Drunk
Denny, sweet Heaven; just Heanny.
Squadrai l’entrata del locale poco convinta, spostando il
peso del mio corpo da
un piede all’altro, a disagio.
La
musica proveniente dal suo
interno era chiaramente assordante ed il ritmo non prometteva niente
che mi
piacesse particolarmente.
Ciò
che accadeva dentro era
piuttosto chiaro: alcool, sesso, droga ecc ecc.
Le
solite, sempre.
Con
un sospiro feci l’enorme
sforzo di addentrarmi in quella massa di corpi che si agitavano,
irrequieti.
La
musica – se così si poteva
chiamare…- mi stava rendendo sorda, quindi pensai che se non
mi fossi messa a
ballare sarei andata in cerca di una sbronza; fu così che mi
avviai verso il
bancone.
Il
barista mi chiese cosa volessi
ed io ordinai una grey goose, guardandomi intorno come se stessi
cercando
qualcuno.
Stronzata
colossale: ero andata
da sola.
Il
fatto era che avevo voglia di
cambiare aria, gente, situazioni.
“Perché
mi ostino a fare cose che
so già non mi piaceranno?” mi chiesi mentre stavo
lì a fare la solitaria,
sobria, deficiente.
Qualche
ragazzo mi raggiunse per
propormi di ballare, magari di offrirmi un drink.
Li
rifiutai dal primo all’ultimo,
tanto che dopo un po’ smisero anche di scocciarmi.
“Andiamo
Heav, che diavolo sei
uscita a fare se riufiuti gli inviti che ti fanno?” mentre
tentavo di darmi una
risposta sensata e poco deprimente – ad esempio che non so
ballare, sono un
disastro nel flirting o che ho paura di incontrare un maniaco
stupratore – la
vidi.
Non
so cosa attirò il mio
sguardo, del resto mi sembrava una ragazza come un’altra, sta
di fatto che mi
fissai con lei.
Stava
ballando, aveva la bocca
spalancata da una risata sguaiata, da quello intuii che era in
compagnia.
Accanto
a lei c’era un bel
ragazzo ed io mi sentii delusa, senza sapere il perché.
Portava
un corto vestito nero e
dei tacchi alti, i capelli rossi tirati indietro in un codino
– erano
chiaramente corti.
Poi
il suo sorriso mi colpì ed io
sentii una scarica lungo il mio corpo per quanto era bello.
Senza
neanche accorgermene mi
alzai dallo sgabello e cominciai a farmi strada tra la folla, volevo
sapere il
suo nome.
Come
si chiamasse, e volevo
sentire la sua risata! Di che colore aveva gli occhi?
Proprio
mentre stavo per aprire
la bocca e darle fiato i due si diressero in bagno, sghignazzando.
Mi
guardai i piedi.
“Che-presa-a-male.”
Pensai,
avviandomi nuovamente verso il mio sgabello.
Era
occupato, beeeene.
Feci
retromarcia ed andai nei
bagni a mia volta, se non altro perché speravo la musica si
smorzasse un
minimo…
Mi
venne voglia di tornare
indietro, ancora, dato che sentivo
la
coppietta scambiarsi effusioni in uno dei cubicoli.
Dopo
poco, però, la voce di lei
divenne arrabbiata.
Udii
uno schiaffo e la ragazza
uscì dal cubicolo, rossa in viso e con lo sguardo rovente.
E
non certo per l’eccitazione…
Mi
guardò ed io sussultai, lei
inarcò un sopracciglio ed io abbassai lo sguardo.
“Brava
Heav, non volevi chiederle
il nome?” pensai ironica.
-
ciao…- sussurrai mentre si
lavava le mani, fissandole attentamente -…io sono Heaven-
conclusi, tendendole
una delle mie, lei mi guardò sorpresa, poi
accennò ad un sorriso e mi strinse
la mano – io mi chiamo Denny- replicò.
Denny…
che nome strano… però
suonava bene, su di lei.
-
Bel nome!- dissi senza
accorgemene, lei sbuffò – io lo detesto.-
replicò acida.
-
Beh, è stato un piacere
conoscerti…- disse, mi sentii presa dal panico, non volevo
che mi lasciasse!
Perché non potevamo parlare un altro po’?
Dio,
mi sentivo una maniaca!
Però
le bloccai comunque il
polso.
Denny
si voltò e lessi lo stupore
nel suo sguardo.
Prima
che si divincolasse – prima
che potesse fare qualsiasi cosa – la attirai a me e le diedi
un bacio casto
sulle labbra.
Era
poco più bassa di me, ma non
mi trovai in difficoltà, piuttosto mi preoccupai
perché si irrigidì,
probabilmente schifata.
Oh,
be’, quello che volevo fare
l’avevo fatto…
-
scusa…- sussurrai, mordendomi
il labbro inferiore ed arrossendo.
Lei
non disse nulla, si limitò a
voltarsi ed uscire dai bagni.
Mi
vergognai terribilmente.
Che
mi era preso? Cosa diavolo
avevo combinato? Mi sciacquai la faccia ed uscii a mia volta.
Dopo
aver ballato un po’, nella
vana speranza di dimenticare ciò che era successo, mi recai
di nuovo al
bancone.
E
come gli incubi che tornano
alla memoria, la rividi.
Solo
moooolto più brilla di
mezz’ora prima.
Aveva
lo sguardo lucido e
ridacchiava, le guance arrossate, stava per seguire un ragazzo che le
aveva
bisbigliato qualcosa all’orecchio; prima che le accadesse
l’inevitabile la
raggiunsi e dissi ad alta voce – Ecco dov’eri
finita! Ti ho cercata ovunque, scema!-
le misi un braccio attorno alla vita e guardai con aria di sfida lo
sfigato –
scusa, è ubriaca…- poi lo squadrai – e
tu non ti vergogni ad adescare ragazze così?
Pervertito!- sbottai prima di tirar via Denny, che si ancorava a me per
non
barcollare troppo.
Decisa
a dare un taglio a quella
serata la portai fuori, per farle prendere un po’
d’aria fresca.
-
cos’hai bevuto?- le chiesi,
sperando niente di troppo forte – ahah, non lo so! Ahahah-
perché cavolo
rideva?
-
dove abiti? Ti riporto a casa…-
lei continuò a ridere – non me lo ricordo!
Ahahahah non è divertente? Non me lo
ricooordoooo- tentò di allontanarsi da me per reggersi in
piedi da sola, ma
fallì miseramente ed io le impedii di cadere, sbuffando
– vieni, andiamo…- le
dissi, lei mi fece voltare e mi stampò un bacio sulla bocca,
lasciandomi
totalmente incredula – grazie!- mormorò con una
risatina soffocata ed un
sorriso appena accennato.
“Ok,
questa ragazza è sexy.” Mi
diedi una sberla mentale per la gentile constatazione.
Le
misi un braccio attorno alla
vita e la condussi verso la mia macchina, le aprii lo sportello e la
feci
entrare, mettendole la cintura di sicurezza.
C’era
poco da fare: l’avrei
portata a casa mia.
Fortunatamente
si addormentò in
macchina, quindi non mi dovetti impegnare più di tanto a
chiarire qualsiasi
cosa. Ad esempio il motivo per cui la mattina dopo si sarebbe svegliata
in una
casa che non era la sua.
Arrivate
al mio appartamento mi
trovai a portarla su quasi completamente di peso, nonostante si fosse
svegliata
barcollava.
Una
volta che aprii la porta con
un calcio e la richiusi allo stesso modo rimasi lì con un
braccio attorno ai
suoi fianchi, in piedi come un’idiota.
“Bene,
ed ora che si fa?” Bella
domanda.
Mi
voltai di poco verso di lei e
constatai che si reggeva in piedi piuttosto bene, quindi mi azzardai a
lasciarla andare.
Non
cadde.
Andai
in camera mia e per un
momento pensai di andare a dormire sul divano, poi mi dissi che tutto
sommato
non poteva accadere niente di peggio.
Insomma,
si era presa una
sbronza, aveva rischiato di farsi uno sconosciuto nei bagni di una
discoteca.
Dopo
tutto… potevo considerarmi
una buona samaritana, no? E poi mica le avrei fatto qualcosa, se
avessimo
dormito insieme.
Solo
non volevo quel vestito nero
completamente sudato nel mio letto.
“Si,
sono ufficialmente una
pervertita.” Sospirai e la aiutai a toglierlo, mentre
continuava a ridacchiare.
-
okay, ora io vado a mettermi il
pigiama, tu non fare casino ed infilati nel letto,
d’accordo?- le dissi,
mettendole le mani sulle spalle.
Lei
annuì e ridacchiò.
Meglio
di niente, come
rassicurazione.
Il
tempo che mi preparai e lei
era già crollata dormiente sul letto.
-
Denny…- sussurrai coprendola
con le coperte.
Mi
misi sotto anche io e, facendo
attenzione a non svegliarla, mi avvicinai a lei, abbracciandola e
addormentandomi a mia volta.
Il
calore più dolce che si
potesse desiderare.
FINE
-Bloody’s
Corner-
Saaaalve
C: sono tornata, ancora una volta, a discapito vostro u.u
Ringrazio
la vera Denny, per avermi permesso di prenderla e ficcarla
violentemente (?)
nella mia pazzia per tirar fuori la roba qui sopra u.u
Denny
in realtà non è così xD l’ho
parecchio romanzata u.u
Grazie
a Bookie per averla letta, ancora *-*
Non
so se a Frà piacerà, spero di si, come sempre u.u
I
commenti altrui sono sempre ben accetti :33
Miss
BloodyFangs