storia un anno prima sembravano ritirarsi sotto la luce della luna, la notte del suo compleanno.
- “Mi seguirai, Jade?” - la voce di Gerard tremava e trasudava speranza. Non aveva nessun dubbio: con lui sarebbe andata ovunque.
- “Si...” - riuscì appena sussurrare prima di essere travolta e sentirsi sollevare da terra. Era tra le sue braccia e ci sarebbe rimasta a lungo.
- “Quasi dimenticavo... Buon compleanno amore mio!” -


***

Vorrei scrivere due righe a proposito di questa piccola One Shot. Questa storia non era in programma: è nata in poco meno di due ore e con uno scopo ben preciso, ovvero quello di regalare un compleanno con Gerard alla mia cara TheGhostOfYou.
Lei è una Amica, e se oggi posso dirmi orgogliosa di avere spiritualmente al mio fianco una persona come lei è solo grazie ai My Chemical Romance, ad Efp e a questo fandom, che ci hanno fatto conoscere e mi hanno fatto capire che le anime gemelle esistono non solo in amore, ma anche in amicizia. Infatti prima di conoscere lei non avevo mai incontrato nessuno con i miei stessi gusti, le mie stesse idee, passioni e … pazzie!
Giddy, Ghost, Pata... Se mi fosse possibile ti regalerei mille compleanni con il vero Gerard, ma nel mio piccolo questo è il massimo che ho potuto fare. Ancora una volta ti dico che ti voglio bene come una sorella e non vedo l'ora di abbracciarti.

Grazie per aver dedicato qualche minuto per leggere questa mia storia.
Un abbraccio a tutte voi.
Dahlia
   
 
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