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Autore: Tawariell    24/11/2012    1 recensioni
Dopo aver appreso la verità sulle sue origini Peter Bishop, verso la fine della seconda stagione, si sente totalmente perso e in balia di emozioni violente perché non sa più dov'è il suo posto. Seguito della mia one shot "Lost in the Big City"
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Peter Bishop
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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Capitolo 9

Over There, Liberty Island, 5 p.m.

 

Una grande luce illuminava l’ufficio privato di Walternate, sede del ministero della Difesa, facendo quasi risplendere il pregiato mobilio.

Era un sole forte, quasi accecante che preannunciava in qualche modo l’imminente estate.

Se nelle altre parti dell’edificio c’era un brulicare infinito di gente, l’ufficio del segretario era deserto quasi totalmente.

Vi era infatti una sola persona che si era appisolata sulla scrivania.

Quella persona era proprio Walternate.

L’uomo si svegliò lentamente, coprendosi il volto, infastidito da quell’eccessiva luce poi si guardò in giro spaesato.

Come era finito lì?

L’ultima cosa che rammentava era suo figlio che entrava nella macchina, dopodiché il vuoto.

Allungò la mano verso una brocca d’acqua alla sua sinistra, si riempì il bicchiere e bevve in silenzio.

Si passò una mano sugli occhi provando a ricordare e con molta fatica si alzò andando a tirare giù le imposte.

Quel sole era veramente accecante.

Ancora intontito si avviò verso la porta per provare a chiedere spiegazioni a qualcuno quando con la coda dell’occhio intravide qualcosa.

Uno strano luccichio proveniva dal suo tavolo personale.

Sembrava qualcosa di metallo.

Tornò indietro e lo vide.

Anzi la vide.

Una moneta d’argento da mezzo dollaro.

Dove l’aveva vista l’ultima volta?

La prese in mano e all’improvviso ricordò qualcosa.

Quando lui e Peter erano entrati nella stanza della macchina quest’ultimo si era messo le mani in tasca, tirando fuori quella stessa moneta con cui aveva iniziato a giocarci.

Come un prestigiatore.

Quella era una moneta da prestigiatore.

Suo figlio lo aveva in qualche modo ipnotizzato facendogli vedere una realtà fittizia.

Furente per essersi fatto giocare in questo modo corse di fuori chiamando il colonnello Broyles.

Cosa c’è signor segretario?”

Ho bisogno di tutta la divisione Fringe alla mia villa, presto!”

Mi può dire cosa succede?”

Gli invasori stanno di nuovo rapendo mio figlio, ecco cosa succede” ringhiò in preda all’ira e in quel mentre gli venne un tremendo sospetto.

Corse verso la stanza della macchina, spalancò la porta e la ispezionò da cima a fondo.

Mancava qualcosa.

Sempre più rabbioso tirò un pugno sul tavolo.

Si era fatto fregare proprio bene.

 

Giardino di Villa Bishop, uscita laterale.

 

Un piccolo camioncino attendeva nascosto dagli alberi, con il motore acceso, benché non se ne sentisse il rumore.

Al suo interno vi erano William Bell e Walter Bishop che stava mangiando la quattordicesima liquerizia con aria famelica e con gli occhi colmi di agitazione.

All’interno del giardino vi era intanto un trambusto incredibile: Olivia Dunham e Charlie Francis Alter avevano dato l’allarme all’ingresso principale sostenendo che in mezzo ai paparazzi ci fossero alcuni invasori.

Gli uomini della sicurezza, non rendendosi conto di essersi fatti ingannare, erano corsi in massa verso quella direzione, lasciando campo libero ai due agenti, ad Elisabeth e Peter Bishop, che, nonostante non si sentisse propriamente in forze, correva come un forsennato verso l’uscita laterale sulla sinistra della villa.

Non appena rientrato da Liberty Island aveva dato in mano alla sua compagnia e a Charlie uno strano macchinario, nessuno dei due gli aveva fatto domande, lo avevano aiutato in fretta: per le spiegazioni ci sarebbe stato tempo più avanti.

Una volta arrivati al cancello fu un gioco da ragazzi uscire dalla villa e sgattaiolare verso il furgoncino.

Peter aiutò l’agente Francis ed Olivia a caricarvi ciò che aveva portato dal ministero della difesa anche perché stava cercando di evitare lo sguardo di Walter.

Dopotutto aveva pensato che non si sarebbero più rincontrati.

Lo scienziato, dal canto suo, non appena lo aveva visto, aveva subito notato il pallore cadaverico, gli occhi rossi e vari lividi.

Non potendo trattenersi scese di corsa dal camion e gli si avvicinò.

Peter” provò a dire.

La voce era bassa e tremolante.

Il ragazzo si voltò verso di lui sorridendogli lievemente.

Ciao Walter”

Non sembri molto in forma”

Ho avuto giorni migliori, in effetti. Ne parliamo dopo, vuoi?”

Il dottor Bishop acconsentì, stringendogli con calore la mano sinistra, stretta che Peter ricambiò.

Temo che dovreste andare, adesso” disse Charlie Alter avvicinandosi ai due “Rientreranno presto”

Hai ragione, grazie di tutto, agente Francis” fece Peter allungando la mano verso di lui, ma l’agente lo abbracciò.

Mi raccomando, cerca di tirarti su” in qualche modo si era affezionato a quel ragazzo

Anche perché prima o poi vorrei che mi insegnassi il trucchetto che hai usato con il segretario” aggiunse divertito.

Sarà un piacere Charlie, così ti farò visitare il nostro mondo” affermò quasi commosso il giovane Bishop ricambiando l’abbraccio.

Mamma … io …” fece poi voltandosi verso Elisabeth che scosse il capo.

Vengo con voi”

Che cosa? Sei sicura? E’ il tuo mondo” mormorò il ragazzo stupefatto.

Sei tu il mio mondo, non posso perderti di nuovo dopo averti ritrovato” la donna lo abbracciò e lui annuì.

Andiamo” esclamò risoluto mentre guardava Olivia e Charlie Alter abbracciarsi.

Grazie di tutto amico mio. Come sempre grazie a te me la caverò” sospirò la Dunham.

E io come sempre grazie te. Ora vado a distrarli” replicò il giovane agente tornando verso la villa.

Olivia lo guardò un’ultima volta allontanarsi, poi si voltò verso Peter.

Andiamo a casa” sussurrò dandogli un piccolo bacio in bocca.

Sì” fece il ragazzo salendo insieme a lei ed alla madre sul retro del camioncino mentre Walter, dopo aver chiuso il portone, tornava a sedersi a fianco del suo amico.

William Bell partì velocemente, felice come non mai che quel motore non facesse nessun tipo di rumore, neanche quando accelerava al massimo.

In meno di un’ora furono al teatro dell’opera di New York, dove non c’era anima viva, anche perché Charlie alter, furbescamente, aveva indicato a Broyles e gli altri una direzione sbagliata.

Stava rischiando grosso, lo sapeva, però non se la sentiva di tradire i suoi nuovi amici proprio adesso.

Quando Walternate rientrò alla villa e la trovò desolatamente vuota.

Si sentì mozzare il respiro in gola.

Oltre a suo figlio, stavolta aveva perso anche la sua ex moglie.

 

Teatro dell’opera, New York.

 

Walter, Olivia, Peter, Elisabeth e William era ormai al suo interno dove stavano trafficando con il macchinario preso al laboratorio di Boston di Walternate.

Non ce la faremo mai, Belly” borbottò lo scienziato.

Invece sì” replicò il capo della Massive Dynamic.

Olivia non ha il potere e questo affare non ha abbastanza energia”

Bell gli sorrise bonariamente.

Sarò io la vostra fonte di energia. Ho viaggiato così tante volte tra gli universi che i miei atomi sono pronti a frantumarsi alla prima sollecitazione. Tu mi hai insegnato che abbiamo così tanti atomi quante sono le stelle del cielo”

Walter lo guardò commosso.

Grazie, scusami se ho dubitato di te”

Figurati sei sempre stato più testardo di un mulo con un chiodo fisso in testa”

Il dottor Bishop ridacchiò a quelle parole mentre il capo della Massive Dynamic alzava le mani, allargando lo squarcio verso l’altra dimensione.

Walter, ti ho levato alcuni pezzi del tuo cervello perché me lo avevi chiesto tu. Perché avevi paura di ciò che stavi diventando”

Il suo amico annuì e ormai in lacrime ripeté

Grazie”

Poi William Bell divenne un fascio di luce energetica che trasportò le due donne e i due uomini nel loro mondo.

Un secondo dopo videro apparire la propria dimensione e Broyles, il loro Broyles che li salutava

Bentornati”

 

 

Harvard, laboratorio del Dotto Bishop, tre ore dopo.

 

Mentre Olivia aiutava Elisabeth a familiarizzare con quei luoghi, Walter stava sottoponendo Peter ad un check up completo il tutto con la preziosa collaborazione di Astrid che, quella sera, pareva avere energie infinite.

In quel momento lo scienziato stava esaminando gli occhi del figlio con una piccola pila

Devi dirmi cosa ti fatto, in dettaglio, quella carogna”

Ancora? E’ la decima volta che te lo dico”

In dettaglio figliolo, in dettaglio”

Il giovane Bishop sospirò, però non era irritato, anzi.

Mi ha legato ad un tavolo, mi ha messo degli elettrodi che lanciavano scariche …” cominciò a dire di nuovo il ragazzo ma fu subito interrotto dal padre.

Il composto?” quella domanda era un colpo basso.

Te l’ho detto: nasce dal mio lato auto-distruttivo” replicò Peter sorridendo.

Lato che non pensavo potessi avere” sibilò Walter guardandolo truce.

Neanche io pensavo di averlo, ma quando ho scoperto che qualcuno mi ha raccontato delle balle è venuto fuori” rispose il figlio.

L’agente Farnsworth si avvicinò ai due con un tenero sorriso e poi porse un piattino a Peter.

Uno pari, palla al centro. Ora gli lasci riprendere fiato su, dottore”

Il giovane chinò la testa guardando il contenuto del piatto.

Ancora? E’ la terza fetta Astrid. Stai cercando di uccidermi?” fece divertito e pure rinfrancato da tutte quelle attenzioni.

Mi spiace” affermò l’assistente di suo padre con aria fintamente colpevole “E’ che quando sono nervosa cucino e ho sfornato dolci per una settimana. Torte, muffin, biscotti e li ho anche mangiati tutti” a quelle parole mise il broncio che ebbe il potere di far ridere il giovane Bishop

A proposito, preparati a pagare la fattura della mia liposuzione” disse ancora la donna tra il serio e il faceto guardando con preoccupazione il volto martoriato di quello che ormai considerava un fratello minore.

Scusami se ti ho fatto preoccupare” le disse Peter sorridendo di nuovo.

Non importa, sei tornato adesso, vero?” chiese lei.

Il ragazzo annuì riprendendo a mangiare la torta in silenzio mentre Astrid e Walter si guardarono commossi.

Poco dopo il dottor Bishop si avvicinò di nuovo al figlio, notando una cosa e proprio in quel frangente rientrò Olivia.

Cosa sono quei lividi vicino al collo?” domandò incuriosito.

Non è niente papà, sto bene” fece Peter continuando a mangiare la torta.

Papà?Mi hai chiamato papà…” la voce dello scienziato era poco più di un sussurro.

A quelle parole suo figlio alzò la testa, lo guardò un attimo riflettendo su quello che aveva appena detto.

Sì, credo di averlo fatto. Se hai viaggiato due volte tra gli universi per salvarmi la vita significherà pure qualcosa” mormorò sorridendogli.

Walter gli diede una lieve carezza sul viso troppo emozionato per dire o fare altro.

 

Casa Bishop

 

Walter e Peter avrebbero voluto sistemare Elisabeth nella stanza libera del loro appartamento, ma la donna, temendo di violare la loro intimità famigliare, aveva accettato l’invito di Astrid di stare con lei per qualche giorno.

Non voleva assolutamente diventare invadente, così dopo un lungo ed accorato abbraccio al ritrovato figlio, aveva seguito l’agente Farnsworth a casa sua.

Peter, dopo cena, aveva tentato inutilmente di aiutare il padre a lavare in piatti, ma quello lo aveva spedito a letto ricordandogli il suo stato di convalescente, così quando verso le undici Olivia andò a bussare dai Bishop fu Walter ad aprirgli.

Agente Dunham, che piacere vederti. C’è qualcosa che non va?”

No, beh è che… “ detestava dover fornire spiegazioni sui propri comportamenti.

Oh scusami, hai ragione, vuoi Peter, andiamo su” e senza attendere una replica le fece strada verso la camera del figlio che non stava dormendo, ma provava a rilassarsi leggendo Se incontri per strada Buddha, uccidilo.

Quando sentì aprire la porta il giovane sorrise ai due.

Ciao”

La Dunham entrò, era sua intenzione andarsi a sedere di fianco al compagno, tuttavia la presenza del dottor Bishop la metteva a disagio.

Mettiti pure a letto con Peter, Agente Dunham. Non mi scandalizzo, basta che non lo strapazzi troppo” fece l’uomo intuendo i suoi pensieri.

Non sono moribondo e comunque vogliamo solo dormire” rispose leggermente stizzito il figlio arrossendo lievemente.

E tale rossore aumentò quando si accorse che suo padre continuava a fissargli il collo.

In effetti non sono lividi” affermò infine lo scienziato per poi voltarsi verso Olivia “Complimenti Agente Dunham”

E a quel punto fu Olivia a diventare viola.

Così amate le cose sadomaso. Posso prestarvi i miei manuali”

No, grazie Walter, ne faccio a meno” replicò Peter che se da una parte era veramente imbarazzato dall’altra si sentiva finalmente a casa proprio a causa di quelle discussioni.

Peccato. Comunque anche ai miei tempi lo chiamavano dormire” esclamò con un sorriso da furetto lo scienziato.

Adesso Peter e Olivia lo osservavano come a dire “Te ne vuoi andare?” e così il dottore si decise.

Buona notte ragazzi” sussurrò chiudendo la porta.

Buona notte Walter” fecero in coro i due.

La Dunham attese che i suoi passi si allontanarono, poi si svestì, rimanendo in maglietta e biancheria intima e si infilò nel letto del giovane Bishop che subito l’abbracciò e la baciò.

Senti …” iniziò lei passandogli le mani sulle labbra.

Dimmi …” bisbigliò il ragazzo mordicchiandole le dita.

Ma tu intendevi dormire dormire dormire oppure dormire?” domandò sfiorandogli il volto con una carezza.

La seconda che hai detto, Agente Dunham” fece alle loro spalle la voce del padre di Peter, il quale subito urlò

Walter!!!!!!!!!” e a quel punto lo scienziato se ne andò davvero.

Olivia si avvicinò ancora di più al compagno riprendendo a baciarlo e nel mentre gli sfilò la maglietta.

Lui fece altrettanto perdendosi nelle sue labbra e nel suo volto.

Non appena sentì il seno della ragazza contro il suo torace sussultò, un brivido di piacere e passione.

Sei sicura?” domandò baciandole la punta del naso.

Assolutamente” replicò la giovane dandogli un bacio assai lussurioso e attaccandosi ancora di più al suo petto.

Com’era caldo.

Le sembrava quasi di andare a fuoco.

Immediatamente gli circondò la vita con le braccia.

Tu, piuttosto, te la senti?” chiese studiando quelle cicatrici sul volto dell’amato che sorrise.

Sto bene” mormorò baciandola ancora ed ancora.

Aveva trovato il suo posto.

Il suo posto perfetto.

 

Casa Bishop 2 a.m.

 

Nella piccola villetta a schiera regnavano la quiete e il silenzio così il giovane dai capelli scuri, per non disturbare nessuno, era sceso in punta di piedi, non indossando altro che dei calzoncini e una t-shirt, piuttosto leggeri.

Dopotutto era maggio inoltrato.

Accese la luce del piccolo salotto, poi si andò a sedere sul sofà fissando il camino.

Malgrado continuasse a ripeterlo non stava ancora bene.

Non del tutto.

Il tremore non se n’era andato.

E lui continuava a sentire freddo.

Aveva tenuto stretta Olivia finché aveva potuto, beandosi del suo calore, poi temendo di farle male era sceso.

Ogni volta che chiudeva gli occhi rivedeva quel posto orribile.

Quella specie di antro degli orrori dove era stato torturato per tre notti consecutive.

Sarebbe mai guarito?

Aveva paura di no.

D’improvviso udì dei passi leggeri alle sue spalle, sussultò lievemente, ma quando si voltò e incrociò gli occhi di Walter sorrise.

I suoi occhi erano diversi.

Lui era diverso.

L’uomo, senza dire niente, gli mise il suo cardigan prediletto sulle spalle, subito il ragazzo se lo infilò meglio mentre vide il padre allontanarsi.

Ritornò pochi minuti dopo porgendogli una tazza di cioccolata bollente, Peter sorrise iniziando a berla a piccoli sorsi.

Chiuse gli occhi, sentendo quel bel calore propagarsi dal suo stomaco al resto del corpo.

Rialzò le palpebre e sorrise ancora.

Quando la terminò Walter gli prese la ciotola di mano e la portò in cucina, per poi tornare di nuovo da lui.

Stava tremando ancora, anche se meno di prima.

Con circospezione si avvicinò al figlio e lo abbracciò, Peter chiuse di nuovo gli occhi, lasciandosi cullare da quell’abbraccio mentre ricordi dolorosi gli tormentavano l’animo.

Quelle tre notti.

Quelle terribili tre notti di torture.

Le scariche che straziavano il suo corpo e la sua anima facendogli poco a poco perdere la voglia di vivere.

Di sperare.

Di sognare.

Non voleva più sentirsi così.

Mai più.

E quello che gli aveva fatto più male era che a fargli tutto quello era stato il padre.

No, quell’uomo non meritava l’appellativo di padre.

Si strinse ancora di più a Walter tremando mentre lo scienziato aveva iniziato ad accarezzargli i capelli.

Era Walter suo padre.

L’uomo che in passato gli aveva fatto del male ma aveva saputo dimostrargli di amarlo sopra ogni cosa.

Aveva ragione Olivia.

Quello strambo scienziato dava ogni giorno la vita per lui.

Ecco perché lo avrebbe sempre perdonato per ogni suo errore o debolezza.

Il dottor Bishop, dal canto suo, era assai in pena nel vederlo così, non era da lui.

Non del suo Peter.

Era sempre stato forte.

Adesso sembrava un bimbo impaurito.

Quel maledetto mostro, che osava definirsi padre, lo aveva ridotto così.

Era in parte colpa sua.

Se non gli avesse mentito, Peter non sarebbe scappato e non si sarebbe fatto del male da solo.

In un modo o nell’altro era sempre colpa sua.

Lo strinse ancora di più come per chiedergli perdono, baciandogli la fronte in silenzio.

Il giovane si abbandonò totalmente a quell’abbraccio, sicuro di trovare requie al suo dolore e alla sua anima tormentata.

Nessuno dei due si accorse che Olivia era scesa preoccupata di non sentire rientrare Peter, ma non appena li vide così preferì tornare di sopra, non volendo violare quel loro momento insieme.

Erano padre e figlio.

Avevano diritto a ritrovarsi.

Ancora una volta.

 

Fine Capitolo 9

   
 
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