Titolo: We are on a hiding to nowhere
Personaggi: Merlin; Mordred
Pairing: MerlinxMordred [Merdred]
Rating: Giallo
Genere: Slice of life; Sentimentale
Avviso: Slash; What if?; One-shot; Spoiler; Missing Moments
We are on a hiding to nowhere
Merlin era lì, con la cesta tra
le mani e gli indumenti puliti del regal somaro, stava
percorrendo i corridoi del castello, dirigendosi verso le stanze reali per
poter almeno depennare quell’incarico dalla sua lista infinita.
Una lista che non accennava a volersi
accorciare e nessuno sembrava schierarsi dalla sua parte, impedendogli in ogni
modo possibile lo svolgimento dei propri compiti.
Sospirò lievemente, chiudendo le
palpebre per un breve momento. Sapeva perfettamente di chi fosse la colpa.
Un lieve spostamento d’aria, così
impercettibile da non poter essere reale, affiancò il valletto.
«Hai paura di me, Emrys?» Domandò in un sussurro labile la nuova figura al
suo orecchio, dietro di lui.
Il corvino sussultò e la presa
sulla cesta vacillò.
Le mani pronte ed agili
dell’altro la bloccarono, circondando, con quel gesto, la vita del mago. «Dovresti
stare più attento, Emrys;
non vorrai che il tuo re vada in escandescenza.» Soffiò allusivo sul suo collo.
Il servitore sospirò nuovamente,
aumentando la presa sull’oggetto. «Sono commosso dalle attenzioni che mi
presti, Mordred. Soprattutto quando attenti alla mia
vita.»
Il druido sorrise sulla sua
pelle, sfiorandola con le labbra. «Smetterò quando vorrai.»
Merlin si morse le labbra e le
braccia del più piccolo lo circondarono maggiormente. Poteva sentire benissimo
i pensieri che avvolgevano la sua mente: Arthur
sì ed io no? «Devo andare, Mordred.»
«Proprio adesso?» Chiese il moro,
accarezzandogli il collo con la punta del naso.
«Ho dei compiti da svolgere, Mordred.» Proferì
il più grande, sottolineando il suo nome come se fosse un rimprovero.
Mordred lo attirò a sé, dietro una
colonna poco lontana, in un punto buio e dimenticato. «Non c’è fretta.»
Merlin si ritrovò con la schiena
al muro, il druido davanti a sé e le sue mani sui propri fianchi, così dov’erano
abituate a stare, mentre la cesta di vimini si poneva tra loro. «Mi
giustificherai tu con il re?» Domandò con sprezzante ironia il mago.
Il più piccolo sorrise nuovamente,
prendendo la cesta tra le mani e depositandola ai loro piedi. «Per me non ci
sono problemi, Emrys. Posso dire ogni cosa al tuo
re.»
Il respiro di Merlin si affievolì
ed i suoi occhi marini si specchiarono in quelli glaciali dell’altro. «Non
serve arrivare a tanto; basterebbe che mi lasciassi andare.»
Il respiro del druido si fondeva
in una miscela unica con il suo e poteva sentire perfettamente il sapore delle
sue labbra. «Non ti trattengo in alcun modo, Emrys.
Puoi andare quando vuoi.» Pronunciò sulla sua bocca, sfiorandolo con il corpo.
Merlin le vedeva lì quella
labbra, accostate alle sue, esplorargli la bocca in ogni dove.
Eppure quelle labbra non
toccavano le sue, al contrario si dedicavano alla sua pelle.
Gli sfioravano il viso,
depositando piccoli baci impercettibili, risalendo fino alle palpebre,
schioccando baci leggeri.
«Arthur mi starà cercando.»
Farfugliò il mago, consono di star perdendo il controllo.
Le mani del druido si
depositarono sui suoi fianchi con delicatezza ed il contatto con la pelle prese
a scottare. «Puoi andare quando vuoi.» Ripeté sul suo viso, baciandogli la
palpebra inferiore.
Il valletto ne dubitava
fortemente; quella presa sul suo corpo diveniva sempre più possessiva e quei
gesti gli annebbiavano la mente. «Mo.» Cantilenò in un sussurro fin troppo
vivido, perforando il timpano del più piccolo.
Mordred conosceva perfettamente quel
momento, il significato di quella singola sillaba che comprendeva tutto il suo
essere; la consapevolezza che Merlin gli stesse lasciando campo libero.
Le labbra del druido si congiunsero
a quelle del mago, senza aspettare un solo attimo, in un tocco ricercato,
sublime ed appagante.
Tocchi accennati, labbra che si
accarezzano, piccoli baci soffusi.
E proprio in quel momento,
proprio quando il contatto voleva essere approfondito e stuzzicante, il nome
del valletto reale echeggiò per i corridoi del castello, insinuandosi tra loro
con forza.
Le palpebre del più grande si
aprirono, incrociando gli occhi dell’altro. «L’hai sentito?» Chiese
retoricamente.
Mordred sospirò nella sua bocca, sfiorandogli
il labbro inferiore. «L’ho sentito.»
«Devo davvero andare, Mo.»
Comunicò il servitore, intontito da quel risveglio brusco.
Il druido annuì, eppure le labbra
non accennavano a volersi separare dalle sue, continuando a lasciare quegli
schiocchi delicati. Merlin sapeva perfettamente che Mordred
non aveva alcuna intenzione di lasciarlo andare.
Il nome del mago risuonò ancora
tra quelle pareti, con più forza, rabbia ed irrequietezza.
Le attenzioni che il druido gli
donava non volevano cessare. «Mo.» Lo chiamò con un tono di voce più alto,
cercando la sua attenzione ed ammonendolo.
«Va bene.» Proferì il più
piccolo, schioccandogli l’ennesimo bacio ed insinuando la lingua nella sua
bocca, lambendogli la sua in un tocco fugace. «A stanotte.» Soffiò con malizia.
Merlin arrossì vistosamente,
serrando le labbra e sgranando gli occhi.
Il suo nome, urlato dal re,
continuava a riempire gli spazi vuoti del castello.
Nella mente del valletto riaffioravano
due figure, opposte fra loro.
Il buon re ed il carnefice.
L’uomo che amava ed il suo
peggior nemico.
Erano lune intere che passava in compagnia del druido, messo momentaneamente
da parte dal suo padrone. Costantemente vezzeggiato dalle labbra e dalle
attenzioni del più piccolo, che sembravano rivestirlo di un ruolo a cui non
sapeva dare alcun significato.
Mordred era suo nemico, colui che
avrebbe stroncato la vita del suo amato re.
L’aveva visto, tutto impresso
nella sua memoria; immagine per immagine.
Più volte e casualmente avevano
affrontato l’astio che lui sembrava provare per il giovane druido, senza che Mordred potesse realmente spiegarselo, tranne quando la
parola nemico riecheggiava nelle loro menti.
Mordred gli aveva sorriso – avvolti
dalle lenzuola di seta, persi in un abbraccio nudo ed infinito, uniti in ogni
modo possibile –, baciandolo con trasporto eccessivo. «Studi davvero da vicino
il tuo nemico, Merlin.» Gli aveva
detto con leggera ironia e vile allusività, spingendosi in lui per sottolineare
il concetto.
Il servitore aveva sbuffato,
profondamente offeso da quella sottigliezza. Mordred
si era chinato su di lui, catturando nuovamente la bocca con la sua, ancora una
volta ed un’altra, spingendosi ulteriormente in lui.
Merlin non aveva mai fatto nulla
che potesse indebolire quel loro legame, che si rafforzava ad ogni battito di
ciglia.
Proprio con quella
consapevolezza, il mago agiva senza mai riflettere.
Merlin lo attirò a sé,
catturandogli le labbra con le sue e pretendendo quel contatto vero ed
approfondito che gli era stato promesso.
Le labbra di Mordred
si curvano in un sorriso divertito e vittorioso, stringendolo a sé ed
acconsentendogli l’accesso che pretendeva.
Non
farti strane idee,
comunicò il mago nella sua mente, mentre approfondiva quel contatto.
Non
sto fiatando,
rispose prontamente il druido con divertimento, impadronendosi di tutto il suo
ossigeno.
Divenne un sottofondo lontano
quel nome urlato con isterismo, muto alle loro orecchie.
Oh.
Una volta mi sarei davvero preoccupata del mio interesse verso il Merdred, ma adesso sinceramente, oltre a manifestare il mio
amore per questa coppia, non ho nulla da dire. Se non papiri infiniti.
Perché
ha preso vita tutto ciò? Le motivazioni sono tante e la mia mente va per il
fatti suoi, quindi è davvero difficile starle dietro.
Probabilmente
tutto è guidato dalla mia voglia di dilettarmi con la figura di Mordred e con il legame che lo unisce a Merlin.
Il
mio cammino verso di loro è davvero tortuoso.
Spero
che possiate apprezzare questi piccoli momenti con i nostri moretti.
Che
possiate dimenticare, anche per un solo momento, che la fine per questo telefilm
sia giunta.
Ringrazio
anticipatamente chiunque passerà di qui, chi gli presterà attenzione e chi è
semplicemente incuriosito dalle loro figure.
Ringrazio
la mia beta, devota, che è obbligata a leggere tutto ciò che le mie mani
creano. E non siamo mai state tanto rapite come con questa fic;
che il Merdred abbia un grande ascendente su di noi?
Alla
prossima.
Antys