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Autore: Antys    26/11/2012    8 recensioni
«Hai paura di me, Emrys?» Domandò in un sussurro labile la nuova figura al suo orecchio, dietro di lui.
Il corvino sussultò e la presa sulla cesta vacillò.
Le mani pronte ed agili dell’altro la bloccarono, circondando, con quel gesto, la vita del mago. «Dovresti stare più attento, Emrys; non vorrai che il tuo re vada in escandescenza.» Soffiò allusivo sul suo collo.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Mordred
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
- Questa storia fa parte della serie 'Feed me Poison'
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Titolo:  We are on a hiding to nowhere

Personaggi: Merlin; Mordred

Pairing: MerlinxMordred [Merdred]

Rating: Giallo

Genere: Slice of  life; Sentimentale

Avviso: Slash; What if?; One-shot; Spoiler; Missing Moments

 

 

We are on a hiding to nowhere

 

Merlin era lì, con la cesta tra le mani e gli indumenti puliti del regal somaro, stava percorrendo i corridoi del castello, dirigendosi verso le stanze reali per poter almeno depennare quell’incarico dalla sua lista infinita.

Una lista che non accennava a volersi accorciare e nessuno sembrava schierarsi dalla sua parte, impedendogli in ogni modo possibile lo svolgimento dei propri compiti.

Sospirò lievemente, chiudendo le palpebre per un breve momento. Sapeva perfettamente di chi fosse la colpa.

Un lieve spostamento d’aria, così impercettibile da non poter essere reale, affiancò il valletto.

«Hai paura di me, Emrys?» Domandò in un sussurro labile la nuova figura al suo orecchio, dietro di lui.

Il corvino sussultò e la presa sulla cesta vacillò.

Le mani pronte ed agili dell’altro la bloccarono, circondando, con quel gesto, la vita del mago. «Dovresti stare più attento, Emrys; non vorrai che il tuo re vada in escandescenza.» Soffiò allusivo sul suo collo.

Il servitore sospirò nuovamente, aumentando la presa sull’oggetto. «Sono commosso dalle attenzioni che mi presti, Mordred. Soprattutto quando attenti alla mia vita.»

Il druido sorrise sulla sua pelle, sfiorandola con le labbra. «Smetterò quando vorrai.»

Merlin si morse le labbra e le braccia del più piccolo lo circondarono maggiormente. Poteva sentire benissimo i pensieri che avvolgevano la sua mente: Arthur sì ed io no? «Devo andare, Mordred

«Proprio adesso?» Chiese il moro, accarezzandogli il collo con la punta del naso.

«Ho dei compiti da svolgere, Mordred.» Proferì il più grande, sottolineando il suo nome come se fosse un rimprovero.

Mordred lo attirò a sé, dietro una colonna poco lontana, in un punto buio e dimenticato. «Non c’è fretta.»

Merlin si ritrovò con la schiena al muro, il druido davanti a sé e le sue mani sui propri fianchi, così dov’erano abituate a stare, mentre la cesta di vimini si poneva tra loro. «Mi giustificherai tu con il re?» Domandò con sprezzante ironia il mago.

Il più piccolo sorrise nuovamente, prendendo la cesta tra le mani e depositandola ai loro piedi. «Per me non ci sono problemi, Emrys. Posso dire ogni cosa al tuo re.»

Il respiro di Merlin si affievolì ed i suoi occhi marini si specchiarono in quelli glaciali dell’altro. «Non serve arrivare a tanto; basterebbe che mi lasciassi andare.»

Il respiro del druido si fondeva in una miscela unica con il suo e poteva sentire perfettamente il sapore delle sue labbra. «Non ti trattengo in alcun modo, Emrys. Puoi andare quando vuoi.» Pronunciò sulla sua bocca, sfiorandolo con il corpo.

Merlin le vedeva lì quella labbra, accostate alle sue, esplorargli la bocca in ogni dove.

Eppure quelle labbra non toccavano le sue, al contrario si dedicavano alla sua pelle.

Gli sfioravano il viso, depositando piccoli baci impercettibili, risalendo fino alle palpebre, schioccando baci leggeri.

«Arthur mi starà cercando.» Farfugliò il mago, consono di star perdendo il controllo.

Le mani del druido si depositarono sui suoi fianchi con delicatezza ed il contatto con la pelle prese a scottare. «Puoi andare quando vuoi.» Ripeté sul suo viso, baciandogli la palpebra inferiore.

Il valletto ne dubitava fortemente; quella presa sul suo corpo diveniva sempre più possessiva e quei gesti gli annebbiavano la mente. «Mo.» Cantilenò in un sussurro fin troppo vivido, perforando il timpano del più piccolo.

Mordred conosceva perfettamente quel momento, il significato di quella singola sillaba che comprendeva tutto il suo essere; la consapevolezza che Merlin gli stesse lasciando campo libero.

Le labbra del druido si congiunsero a quelle del mago, senza aspettare un solo attimo, in un tocco ricercato, sublime ed appagante.

Tocchi accennati, labbra che si accarezzano, piccoli baci soffusi.

E proprio in quel momento, proprio quando il contatto voleva essere approfondito e stuzzicante, il nome del valletto reale echeggiò per i corridoi del castello, insinuandosi tra loro con forza.

Le palpebre del più grande si aprirono, incrociando gli occhi dell’altro. «L’hai sentito?» Chiese retoricamente.

Mordred sospirò nella sua bocca, sfiorandogli il labbro inferiore. «L’ho sentito.»

«Devo davvero andare, Mo.» Comunicò il servitore, intontito da quel risveglio brusco.

Il druido annuì, eppure le labbra non accennavano a volersi separare dalle sue, continuando a lasciare quegli schiocchi delicati. Merlin sapeva perfettamente che Mordred non aveva alcuna intenzione di lasciarlo andare.

Il nome del mago risuonò ancora tra quelle pareti, con più forza, rabbia ed irrequietezza.

Le attenzioni che il druido gli donava non volevano cessare. «Mo.» Lo chiamò con un tono di voce più alto, cercando la sua attenzione ed ammonendolo.

«Va bene.» Proferì il più piccolo, schioccandogli l’ennesimo bacio ed insinuando la lingua nella sua bocca, lambendogli la sua in un tocco fugace. «A stanotte.» Soffiò con malizia.

Merlin arrossì vistosamente, serrando le labbra e sgranando gli occhi.

Il suo nome, urlato dal re, continuava a riempire gli spazi vuoti del castello.

Nella mente del valletto riaffioravano due figure, opposte fra loro.

Il buon re ed il carnefice.

L’uomo che amava ed il suo peggior nemico.

Erano lune intere che passava in compagnia del druido, messo momentaneamente da parte dal suo padrone. Costantemente vezzeggiato dalle labbra e dalle attenzioni del più piccolo, che sembravano rivestirlo di un ruolo a cui non sapeva dare alcun significato.

Mordred era suo nemico, colui che avrebbe stroncato la vita del suo amato re.

L’aveva visto, tutto impresso nella sua memoria; immagine per immagine.

Più volte e casualmente avevano affrontato l’astio che lui sembrava provare per il giovane druido, senza che Mordred potesse realmente spiegarselo, tranne quando la parola nemico riecheggiava nelle loro menti.

Mordred gli aveva sorriso – avvolti dalle lenzuola di seta, persi in un abbraccio nudo ed infinito, uniti in ogni modo possibile –, baciandolo con trasporto eccessivo. «Studi davvero da vicino il tuo nemico, Merlin.» Gli aveva detto con leggera ironia e vile allusività, spingendosi in lui per sottolineare il concetto.

Il servitore aveva sbuffato, profondamente offeso da quella sottigliezza. Mordred si era chinato su di lui, catturando nuovamente la bocca con la sua, ancora una volta ed un’altra, spingendosi ulteriormente in lui.

Merlin non aveva mai fatto nulla che potesse indebolire quel loro legame, che si rafforzava ad ogni battito di ciglia.

Proprio con quella consapevolezza, il mago agiva senza mai riflettere.

Merlin lo attirò a sé, catturandogli le labbra con le sue e pretendendo quel contatto vero ed approfondito che gli era stato promesso.

Le labbra di Mordred si curvano in un sorriso divertito e vittorioso, stringendolo a sé ed acconsentendogli l’accesso che pretendeva.

Non farti strane idee, comunicò il mago nella sua mente, mentre approfondiva quel contatto.

Non sto fiatando, rispose prontamente il druido con divertimento, impadronendosi di tutto il suo ossigeno.

Divenne un sottofondo lontano quel nome urlato con isterismo, muto alle loro orecchie.

 

 

 

 

 

 

 

 

Oh. Una volta mi sarei davvero preoccupata del mio interesse verso il Merdred, ma adesso sinceramente, oltre a manifestare il mio amore per questa coppia, non ho nulla da dire. Se non papiri infiniti.

Perché ha preso vita tutto ciò? Le motivazioni sono tante e la mia mente va per il fatti suoi, quindi è davvero difficile starle dietro.

Probabilmente tutto è guidato dalla mia voglia di dilettarmi con la figura di Mordred e con il legame che lo unisce a Merlin.

Il mio cammino verso di loro è davvero tortuoso.

Spero che possiate apprezzare questi piccoli momenti con i nostri moretti.

Che possiate dimenticare, anche per un solo momento, che la fine per questo telefilm sia giunta.

Ringrazio anticipatamente chiunque passerà di qui, chi gli presterà attenzione e chi è semplicemente incuriosito dalle loro figure.

Ringrazio la mia beta, devota, che è obbligata a leggere tutto ciò che le mie mani creano. E non siamo mai state tanto rapite come con questa fic; che il Merdred abbia un grande ascendente su di noi?

Alla prossima.

Antys

   
 
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