Anime & Manga > Kaichou Wa Maid Sama!
Ricorda la storia  |      
Autore: Minari OppaRi    26/11/2012    2 recensioni
[ Male!Misaki x Fem!Usui ]
“Sai, Ayuzawa-Kun….ti sono grata per oggi. Ti ho mostrato un lato molto debole di me e nonostante tutto ti sei preso cura di me”
Le sue gote erano tinte di rosso, per la prima volta Usui Takumi, proprio lei era in imbarazzo.
Per il ragazzo il tempo sembrò fermarsi.
Era una ragazza incredibile, nonostante fosse ammalata si vergognava di farsi vedere debole. Quello non era orgoglio, era solo la paura di mostrarsi troppo fragile davanti a lui, davanti al ragazzo che amava.
Ecco cosa pensò in quel momento.
“Quindi se vuoi andare ora sei libero di farlo”
La bionda si voltò giusto in tempo per vederlo piombare su di sé.
Caddero a terra.
Lui sopra, lei sotto.
“A-Ayuzawa-Kun…m-ma che?”
“Mi dispiace, non posso più resistere”
Misaki premette con forza le labbra sulle sue, iniziando a slacciarle lentamente, bottone per bottone, la camicetta.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Gender Bender
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Misaki lo sapeva bene, anzi benissimo.
Sapeva che non avrebbe potuto resistere ancora per molto al fascino della bella Usui.
Era certo di essere ormai al limite della sopportazione, sia mentale che fisica.
Il suo corpo non poteva più trattenersi e nemmeno il suo cuore.
Che fosse innamorato della bionda era ormai certo, ma il suo orgoglio maschile gli impediva di accettarlo.
Il presidente del consiglio studentesco Misaki Ayuzawa innamorato di una ragazza? Inaccettabile.
“Ayuzawa-Kun, potresti portare questi compiti a Takumi della seconda sezione?”
Il ragazzo sussultò a quell’inaspettata richiesta.
“P-perché proprio io?”
“Perché sei il presidente del consiglio studentesco”
Misaki a quella risposta non ebbe possibilità di ribattere, i suoi doveri di presidente venivano prima dell’orgoglio.
Prese, anche se molto riluttante, i fogli dalle mani del professore.
“In questo momento è in classe, giusto?”
“Oh no no, Ayuzawa-Kun. E’ a casa con la febbre”
Quel giorno, ne era sicuro, qualcuno doveva odiarlo molto, perché se fosse entrato in quella casa sarebbe di sicuro uscito con la sanità mentale completamente distrutta.
 
 
“Credo che andarci da solo non sia una buona idea, Misaki-Kun”
“Vorresti venire tu con me, Sakura-Kun?”
“Oh no, mi spiace. Oggi esco con Kuga-Chan”
Sakura addentò un biscotto, dandogli una pacca rassicurante sulla schiena.
“Ti do solo un consiglio. Stai attento quando sarai a casa di Usui-Chan, con lei non si sa mai cosa può succedere”
Misaki ne era consapevole, aveva già avuto l’occasione di vedere quanto fosse grande la perversione di Usui.
Avventurarsi nella casa di una ragazza pericolosa come lei era praticamente come servirsi su un piatto d’argento.
“Tranquillo, Misaki-Kun. Il tuo caro amico Sakura ti darà un grande aiuto”
Il ragazzo infilò nella tasca della giacca del presidente un piccolo pacchettino rotondo, ghignando.
“Sarà una caramella” pensò Misaki, sapendo quanto l’amico fosse ghiotto di dolci.
 
 
Le lezioni terminarono in fretta e per il giovane Ayuzawa era arrivato il momento di affrontare il suo nemico numero uno.
Mise i compiti nella cartella e con passo lento si avviò verso la casa di Usui.
Sarebbe stata una cosa veloce, avrebbe consegnato i fogli alla diretta interessata, l’avrebbe salutata e come un lampo se ne sarebbe andato.
Era sicuro che sarebbe stata una cosa facile.
 
 
Misaki arrivò al luogo designato e rimase a bocca aperta appena vide l’enorme palazzo in cui, secondo l’indirizzo datogli dalla scuola, avrebbe dovuto abitare la ragazza.
Ma le sorprese non erano finite lì.
Il corridoio del piano terra oltre ad essere ampio era ben pulito, cosi splendente che quasi ci si poteva specchiare.
“E’ un posto per ricchi snob questo”
Mormorò lui, continuando a guardarsi intorno.
Chi era davvero Usui?
Se doveva essere sincero non sapeva nulla della ragazza, niente sul suo passato, niente sui suoi progetti per il futuro, nulla di nulla.
L’unica cosa che sapeva era che….
“Ti amo, Ayuzawa-Kun”
Scosse la testa, scacciando via ogni pensiero.
Usui era solo un’aliena pervertita, non poteva essere seriamente innamorata di lui.
Prese l’ascensore e iniziò a guardarsi negli specchi collocati ai lati.
Uno sguardo dubbioso che velocemente si posava su ogni centimetro del suo corpo.
“Non ho nulla di speciale e non sono meglio di altri ragazzi, perché mai dovrebbe scegliere me? Ho pure un brutto caratteraccio”
Pensò il ragazzo, facendo uscire quel suo piccolo lato che sapeva di essere profondamente innamorato della ragazza.
Fu la voce dell’ascensore, che gli segnalò di essere arrivato, a farlo tornare in sé.
Misaki si avvicinò alla porta, deglutendo rumorosamente.
Fece dei respiri profondi, bussando piano.
Sarebbe stata una cosa veloce, non avrebbe neanche avuto il tempo di guardarla negli occhi.
Ma si sa, quando si trattava di Usui il destino era abbastanza crudele con il ragazzo.
La porta si aprì lentamente, facendo comparire sulla soglia la bionda in tutto il suo splendore.
I suoi lunghi capelli biondi erano raccolti in una lunga coda che le ricadeva sulla spalla, una lunga camicia bianca faceva risaltare le sue forme mentre i suoi pantaloni, praticamente trasparenti, mostravano le sue gambe slanciate.
Misaki boccheggiò per diversi secondi mentre le sue guance si tinsero di rosso.
“Oh, Ayuzawa-Kun. Che sorpresa”
Sorrise lei, incrociando le braccia al petto.
“Ti ho portato i compiti…”
Mormorò lui, aprendo velocemente la cartella.
“Accomodati pure”
Ecco l’unica frase che non avrebbe voluto sentire.
Usui rientrò in casa con un sorrisino beffardo dipinto sul viso, la cosa naturalmente fece irritare molto Misaki.
“Non mi faccio mettere i piedi in testa da lei” pensò, stringendo con forza i pugni.
La seguì, rimanendo stupito nel vedere quanto quell’appartamento fosse spoglio.
Un divano e un tavolino, non c’era nient’altro in quel salotto.
“Ti sei appena trasferita?”
“No, abito qui da quando ho iniziato il liceo”
“Ma un letto almeno ce l’hai?”
La ragazza si limitò a sorridere, facendo capire al ragazzo che la risposta era negativa.
Tolse i fogli e li appoggiò sul tavolino mentre Usui si avvicinò pericolosamente a lui.
“Sei venuto solo per questo?”
Si sciolse i capelli, facendoli ricadere sulla schiena.
Misaki si morse le labbra, indietreggiò appena senza spostare lo sguardo dagli smeraldi della bionda.
“O-ovvio che si. Per quale altro motivo sarei dovuto venire?”
Lei tracciò il profilo del viso del ragazzo con l’indice, sorridendo maliziosamente.
“Per me. Oppure per le mie labbra”
Rise, avvicinando il viso al suo.
Le gambe di Misaki tremarono, il suo respiro si affannò e un forte senso di angoscia lo pervase.
“Scherzetto.”
La bionda sorrise, facendo un piccolo salto indietro.
“Avresti dovuto vedere la tua faccia, Ayuzawa-Kun. Uno spasso”
“Certo che sei proprio una….una….una stupida aliena pervertita! Altro che febbre!”
Il ragazzo strinse con forza i pugni, il viso completamente rosso e le vene che gli pulsavano per la rabbia.
La sorpassò violentemente, con i nervi a fiori di pelle.
Ogni volta non faceva altro che farlo innervosire e lui non ne poteva davvero più.
Un tonfo lo costrinse a voltarsi.
Usui era a terra ansimante.
“Usui!”
Misaki le corse subito accanto, alzandole delicatamente la testa.
L’idea che la ragazza stesse fingendo e che da un momento all’altro avrebbe aperto gli occhi, pronta per ridergli in faccia, non gli sfiorò la mente nemmeno per un secondo.
Appoggiò una mano sulla sua fronte, mordendosi le labbra appena la sentì scottare a contatto con la sua pelle.
“Idiota…”
La bionda aveva davvero la febbre alta e nonostante tutto si era mostrata forte e in salute.
Questione d’orgoglio? Oppure perché davanti ai suoi occhi c’era lui?
La prese in braccio e con dolcezza la stese sul divano, dove la coprì con un candido lenzuolo bianco.
Corse in bagno e riempì una bacinella con dell’acqua gelida.
“Accidenti a lei….”
Bofonchiò mentre con lentezza tornava da lei.
Non aveva il coraggio di andarsene e di abbandonarla nello stato in cui era.
Bagnò un pezzo di stoffa e lo depositò sulla sua fronte.
Il respiro le era accelerato e di conseguenza il suo petto aveva iniziato ad alzarsi e abbassarsi velocemente.
La cosa, naturalmente, non passò inosservata agli occhi di Misaki, il quale arrossì violentemente senza però mai staccare lo sguardo.
“C-Chiamerò mio padre per avvisarlo che resto qui..”
Prese il telefono dalla tasca dei pantaloni e velocemente chiamò il padre.
Per sua fortuna non c’era nessun problema e sarebbe potuto restare da Usui tutto il tempo che voleva.
Si tolse la giacca, appoggiandola per terra.
Posò di nuovo lo sguardo sulla ragazza, concentrandosi però sulle sue rosee labbra.
“Un pervertito, ecco in cosa mi ha trasformato” pensò, coprendosi appena il viso con le mani.
Non capiva come una sola ragazza potesse scombussolarlo cosi tanto.
Il genere femminile stava davvero su un mondo lontano dal suo.
“Ayuzawa-Kun….”
Tolse le mani, guardandola sorpreso e imbarazzato.
“Mh…Ayuzawa-Kun..”
Mugolò di nuovo lei, stringendo tra le mani il lenzuolo.
Il ragazzo diventò rosso, boccheggiando a vuoto per diversi secondi.
“V-vado a preparare da mangiare!”
Scattò subito in cucina, portandosi un braccio davanti al viso in un vano tentativo di nascondere il suo imbarazzo.
Usui dormiva, ne era sicuro.
Perché cavolo lo stava sognando? Perché aveva detto il suo nome? Perché doveva essere cosi difficile starle vicino senza rischiare di perdere la testa?
Aprì con forza il frigorifero, rimanendo sconvolto nel vederlo praticamente vuoto.
Mille domande gli pervasero la testa.
Chi era davvero la bionda? Perché viveva in un luogo stupendo? E perché il suo appartamento era cosi spoglio?
Troppi misteri.
Ma d’altronde era normale non sapere niente su di lei, era cosi apatica quando si trattava di sé stessa.
“Il capo potrà aiutarmi, ne sono sicuro.”
 
 
Per fortuna Satsuki, il capo di Misaki, gli aveva portato degli avanzi del Butler Cafè che sarebbero bastati per sfamare Usui.
Si rimboccò le maniche e nonostante sapesse di essere una frana totale in cucina s’impegnò con tutte le sue forze, come se volesse farla tornare in salute ad ogni costo.
Il risultato però non fu molto soddisfacente.
Quella che doveva essere una minestra di riso si era trasformata in una poltiglia appiccicosa.
“Insomma…non sembra male”
Mormorò senza nemmeno un po’ di convinzione.
Sospirando, tornò dalla ragazza e appoggiò il piatto sul tavolino.
La bionda sudava e il suo respiro non accennava a voler tornare normale, stava peggiorando.
Il ragazzo le bagnò di nuovo il pezzo di stoffa, riappoggiandoglielo poi sulla fronte.
“Maledizione. Non mi sento per niente utile.”
Brontolò, battendo un pugno sul palmo della mano.
Per una volta che era lei ad aver bisogno di aiuto non riusciva a fare niente.
Le accarezzò lentamente la guancia, guardandola con uno sguardo triste.
Usui aprì lentamente gli occhi, facendo cosi ritrarre la mano di Misaki.
“A-ah, ti sei svegliata. T-ti ho preparato da mangiare.”
Notò il piatto nel quale la poltiglia appiccicosa si mostrava in tutto il suo disgusto.
“Ma è un quintale”
“S-senti, tu! Non so cucinare, va bene? Se non la vuoi allora non la mangiare”
“La mangerò”
Il presidente la guardò confuso.
“L’hai preparata apposta per me.”
Lui arrossì per l’ennesima volta.
“Però non ho la forza di tenere il cucchiaio”
Il suo cuore perse un battito.
“E la mia lingua non sopporta i cibi troppi caldi, quindi dovrai soffiare per raffreddarlo un po’.”
E un altro battito ancora.
“A-accidenti a te….”
Anche se parecchio nervoso, prese un boccone di quella poltiglia  e iniziò a soffiarci sopra.
“Cosa mi sto riducendo a fare per lei…” pensò, avvicinando il cucchiaio alla sua bocca.
La bionda si lasciò imboccare, portandosi improvvisamente una mano alla testa.
“E’ incredibile che esista una persona che riesce a distruggere cosi il sapore del cibo. Ne sono addirittura innamorata, è un onore”
“Z-zitta e mangia!”
Brontolò Misaki, ignorando l’ultima frase detta dalla ragazza.
 
 
Dopo qualche minuto il piatto fu completamente vuoto e l’anima di Usui sembrava voler uscire dal proprio corpo.
“A-alla fine non era poi cosi disgustosa, no? Non hai lasciato niente”
“Più che altro credo che a breve andrò all’ospedale per indigestione”
Rantolò con voce cadaverica.
“D-di che ti lamenti? Ti ho detto un sacco di volte di non mangiarla tutta! Se faceva schifo dillo chiaramente!”
“Faceva schifo”
“E allora non dovevi ingozzarti, scema!”
“Figurarsi se potevo lasciarne anche solo un boccone. Quello….è il primo piatto che hai preparato per me, Ayuzawa-Kun”
Il ragazzo diventò rosso, abbassando subito il viso per non darle soddisfazione nel vederlo imbarazzato.
“V-vado…vado a prenderti le medicine”
Tornò in cucina, portandosi una mano sul petto e iniziò ad ascoltare con attenzione i battiti accelerati del proprio cuore.
Non sarebbe riuscito a resistere ancora per molto, lo sapeva.
Prese due pastigliette e un bicchiere d’acqua e tornò dalla bionda.
Lei, cosi debole e indifesa, cercava di alzarsi.
“Usui, stai stesa. La febbre è ancora alta”
Voltò lo sguardo verso di lui, tossendo debolmente.
“K-Kaichou…”
Si lasciò ricadere sul divano, coprendosi fin sopra la testa con il lenzuolo.
“Non le voglio le medicine…”
Mormorò in un sussurro, ricominciando poi a tossire.
Misaki sospirò, abbandonando sul tavolino le medicine e il bicchiere.
“Fai come vuoi. Allora io vado”
Intenzionato ad andarsene sul serio si voltò, fermandosi un secondo dopo, accorgendosi che le dita di Usui stavano stringendo con forza la manica della sua camicia.
“Scusa. Non andare…”
Avvampò all’istante.
Non aveva mai visto la bionda in quello stato.
Cosi indifesa, debole e timida, non era in lei.
Le prese la mano e si sedette sul pavimento.
“Sei in condizioni davvero pessime. Resto.”
Riprese le pastigliette e le abbassò lentamente il lenzuolo dal viso.
“Dai, prendile”
“Non puoi farmele prendere tu con un bel bacio?”
Il ragazzo non riuscì a trattenere un piccolo sorriso, finalmente la riconosceva.
“Certo che no, pervertita”
Risero tutti e due.
Inconsciamente Misaki si stava avvicinando sempre di più a quella ragazza da cui aveva sempre voluto allontanarsi ed inconsciamente non se ne sarebbe mai pentito.
 
 
Dopo aver ingerito le medicine Usui era crollata in un sonno profondo, lasciando il presidente libero di rilassarsi un po’.
Con le braccia incrociate al petto guardava la città in tutto il suo splendore da dietro l’enorme vetrata che c’era in salotto.
Si sentiva sereno, come se nessun problema lo assillasse.
Spostava di tanto in tanto lo sguardo sulla bionda per assicurarsi che dormisse ancora.
Era sollevato nel vederla tranquilla e con le labbra incrinate in un piccolo sorriso.
Si fece largo dentro di lui una piccola sensazione di calore e lentamente tornò accanto a lei, prendendole con delicatezza la mano.
Gliel’accarezzò piano e sorrise nel sentire la sua pelle morbida e calda.
“Ayuzawa-Kun non fare cosi, altrimenti finirai per farmi perdere completamente la testa per te”
Sussultò nel vederla con gli occhi aperti, fissi ad osservare la sua mano.
“C-che accidenti ci fai già sveglia? Devi riposare ancora un po’.”
“Solo se continui a tenermi la mano”
Le mostrò una faccia corrucciata e le strinse più forte la mano.
“E va bene”
Girò il viso, evitando di continuare il contatto con quei profondi occhi verdi.
Usui richiuse gli occhi, portando la mani, ben stretta a quella di Misaki, vicino alle labbra.
“Grazie”
Sussurrò lievemente prima di cadere di nuovo nel mondo dei sogni.
Il suo viso mostrava finalmente un sorriso radioso, piccolo segno che la febbre stava lentamente scendendo.
 
 
Le ore passarono lente accompagnate da un profondo silenzio, rotto di tanto in tanto da qualche mugolio soffocato della ragazza.
La sera scese presto e in cielo comparve una splendente luna piena.
Il ragazzo però osservava uno spettacolo ancora più meraviglioso, ovvero il viso dormiente della bionda.
Con l’indice tracciava i lineamenti del suo viso, soffermandosi più volte sulle labbra e sulla fronte, sperando che la temperatura non si alzasse di nuovo.
Sbadigliò più volte, quasi sul punto di addormentarsi.
“Devo stare sveglio”
Borbottò, tirandosi qualche schiaffetto sulla guancia.
Appoggiò la testa sul divano, accanto a quella di Usui.
Sentiva il suo caldo respiro scontrarsi contro le proprie labbra, facendolo arrossire e rabbrividire.
Posò lo sguardo sui suoi occhi, osservando ogni minimo particolare.
“Non mi ero mai accorto….che avesse delle ciglia cosi lunghe” pensò, schiudendo lentamente le labbra.
In quel momento si poteva udire solo il battito accelerato del cuore di Misaki e quello rilassato della bionda.
I loro respiri si mescolarono tra di loro.
Il ragazzo voleva le sue labbra, eccome se le voleva.
“Ayuzawa-Kun…?”
Perso nei suoi pensieri non si era minimamente accorto che lei si fosse svegliata, un brivido gli percorse la schiena appena vide i suoi occhi puntanti su di lui.
Fece un balzo indietro urlando.
“T-t-tu! A-accidenti! N-non farmi venire certi colpi!”
Usui rise, tirandogli la mano che ancora teneva stretta nella propria.
“E poi sarei io la pervertita, eh?”
Scostò appena il lenzuolo mentre Misaki si alzò di scatto per fermarla.
“Aspetta! Sei sicura di stare meglio?”
“Ti preoccupi un po’ troppo, Ayuzawa-Kun”
Appoggiò una mano sulla sua fronte, tirando un sospiro di sollievo appena sentì che la febbre era ormai passata.
“Bene, credo che il mio compito qui sia finito”
La bionda iniziò a camminare per la stanza mordicchiandosi il labbro inferiore.
“Sai, Ayuzawa-Kun….ti sono grata per oggi. Ti ho mostrato un lato molto debole di me e nonostante tutto ti sei preso cura di me”
Le sue gote erano tinte di rosso, per la prima volta Usui Takumi, proprio lei era in imbarazzo.
Per il ragazzo il tempo sembrò fermarsi.
Era una ragazza incredibile, nonostante fosse ammalata si vergognava di farsi vedere debole. Quello non era orgoglio, era solo la paura di mostrarsi troppo fragile davanti a lui, davanti al ragazzo che amava.
Ecco cosa pensò in quel momento.
“Quindi se vuoi andare ora sei libero di farlo”
La bionda si voltò giusto in tempo per vederlo piombare su di sé.
Caddero a terra.
Lui sopra, lei sotto.
“A-Ayuzawa-Kun…m-ma che?”
“Mi dispiace, non posso più resistere”
Misaki premette con forza le labbra sulle sue, iniziando a slacciarle lentamente, bottone per bottone, la camicetta.
Usui da prima molto sorpresa ricambiò piano il bacio, portando le mani trai capelli scompigliati del ragazzo, giocando con alcune ciocche.
Delle scosse di piacere la invasero appena le labbra del moro di spostarono sul suo collo, baciandolo e mordendolo con furia.
Dov’era finito il solito presidente Ayuzawa? Al suo posto in quel momento sembrava esserci un ragazzo che si era trattenuto per troppo tempo e che alla fine era esploso, mostrando i suoi sentimenti in modo confuso e frettoloso.
Slacciato anche l’ultimo bottone, Misaki le aprì la camicetta.
Come preso da un’incredibile fame iniziò a far passare la lingua lungo la sua pancia, lasciando di tanto in tanto qualche succhiotto, segno che quel corpo era diventato di sua proprietà.
I mugolii della bionda non aiutavano di certo a calmarlo, anzi lo fecero eccitare solo di più.
“A-AYUZAWA-KUN!”
A quell’urlo si fermò e spostò lo sguardo verso il suo viso.
Usui aveva gli occhi lucidi e le guance completamente rosse.
A Misaki venne un colpo al cuore.
“C-che diavolo ti succede …? Q-questo non sei tu…”
Le tremava la voce, quasi come se fosse sul punto di piangere.
Mai da quando la conosceva l’aveva vista in quello stato, ed era solo colpa sua.
Fece avanzare una mano verso la sua guancia ma la ritirò appena vide che lei, spaventata chiuse velocemente gli occhi.
“S-scusami…”
Si morse con forza le labbra. In che diavolo si era trasformato?
Si sentì terribilmente male.
Un idiota.
Un idiota totale.
Fece per alzarsi ma la mano della bionda afferrò con decisione la manica della sua camicia.
“Non voglio che tu smetta…”
Quella frase, sussurrata con timidezza e insicurezza lo fece arrossire.
“Ma ti prego…io…io voglio farlo con l’Ayuzawa-Kun di cui mi sono innamorata. Quello gentile e burbero che non perde occasione di aiutare il prossimo. Quello che ha conquistato il mio cuore.”
Appoggiò le labbra sulle sue, trasmettendogli una profonda sensazione di dolcezza e tranquillità.
Lo guardò negli occhi e storse le labbra in un sorriso per incoraggiarlo.
Il ragazzo sorrise, accarezzandole piano la guancia.
“Si.”
Si limitò a risponderle in quel modo, riprendendo dopo qualche secondo a baciarle piano la pancia.
Non avrebbe commesso una seconda volta lo stesso errore, sarebbe stato più dolce e l’avrebbe trattata come meritava.
Usui gli sbottonò velocemente la camicia, facendola scorrere lentamente lungo le sue braccia.
Il suo petto muscoloso si alzava e si abbassava velocemente, rabbrividiva ogni volta che gli accarezzava la pelle.
Gli lasciò qualche piccolo bacio sul collo, facendogli scappare qualche mugolio di piacere.
“Vedo che ti piace, Ayuzawa-Kun”
Lo beffeggiò, trattenendo una piccola risata.
“Eccome”
Misaki le tolse la camicia, gettandola in un angolo della stanza.
La baciò di nuovo, lasciando che la propria lingua s’intrecciasse con la gemella in un turbinio di passione crescente.
Le slacciò a fatica i ganci del reggiseno e sotto il suo sguardo attonito si mostrò per la prima volta ai suoi occhi il seno prosperoso della ragazza.
Una risatina nervosa uscì dalle labbra della ragazza.
“Se guardi troppo poi si consumano”
Il ragazzo arrossì violentemente e girò il viso.
“O-oh m-ma sta zitta”
Lei gli riportò il viso verso di sé, sorridendo dolcemente.
“Siamo appena all’inizio.”
Fece passare le mani lungo il suo torace, arrivando poi al bordo dei suoi pantaloni.
Glieli slacciò lentamente, abbassandogli subito poi anche la zip.
Lui si morse le labbra, nervoso, imbarazzato e impaziente.
Aveva il terrore di fare un passo falso, di farsi prendere dall’ansia e di rovinare tutto.
La bionda gli abbassò di scatto i pantaloni, facendoglieli togliere con la stessa velocità.
Iniziò a giocare con l’elastico dei suoi boxer, indecisa su cosa fare.
“Sei nervosa anche tu?”
“E’ ovvio.”
Si sorrisero.
Misaki le abbassò piano l’ultima parte restante del pigiama, facendo restare in intimo anche lei.
Si guardarono imbarazzati, pronti per il grande passo.
Fece un respiro profondo e dopo un ennesimo bacio si fece coraggio.
Con le mani che gli tremarono le abbassò lentamente gli slip mentre il suo viso diventava sempre più rosso.
Sotto di lui, la ragazza si mostrava in tutto il suo splendore.
Una vista che tolse completamente il fiato al presidente.
“W-wow…”
Lei rise, portando le mani ad accarezzargli timidamente il petto.
Altre scariche di piacere lo colpirono.
Mai in vita sua si era sentito cosi felice di essere con un ragazza.
Usui gli abbassò piano i boxer, assumendo un leggero colorito rossastro in viso.
“Imbarazzata, eh?”
“Z-zitto”
Risero di nuovo.
“B-beh, allora i-io…e-e-ent-entro..”
Lui deglutì rumorosamente per manifestare tutta la sua insicurezza, d’altronde era la prima volta che lo faceva e non era sicuro di sapere perfettamente cosa fare.
“A-aspetta, Ayuzawa-Kun”
Posò lo sguardo su di lei, non riuscendo a capire il perché di quell’interruzione.
“E-ecco…i-insomma...c-ce l’hai un…un…beh, hai capito cosa.”
Inclinò il viso ancora più confuso.
“Un preservativo, scemo”
Arrossì di botto, abbassando lo sguardo.
“N-no..”
Per qualche secondo trai due regnò il silenzio più totale.
La ragazza guardò la giacca del ragazzo, dalla quale da una tasca sbucava fuori un piccolo pacchettino bianco.
“Ayuzawa-Kun, quello cos’è?”
Disse indicando il piccolo oggetto sconosciuto.
Misaki prese la giacca.
“Credo sia una caramella. Me l’ha data Sakura prima che io venissi qui..”
Tolse il piccolo oggetto, sbiancando all’improvviso quando notò cos’era in realtà.
Un preservativo.
“Ma quello che diavolo hai intenzione di fare con Kuga-Chan?!?”
Usui scoppiò in una fragorosa risata, tenendosi la pancia per il dolore mentre gli occhi gli diventarono lucidi.
“E-ecco perché mi avevi chiesto del letto”
Il presidente diventò completamente rosso, dimenando le mani in segno di negazione.
Ma ormai era inutile spiegare, qualsiasi cosa gli avrebbe detto non l’avrebbe di certo convinta.
La baciò per farla tacere, scartando il piccolo pacchetto e mettendo l’oggetto desiderato sul punto giusto.
“Sii gentile, Ayuzawa-Kun”
Appoggiò l’indice sulle sue labbra, sorridendo dolcemente.
“Chiamami per nome almeno per ora”
Lei arrossì, baciandogli il dito.
I loro cuori battevano all’unisono ansiosi e pronti ad unirsi.
Misaki si posizionò bene tra le sue gambe e con un colpò secco e deciso penetrò la ragazza.
Un urlo di dolore, una mano stretta a pugno, degli occhi velati dalle lacrime.
La baciò con passione, accarezzandola con tutta la dolcezza che aveva in corpo per rassicurarla.
“M-Misaki…c-continua a toccarmi”
Quella supplica venne presto esaudita.
Mentre il bacino si muoveva con forza le mani del ragazzo toccavano ogni centimetro della sua pelle, scompigliandole i capelli e congiungendosi a quelle della bionda.
“Takumi..”
I loro sospiri si fondevano insieme, i loro baci facevano scottare la pelle dell’altro, ogni tocco era una sensazione assoluta di puro piacere.
Si desideravano l’un altro e in quel momento non poterono trattenere la passione che da troppo tempo era stata repressa.
Quel loro amore continuò fino a quando non giunsero insieme all’apice del piacere, gridando rispettivamente i loro nomi.
Stanchi e affannati si erano stretti in un caldo abbraccio, al quale non mancarono carezze e baci.
“Misaki…Kun…”
Misaki abbassò lo sguardo verso il viso di lei che in quel momento era appoggiato al proprio petto.
“Continua a toccarmi”
Lui annuì, accarezzandole dolcemente i capelli.
“Ah…Misaki-Kun..”
“Cosa c’è?”
“Ti amo”
Arrossì lievemente, lasciandosi andare ad una piccola risata.
“Ah si? Beh, io ti odio, lo sai.”
Usui sorrise. Non poteva aspettarsi altro da lui.
Chiuse lentamente gli occhi, addormentandosi dopo qualche secondo tra le sue braccia.
“Anche io…anche io ti amo”
Misaki prese il lenzuolo e coprì entrambi, sussurrando a bassissima voce quella sua dichiarazione.
Con un sorriso sulle labbra si addormentò anche lui.
 
 
La mattina dopo il primo ad aprire gli occhi fu proprio il ragazzo, il quale arrossì violentemente nel vedere addormentato accanto a sé la ragazza.
Giocò con qualche ciocca dei suoi biondi capelli e le stampò un lieve bacio sulle labbra.
L’amava e questo lo sapeva bene, confessarglielo sarebbe stato molto più difficile ma presto ce l’avrebbe fatta.
Appoggiò la testa sul palmo della mano e si perse a guardare i lineamenti del viso di Usui.
Era bellissima, la persona più bella che viveva nella sua vita.
Ed era sicuro che mai e poi mai si sarebbe stancato di guardarla. 

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Kaichou Wa Maid Sama! / Vai alla pagina dell'autore: Minari OppaRi