Prologo
La prima aveva grandi occhi blu cobalto, la seconda, invece, aveva uno sguardo ceruleo. Appena lo videro si alzarono in piedi traballando e corsero seguite dai due Pokémon a chiamare i genitori. Da un’altra porta apparve Touko, la pancia pronunciata metteva in risalto lo stato in cui si trovava.
-Mamma, è entrato questo signore, chi è?- chiese la bambina con gli occhi più chiari alla donna, che sorrise dolcemente e posò una mano sulla testa della figlia.
-Lui è lo zio Komor.- rispose lanciando un’occhiata all’amico.
-Zio?- ripeterono i tre in coro, le prime felici di avere un nuovo “parente”, il secondo meravigliato dall’affermazione di Touko.
-Ciao, Komor.- N entrò nella stanza salutandolo.
-Avanti, cos’è questa storia? Non ci vediamo da quattro anni e voi cosa combinate? Ecco qui due bambine!- si nascosero entrambe dietro le gambe del padre.
-Zio Komor sembra cattivo, ma in realtà non lo è. È solo un po’ gonfiato.- spiegò ridendo Touko alle due. Allora loro sorrisero.
-Io sono Yume.- disse quella con gli occhi più scuri, fissando lo sguardo in quello di Komor.
-Io sono Miky.- l’altra bambina sembrava dal carattere totalmente opposto, infatti la sua voce tremava mentre parlava.
Una famiglia felice… gli eroi erano finalmente in pace.
-Ciao, mamma!- le due ragazze entrarono in casa e Miky prese subito in braccio il fratellino di otto anni. Miky e Yume avevano sviluppato personalità completamente diverse, la prima dolce e timido, la seconda era letteralmente un maschiaccio, sfrontata e impertinente. Ma se si provava a conoscere entrambe, esse erano veramente simpatiche. Accanto a loro vi erano un Lucario e un Mienshao, i loro pokémon che erano a loro volta cresciuti o in quel caso, evoluti.
-Yume, Miky! Siete tornate! Non ci vediamo da due mesi!- le ragazze viaggiavano ormai da un anno e tornavano a casa raramente, solitamente per vedere il fratellino, per il quale le due erano degli idoli.
Tenshi, questo era il suo nome, era convinto che le due sorelle fossero le migliori in ogni cosa. Ammirava la pazienza e la dolcezza di Miky, e cercava sempre di imitare il carattere spavaldo e provocatorio di Yume.
-Miky!- esclamò. Yume andò vicino ai due e strappò il bambino alla gemella.
-Da quando in qua non si saluta, piccolo monello?- chiese ridendo, poi lo mise a terra e frugò nello zaino azzurro fino a quando non vi tirò fuori un pacchetto regalo.
-Ecco qui.- lo porse a Tenshi che ne sembrò stupefatto.
-Ma non è il mio compleanno.- disse.
-E chi se ne importa!- rispose Yume spazientita. Tenshi cominciò ad aprire il pacchettò che conteneva una pokéball.
-Aprila, su.- lo esortò Miky e lui obbedì. Dalla pokéball uscì un Minun che si attaccò al bambino.
-Non è un giocattolo, è un essere vivo, il tuo primo pokémon, quindi trattalo bene. Lui deve essere il tuo migliore amico.- il bambino annuì e si mise a giocare con il Pokémon.
N e Touko uscirono dalla casa con le due figlie che tirarono immediatamente fuori le teche da allenatore.
-Guarda, mamma, la sesta medaglia!- la medaglia Jet splendeva all’interno delle scatole dove tutte le medaglie erano lucidate a dovere.
-Bravissime.- disse N abbracciandole.
“Ecco, tutto è perfetto” pensò Touko, puntando lo sguardo verso il sole dorato.