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Autore: shapeshifter    24/11/2012    1 recensioni
“ Non riuscivo a vedere niente a parte dei scarsi lineamenti e i suoi occhi. I suoi occhi erano davvero meravigliosi, ammisi a me stesso. Così cerulei, così vivi e vispi, se non avessi saputo che fosse lei avrei potuto giurare di vederci un mondo dentro. ”
Anche Light è umano, ma in un altro mondo.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri personaggi, Light/Raito, Misa Amane, Rem, Ryuuk
Note: AU, Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Probabilmente la prima ff su Death Note che abbia mai scritto.. dopo uno strano sogno, tanto per cambiare. Non massacratemi, non scrivo da parecchio e l'ho buttata giù d'impatto. 
E oltretutto io non ho mai shippato Light e Misa, non leggo Death Note da anni e non so nemmeno come andrà a finire. Direi... bene!

 

 

 

 

 

A fresh new start

 

 

 

 

Il piano era semplice e con tutte le probabilità efficace: partire per l’oltremondo o qualsivoglia chiamarlo e portare con me Misa, così da poter sfruttare il suo potere di Shinigami per poi sbarazzarsi di lei nel migliore dei modi, ossia eliminandola quando meno se lo fosse aspettato o quando fosse divenuta un peso più di quanto non sia già.
Ai miei avevo fatto credere che avrei passato del tempo con lei, che ufficialmente sarebbe la mia fidanzata, a visitare il Giappone per rilassarmi dagli esami, cosa che nessuno mi avrebbe vietato data la mia dedizione allo studio e la mia attuale media scolastica.
Quel che più mi preoccupava era la stessa ragazza che sembrava prendere davvero come una scampagnata questo viaggio così imprevedibile, quasi sicuramente pericoloso e comunque non da affrontare a cuor leggero. Invece lei venne a prendermi cingendo tra le mani dei cupcake - che dal gusto orrido delle decorazioni dovevano essere per forza stati preparati da lei - su cui era glassato un “buon viaggio!”. Ne presi uno che poi buttai lungo il percorso tra la nausea, lo schifo e la scocciatura di aver davvero deciso con coscienza di farmi seguire da una persona così inutile e stupida. Se non fosse stato per gli occhi non sarebbe servita a niente; ancora non mi capacitavo del perché il destino le avesse affidato un Death Note.. tutt’al più avrebbe ucciso qualche malcapitato fidanzatino o il commesso che non si fosse fatto abbindolare dal suo perizoma per due bottiglie di birra.Per fortuna ero stato previdente e mi ero attrezzato con il necessario per la sopravvivenza del viaggio e lei mi elogiava per la mia prontezza nell’affrontare tutto questo. Ryuk assisteva divertito perché sapeva quanto detestassi quella ragazza dietro i miei sorrisetti e i miei modi di fare gentili palesemente falsi da cui lei veniva prontamente raggirata ogni volta.
Percorremmo parte della città fino ad arrivare davanti alla scuola e guardai Ryuk un po’ confuso mentre Misa ancora parlava di qualcosa che riguardava gli in estetismi della cellulite o forse di creme abbronzanti, non so, ma la redarguii con un “Ma sta zitta per favore” ed un’occhiata piuttosto coincisa che la ammutolì.
Ryuk spiegò che ora avrebbe aperto il varco per recarci nell’oltremondo ma solo Misa, dato il suo potere, sarebbe stata in grado di vederlo, perciò mi avrebbe condotto dentro e probabilmente per i primi minuti non avrei visto niente a parte un fascio di luce avvolgere qualsiasi cosa. “Per gli umani questa è un’esperienza talmente disorientante che è facile perdere i sensi per diverso tempo”, concluse il mio dio della morte. A quel punto pensai che essere nelle mani di Misa fosse la cosa peggiore che potesse accadere a qualsiasi essere vivente e non, ma non avrei avuto altra scelta all’infuori di questa, così feci un respiro profondo e con un cenno feci segno che ero pronto ad andare.
C’era anche Rem, il dio della morte di Misa, ma non sapevo molto di lui e non m’importava della sua presenza, anche se  probabilmente io lo infastidivo con il mio modo di fare nei confronti della ragazza.
Tutto ciò che volevo era solo sconfiggere L e avrei varcato anche le porte dell’Inferno pur di farlo, avrei messo a rischio la vita di qualsiasi persona per realizzare il mio scopo.
Ryuk fece dei strani gesti e iniziai a vedere il mondo che si affievoliva intorno a me, Misa mi prese per mano, urlò qualcosa, forse mi strattonò. Caddi in un sonno profondo, così mi parve.

 



“Light, Light!”

La prima cosa che mi apparve fu l’immagine di Misa che mi fissava con aria preoccupata ed i suoi profondi occhi azzurri lucidi. Sorrisi automaticamente e venni strangolato da uno dei suoi abbracci che ricambiai con qualche pacca sulla schiena. Quando fui in grado di rialzarmi mi guardai intorno e vidi quello che sembrava un deserto roccioso, tetro e desolato. Sentii Ryuk ridere come al suo solito e quando mi voltai lui sgranocchiava una mela guardando la ragazza accatastare legna imprecando e parlando probabilmente con il suo Shinigami. Capii che parlava con me quando si trovò a tre centimetri dalla mia faccia urlando qualcosa senza un nesso logico a cui risposi con un abbraccio a cui lei reagì scoppiando a piangere tra la mie braccia. Passai le mie dita tra quei capelli luminosi e morbidi, anche profumati, sussurrai qualcosa di carino e la vidi sorridere. Non so cosa mi avesse detto, ma quel che avevo detto io a lei aveva funzionato e questo era l’importante.
Mi caricai lo zaino con tutto il necessario sulle spalle e presi la legna che aveva raccolto tra le braccia, chiedendole di seguirmi per andare in un posto più sicuro, in quel punto eravamo troppo esposti ad occhi indiscreti ed il mio dio della morte mi aveva precedentemente avvisato che in quel mondo saremmo potuti essere scoperti con molta facilità.
Passammo un cunicolo, roccioso anch’esso, e delle gocce ci cadevano addosso con un ritmo irregolare mentre cercavamo di muoverci con passi silenziosi e senza emettere respiri rumorosi o suoni che attirassero l’attenzione.
Proprio mentre contemplavo il silenzio lei mi si avvicinò e non potei farle segno di stare zitta per via delle mani impegnate, e purtroppo prese a parlarmi sussurrando: “Light, spero che tu stia bene, mi sono molto preoccupata prima e anche se mi hai tranquillizzata … non vorrei che ti affaticassi, sai, anch’io sono svenuta, ma tu eri davvero pallido, e.. avevo paura fossi morto ad un certo punto. ”
La osservai cercando di intravedere il suo viso nella penombra ma non riuscivo a vedere niente a parte dei scarsi lineamenti e i suoi occhi. I suoi occhi erano davvero meravigliosi, ammisi a me stesso. Così cerulei, così vivi e vispi, se non avessi saputo che fosse lei avrei potuto giurare di vederci un mondo dentro, tuttavia sapevo che quella persona non era altro che piena di misere sciocchezze.
“Non preoccuparti, sono qui come vedi, sto bene. Ora vai avanti e cerchiamo di non fare rumore”, furono le parole di conforto che le rivolsi, grazie alle quali intravidi un sorriso e dopo un cenno del capo per rassicurarmi finalmente avanzò.










n/a: Questo è il primo capitolo, spero di poter continuare la storia in modo sensato, eeee.. ah sì! Il titolo del capitolo è tratto da un pezzo della canzone Start The Machine degli Angels & Airwaves ♥
Non so che altro dire, benvenuta a me su EFP! c: A presto!

   
 
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