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Autore: iappi07    24/11/2012    0 recensioni
Versai il thè nella tazzina e mi sporsi lungo l’uscio della porta della cucina per domandare a Hemo se ne voleva pure lei un po’.
Ma appena mi sporsi leggermente me la ritrovai davanti.
Era nuda.
Era perfetta.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Heather Morris, Naya Rivera
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La pioggia cadeva e mi rigava il viso formando dei solchi su di esso.
Era una giornata uggiosa, la vita a Los Angeles era calma e piatta,  nessuna anima  per la strada, si sentiva solo il rimbombo dei motori delle auto dei tassisti che bestemmiavano contro un povera Ford del’ 56.
Stavo camminando lungo il marciapiede  e mi stavo dirigendo verso gli studi della Fox per riprendere una nuova puntata di Glee.
“Chi l’avrebbe mai detto che un telefilm che parla di sfigati facesse mai tanto successo come sta succedendo”.
Entrai dentro e con un accenno con la testa salutai la segretaria che stava alla reception.
Mi diressi verso lo studio 20 entrai e vidi lei. L’unica ragione per cui io continuo a venire. L’unica ragione per cui io vivo forse.
Era bella, talmente bella da mozzare il fiato, bella come l’alba della mattina, di una bellezza quasi eterea.
Era bionda e aveva gli occhi color azzurro come il cielo limpido di una giornata di mezza estate.
Aveva la pelle candida come tutte le ragazze del nord Europa, era bellissima e io in confronto a lei mi sentivo uno schifo, un rifiuto della società.
Il suo nome era Hemo e lei nella sceneggiatura era la mia ragazza, magari lo fosse stato anche nella realtà avrebbe quasi colmato tutte le mie disperazioni e frustrazioni che da tempo non mi lasciano vivere serenamente.
Finite le riprese lei con un cenno congedava tutto lo studio e con la sua delicatezza usciva e scompariva.
Ogni giorno che eravamo sul set insieme cercavo di inseguirla ma mai una volta sono riuscita a starle dietro.
Una sera dovetti andare in un ballo in maschera e il mio taxi forse per una strana coincidenza sbagliò la strada.
Ci ritrovammo per caso nei sobborghi più infimi di questa a terra.
A bordo delle strade c’erano delle donne che stavano praticando il loro lavoro vestite tutte in maniera uguale quasi che quella fosse la loro uniforme.
Indossavano un corpetto di pelle nero legato molto stretto per mettere in risalto le loro curve ma non troppo eccessivamente, avevano dei pantaloni di pelle nera e tacchi vertiginosi.
Alcune di loro portavano i capelli raccolti altre invece amavano giocare con i capelli sciolti per sedurre il loro compratore.
Il mio tassista per un attimo si fermò accanto ad una donna e io indossavo una maschera le disse qualcosa che non capii bene e si diresse verso un’altra donna.
Andò più avanti quando ad un certo punto riconobbi quella donna.
Dissi al tassita di fermarsi immediatamente e scesi dalla macchinna.
Le mie mani iniziarono a sudare, lungo il corpo sentivo come una scarica elettrica e il mio sguardo cercava i suoi occhi.
Lei era li, ferma che stava aspettando il suo prossimo compratore forse uno dei tant: era HEMO.
Indossava anche lei un corpetto color nero, e dei jeans rovinati dalle troppe volte che erano stati in lavatrice.
I suoi occhi non erano più color azzurro limpido ma erano bui come se il sole fosse calato così come la sua dignità le era appena stata tolta.
Le chiesi quanto era all’ora e lei senza nessuna titubanza mi rispose con gentilezza: “sono 60£”io la fissai e le risposi: “Ok, vieni con me”.
Entrammo nel taxi e ci dirigemmo verso l’hotel in cui passavo le mie giornate quando non avevo le riprese del Glee.
Lei non mi riconobbe  grazie a Dio e io rimasi felice ma i pensieri nella mia testa erano troppo assillanti per stare tranquilla.
La mia vocina interiore mi faceva mille domande - “Cosa ci fa qui Hemo ? Chi le ha permesso di stare qui e non stare con le persone che ama ? Perché lo deve fare ?non prende abbastanza grazie al Glee? E poi perché l’ho portata con me? Chissà quante persone hanno abusato di lei?-
 Le mie domande non mi lasciavano stare e non riuscivo a calmarmi.
Vorrei spaccare la faccia a tutti quelli che hanno fatto sesso con lei! Quelli che grazie al suo corpo hanno goduto.
Il solo pensiero mi fa male, mi fa perdere per un attimo le staffe con il tassista ma poi mi tranquillizzo e riesco a calmarmi.
Mi brucia il cuore sapere queste cose, mi pulsa la testa e un malessere mi percuote su tutto il corpo.
Vorrei gridare ma non posso, la donna che amo è così la donna per cui io vivo è una prostituta non voglio nemmeno pensarci vogliono entrare nella mia suite e prendermi cura di lei e affrontare un po’ alla volta il motivo per la quale si trovava in quella strada.
Il tassista si ferma davanti al mio hotel mi dice con una mano rivolta verso di me che sono 35$ da pagare tirai fuori 40$dal portafoglio e io e lei ci dirigiamo verso l’entrata del mio Hotel.
La hall dell’hotel mi sembrava abbastanza affollata così presi la sua mano e ci dirigemmo filate verso l’ascensore e magicamente si aprirono le porte a salimmo fino al terzo piano.
Strisciai la carta/chiave ed io e lei entrammo nella mia camera.
Lei sempre molto curata e gentile mi chiese: “Bene. Ora che facciamo?”
Io la guardai stordita non volevo farle niente volevo solo che mi spiegasse il perché era lì e niente di più, non volevo abusare del suo corpo.
“Niente, vuole un drink ?”risposi senza tanti scrupoli
“Guarda che poi mi devi pagare io non perdo tempo per i drink se me lo offri e poi mi paghi come avessimo consumato allora ok,  sennò riportami dove mi hai trovata!”
Il mio sangue a tale risposta si congelò e io non mi aspettavo di certo questa risposta da lei.
“Ok io ti pago per stare qui, come se stessi lavorando io non voglio niente da te e tu potrai stare qui tranquillamente domani mattina sul tavolo troverai un assegno con quello che ti spetta.”
La mia voce era diventata quasi afona e la mia gola si seccò.
I suoi occhi avevano iniziato a brillare e cercavano di scrutarmi per capire questa scelta fuori dal comune.
“Ma posso farti una domanda? Perché porti quella maschera e sei vestita come se tu fossi uscita da un ballo Veneziano?”
Non mi ero accorta di avere ancora la maschera addosso e forse questo spiegava il motivo per cui lei non mi aveva ancora riconosciuta.
Per un momento titubai dal fatto di toglierla e farle capire chi ero in realtà ma poi questa idea mi abbandonò e le risposi tranquillamente: “ Io indosso questa maschera, perché io sono la tua salvezza.”
A tali parole il suo sguardo iniziò a essere più luminoso. I suoi occhi tornarono del colore di come li avevo conosciuti io.
Parlammo tanto quella sera di cazzate.
Iniziammo a conescerci meglio e per una volta nella mia vita era iniziato a splendere il sole in me.
Le feci vedere la sua camera e le disse che per le prossime serate lei doveva venire qui e che ormai poteva ritenermi un cliente affezionato.
La sua camera era molto bella, le pareti erano gialle quasi come il color dei suoi capelli e aveva ampie finestre, che quando il sole sorgeva sembrava che le baciasse.
Il suo letto era matrimoniale a baldacchino con le lenzuola di seta color perla, il copri letto era argento e le travi del baldacchino erano di legno scuro.
Aveva tre cuscini per parte e lei si sentiva molto a suo agio.
“Grazie” il suo tono era gentile.
“Di cosa?” le risposi
“Di tutto quello che stai facendo per me.”
“E cosa sto facendo per te?”
“Non hai voluto nemmeno sapere come mi chiamo, mi hai tirato su dalla strada come un piccolo cucciolo di gatto e mi hai dato una casa anzi tanto di più una regia in cui posso passare le mie serate in tua compagnia in cambio di nulla!”
“Non mi serve sapere il nome del mio angelo custode, l’assegno lo troverai domani mattina sopra al tavolo di là nella sala principale della suite.. Per il resto non ti preoccupare. ” Il mio tono era gelato in confronto.
“Buona notte.” mi disse in tono dolce.
“Buona notte miss”.
Quella notte non riuscii a dormire, mi giravo da una parte all’altra del letto e la mia testa era in balia dei mille pensieri che mi perseguitavano da quando Hemo era entrata dentro al taxi.
-Ma cosa ci faceva lì? Chissà cosa penserà di me? Una strana donna con addosso una maschera, penserà che sono ridicola che è come mi sento ora.-
La notte la passai a rimurginare e a rispondere alle mie domande assillanti e il sole arrivò troppo presto per iniziare un nuovo giorno lavorativo.
Mi misi la maschera e aprii la porta della mia camera mi diressi verso il salone e lei non era lì il mio assegno staccato ieri sera era scomparso e un post - it aleggiava su bordo del tavolo: “Ci vediamo stasera non serve che mi vieni a prendere vengo qui da sola. Grazie per la serata e per il muffin di stamattina. Spero di trovarti qui stasera donna misteriosa. Firmato Hemo.”
Il mio viso avvampò e iniziai ad arrossire, per un momento la stanchezza abbandonò il mio corpo e io ero al settimo cielo!
Donna misteriosa…bah…allora non mi trova poi così ridicola.
Decisi di andare agli studi a piedi e correndo per tutto il viale mi rendevo conto sempre di più che quel angelo di cui sono innamorata follemente ha dormito vicino alla mia stanza e ora la rivedrò.
Entrai nella reception feci un cenno con il capo alla segretaria e mi resi conto che il cuore mi stava battendo all’impazzata.
La vidi, era lì ferma che guardava il vuoto forse starà pensando a quella donna misteriosa di ieri sera con quella ridicola maschera e vestita in quel modo buffo.
 - Vorrei tanto avere il dono di poter leggere nel suo pensiero- Pensai.
La salutai con molta franchezza anche se dentro di me avrei voluto prenderla a me e darle tutto il mio amore e un bacio che le avrebbe fatto perdere i sensi.
E lei mi guardò per qualche minuto e ricambiò il mio gesto con freddezza.
Forse ho sbagliato il modo o forse non mi considera più o forse ancora peggio non vuole nemmeno più vedermi.
Oggi le riprese erano molto lente e il lavoro era molto pesante forse perché non ho dormito tutto questo granchè.
Arrivata la sera ce ne andammo tutti dallo studio naturalmente prima di dire ciao Hemo era già sparita io ritornai al mio hotel con mille pensieri e notai che tra meno di due ore lei sarebbe stata lì nella mia suite a sorseggiare qualche mio drink.
Organizzai il tempo che mi divideva dal suo incontro preparai la mia vasca da bagno con sapone in modo tale da creare un sacco di bolle con il mio bagnoschiuma.
Mi feci il bagno e persi una bella mezzora, mi asciugai e in meno che non si dica mi ero già vestita ed avevo la mia maschera addosso.
Il campanello della suite iniziò a suonare e io mi diressi verso la porta color noce e l’aprii.
Chiusi la porta e lei era già seduta sul divano che mi guardava con quell’aria divertita: “Ma la indossi anche quando dormi o vai in doccia?”
Merda! Si stava riferendo alla mia maschera, ma la vedevo troppo divertita da tutto ciò che decisi di risponderle per tono e tenere la maschera ben fissa al mio viso: “ certo la metto sempre, io sono un super eroe!”
“Ah ma allora hai anche un nome” rispose facendo nascere dalle sue labbra un piccolo sorriso
“ Ehm più o meno”
“Piacere io sono Hemo” rispose con curiosità
“Vuoi qualcosa da bere?” cercando di distoglierla dalla sua domanda
“Martini grazie, comunque vorrei sapere il suo nome anche d’arte lei mi ricorda vagamente qualcuno ma non so chi” rispose con tono pensieroso
“Ecco il tuo drink, non so a chi tu stia pensando io sono nuova di qui, molto piacere comunque io sono…Heya” Risposi arrossendo.
“Finalmente so chi sei, e dimmi Heya hai anche una nazionalità?” rispose avida di risposte su di me.
“ Si vengo dal Texas, sono venuta qui per affari, tu invece? Hai sempre fatto questo tipo di lavoro ?”Risposi acida quasi infastidita da tutte quelle sue domande.
“Io sono nata a Los Angeles, vivo qui ormai da 24 anni e il mio lavoro non ti deve interessare anzi questa è l’ultima sera che passo con te” rispose acida.
  • come ultima sera? come è possibile? Le sto già antipatica? Preferisce stare a contatto con gente che la usa come un sacchetto della spesa per poi gettarlo nel primo angolo della città?
Ero arrabbiata con il mondo queste domande mi assillavano e intanto lei mi guardava con quel tipo di sguardo che solo lei sa fare.
Il mio cuore a quelle parole si era fermato quasi cessò di battere ma un angelo come lei da chi è supportato per dare queste risposte a una persona che ti offre dei soldi per toglierti da quel mondo orrendo in cui il sesso fa da padrone e farti capire che ci sono cose anche cose belle a questo mondo…dove è la Hemo che conosco io? chi sei tu?
Lei mi guardava di sottecchi mentre io cercavo di formulare alcune frasi o domande che non intaccassero il suo lavoro ma non avevo il coraggio di chiederle niente quando ad un certo punto…
 “Sei fidanzata? Ma come mai mi tieni qui senza motivo e pagandomi per giunta?” mi chiese con tono sorpreso.
“Ehm, no non sono fidanzata…per quanto riguarda l’altra domanda lo sai te l’ho spiegato io sono un eroina e devo salvare vite innocenti dalla strada quindi anche te!” Risposi da gradassa.
“Boh, un giorno capirò tutto questo se mai lo capirò”
“ E tu sei fidanzata?” mi stava bruciando il cuore, il mio viso iniziò ad arrossire e mi sentivo così stupida a tale domanda.
“ Diciamo che la mia è una situazione strana”
“ Cioè?” ero avida di una risposta.
“ Io sono fidanzata da tanto tempo con un ragazzo, però ho scoperto che mi piace una persona nel posto in cui lavoro la mattina!” arrossisce.
Volevo sprofondare nella poltrona, altro che maschera volevo mettermi un sacchetto in testa, volevo morire e il mio umore iniziò a essere cupo grigio nero e ancora grigio.
Non volevo sapere altro mi sentivo male alla sola idea di questa storia
- Lei sta insieme a una persona da tanto e io cosa faccio? Sto qui a fissarla gelida con una ridicola maschera e mi sento ferita ancora peggio sento cinquanta lame che mi stanno trapassando il petto e il sangue fermo sulla lama. Non capivo più nulla e intanto lei continuava con il suo racconto era presa da ciò, glielo si leggeva in faccia ma io non ero presa anzi ero schifata e volevo chiudere questa conversazione il più presto possibile.
La guardai con lo sguardo quasi perso nei suoi grandi occhi celesti e le dissi che avevo un gran mal di testa le diedi la buona notte e mi diressi verso la mia camera mentre sentivo il suo sguardo che si era appoggiato su di me e non mi lasciava in pace.
Mi guardai allo specchio e mi chiesi - Ma che cazzo ci faccio qui? Cosa sto facendo? Perché questo male a me? Prima sulla strada e poi un fidanzato e non bastasse una persona che le piaceva al suo lavoro di mattina!-
Mi guardai ancora e mi fissavo con uno sguardo pensieroso, vidi nello specchio la mia persona quello che ero e che sono ora, vidi la mia tristezza e la mia delusione di tutta questa storia…ma vidi anche dei grandi occhi blu che mi stavano fissando dall’uscio della porta.
“ Che hai da guardare?” le chiesi con tono seccato
“ Niente, volevo essere certa che stavi bene e che portavi la maschera…abbiamo iniziato con il piede sbagliato quindi volevo dirti che se vuoi io sono di la e che se hai voglia di parlare sono sempre di la. Per quanto riguarda domani sera se hai voglia io ci sono sennò va bene così capisco le tue motivazioni. Ora prendi le pastiglie per il mal di testa e mettiti a letto ci vediamo domani mattina all’ora di colazione anche se so che ti piace stare a letto e non sei una tipa mattiniera.
Buona notte heya è stato un piacere parlare con te stasera!” e con un salto balzò fuori dalla camera e sentii sbattere la porta della sua camera.
Wow mi sentivo spaesata, sconcertata sorpresa. Era un mix di emozioni…W O W!
Mi sento su una stella su un nuova pianeta di cui l’uomo deve ancora scoprirne l’esistenza.
Mi sento come un pesce quando respira l’ossigeno fuori dall’acqua, mi sento come un bambino che ha appena iniziato a camminare. Vorrei cantare per esprimere la mia felicità ma poi un tarlo nella testa mi fa ritornare alla realtà.
Capisco che è solo perché io sono come un “cliente” per lei.
Lei la sua metà l’ha trovata io dunque  sono il niente.
Sprofondo nel letto e cerco di smorzare le lacrime che escono come un fiume in piena.
Riesco a dormire e mi risveglio con la sua voce e la sua mano che bussano sulla mia porta.
Indosso la maschera e non mi vesto, penso che lei si già agli studi è talmente veloce quella ragazza a camminare che va alla velocità della luce.
Apro la porta e mi ritrovo lei che mi fissava con aria sorpresa vedendomi in canotta e mutandine.
“Non sapevo che tu facessi colazione in questa maniera, però buongiorno anche a te” e con un abile gesto prese in mano una tazza e ci versò un po’ di caffè caldo.
Ero paonazza, il colore del mio viso era identico al colore delle pareti della suite. Ero di un rosso vergognoso decisi dunque di girarmi e tornare in camera dopo questa scena pietosa volevo solo nascondermi.
“ Sai sei proprio carina con quella canotta bianca e quelle mutandine rosa. Posso farti una domanda?” mi chiese burlandosi della situazione.
“Dimmi” non volevo girarmi se mi giravo vedeva che il mio viso faceva un tutt’uno con le pareti della suite.
“Ma porti il reggiseno? perché io non lo vedo.”
a quel punto non sapevo più cosa rispondere e divenni ancora più rossa di quanto non lo fossi già.
“no, quando dormo no mi da fastidio!” con tono seccato.
“ Beh, che fai li in piedi vieni a sederti fai colazione con me o ti vergogni troppo a  farti vedere da vicino?”
Io che mi vergogno stavo andando su tutte le furie la mia rabbia mescolata alla vergogna mi fece riprendere un color roseo al volto e decisi di sedermi a quel tavolo della suite con lei.
Mi servì un po’ di caffè in una tazza rosa e porgendola mi disse:
“ Questa tazza si intona al color delle tue mutandine!” ridacchiando.
“Ah grazie così mi prendi anche in giro ora miss Hemo?”
“ Certo, tu sei sempre così misteriosa e hai sempre il muso come posso non prenderti in giro insomma mi sembra che sia il mio dovere o no?”
“ Beh se il tuo dovere è quello di prendermi in giro allora quella è la porta!” dissi con tono scontroso
“ Ci siamo svegliate con la luna storta oppure ogni mattina sei così acida? Dai su metti un po’ di miele sul tuo caffè così ti addolcisci un po’” mi porse il miele e con un gesto quasi violento glielo portai via dalle sue mani.
“Grazie” le dissi.
“Prego miss acidità” mi rispose con un sorriso ebete.
“Ma cosa pensi di fare stamattina hai programmi?”
cavoli mi ero completamente dimenticata che oggi era il nostro giorno libero, ora mi spiego perché è ancora qui che fa colazione con me!
“No, pensavo di andare a fare un giro da qualche parte ma perché? Tu devi andare da qualche parte? Non vedi il tuo fidanzato?” le domandai con aria timida e impacciata.
“ No il mio fidanzato sta troppo distante lui abita a Orlando in Florida e io sono qui lontana da lui, mi manca da morire però pure io devo lavorare per mantenermi. Tu che lavoro fai?”
Ero rimasta alla sua affermazione, gli manca il suo ragazzo? Ma allora cosa ci fa in mezzo alla strada ogni notte e lui dove è? Per fortuna hai conosciuto me che ti ho salvato angelo mio!
Non puoi amare lui! Lui non è nessuno se ogni sera tu stai sulla strada e io chi sono per te ?nessuno vero?
Fissavo il vuoto ignara della sua domanda perché mi ero fermata nel discorso e lei continuava a fissarmi non le risposi quando dopo pochi minuti mi chiese
“Ma stai bene? C’è qualcosa che ti turba? Vuoi parlare con me? Perché io vorrei sapere molte cose su di te però non riesco mai a capirti!
Sai heya sei come il tempo cambi umore troppo facilmente e non riesco mai a starti dietro, alcune volte sei così felice altre sei talmente acida che ho paura di dire qualcosa in più per paura di ferirti!”
Cavolo nessuno mi aveva mai detto una cosa del genere dovevo pensare a cosa risponderle ma non feci in tempo perché lei era vicina a me talmente vicina era seduta davanti a me che cercava di scrutarmi, mi mise le mani sulla maschera e voleva togliermela ma io con un gesto furtivo gliele presi e senza pensarci me le misi nel petto per farle sentire il mio cuore che stava impazzendo da quanto veloce stava andando.
Lei rimase sorpresa e i suoi occhi iniziarono a brillare c’era un silenzio imbarazzante, che di solito viene definito silenzio pre bacio, magari fosse stato quel silenzio.
Abbassai il capo e lei mi tolse di colpo una mano dal petto mi prese il mento e me lo alzò con una carezza e mi disse:
“ Quando toglierai questa maschera? Io non mi posso innamorare di una persona misteriosa così come lo sei tu. Io la persona che amo la  devo guardare dritta negli occhi!
Sento il tuo battito e il tuo respiro è diventato affannoso e le tue mani iniziano a sudare forse da oggi ho capito che non sono io qui ad avere una cotta per una persona”
Ma ma ma sono senza parole che dono ha? E cosa le rispondo?!
“No, io non ho nessuna cotta verso di lei miss hemo, non mi metta parole in bocca quando quest’ ultime non sono vere!” risposi accusandola con falsità.
“ Ok, allora se sei così  convinta io me ne vado, passa una buona giornata heya e forse ci vediamo stasera” mi lasciò le mani, con grazia si alzò e spostò la sedia e si diresse verso la sua camera prese le sue cose e si diresse verso la sua porta mi fece cenno con un gesto e si lasciò chiudere la porta dietro di lei.
Mi sentivo una stupida e mi presi un bicchiere di brandy e iniziai a bere di mattina e per tutta la mattinata non feci altro che bere poiché pensare non ne avevo il corraggio perché sapevo che mi imbattevo nel mio IO interiore la vocina che parla dentro di me e sapevo che non mi avrebbe perdonato una cosa del genere.
Per tutto il giorno rimasi davanti alla finestra della suite cercando di vederla arrivare con il taxi ma di lei nemmeno l’ombra decisi così di buttarmi a letto perché da quanto ero ubriaca non riuscivo nemmeno a stare in piedi.
Dopo una decina di minuti che stavo contemplando il soffito sentii battere sulla porta.
Riuscii a malapena alzarmi dal letto e dirigermi verso la porta dell’entrata della suite.
Tutto girava intorno a me e arrivai a stento alla porta la aprii e mi ritrovai lei che stava piangendo non feci in tempo di farla accomodare che lei mi abbracciò forte e le sue lacrime scendevano a picco dai suoi occhi.
Non riuscivo a comprendere tale situazione volevo delle spiegazioni ma lei mi disse:
“Non chiedermi nulla perché non ti rispondo!” disse continuando a piangere.
Le sue mani tremavano, sembravano le foglie d’autunno quando l’ultimo vento dell’estate se le porta via con se, le sue lacrime scendevano ghiotte nel suo viso e si depositavano nella conca della maglia che si formava all’altezza della spalla.
La invitai a sedere sul divano color rosso della suite con un gesto mentre aspettavo spiegazioni.
Il suo viso era dolce, e i suoi occhi erano rossi  e gonfi da quanto stava piangendo le presi le mani tremanti e me le misi dietro al mio collo le si avvinghiò e non mi lasciò voleva un abbraccio e sentii un tuffo nel cuore, le farfalle nello stomaco ma in quel momento volevo capire il motivo di tutte quelle lacrime.
Le diedi un bicchiere d’acqua per calmarsi e smise di piangere.
Non le chiesi nulla continuava a guardarmi con gli occhi fissi nei miei e iniziò a spiegarmi cosa le era successo.
“ La mia vita ha preso una brutta piega da quando mi sono trasferita qui. Il mio agente sempre molto premuroso mi dava tutto e di certo non mi faceva mancare mai niente.
Mi aveva notata nella mia scuola e mi chiese di provare a fare i provini per la Fox, diceva che sapevo ballare bene, e che avevo talento anche nella recitazione.
Decisi di fare questi maledetti provini i quali mi portarono a dover trasferirmi qui, lasciare la mia famiglia per il successo, che per carità di Dio l’ho trovato però non in questo modo.”
Il suo sguardo si fece cupo, gli occhi ancora bagnati iniziarono a riempirsi nuovamente di lacrime e mi strinse forte a sé.
Poi si spostò nuovamente e continuò il suo racconto.
“ Oggi mi trovavo per caso a pochi isolati più in là della Fox, stavo camminando quando una macchina nera si accostò al marcepiede, si aprì la porta della macchina e l’uomo mi prese di peso e mi portò con se nella sua macchina contro la mia volontà.
Iniziò ad accarezzarmi il volto e poi mentre mi passava le sue mani sudice tra i miei capelli iniziò a baciarmi e io iniziai a urlare e tirargli pugni ma lui continuò fintanto che il suo autista non si fermò in un parcheggio isolato.
L’uomo, anzi la bestia iniziò ad avere il fiato sempre più pesante e io urlavo dal dolore che mi stava provocando.
Volevo riuscire a liberarmi da quella bestia umana ma non riuscii facilmente perché lui era più forte di me, così mi prese i fianchi mi aprii i bottoni dei jeans e con una sola mossa era già dentro di me.
Io piangevo e non vedevo il suo volto non capivo chi era e cercavo di tirargli pugni schiaffi ma lui non reagiva sembrava quasi che i miei schiaffi e i miei pugni fossero per lui carezze.
Decisi dunque di tiragli un calcio sulle palle ma ero incatenata al suo lurido corpo che gemeva su di me.
Una volta venuto dentro di me si staccò e io con tutta la mia rabbia in corpo e le lacrime che mi scendevano lungo il mio viso presi coraggio gli diedi  un pugno e lo colpii proprio nelle parti basse talmente era forte quel colpo che quasi non riusciva più a respirare.
Riuscii a scendere dalla macchina e correre verso il tuo hotel ed eccomi qui.”
Non riuscivo a crederci il mio sangue si era congelato e dentro di me esplose una rabbia nei confronti di quel animale che volevo ammazzarlo.
Mi sentivo male da quanta rabbia avevo ma lei aggrappata a me continuava a piangere e io ora dovevo solo pensare a come prendermi cura di lei e di trovare questo uomo (se così si può definire) e fargli capire significano rispetto e dignità.
“ Proteggimi ti prego, non lasciarmi sola” singhiozzando
“ No non ti preoccupare ci sono qui io!” le dissi con tono rassicurante
Mi fissò per alcuni minuti poi aprì la bocca e mi chiese di levarmi la maschera perché voleva vedere chi ero veramente.
Mi alzai dal divano e mi girai verso il tavolino e per alcuni secondi le diedi le spalle, mi tolsi la maschera e subito mi girai chiusi gli occhi.
Sentìì un’ esclamazione assordante e poi il silenzio prese il sopravvento.
Mi prese una stretta al cuore perché lei continuava a fissarmi stupita e non mi diceva niente.
“ Ma sei tu!” grazie a Dio ha detto qualcosa.
“ Si non ti va bene mi rimetto la maschera?”
“ No, grazie” rispose con tono freddo
“ Sei arrabbiata?”
“ Perché dovrei essere arrabbiata infondo desideravo che dietro quella maschera ci fossi tu!”
“ Il mio volto iniziò a cambiare colore, prima iniziò con una tonalità di rosa tendente al bianco poi passò velocemente al rosso e infine rimase fucsia! Insomma mi sentivo come se avessi un arcobaleno addosso.
“ Beh mi lusinga questo Hemo”
“ eh Naya perché hai fatto tutto questo? Cioè voglio dire tu mi conosci ormai da un po’ facciamo glee insieme da un anno però non mi hai mai parlato di tutta questa situazione!”.
Merda! Merda! Merda! E ora cosa mi invento non posso dirle Hemo ti ho visto su quella strada quella sera e volevo salvarti perché ti amo Hemo!
“ Diciamo che non potevo lasciarti in mezzo alla strada!”
“ Beh ma non sei l’unica a saperlo anche Lea lo sa”
Maledetta Lea/ Berry che pensi solo alla tua carriera di attrice.
“ Ah si e perché non si è preoccupata per te?”
“ Perché lei non è innamorata di me come lo sei tu!”
A quelle parole non sapevo che dire, che fare.
“ Scusa e tu come puoi esserne così sicura?”
“ Ah me l’ha detto lord tumbigton”
Rimasi per una serie di minuti con la bocca aperta e pensai: pure il gatto lo sa pensa te Naya come sei presa!
“No tranquilla l’avevo intuito dal modo in cui mi guardavi e perché hai accettato di stare con me nella serie tv”
La mia bocca era ancora aperta e non riuscivo ad articolare nessuna parola era come bloccata.
“ Ehi naya ci sei?!?!”
“Si scusami, non pensavo che era così chiaro e limpido il mio pensiero verso di te che tutti l’hanno capito!”
“Tutti del glee no però la maggior parte si!”
“ Ah ok scusami, non ti preoccupare io ti rispetto e non voglio forzarti a fare nulla che vada contro il tuo orientamento sessuale”.
“Non ti preoccupare non mi sono mai posta questi problemi con te perché di te mi posso fidare ciecamente!”
In quel momento l’abbracciai perché me lo sentivo e ne avevo bisogno anche se non c’era nessun tipo di malizia da parte mia.
L’amavo ogni secondo di più passato insieme.
“Rimani qui stasera anche se hai scoperto chi sono?” le chiesi gentilmente
“ Se non ti da fastidio posso stare qui per un po’ di tempo perché non voglio tornare su quel marciapiede e non voglio essere rapita e violentata nuovamente”
Sentii bussare la porta e Hemo entrò in camera sua perché aveva paura che il suo violentatore l’avesse seguita fino alla camera dell’albergo in realtà avevo solo chiamato un dottore per poterla visitare senza farla uscire dalla suite perché sapevo che era terrorizzata.
Era proprio il dottore e lo feci accomodare nell’ingresso chiusi la porta e mi diressi nella sua camera e le dissi che avevo chiamato il dottore perché ero preoccupata per la sua situazione.
All’inizio era titubante poi si diresse verso l’ingresso e il medico iniziò a visitarla intanto io per non essere di intralcio preparai qualcosa di caldo e misi dei biscotti su un vassoio che trovai nella credenza della cucina.
Pagai il dottore e se ne andò facendogli un cenno con il capo.
Lei era in intimo, i suoi vestiti erano in giro per la suite mi avvicinai con timidezza a lei.
“Tutto bene? Scusa l’ho fatto venire perché ero preoccupata”
“Non ti preoccupare Naya nessuno si era mai comportato così con me…Grazie”
“ Di cosa? Pensavo invece che ti fossi arrabbiata !Comunque è meglio se ti metti qualcosa perché prendi freddo sennò”
“Arrabbiata perché tu ti sei preoccupata di me? No adesso sto così perché mi sento più libera e perché ora vado in doccia!”
Iniziò a sfilarsi dolcemente il reggiseno davanti di me e io iniziai ad arrossire volevo girarmi ma in quel momento le stavo per saltare addosso anche se non era il caso visto quello che le era successo grazie a dio la teglia di thè iniziò a fischiare e corsi subito in cucina a spegnere il fuoco.
Versai il thè nella tazzina e mi sporsi lungo l’uscio della porta della cucina per domandare a Hemo se ne voleva pure lei un po’.
Ma appena mi sporsi leggermente me la ritrovai davanti.
Era nuda.
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