Libri > Percy Jackson
Segui la storia  |       
Autore: Tinkerbell92    25/11/2012    6 recensioni
DA REVISIONARE (CONTENUTI E FORMA)
Prima fanfiction su Percy Jackson, raccontata, come nei libri, in prima persona.
La storia di una semidea particolare, figlia di una dea impensabile, a partire dal suo arrivo al Campo Mezzosangue. Leila, la ragazza, affronterà varie situazioni, anche sentimentali, accompagnata da una custode molto particolare, venendo, però, continuamente ostacolata dalla madre, che vuole a tutti i costi decidere del suo futuro.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Castellan, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Nel segno della Luna'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 Piccola premessa: Prima di cominciare, vorrei avvisare che nel capitolo è presente una battaglia un po’ cruenta. Per carità, non penso affatto che sia allucinante come gli omicidi nei film Slasher, ma volevo comunque farlo presente per una questione di correttezza.
 
Attraversai il bosco ad una velocità sorprendente, con la spada dello scheletro ben stretta in mano.
I miei sensi da cacciatrice erano perfettamente attivi, tanto che, in pochissimo tempo, riuscii ad individuare il luogo della battaglia.
Sforzai la vista al massimo, distinguendo delle figure che si muovevano su un vecchio pavimento di pietra, che capii essere parte delle rovine di Alcatraz.
Non appena giunsi sul posto, le gambe mi tremavano leggermente, forse per via dello sforzo a cui le avevo sottoposte, e, ansimando, guardai ad occhi sbarrati una scena davvero poco piacevole.
Lamia stava sogghignando: teneva Annabeth per i capelli biondi e le stava puntando un pugnale alla gola.
Luke la fissava impotente, col fiato corto e la mano ben serrata sull’elsa della spada.
Sanguinava dal braccio destro ed aveva un brutto livido sulla tempia.
Morgan, accanto a lui, non sembrava ferita, tuttavia, era visibilmente spossata e ansimava. La pietra viola del suo ciondolo brillava di una luce fioca, il che mi fece capire che aveva usato degli incantesimi per tenere a bada la Lamia, restando, però, prosciugata.
Maggie aveva un aspetto davvero terrificante.
I suoi occhi scuri erano diventati color argento, il suo viso aveva assunto dei lineamenti quasi canini ed i suoi denti erano visibilmente più lunghi, così come le sue unghie.
Ringhiava, con il sangue che colava da un taglio sulla fronte, e si era messa in posizione di difesa davanti a Grover, svenuto a terra.
Infine, i fratelli Stoll osservavano la scena in disparte, con i volti segnati dalla disperazione.
Strinsi forte l’elsa della mia nuova arma e gridai: - Hey! Lamia! Invece che fare la codarda, perché non te la prendi con chi possiede una lama che può ucciderti?
Il mostro mi fissò come se fossi pazza, mentre Luke mi sorrise apertamente: - Amore, ancora un po’ e ti perdevi tutta la battaglia!
- Beh, scusa tanto se stavo cercando un modo per battere questa sgualdrina conservatrice di cadaveri!- risposi un po’ sarcastica, affiancandolo e dando un’occhiata al taglio sul suo braccio – Ti fai sempre male, tu, eh?
Luke mi sorrise con aria maliziosa e commentò: - Già, e scommetto che sei gelosa perché non me l’hai fatto tu.
- Idiota- sussurrai, baciandolo sulla guancia.
Morgan mi sorrise, mentre Maggie sbuffò: - Sentite, capisco che siate molto ansiosi di flirtare e scambiarvi tenere effusioni, ma qui siamo in una situazione un pochino critica…
- Sì, hai ragione- risposi, scuotendomi dall’attacco di carineria e avanzando verso Lamia – Ma questa zoccola ha finito di fare la prepotente. Guarda un po’ cos’ho qui, Lamia!
Il mostro fissò la spada attentamente, poi, trasalì: - Come… come facevi a…
- Oh, sai, me l’ha detto un uccellino…- commentai, facendo roteare la spada – Più che altro… un’uccellina… incinta…- mi corressi.
Lamia strinse di più la lama sul collo di Annabeth: - Non fare un altro passo, oppure uccido questa mocciosa!
- Oh, devi solo provarci- la sfidai, con voce calma- Posso lanciare questa spada e trafiggerti prima ancora che tu possa muovere un muscolo… sai, ho una buona mira…
Lamia mi fulminò con i suoi occhiacci rossi e grugnì: - La figlia di Artemide, a quanto vedo…
Inaspettatamente, spinse Annabeth da parte, facendola rotolare sul pavimento di pietra.
Luke corse verso di lei con aria preoccupata, mentre il mostro si avvicinò a me con uno scintillio malizioso negli occhi. Leccò la lama del pugnale con cui prima stava minacciando Annabeth e sibilò: - Come preferisci, Figlia di Artemide. Ci batteremo io e te. Vediamo se sei davvero capace di sconfiggermi.
Prima che potessi rendermene conto, Lamia si lanciò verso di me, cercando di trafiggermi il cuore.
Deviai il suo colpo all’ultimo, venendo sbalzata di lato.
Riuscii appena in tempo a mettermi in piedi, che il mostro cercò di colpirmi di nuovo.
Era veloce, molto veloce, ed i suoi fendenti erano di una potenza impressionante.
Le tenevo testa, ma a fatica, tanto che, in poco tempo, i muscoli cominciarono a farmi male.
Iniziai a pensare che non fosse stata una buona idea sfidarla così, ma, all’improvviso, quando il pugnale colpì la lama della mia spada, la punta di esso si ruppe come per magia, schizzando sul pavimento di pietra.
Mi voltai appena in tempo per vedere Morgan cadere in ginocchio, sostenuta da Maggie, mentre il ciondolo di Ecate era ormai diventato opaco.
Lamia ruggì rabbiosa, gettando via la sua arma ormai inutile, ed allungò gli artigli scuri.
Iniziò a menare colpi a raffica, riuscendo a graffiarmi diverse volte, fino a quando non afferrò con la mano la lama della spada, strappandomela con forza.
La gettò lontana da sé e mi assestò un tremendo ceffone, facendomi volare contro un muretto ormai franato.
Le mie orecchie iniziarono a fischiare, mentre una fitta di dolore mi esplose nel corpo.
Sentii qualcuno gridare il mio nome, ma riuscii a mettere a fuoco soltanto la figura bluastra di Lamia che avanzava lentamente verso di me.
Qualcuno si parò tra noi, e, mentre cercavo di capire chi fosse, udii la voce di Connor, leggermente tremante: - Sta-stalle lontana, brutta zoccola! N-non ti azzardare a farle del male!
Stava puntando il proprio pugnale contro Lamia, anche se si vedeva lontano un miglio che le mani gli tremavano.
Il mostro lo fissò con aria di commiserazione e sputò per terra: - Levati dai piedi, moccioso! Mi ha sfidata, quindi, adesso, pagherà con la vita!
- N-non te lo permetterò!
Il mostro scoppiò a ridere,  alzò una mano – se si poteva definire così – e si preparò a colpire.
Connor si irrigidì, ma suo fratello, dopo averlo raggiunto di corsa, lo spostò con una spinta, senza riuscire a scansarsi in tempo.
Fece un volo di parecchi metri ed atterrò pesantemente, con un gemito.
- Travis!- gridò il piccolo Stoll, correndo verso di lui.
Lamia emise un sibilo di scherno, poi, si concentrò nuovamente su di me.
Cercai di alzarmi, ma lei fu più veloce. Mi strinse una mano attorno al collo e mi sollevò di peso, cercando di strangolarmi.
Cercai invano di prendere il respiro, mentre la sua stretta si faceva sempre più letale.
- Leila!
Luke strinse a sé Annabeth svenuta con il braccio sinistro, ed iniziò a correre verso di noi, con la lama della spada che scintillava.
La vista mi si offuscò. Non sarebbe mai riuscito ad arrivare in tempo.
Ma, mentre le forze mi stavano abbandonando, udii un ringhio rabbioso, seguito da un urlo di dolore.
Lamia mollò la presa, facendomi cadere a terra. Ansimai, tra i vari colpi di tosse, mentre mettevo a fuoco Maggie che, aggrappata alla schiena del mostro, le stava conficcando le fauci nel collo.
L’Incantatrice sibilava furiosa, cercando di scrollarsela di dosso, ma non poteva di certo nulla contro la forza di un lupo mannaro.
Del sangue violaceo, molto simile a quello che si vedeva quando ferivano Junior in Dragonball, iniziò a scorrere a fiumi lungo il collo di Lamia, bagnandole la veste bianca rovinata.
Iniziò a graffiare le gambe di Maggie, serrate attorno ai suoi fianchi, ma la mia amica non mollò la presa.
Luke mi raggiunse, aiutandomi a mettermi seduta: - Hey, Baby, tutto a posto?
Annuii poco convinta, mentre lui mi baciava una tempia. Le mie gambe si rifiutavano di muoversi.
Poco distante da noi, Connor era inginocchiato accanto a Travis, che gemeva a terra, stringendosi il braccio sinistro.
Grover non dava segni di vita e nemmeno Morgan, mentre Maggie, sempre attaccata al collo di Lamia, guaiva rumorosamente ogni volta che gli artigli del mostro le colpivano le gambe e le braccia. In compenso, l’Incantatrice non dava grossi segni di stanchezza.
Ad un certo punto, riuscì a colpire Maggie in testa con il dorso della mano e, mentre la mia Custode allentava la presa, Lamia se la scrollò di dosso, facendola finire a faccia in giù sul pavimento.
- Ma-Maggie…- ansimai, mentre le lacrime incominciavano a rigarmi le guance.
Luke serrò le labbra in una smorfia, poi gettò un rapido sguardo alla spada che avevo usato prima, che stava a parecchi metri dal mostro, tutto intento a tamponarsi il collo sanguinante con le mani.
Il figlio di Ermes piegò un angolo della bocca verso l’alto, sorridendo furbescamente.
Mi aiutò ad appoggiarmi con la schiena contro il muretto su cui avevo sbattuto e mi diede in braccio Annabeth: - Tienila tu, amore, forse ho un’idea…
- Che cosa?- ansimai, mentre lui mi appoggiava la piccola al petto – Che… che hai intenzione di fare?
Luke sospirò: - Nessuno di voi è destinato a soccombere… tanto vale tentare…
- Luke, no!- mormorai tra le lacrime – Non puoi chiedermi di guardarti morire…
- Allora chiudi gli occhi- scherzò, appoggiando la fronte alla mia – Non puoi fermarmi.
Strinsi forte Annabeth, mentre singhiozzavo come una poppante, senza riuscire a fermarmi.
Luke mi baciò le labbra rapidamente, sussurrandomi: - Ti amo, Baby -  poi, si alzò ed iniziò a correre velocemente verso la spada dello scheletro.
Lamia, che rantolava e ansimava per via della ferita al collo, gli lanciò uno sguardo furioso e, dopo aver visto che il pugnale di Connor era a pochi metri da sé, lo prese ed iniziò ad avanzare a fatica verso di lui.
Luke raccolse l’arma dello scheletro e si girò, con il suo solito sorriso furbo stampato in faccia.
Credo che, se non avessi provato qualcosa per lui, mi sarebbe venuta una gran voglia di prenderlo a sberle.
Provai comunque ad alzarmi, ma una fitta atroce alle gambe mi fece ricadere a terra.
Annabeth, appoggiata al mio seno, emise un lieve gemito.
Luke sogghignò beffardo, preparandosi ad accogliere il mostro con aria di sfida: - Forza, bella! Fammi vedere di cosa sei capace!
Lamia sibilò e sputò, gracchiando furibonda: - Ve la farò pagare, maledetti semidèi! A voi e a quel dannato licantropo!
- Oh, ma guarda, che bel morso sul collo hai! Mi sa che ti resterà una bella cicatrice!- la derise Luke, con il chiaro intento di provocarla. Ci riuscì benissimo.
Evidentemente, però, non si aspettava che una Lamia arrabbiata potesse dimenticare il dolore in fretta, infatti, un’espressione sorpresa si disegnò sul suo volto, non appena l’Incantatrice si avventò su di lui con un grido di rabbia.
Le lame cozzarono tra di loro diverse volte, emanando una serie di scintille che si spensero non appena toccarono il suolo.
Luke era senza dubbio uno dei migliori spadaccini di tutti i tempi, e vedere come si muoveva, mentre teneva testa al mostro assassino, era quasi un piacere per gli occhi.
I muscoli delle braccia, tesi al massimo, erano gonfi e rigidi, ed il suo viso stupendo era serrato in un’espressione concentrata.
Tuttavia, dopo alcuni minuti di lotta furiosa, notai che Luke iniziava a rallentare il ritmo e, ogni volta che parava un colpo di Lamia, il braccio destro gli tremava un po’.
Non aveva ancora smesso di sanguinare e, di certo, il taglio che aveva ricevuto cominciava a farsi sentire.
Parecchie volte, un’espressione di dolore gli oscurò il volto.
Provai nuovamente ad alzarmi, dopo aver appoggiato Annabeth a terra, e, questa volta, riuscii a mettermi in piedi. Ma, non appena feci un passo in avanti, le gambe cedettero di nuovo, facendomi cadere in ginocchio.
- Maledizione…
Gettai un rapido sguardo verso Luke, che ormai sembrava quasi esausto, ed avanzai carponi verso Maggie, che non si era ancora mossa.
- Maggie…- sussurrai, scuotendola appena – Maggie, ti prego, svegliati…
Lei strinse le palpebre, senza, però, dare segni di lucidità.
Cercai con lo sguardo, ancora appannato dalla lacrime, qualsiasi cosa che potesse tornarmi utile, quando vidi qualcuno correre verso Lamia, che, ormai teneva in pugno Luke.
- Bastaaaa!!! Lascialo stare!!!
- Connor!- gridai, mentre il piccolo Stoll si aggrappava al braccio di Lamia, cercando di toglierle il pugnale.
- Ancora tu?
L’Incantatrice gli diede una gomitata e lo scaraventò a terra- Sparisci, microbo!
Il ragazzino rotolò per diversi metri, fermandosi, privo di sensi, accanto a Morgan, che non dava alcun segno di miglioramento.
- Conn!- gridò Luke, con un’espressione sofferente sul volto e, mentre era distratto, Lamia ne approfittò per fargli cadere la spada dalle mani e, prima che potesse avere il tempo di reagire, gli piantò il pugnale nello stomaco.
Luke fu scosso da un brivido, mentre un fiotto di sangue gli usciva dalle labbra.
La lama del pugnale aveva trapassato la sua armatura leggera con facilità.
Lo vidi cadere a terra, ai piedi della maledetta Incantatrice, con gli occhi azzurri sbarrati ed un rivolo di sangue che gli colava dalla bocca.
Il tempo, intorno a me, sembrò rallentare.
Una morsa allo stomaco mi fece quasi piegare in due, mentre il respiro mi si bloccava.
No, non poteva essere vero. Luke, il mio Luke, non poteva andarsene così, non poteva morire.
Non poteva.
Non prima di avermi concesso un’altra volta il piacere delle sue labbra, non prima di avermi fatta irritare, infuriare per via delle sue trovate idiote, sentire in colpa per essere sempre così dura con lui.
Non prima di avermi fatta ridere, o trattenere per non dargli soddisfazione, non prima di avermi stretta di nuovo a sé e sussurrato delle parole in quel tono dolce e sensuale che solo lui sapeva avere.
Non prima di avergli potuto dire che lo amavo.
Perché mi ero benissimo resa conto che, nonostante l’avessi baciato più volte in quei due giorni, non gli avevo mai sussurrato quelle due parole che, invece, lui mi aveva già detto e ripetuto.
Non riuscivo ad accattare l’idea che mi lasciasse, tanto più senza la consapevolezza che i miei sentimenti erano totalmente ricambiati.
Tutta colpa del mio dannato orgoglio.
Mi alzai nuovamente in piedi ed una strana forza di impadronì di me.
Non ragionai più, non mi resi più conto di quello che stavo facendo. Mi avventai semplicemente contro Lamia, con una furia tale da farle cadere il pugnale di mano, ed iniziai a colpirla come e dove capitava, fino a quando le mani non iniziarono a sanguinarmi.
L’Incantatrice mi colpì con un pugno, facendomi cadere accanto al pugnale, ancora fresco del sangue del mio Luke.
Lo presi, mi rialzai, e mi gettai di nuovo contro di lei, colpendola più volte al viso e al petto.
Sapevo che non potevo ucciderla, il mio unico intento era quello di farla soffrire.
Mi gettò di nuovo a terra, ma io non mi arresi e la pugnalai alla gamba sinistra.
Lamia ruggì di dolore ed alzò una mano artigliata per colpirmi.
All’improvviso, però, ebbe una specie di sussulto.
Una lama arrugginita spuntava dal suo petto, facendo scorrere il sangue viola fino a terra.
Ritornai in me e diedi un’occhiata stupita a Grover, che, dopo aver visto il colpo andare a segno, crollò di nuovo a terra, stringendosi il fianco destro.
Feci appena in tempo a realizzare che il satiro, dopo essere rinvenuto per alcuni istanti, aveva visto la spada dello scheletro, volata via dalla mano di Luke, accanto a sé e, con uno sforzo enorme, l’aveva lanciata in direzione del mostro, trapassandola dalla schiena.
Poi, Lamia lanciò un gridò di dolore e rabbia e si dissolse.
Una densa fumata viola si levò a qualche metro da terra, per poi tornare giù e sprofondare nel pavimento. Mi tornò, improvvisamente, in testa l’ultimo verso della Profezia.
Un’anima l’Ade inghiottirà.
Forse, l’anima di cui parlava era davvero quella di Lamia.
Come per incanto, la nebbia che circondava l’isola cominciò a diradarsi ed il sole illuminò il campo di battaglia.
Il vento cominciò a soffiare e, piano piano, iniziai ad avvertire delle presenze rassicuranti che riempivano i boschi e le spiagge.
Alzai lo sguardo verso il cielo, giusto in tempo per vedere dei gabbiani volare sopra la mia testa.
Gli animali erano tornati.
Uno strano senso di benessere e pace iniziò ad avvolgermi, quando, con una stretta al cuore, mi ricordai di cosa era appena successo.
Mi alzai in piedi e, zoppicando, raggiunsi Luke, che giaceva a terra.
Era disteso di schiena, con la mano sinistra premuta sulla ferita allo stomaco e gli occhi sbarrati. Era vivo, ma continuava a sussultare e tossire.
Mi inginocchiai accanto a lui, con le lacrime agli occhi, e gli presi il viso tra le mani, tremando.
- Luke…
Lui girò faticosamente lo sguardo verso di me, sforzandosi di sorridere: - Ciao Baby… ce… ce l’abbiamo fatta, a quanto vedo…
La sua voce era ridotta ad un sussurro.
Scoppiai a piangere, appoggiando la fronte alla sua e bagnandogli il viso con le mie lacrime.
Sentii la sua mano destra, insanguinata e tremante, sfiorarmi una guancia con dolcezza: - Hey… hey… piccola… v-va tutto bene, non fare così…- mi sussurrò in tono dolce e quasi rassicurante.
Sentii qualcuno, alle mie spalle, gridare qualcosa, ma non ci feci più di tanto caso.
Lo fissai disperata, rendendomi conto che, anche in quelle condizioni, era bellissimo.
- Luke, ti amo- mormorai singhiozzando, baciandogli le labbra più volte – Ti amo… ti amo…
Luke emise una debole risata, accarezzandomi a fatica i capelli: - Lo so, amore… lo so…
Represse un gemito di dolore, mentre il suo volto diventava sempre più pallido.
- Luke!
Annabeth si inginocchiò accanto a noi, con gli occhi grigi sbarrati: - Luke, ti prego, non morire!
Lui le sorrise, scuotendo lentamente la testa: - Stai tranquilla, piccola… andrà tutto bene…
Un altro singulto involontario.
Maggie avanzò carponi verso di noi, con un’espressione decisamente preoccupata sul volto.
Diede un’occhiata alla ferita di Luke, e scosse la testa con aria triste.
All’improvviso, una strana luce viola scuro illuminò le rovine di Alcatraz, abbagliandoci per un istante.
Girai lo sguardo stupita, mentre, in mezzo al campo di battaglia, una donna vestita di nero si guardava attorno piuttosto perplessa.
Aveva lunghissimi capelli neri, raccolti in una coda alta che ricadeva davanti la spalla sinistra, magnetici occhi scuri e dei lineamenti molto simili a quelli di Morgan.
- L-la dea Ecate… - sussurrò Maggie sorpresa – Che cosa ci fa qui?
La dea della Magia strinse in una smorfia le labbra color vinaccia e, dopo averci dato uno sguardo, commentò piuttosto assorta: - Che razza di macello… stento a credere che una delle mie ancelle abbia fatto questo…
- D-divina Ecate, ci aiuti…- mormorò Grover, cercando invano di alzarsi da terra.
Aveva, probabilmente, più di qualche costola rotta.
Ecate ci guardò di nuovo in silenzio, come se stesse pensando a qualcosa, poi, vide il corpo esanime della figlia a terra.
- Oh, per l’Olimpo, Morgan!- si inginocchiò accanto a lei, scostandole alcuni ciuffi dalla guancia, ed assunse un’espressione preoccupata – Dovete tornare subito al Campo Mezzosangue! Necessitate di cure immediate e riposo!
Prese in braccio la figlia senza alcuno sforzo, poi si rivolse a noi: - Toccate la mia veste, vi riporterò subito al Campo.
Maggie annuì, poi, si alzò e, zoppicando un po’, trascinò i fratelli Stoll ai piedi della dea.
Connor era ancora svenuto, mentre Travis, sebbene fosse cosciente, aveva la fronte pallida ed il braccio evidentemente rotto.
La mia Custode aiutò, poi, Grover a raggiungere la veste di Ecate, ed, infine, diede una mano a me e Annabeth per spostare anche Luke.
Senza alcun dubbio, i lupi mannari hanno un minore tempo di ripresa, rispetto agli essere umani.
Afferrai un lembo del vestito nero della dea e strinsi forte la mano di Luke.
Quando gli diedi uno sguardo, però, notai con orrore che il suo viso era pallido come un cencio ed il suo respiro quasi assente. Annabeth sbiancò.
- Luke!- gridai, cercando di tenerlo sveglio – Luke apri gli occhi! Amore, apri gli occhi, ti supplico!
Ecate ci guardò e trasalì: - Oh, per Zeus! Non mi ero resa conto che fosse così grave! Vediamo se posso fare qualcosa…
I suoi occhi scuri cambiarono improvvisamente colore, diventando viola chiaro, e, non appena tornarono del loro colore originario, Luke iniziò a riprendere un po’ di colorito.
La sua espressione diventò più rilassata e, con sollievo, notai che anche il suo respiro tornava normale. Appoggiai una mano sul suo petto, che si muoveva con un ritmo decisamente più regolare ed avvertii i battiti del suo cuore, seppur ancora deboli.
Gli sorrisi, mentre Annabeth sospirava di sollievo, ed Ecate alzò le spalle: - Ho rimesso a posto i danni interni, ma non ho potuto fermare il flusso di sangue. Non sono Apollo e, di solito, ferite del genere non vanno curate con degli incantesimi. Ma, per il momento, è fuori pericolo.
La ringraziai, con le lacrime agli occhi, e baciai la fronte di Luke, ignorando le occhiatacce di Annabeth.
La dea della Magia recitò alcune parole in greco antico, poi, tutto iniziò a turbinare, esattamente come quando Morgan ci aveva trasportati sull’isola.
Chiusi gli occhi, senza smettere di stringere la mano di Luke, e cercai di non pensare che, non appena saremmo arrivati al Campo, Chirone ci avrebbe, probabilmente, uccisi.
Quando la testa smise di girarmi, un piacevole odore di fragole, davvero molto familiare, giunse alle mie narici, facendomi aprire gli occhi.
L’albero di Talia ci faceva ombra con i suoi rami, mentre il solito vociare dei nostri compagni giungeva alle mie orecchie come una dolce musica.
Eravamo finalmente ritornati al Campo Mezzosangue.
  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: Tinkerbell92