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Autore: Giova85    12/06/2007    5 recensioni
La mia versione del terzo film, scritta molto prima che uscisse, quindi la storia è un pò diversa. Non c'è Barbossa ma un personaggio di mia invenzione al suo posto.
Genere: Romantico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 1

Questa l’ho scritta subito dopo aver visto il secondo film, e aver saputo qualche cosa sul terzo, ma giusto qualche dettaglio. Quindi col film c’entra poco, anche se l’idea di fondo è quella, ma sviluppata diversamente. Se volete leggerla lo stesso, fatemi sapere che ne pensate.

 

Pirati dei Caraibi – Ai Confini del Mondo

 

Capitolo 1: Il Capitano John Kevins

 

Tia Dalma rimase vicino le scale, sulle quali due piedi erano apparsi, e poi un misterioso capitano iniziò a scendere.

 

Finalmente, giunse di fronte a loro. Era un uomo alto, coi capelli neri, occhi castani. Aveva una pistola e una spada ai suoi fianchi, e solo a guardarlo si capiva che avesse vissuto molte avventure, e che ne era sempre uscito vivo. Il che era evidente, siccome si trovava di fronte a loro…

 

Elizabeth, nonostante tutto, si concesse di pensare che fosse un bell’uomo. Forse, più che veramente bello, aveva fascino. Il fascino del mistero, e dell’avventura. Il fascino di cui, e lo si vedeva dai suoi occhi, non aveva paura di nulla. Gli si leggeva in faccia quanto fosse sicuro di sé.

 

E così” iniziò, “voi siete decisi ad andare alla ricerca del Capitano Jack Sparrow, si?” disse, guardandoli tutti.

 

“Si” risposero loro.

 

“Bene. Sarà il caso di mettersi in marcia allora” disse. “Oh, comunque, io sono il Capitano John Kevins” aggiunse, stringendo la mano agli altri. Finite le presentazioni, si misero in moto.

 

Risalirono sulla barca con cui avevano raggiunto la capanna di Tia Dalma. Una volta sul fiume, il capitano li guidò alla sua nave. Sembrava a posto, a parte il fatto che era evidente che non fosse stata usata per anni.

 

“Capitano, se permettete, come mai la vostra nave si trova qui? Sembra che sia passato parecchio dal suo ultimo viaggio…”

 

“Giovane Turner, potete essere in più posti allo stesso momento?” il capitano chiese.

 

Will scosse la testa.

 

“Lo sospettavo. Per cui, non vi sembrerà strano se vi dico che il mio destino mi ha tenuto lontano da qui, su un’altra nave” disse. “Ma ora sono tornato, e vi presento il Proiettile D’Argento, miei cari”

 

Era una bella nave, con vele argentate, e dalla forma della chiglia si intuiva che fosse veloce. E ben armata, dal momento che aveva cannoni persino a poppa. Era anche grande e bella da vedere, Elizabeth non riusciva a staccarle gli occhi di dosso, stupita dall’armonia delle sue forme, mentre Pintel e Ragetti continuavano a commentare le dimensioni.

 

Gibbs all’improvviso capì. “Ma certo, voi siete IL capitan John Kevins, colui che ha terrorizzato le flotte europee su tutti i mari, come ho fatto a non riconoscervi prima!” esclamò. “Siete una leggenda!”

 

Il capitano sorrise, anche se appena un po’ amaramente. “Si, mastro Gibbs. Ho fatto la mia giusta parte di azioni piratesche in giro per il mondo. Quanto all’essere una leggenda…Davy Jones è una vera leggenda. Tutti i marinai lo conoscono, lui e la sua storia”

 

Si misero al lavoro per liberare la nave dalle piante che vi erano cresciute intorno. Mentre lo facevano, il Capitano raccontò loro alcune storie sulle sue avventure. Elizabeth era molto interessata, dopotutto aveva sempre amato le storie di pirati, sebbene non pensasse di far parte di una di quelle.

 

“…e così, riuscimmo a saccheggiare trenta navi mercantili in poco più di un mese. Ci chiamavano “La nave del Diavolo”, non ho mai capito perché. Dopotutto, facevamo solo il nostro dovere di pirati…”

 

Una volta che riuscirono a prendere il mare, Gibbs si avvicinò al capitano. “Come troveremo Jack?” gli chiese.

 

“Ognuno ha i suoi trucchi, non credete mastro Gibbs?” il capitano rispose, con un occhiolino. Poi aprì un contenitore sulla cintura, e ne estrasse una mappa, aprendola in modo che tutti la potessero vedere.

 

Dopo averla messa su un tavolo, chiuse gli occhi per concentrarsi, e sul pezzo di carta iniziò ad apparire una rotta disegnata, una rotta che li avrebbe portati da Jack, secondo la mappa.

 

“Visto? Jack Sparrow ha la sua bussola, io ho la mia mappa” il capitano disse, trionfante.

 

L’intera ciurma era senza parole, Gibbs, Ragetti, Pintel, e soprattutto Will e Elizabeth, nessuno aveva mai visto una cosa simile.

 

“Avanti, sottospecie di mozzi, volete trovare Jack Sparrow o no? Ci sono molte cose da fare a bordo, non è una crociera questa!” il capitano urlò improvvisamente. Ognuno si riprese dallo stupore e tornò al suo posto.

 

“Mastro Gibbs, prendete il timone” il capitano Kevins ringhiò poi, andando nella sua cabina con una bottiglia di rum in mano. “Devo rivedere la mia cabina, è passato troppo tempo dall’ultima volta…” mormorò poi, bevendo un lungo sorso.

 

Elizabeth scosse la testa disgustata. “Perché i pirati devono sempre bere rum?” chiese ad alta voce, non pretendendo una risposta da nessuno, a dire il vero.

 

“Devono pur passare il tempo in qualche modo” Will le rispose, senza nemmeno voltarsi verso di lei.

 

“Allora, che ne pensi?” lei chiese, cercando di rompere il ghiaccio che sembrava essersi formato tra loro fin da quando la Perla era stata portata sul fondo dal Kraken.

 

“Sembra abbastanza ok. Almeno non è come Barbossa” Will commentò, poi se ne andò. Elizabeth sospirò. Cosa diavolo c’era che non andava tra loro?

 

“Will, qual è il problema? Perché non vuoi parlarmi?” lei gli chiese, seguendolo.

 

“Ah, non lo sai?” lui disse, ironico.

 

“No, non lo so” rispose lei, mettendosi le mani sui fianchi. “Ti comporti da bambino viziato, lo sai?”

 

“Parleremo più tardi” le disse, e si allontanò. Per quanto fosse arrabbiato, non voleva metterla in imbarazzo davanti alla ciurma.

 

Lei se ne andò dall’altra parte, infuriata. “Giuro che quell’uomo mi renderà pazza” pensò tra sé e sé, andando a prua.

 

 

  
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